C'è chi sostiene che tutte le sorprese siano gradite, anche quelle un po' amare. Io non sono d'accordo, perché in linea di massima non amo lasciarmi sorprendere per un atavico senso di diffidenza per tutto quel che appaia sfocato e poco chiaro. Comunque la sorpresa di fine anno 2014 non l'avevo proprio presa in considerazione, nemmeno alla lontana.
Comincia tutto agli inizi degli anni 90 quando la mia oculista mi diagnostica una diminuzione della funzione della ghiandola lacrimale dell'occhio sinistro. Si tratta di mettere un paio di gocce ogni sera prima di andare a letto e non succederà niente, in parole povere non avrò fastidiosi pruriti all'occhio di sinistra. Quello che la specialista non mi dice è che la mucosa interna del mio naso sul lato sinistro tenderà ad inaridirsi perché non sufficientemente irrorata di liquido. Vedi tu che a un tipo come me, abituato a soffiarsi il naso come a volerne tirar fuori bastimenti carichi di conteiner, capiti un giorno di trovare il fazzoletto pieno di sangue: una lacerazione che non vuole rimarginare a nessun costo. Occorre l'intervento di un otorino, che si deve anche impegnare e non poco per stagnare la perdita. Da quel momento diventa un incubo cui nessuno specialista consultato riesce a mettere fine. Un incubo che dura venti anni, in cui dalla narice sinistra non potevano più uscire bastimenti carichi, ma nemmeno barchette. Fintantoché un dottorino di provincia non scopre l'arcano: si tratta del valore della pressione del sangue troppo alto, cosicchè ad ogni piccola lacerazione, anche minima, corrisponda un torrente in piena. Trovate le medicine adatte e finito l'incubo quasi per incantamento.
Un anno e mezzo senza sanguinamenti. Dura fino ad aprile del 2013, una volta traslocato nel nuovo appartamento, dopo lo stress di quattro mesi passati da baraccato in casa mia, ridotta a circa sessanta metri quadri dagli originali centoventiquattro per via di un'alluvione di acqua da tubo rotto nell'appartamento al piano superiore. Un brutto giorno, alle sedici e trenta circa, soffio il mio naso e mi allago la maglietta. Me ne resto disteso tranquillo ad aspettare che smetta. Una, due, tre, cinque, dodici ore. L'emorragia finisce minuto più minuto meno alle quattro e mezzo della notte.
Al mattino mi reco al Pronto Soccorso dell'Ospedale Centrale di Karlsruhe. Racconto al medico di turno l'accaduto.
-Quanto tempo è durata l'emorragia?
-Dodici ore,
Mi guarda esterrefatto.
-Continuativa?
-Sì, sempre di seguito.
-Lei deve essere matto. Lo sa che ha rischiato un collasso cardiaco? Se passa un'ora e non stagna deve chiamare il Notarzt e farsi accompagnare subito qui. Deve venire mentre sanguina, non quando ha cessato. Adesso non posso farle niente. Stia in guardia la prossima volta.
Faccio i dovuti scongiuri, ma da quella volta non capita più niente di simile, tanto che divento temerario tornando a far uscire dalla narice sinistra la quinta flotta americana.
L'ultimo giorno dell'anno mi alzo verso le nove con un sacco di cose da fare. Bevo un bicchiere d'acqua e mi soffio il naso. Normalissima acqua ne esce senza traccia di muco. Non sono raffreddato né ho la fabbrica di muco in attività. Ma non passano cinque secondi che sento qualcosa -a me tristemente nota- che scivola sul labbro superiore. Tampono con un fazzolettino di carta e ammiro la bella macchia rosso vivo che lo ha impregnato.
Dopo aver sparacchiato maledizioni e improperi a tutte le divinità pagane o meno che riesco a trovare nel loro domicilio mi siedo e aspetto che smetta, ma -orribile visu- continuo a riempire fazzolettini di carta del mio sangue migliore color rubino.
Non ci penso su due volte: telefono a mio figlio Alessandro chiedendogli di venire immediatamente per trasportarmi al Pronto Soccorso. Ci mette venti minuti, praticamente vola.
Infilo cotone emostatico nella narice maledetta e si parte. Penso che all'ultimo dell'anno sarò il solo ad avere problemi di quel genere e invece nella sala d'attesa alla Clinica Otorino ci sono cinque persone che aspettano. Arriva un'infermiera, mi vede che sto tamponando e mi chiede se ho un'emorragia. Certamente che ce l'ho, non si vede?
-Allora passi avanti agli altri.
E meno male, almeno un vantaggio me lo ha dato sto naso del cavolozzo fritto.
La dottoressa, una ragazza giovane ed esile ma capace e veramente in gamba, mi fa sdraiare sul lettino ed inizia l'intervento. Aspira il sangue con un tubicino, poi guarda. Sembra un'astronauta: mascherina davanti a naso e bocca con una barriera di plastica trasparente davanti agli occhi; in testa una specie di casco con luce fortissima incorporata; nella mano sinistra l'aspiratore nella destra l'attrezzatura elettrica per bruciare la ferita.
-Un bello squarcio, commenta.
Le occorrono sei punti, sei colpi non dolorosi ma assai fastidiosi, per chiudere la sorgente del ruscello.
Poi mette dentro una buona dose di pomata e chiude il mio naso con del nastro adesivo.
-In modo che l'umidità rimanga dentro e non si secchi.
Penso al cenone in casa di Federico e a quello che diranno i miei nipotini vedendo il nonno col naso fasciato. Me lo posso immaginare.
Ma esco rimesso a nuovo.
Imperativo assoluto: primo non togliere il nastro adesivo fino a domattina; secondo non soffiare il naso nei prossimi giorni per nessun motivo; terzo riempire la narice sinistra ogni mattina con Bepanthen; quarto se arriva uno starnuto fare uscire tutto dalla bocca.
Adesso mi diverto. Io faccio mediamente quattro starnuti da elefante al giorno. Già posso immaginare la faccia che farà Anna Maria ogni volta.
Bisogna sempre vedere il lato positivo nelle cose e in questo io sono un maestro.
Buon anno nuovo gente e tanta felicità.
Un anno e mezzo senza sanguinamenti. Dura fino ad aprile del 2013, una volta traslocato nel nuovo appartamento, dopo lo stress di quattro mesi passati da baraccato in casa mia, ridotta a circa sessanta metri quadri dagli originali centoventiquattro per via di un'alluvione di acqua da tubo rotto nell'appartamento al piano superiore. Un brutto giorno, alle sedici e trenta circa, soffio il mio naso e mi allago la maglietta. Me ne resto disteso tranquillo ad aspettare che smetta. Una, due, tre, cinque, dodici ore. L'emorragia finisce minuto più minuto meno alle quattro e mezzo della notte.
Al mattino mi reco al Pronto Soccorso dell'Ospedale Centrale di Karlsruhe. Racconto al medico di turno l'accaduto.
-Quanto tempo è durata l'emorragia?
-Dodici ore,
Mi guarda esterrefatto.
-Continuativa?
-Sì, sempre di seguito.
-Lei deve essere matto. Lo sa che ha rischiato un collasso cardiaco? Se passa un'ora e non stagna deve chiamare il Notarzt e farsi accompagnare subito qui. Deve venire mentre sanguina, non quando ha cessato. Adesso non posso farle niente. Stia in guardia la prossima volta.
Faccio i dovuti scongiuri, ma da quella volta non capita più niente di simile, tanto che divento temerario tornando a far uscire dalla narice sinistra la quinta flotta americana.
L'ultimo giorno dell'anno mi alzo verso le nove con un sacco di cose da fare. Bevo un bicchiere d'acqua e mi soffio il naso. Normalissima acqua ne esce senza traccia di muco. Non sono raffreddato né ho la fabbrica di muco in attività. Ma non passano cinque secondi che sento qualcosa -a me tristemente nota- che scivola sul labbro superiore. Tampono con un fazzolettino di carta e ammiro la bella macchia rosso vivo che lo ha impregnato.
Dopo aver sparacchiato maledizioni e improperi a tutte le divinità pagane o meno che riesco a trovare nel loro domicilio mi siedo e aspetto che smetta, ma -orribile visu- continuo a riempire fazzolettini di carta del mio sangue migliore color rubino.
Non ci penso su due volte: telefono a mio figlio Alessandro chiedendogli di venire immediatamente per trasportarmi al Pronto Soccorso. Ci mette venti minuti, praticamente vola.
Infilo cotone emostatico nella narice maledetta e si parte. Penso che all'ultimo dell'anno sarò il solo ad avere problemi di quel genere e invece nella sala d'attesa alla Clinica Otorino ci sono cinque persone che aspettano. Arriva un'infermiera, mi vede che sto tamponando e mi chiede se ho un'emorragia. Certamente che ce l'ho, non si vede?
-Allora passi avanti agli altri.
E meno male, almeno un vantaggio me lo ha dato sto naso del cavolozzo fritto.
La dottoressa, una ragazza giovane ed esile ma capace e veramente in gamba, mi fa sdraiare sul lettino ed inizia l'intervento. Aspira il sangue con un tubicino, poi guarda. Sembra un'astronauta: mascherina davanti a naso e bocca con una barriera di plastica trasparente davanti agli occhi; in testa una specie di casco con luce fortissima incorporata; nella mano sinistra l'aspiratore nella destra l'attrezzatura elettrica per bruciare la ferita.
-Un bello squarcio, commenta.
Le occorrono sei punti, sei colpi non dolorosi ma assai fastidiosi, per chiudere la sorgente del ruscello.
Poi mette dentro una buona dose di pomata e chiude il mio naso con del nastro adesivo.
-In modo che l'umidità rimanga dentro e non si secchi.
Penso al cenone in casa di Federico e a quello che diranno i miei nipotini vedendo il nonno col naso fasciato. Me lo posso immaginare.
Ma esco rimesso a nuovo.
Imperativo assoluto: primo non togliere il nastro adesivo fino a domattina; secondo non soffiare il naso nei prossimi giorni per nessun motivo; terzo riempire la narice sinistra ogni mattina con Bepanthen; quarto se arriva uno starnuto fare uscire tutto dalla bocca.
Adesso mi diverto. Io faccio mediamente quattro starnuti da elefante al giorno. Già posso immaginare la faccia che farà Anna Maria ogni volta.
Bisogna sempre vedere il lato positivo nelle cose e in questo io sono un maestro.
Buon anno nuovo gente e tanta felicità.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaChissà che tombola conteneva: Mumble mumble, mi macero nella disperata ricerca di soluzione del misterioso mistero...
Elimina:))))
Era tanto tempo che non scrivevi "cavolozzo fritto". Mi mancava. Porcaccia Enzo. Te l'avevo scritto di avere cura di te. Mi fa piacere leggere che lo stai facendo. I nipotini si saranno divertiti. E pure tu. Dopo la paura. Buon duemilaquindici amico mio.
RispondiEliminaNon va svalorizzato usandolo a sproposito, Mariella. Qui un bel cavolozzo fritto si imponeva.
EliminaI nipotini si sono divertiti. Mio figlio mi ha chiesto se fosse stata la mamma. Gli ho risposto che era stato un marito furente. Io non mi sono troppo divertito a dire il vero, ma poteva andare peggio.
Auguroni anche a te, sorellona della sorellina di Maria. Buon duemilaquindici di cuore.
Alla faccia del cavolozzo fritto! Non avrai il sangue troppo liquido? Te lo hanno fatto un esame del sangue?Sarebbe un inconveniente rimediabile con una pastiglia.
RispondiEliminaOra è passata , questo è l'importante e ti auguro il miglior ANNO possibile!
Al 13 vado, ma ci sentiamo prima.
Cristiana
Mi sorge il dubbio, effettivamente. Le medicine che prendo, in tutto sei compresse al giorno. mi sono state prescritte nella Clinica cardiologica dove ho fatto il catetere e dove risultava tutto negativo. Ho paura che siano medicinali atti ad impedire il pericolo di ictus, dato che ho una casistica familiare notevole e cioè madre, fratello e due cugine tutti morti per ictus cerebrale. Andrò dal mio medico per fare le analisi del sangue, perché mi sembrava acqua.
EliminaAuguro io a te il migliore anno possibile, Cris.
Il 13 vai? Tocchiamo ferro, legno e tutto quello che si deve toccare, almeno noi maschietti. Sì ci sentiamo prima.
Ciao Vincenzo!!
RispondiEliminaMa non si puo stare tranquilli nemmeno un momento,dietro l'angolo cè sempre qualche brutta sorpresa che ci attende,mi dispiace davvero tanto per l'accaduto e lo spavento preso,mannaggia!
Sono contenta che ora stai meglio e che non ti manca il buon umore,già ti immagino mentre fai starnuti stratosferici a destra e manca! hahaha
Buona serata bell'uomo
Baciiiiii
Una autentica sfiga, Claudia, porcaccia vacca! Da quel giorno mi sono venuti si e no tre starnuti, fatti con copiosità di violenza che di più non potevo se no mi volava via Anna Maria, ma solo quei tre. Qualcuno mi sta pigliando per il sedere sembrerebbe.
EliminaCiao bella donna, baciiii.
Dodici di ore di emorragia senza farsi vedere non è da persona sensata come ti reputiamo tutti. Vedi di non scioccheggiare in futuro. Doppi Auguri a questo punto, doverosi.
RispondiEliminaPersona sensata io? Sono un controsenso vivente: pronto a precipitarmi per un nonnulla alla mia gente, ma del tutto menefreghista per quel che mi riguarda. Il mio motto (cretino) è: a chi tocca nun s'ingrugna e quanno me tocca me tocca.
EliminaFatalista? Scemo? Ai posteri l'ardua sentenza. Grazie Franco per i doppi auguri, forse me li sono meritati e poi c'è un santo protettore degli incoscienti.
Gecmis olsun! (=Gute Besserung!)
RispondiEliminaPer il resto, vedo che le cose nel mondo tedesco non cambiano, lo stile dei dei dottori e' unico: ti enunciano quello che devi fare, senza dimenticare nulla, scrupolosi, spiegandoti il motivo di ciascuna cosa.
Me lo ricordo bene io, ho imparato un sacco dalla pediatra dei miei figli, una donna alta e sottile, di poche parole, ma tutto quello che diceva era esattamente quello cheserviva per risolvere il problema.
Nel mondo tedesco, mi pare, il medico e' ancora una Beruf (vocazione, chiamata intima a fare un mestiere), nei paesi tedeschi, e questo non sai che senso di ammirazione e rispetto mi genera.
Alcuni dottori italiani dovrebbero guardare e imparare, sgrunt!
Gecmis olsun, con la g dura alla tedesca immagino. Bello e in un certo senso onomatopeico.
EliminaIo non potrei più tornare in Italia per il servizio medico che troverei, per i Pronti soccorsi obsoleti dove non sai mai dove andare, per l'aria da padreterni che assumono sti medici nostrani -dalle Alpi alla Sicilia- per il sistema basato sul dubbio che gli altri hanno sull'onestà della tua richiesta. Insomma in un mondo di ladri e di imbroglioni si fa fatica ad ammettere che ci siano mosche bianche.
Vorrei dire a quella pupattola della ministra della Sanità, che tanto decanta il sistema ospedaliero italiano, di venire a vedere come funziona qui in Germania. I medici fanno i medici per la Beruf, come hai detto tu, che sai quel che dici. L'accoglienza immediata -ripeto IMMEDIATA- che hai in un Erste Hilfe tedesco in Italia se la sognano. Viene chiamato uno specialista del reparto. Non so, per una questione di ossa un ortopedico, per il mio naso un otorino, per il cuore un cardiologo, che arrivano in pochi minuti. Se non può essere risolto nel Pronto soccorso immediato trasferimento al Reparto.
Insomma nessuno esce dall'Ospedale se non è a posto.
E poi ogni medico -anche quelli meno loquaci- spiega tutto nei minimi dettagli e considera ogni paziente -ripeto OGNI paziente- di prima categoria, cioè dai bambini ai vecchietti, che non sono snobbati come da noi. Sono stato ricoverato in un Ospedale tedesco da ottantenne e trattato con tutti i riguardi cui avevo diritto. Prova ad ottenere un trattamento simile in Italia senza scucire fior di quattrini. È il sitema Italia che fa schifo Bulut, siamo noi italiani la mela marcia, mettiamocelo in testa. Guarda chi votano sti imbecilli: votano i pagliacci da circo e i pinocchi che promettono mari e monti. Roma ladrona? Italia ladrona. Mi piange il cuore perché io, come te, sono italiano al 100%, soprattutto perché io e te viviamo all'estero sentiamo più degli altri questa identità, ma bisogna essere onesti e dire la verità: in Italia tutto sta andando a rotoli, ahimé.
Ti rinnovo i miei auguri per il nuovo anno, Bulut.
Ciao Schwebende Wolke.
Si', si pronuncia, alla tedesca, come
Eliminagetschmisch olsun.
Vere tutte le cose che dici (purtroppo).
Qui in Turchia non e' troppo diverso dall'Italia, pare...
I tedeschi, in questo, hanno cento marce in piu'.
Ah, dimenticavo: letteralmente, significa: "che sia passato".
EliminaLa pronuncia me la ero immaginata perché una volta qualcuno me lo aveva fatto questo augurio. Non ne conoscevo il significato e ti ringrazio.
EliminaNeanche in Turchia, vero? Me lo diceva Metin un giorno che in Turchia si va avanti con i soldi, perché la cassa malattia ti dà poco o niente.
Verissimo I tedeschi viaggiano in Ferrari, noi col monopattino.
Ciao Bulut.
La cosa peggiore per tutti, è che il trascorrere del tempo lascia inevitabilmente, in TUTTI ed in TUTTE, tracce più o meno evidenti di molesto cambiamento d' immagine, talvolta amaramente abbruttendo le sembianze fisiche di una persona, talvolta mutandole con grazia .... ma ad ognuno tuttavia donando acciacchi, poi malesseri, malattie o aggravi di malattie, mentre invece accade che, dentro di noi, restiamo ( o meglio ... ci percepiamo ) eternamente giovani, immutati nelle nostre originarie personalità !
RispondiEliminaNel tuo caso, @Vincè, mi sembra che Tu reagisca agli oltraggi del tempo ( .... tacci sua ! ) più che bene .... magari talvolta usando ( dolorosamente o gioiosamente che sia .... ) la tua vena di fine auto-ironia, che a mio parere è un' arma efficacissima per difenderci dall' abbattimento e dall' piangersi addosso senza costrutto !
T' auguro quindi un BUON ANNO ... e un virile 'sursum corde' !!! :-)))
È vero, vecchio amico, le sembianze tendono a cambiare, qualche volta con moto rovinosamente accelerato, mentre noi continuiamo a percepirci dentro immutati "nelle nostre originali personalità". Non tutti, quelli che hanno un'anima, perché tu mi insegni che non tutti ne siano forniti.
EliminaHai indovinato anche la seconda parte: io reagisco "agli oltraggi del tempo" usando la mia autoironia. Io so prendermi per il culo, prima che lo facciano gli altri, o almeno insieme a loro, e così mi salvo.
No, non mi vedrai mai piangermi addosso, neanche se una vera disgrazia dovesse venire a farmi visita. Qualcuno dice che si tratta di superficialità, io so che invece c'è tanta autostima, e tu lo hai capito perfettamente, perché anche tu sei della mia stessa pasta.
Anche io auguro a te un BUON ANNO con tanti giorni sereni. :)))
Come stai?
RispondiEliminaSto molto attento quando mi soffio il naso e quando starnutisco faccio uscire la raffica dalla bocca. Per il resto vivacchio some sempre. Grazie Riccardì, buon fine settimana.
RispondiEliminaCiao grande quercia, ma che combini?! Capisco lo stoicismo ma tu hai un pò esagerato, per fortuna tutto è andato bene.
RispondiEliminaCome stai adesso?
Niente scherzi grande quercia mi raccomando :-)
Un abbraccio
Xavier
p.s. Ho risposto alla tua poesia "Il segreto di intendere" con una mia poesia, vai a leggerla!
Sì, grande giovanissimo uomo, io ogni tanto esagero, poi mi pento.
EliminaStavolta starò attento, promesso.
Un grande abbraccio ad un grande giovanissimo uomo.
p.s. Vado a leggere.