Ho un appartamento nuovo: dal primo di aprile -sì, proprio il giorno del pesce d'aprile- abiterò al numero 10 della Römerstrasse, via dei Romani, era destino. La casa la vedo dal mio balcone, distante un tiro di schioppo da questa dove ancora abito, ma in effetti è distante 33 anni, il tempo che ho vissuto qui dentro, una vita. Quando arrivammo io avevo 45 anni, aitante e pomicione, nemmeno un capello bianco. Anna Maria 41 e sembrava una trentenne; quattro marmocchi di 15, 13, 10 e 7 anni, l'ultimo Federico, che a settembre farà 40 anni.
Mi fa incazzare sta storia perché succede qualcosa di strano che non avevo previsto. Sai quante volte ho maledetto sta casa, per colpa del fatto che non molti dei radiatori del riscaldamento -stravecchi e sempre pieni d'aria- non emanavano sufficiente calore? Questo è uno dei motivi. Perché le mattonelle in bagno si scrostavano; perché le pareti a nord erano maledettamente umide e fredde; perché l'ingresso era immenso, un quarto dell'appartamento quasi 32 metri quadrati, un enorme spreco di spazio; perché le serrande di quasi tutte le finestre erano difettose; perché l'isolamento delle finestre -vecchio di 40 anni- non teneva più lasciando penetrare aria fredda da fuori e uscire aria calda; per questo, per quello e par quell'altro?
Io e Anna Maria non vedevamo l'ora di lasciarla sta casa, diventata troppo grande coi suoi 124 metri quadrati da pulire, da riassettare, da custodire. Eppure adesso che finalmente ce ne andremo a me viene il magone e mi dispiace. Ieri l'ho detto ad Anna Maria e lei mi fa: "Pure a me". Ah benun!
Che cavolo succede? Succede che ogni centimetro quadrato mi ricorda qualcosa; succede che se mi bendassi gli occhi attraverserei l'appartamento da capo a fondo senza intruppare in qualche parete, in qualche stipite o in qualche mobile; succede che qui c'è l'angolo del pensatoio, dove ogni notte per almeno un'ora me ne sono rimasto a scrivere e pensare, l'angolo è questo dove sto scrivendo adesso, a penna, questo post del caciocavallo; succede che non so quello che succede, ma sono triste cavolozzo fritto, ed è questo che mi fa incazzare.
Dovrei invece essere felice, specie adesso che viviamo nel salone e basta, tenendo sempre le porte chiuse per non fare entrare il cattivo odore della muffa che si è formata in cucina; dovrei essere felice proprio adesso che dormiamo in un divano letto, che può andare benone per qualche giorno, ma dopo due mesi abbiamo entrambi dolori al groppone, e non possiamo usare la camera da letto perché i mobili sono tutti in soffitta. Insomma dovrei fare i salti mortali dalla gioia perché la smetteremo di andare al ristorante almeno una volta al giorno -mi costa più dell'affitto che non pago- e invece son qui che mi incazzo perché me ne devo andare. E mi incazzo perché parte di questi mobili che ho qui dentro, tanti, troppi, di cui abbiamo sparlato io e lei così tanto tempo con frasi tipo "sono troppi sti mobili", "sempre gli stessi davanti agli occhi mi hanno stufato", adesso dovrò buttarli via o darli a qualche istituto che accetta mobili vecchi per darli a chi non li possa comperare, ma i miei non sono vecchi, porcaccia vacca! Per questo mi incazzo, dato che nel nuovo appartamento avrò lo stesso numero di stanze, ma meno spazio, cioè 39 metri quadrati in meno; e mi incazzo perché della pinacoteca dei miei quadri coi quali ho qui riempito le pareti, più della metà finirà in cantina.
A me era capitato già una volta, tanti anni fa qualcosa di simile: mi volevo liberare di una ragazza perché me ne piaceva un'altra. Gliene facevo di tutti i colori, ma non se ne andava mai. Le ho detto la verità e lei ha pianto per tre giorni, poi finalmente se n'è andata.
Dovevo essere felice e invece no: mi dispiaceva da matti.
Così è fatto Enzo Iacoponi, tutto un controsenso.
come te capisco Vincè...sei anni fa semo venuti a sta qua da mamma, la casa popolare, meno de affitto, mamma che m'aiutava, casa più grande e mi marito che già stava male...tutte cose che me facevano comodo. Ma io dentro la casa che lasciavo c'avevo fatto li fij..me ricordavo do mi fijo s'era aggrappato pe fa li primi passi...dove avevo lasciato la borsa la sera che so nnata a partorì dell'urtima fja...quando avevo ricevuto la telefonata de mi sorella che me diceva che papà..si hai capito. Er giorno che avemo portato via l'urtima roba so voluta resta da sola...ho pianto tutte le lacrime mie...poi so annata via. Doppo quarche mese ce so tornata che la casa l'avevano presa certi amichi nostri. M'ha fatto più male che bene. Nun ce so voluta torna più. Pur'io so un controsenso. Bella compagnia a nostra...
RispondiEliminaIo tutte ste cose belle cai detto tu nun le so volute dì, perché nun valeva la pena de dille, me staveno drento ar core: io ne sta casa ce so stato da giovene, ciò visto vresce li fij mia, l'ho visti diventà ommini e donne, in ogni angolo ce sta un sorriso de mi moje; qua drento cià mosso li primmi passi la fja de la mi fja, la primma nipote che ciaveva na tutina bianca con core rosso sur culetto e cià fatto sverminì da la paura che s'era arampicata ar credenzone che je venuto addosso che nun so come nun s'è fatta gnente,perché santa Pupa nun dorme mai; nde sta casa ciavemo fatto le feste più belle nostre e de li fji nostri.
EliminaIo nun ce passerò più davante manco morto, sta vicino a la casa nova, ma faccio er giro der paese piuttosto.
Se semo capiti Mariagrà. Si ce fussimo trovati da zoveni fussimo diventata na bella coppia de pori sbandati io e te.
Te saluto Mariagrà.
Eh si fa male lasciare il proprio nido, le case sono le custodi di tutti i nostri giorni belli e brutti.
RispondiEliminaMa dai tira un bel sospiro e pensa che avrai nuovi spazi in cui far trovare posto ai tuoi giorni coi pensieri belli e i ricordi nuovi da creare.
Fai che questa sia una nuova avventura, prendi Anna Maria e fa l'amore con lei in tutte le stanze (logicamente vista l'età non tutte in un giorno ;)....) (hey non vale darle un colpo in cucina , spostarsi e darne un altro all'ingresso non fare il furbo.
p.s ho problemi al mio blog puoi entrare solo dai vecchi post e non dalla home, però non si aggiorna per cui quello di ieri sera non è visibile, spero risolvano il problema presto)
Beata te Lillì, co sta botta in corridio e un'altra in cucina e si finisce in bagno. Ah ah ah ah ah ah:)))
EliminaDeve passarsela bene l'omo tuo co una come te!
Sì, l'ho scritto a Mariagrazia, davanti a questa casa non passerò mai più: ci stanno 33 anni di vita mia e non si cancellano con un trasloco.
ps: te lo volevo scrivere io, non si riesce ad entrare da due giorni. Proverò da un vecchio post. Ma dammi un link di un vecchio post perché adesso non mi viene.
E che ne so se se la passa bene dovremmo chiederlo a lui poverello ;)
EliminaEcco il link ma del penultimo perchè quello nuovo nun se legge cazzarola!
qui
Io dico de sì. Chiediglielo tu, che lo conosci.
EliminaMo provo col link.
A lillì, manco cor linke vecchio se vede na breccola; me chiede de dije se so stato invitato, Ma che avete fatto na festa? E nun m'hai invitato? Te possino.
EliminaNon lo so ma mi sa che hai fatto un po' di casino. Fatti aiutare da qualcuno che ci capisce bene, magari un fijarello tuo.
Ciao
ah l'ho scoperto poco fa de sta cosa de l'invito, mo penso co risorto. Mi dispiace.
EliminaIl casino non l'ho fatto io me lo so trovato così all'improvviso.
Mi stanno aiutando dal forum di blogger dove ho segnalato la cosa, non sono mica scema sta cosa i miei figli non la possono risolvere....e nel dubbio che provassero manco gliel'ho chiesto...
Ciao Vince.
RispondiEliminaLa casa, la nostra casa, dice tutto di noi dal soffitto al pavimento. Quando siamo costretti a lasciarla per volare altrove, ci mancherà soprattutto un rumore, quello dei ricordi.
E quel suono non si quieterà mai.
Arriveranno nuovi rumori, ma saranno diversi.
Ti abbraccio e a dopo.
Verissimo. Mi mancheranno i rumori e i silenzi di questa casa, quelli della notte, quelli del giorno. Sciocco ma dalla mia stanza da letto potevo sapere se di notte avesse nevicato oppure no: da come procedevano le auto che si avviavano all'autostrada. Una stupidaggine, ma adesso mi viene in mente. data la stagione.
EliminaInsomma verranno nuove cose -io amo il nuovo-, perderò le antiche, e io amo anche le antiche, forse anche di più.
Ricambio l'abbraccio, ciao.
Traslocare è sempre una gran rottura di maroni. Prendila con filosofia.
RispondiEliminaCiao Enzo. :)
Non me lo dire! Io ho la moglie che già fa pacchi, che mi gira intorno e mi guarda torvo perché io non li faccio, e mancano due mesi al trasloco.
EliminaCaro Manuel, la vita è un grande albero di Natale: c'è sempre qualcuno che rompe le palle.
Ciao Manuel.
:)))
:)))
EliminaImmagino le richieste di quadri che riceverai, dopo aver detto che ti toccherà metterli in cantina... :-))
RispondiEliminaBuon trasloco: una rottura di coyotes (come ben dice il buon LeNny) che però potrebbe farti sentire di nuovo giovane, all'inizio di un nuovo capitolo nell'avventura della vita! :)
Ma questa volta me li tengo, perché sono quelli che mi tengo da quando li ho dipinti, che ho difeso dalle rapine di figli e di nipoti, i quali dovranno aspettare che tiro le cuoia per saccheggiare ancora.
EliminaSpero di ringiovanire, me lo auguro, ma so che ogni tanto avrò il magone.
Ciao Nik.
:)))
ti capisco! però sono contento io per te ;-)
RispondiEliminaGrazie Riccardì, sapevo che sei un vero amico e che sei contento per me.
EliminaSig:)))
Ciao Vincè!!
RispondiEliminaQualche anno poi passa….
Ho traslocato nella casa dove ora abitiamo da ormai 15 anni acquistata con tanti sacrifici l'altra era in affitto ma la sentivamo comunque nostra,ci credi che ancora oggi quando devo accendere la luce vado alla ricerca dell'interruttore credendo sia posizionato com'era nella vecchia casa? Abitudini che non si modificheranno mai,a volte mi capita di sognare che viviamo ancora la,entriamo come ladri per riviverla e tutto dentro è come prima,ma l'ansia mi assale per il timore di essere scoperti…
E' difficile caro Amico affrontare una nuova situazione dopo tanti anni,pero' sei fortunato con te puoi portare tutti i ricordi quelli ci stanno tutti anche in una casa più'piccola
Un abbraccio e che la gioia torni presto! :DDD
Cercare interruttori dove non ci sono: sai che me lo sono immaginato già? Ti dico che qui potevo e posso ancora girare al buio senza farmi bernoccoli in testa, ma non è solo questo, tu lo sai, è che in ogni angolo c'è un ricordo particolare. Coma nella vecchia casa dei miei, che vendemmo quando mamma morì. Lì c'erano tutti i ricordi non dell'infanzia, perché quella era una casa in affitto fino al 1943, che abbandonammo dopo il primo bombardamento americano, ma della mia giovinezza, cioè dai miei 12 ai miei 27 anni.
EliminaMi ci abituerò, ma spero che non ci vogliano anni.
Ricambio il tuo abbraccio.
:DDD
Ciao Vincenzo,
RispondiEliminastai traslocando vero, però ti suggerisco, invece di pensare a quello che non ci sarà più, osserva bene ciò che avrai che sarà sicuramente meglio di ciò che perderai,
solo così tutta questa malinconia scomparirà.
Io ho vissuto in ben tre appartamenti e probabilmente, entro un anno o due, traslocherò nella (spero) definitiva mia casa.
Credo che delle vecchie case, mi sono mancate di più le persone che frequentavo lì, le cene e i pranzi fatti con loro, le classiche riunioni tra amici.
In ogni caso ho sempre pensato che, chiusa una porta se ne apre un'altra e così è stato, senza rimorsi.
Sono le persone che rendono una casa bella, proprio come hai raccontato tu parlando di ciò che hai vissuto lì.
Nella casa nuova tutto questo non finirà, ci saranno altri momenti belli con la tua famiglia che vivrai nella nuova casa e tutto sarà come prima, come sempre.
Con affetto
La Spia
Bella la tua proposta: ci saranno cose nuove da vivere, insieme alle stesse persone, che non scompaiono perché non cambio paese o regione, ma solo una strada, andandomene a circa 300 metri da dove adesso mi trovo.
EliminaCerto sono le persone a fare bella una casa.
Mi ci devo abituare e ci riuscirò. Finora mi sono sempre adattato a tutto.
Grazie.