Cruda, essenziale evocazione di un messaggio di amore e di odio, di beatitudine e d'infelicità. Lo puoi leggere come ti pare. Vita; ombra che ristagna; sconfitta della pietà. Maximiliansau, 21 aprile 2014 ***
Si, "lo puoi leggere come ti pare", questo il senso ultimo del messaggio scritto. Importante che approdi. Come, dove, quando e sotto quale forma non interessa lo scrittore. Che poi, sempre a mio avviso, chi scrive crea messaggi abbandonati poi a mollo nella vita. Giusto che non ristagnino nell'ombra, che non elemosinino pietà.
Giustissimo, Franco. Chi scrive non per diporto ma per necessità "crea messaggi abbandonati poi a mollo nella vita". A volte senza rendersene conto, che equivale a dire un misto tra inavvertitamente e senza volere. Quel che conta è che il messaggio sia partito, poi navigherà nel guazzo della vita e qualcuno lo riceverà e lo inghiottirà. Purché tutto sia fatto senza voler provocare né insegnare alcunché, altrimenti si va in un campo che esula dal mio.
Nec ullam rem gigni patitur, nisi adiuta morte aliena .... scrisse @Lucrezio : E ( la Natura ) non sopporta che alcuna cosa viva, se non quelle aiutate dalla morte di un' altra ! La pietà ( di cui non potremmo far a meno mai, specialmente quando vediamo morire chi ci è caro ... ) più che sconfitta è illogica, poichè sappiamo bene che non nascemmo immortali, su questa terra, bensì cadùchi e fragili .... anche se, talvolta, ci riscattano la Memoria, e versi belli come quelli che hai scritto ora !
La morte non è che un episodio della vita, quello finale, perché nulla è eterno. Mi riferivo non a quel tipo di pietas cui fai riferimento tu, ma a quella per noi stessi, ancora vivi, ancora lungi dall'ultimo gradino. Dovremmo averne per noi stessi e non solo per gli altri, ma qui gli Umani si dividono tra egoisti, che nutrono pietà "solamente" per se stessi, e normali che non nutrono pietà per se stessi, vergognandosene quando ciò per breve tempo avviene. Io sto relegato in questa categoria.
Per me "vita" è comunque vittoria. Che sia racchiusa in versi intensi come i tuoi, che in pagine e pagine di un romanzo amato. O nel correrle incontro.
"O nel correrle incontro". Ecco Mariella il bel finale al tuo commento che tutto lo santifica. Vivere è vincere e la Vita è vittoria. Azzeccato in pieno il senso di quel che io intendevo. Magari non si capiva. Sei stata brava tu. Lo so da un pezzo quanto tu sia brave, e modesta. Vorrei averla io una sorellona come ce l'ha la sorellina di Maria. Ciao.
Credo ben! Però va detto che vorrei averla io una sorellina come la sorellina di Maria, una piccola gatta che fa le fusa. Magari graffia pure, ma si può sempre volerle bene. Ciao, sorellina di Maria.
Io e te seguiamo vite parallele, tu hai scritto la tua "Evocazione", intensa e cruda come è la vita e io ho scritto la mia "Vita", intensa e crudele come è la vita. Dimmi che ne pensi:
Vita
Ho raccolto le lacrime Di un Cristo piangente, Ho cullato un bambino morente Ho ucciso nel nome dell’amore, Ho bevuto il tuo sangue Guardandoti negli occhi.
Ho giocato col tuo cuore Restando in silenzio quando Invocavi il mio nome, Beffardo ridevo della tua agonia Gettandoti sabbia negli occhi, Mi nascondevo per fuggire lontano Ritornavo per inebriarmi di odio.
Ho aperto i cancelli infernali Mi sono bruciato nella dannazione, Di rabbia ho nutrito la mia anima Ho dato tormento alla tua carne, Divenendo estasi e amore.
Sono stato fiera crudele, E vittima sacrificale Fino a prendere il tuo nome.
Una sola parola: sbalorditiva. Fino all'ultimo brancolavo nel buio a braccia distese. Di chi sta parlando, di chi benedetto Iddio? So che la vita per te -ma non credere di esserne la vittima prediletta, siamo in molti- non è stata tenera e benevola, ma tu sei l'UOMO, lei solo la vita. La poesia è crudelissima e bellissima, mi ha coinvolto e mi ci sono avvolto dentro come in un sudario. Scusami ma mi è venuto fuori di penna, come si suol dire, e lo lascio sto sudario, perché sa di morte, di sacrificio, di crudeltà, di dolore. Desidero incontrarti, Xavier. Vedremo come fare.
Sarà che ho sempre associato la pietà alla celementia, ma secondo me la pietà non può uccidere: secondo me è l'indifferenza che ammazza. E riguardo alla vita, mi viene sempre in mente Amedeo Minghi che cantava "perchè tremare fa la vita che se ne va, con te che porti via, con te, la vita mia". Un abbraccio
Vero: l'indifferenza ammazza brutalmente, ma io non ho scritto che la pietà uccide, bensì "sconfitta della pietà", sconfitta da chi non vuole clemenza né che la pietà compia la sua azione di lenire il dolore. La vita cui alludo io non se ne va, ma è un "ombra che ristagna", ombra di se stessa. Stagnare, verbo che indica acqua ferma, quasi morta. Come vedi ci avviciniamo in fondo al rettilineo Minghi ed io, prima di affrontare il curvone. Un abbraccio anche a te.
Si, "lo puoi leggere come ti pare", questo il senso ultimo del messaggio scritto. Importante che approdi. Come, dove, quando e sotto quale forma non interessa lo scrittore. Che poi, sempre a mio avviso, chi scrive crea messaggi abbandonati poi a mollo nella vita. Giusto che non ristagnino nell'ombra, che non elemosinino pietà.
RispondiEliminaGiustissimo, Franco. Chi scrive non per diporto ma per necessità "crea messaggi abbandonati poi a mollo nella vita". A volte senza rendersene conto, che equivale a dire un misto tra inavvertitamente e senza volere. Quel che conta è che il messaggio sia partito, poi navigherà nel guazzo della vita e qualcuno lo riceverà e lo inghiottirà. Purché tutto sia fatto senza voler provocare né insegnare alcunché, altrimenti si va in un campo che esula dal mio.
EliminaNec ullam rem gigni patitur, nisi adiuta morte aliena .... scrisse @Lucrezio : E ( la Natura ) non sopporta che alcuna cosa viva, se non quelle aiutate dalla morte di un' altra !
RispondiEliminaLa pietà ( di cui non potremmo far a meno mai, specialmente quando vediamo morire chi ci è caro ... ) più che sconfitta è illogica, poichè sappiamo bene che non nascemmo immortali, su questa terra, bensì cadùchi e fragili .... anche se, talvolta, ci riscattano la Memoria, e versi belli come quelli che hai scritto ora !
La morte non è che un episodio della vita, quello finale, perché nulla è eterno. Mi riferivo non a quel tipo di pietas cui fai riferimento tu, ma a quella per noi stessi, ancora vivi, ancora lungi dall'ultimo gradino. Dovremmo averne per noi stessi e non solo per gli altri, ma qui gli Umani si dividono tra egoisti, che nutrono pietà "solamente" per se stessi, e normali che non nutrono pietà per se stessi, vergognandosene quando ciò per breve tempo avviene.
EliminaIo sto relegato in questa categoria.
Per me "vita" è comunque vittoria.
RispondiEliminaChe sia racchiusa in versi intensi come i tuoi, che in pagine e pagine di un romanzo amato.
O nel correrle incontro.
"O nel correrle incontro". Ecco Mariella il bel finale al tuo commento che tutto lo santifica.
EliminaVivere è vincere e la Vita è vittoria. Azzeccato in pieno il senso di quel che io intendevo. Magari non si capiva. Sei stata brava tu. Lo so da un pezzo quanto tu sia brave, e modesta.
Vorrei averla io una sorellona come ce l'ha la sorellina di Maria.
Ciao.
Puoi dirlo forte Vincenzo... ;)))
EliminaCredo ben! Però va detto che vorrei averla io una sorellina come la sorellina di Maria, una piccola gatta che fa le fusa.
EliminaMagari graffia pure, ma si può sempre volerle bene.
Ciao, sorellina di Maria.
Io e te seguiamo vite parallele, tu hai scritto la tua "Evocazione", intensa e cruda come è la vita e io ho scritto la mia "Vita", intensa e crudele come è la vita.
RispondiEliminaDimmi che ne pensi:
Vita
Ho raccolto le lacrime
Di un Cristo piangente,
Ho cullato un bambino morente
Ho ucciso nel nome dell’amore,
Ho bevuto il tuo sangue
Guardandoti negli occhi.
Ho giocato col tuo cuore
Restando in silenzio quando
Invocavi il mio nome,
Beffardo ridevo della tua agonia
Gettandoti sabbia negli occhi,
Mi nascondevo per fuggire lontano
Ritornavo per inebriarmi di odio.
Ho aperto i cancelli infernali
Mi sono bruciato nella dannazione,
Di rabbia ho nutrito la mia anima
Ho dato tormento alla tua carne,
Divenendo estasi e amore.
Sono stato fiera crudele,
E vittima sacrificale
Fino a prendere il tuo nome.
Ora chiamami
Vita!
(Xavier 18 Aprile 2012)
Un abbraccio
Una sola parola: sbalorditiva.
EliminaFino all'ultimo brancolavo nel buio a braccia distese. Di chi sta parlando, di chi benedetto Iddio?
So che la vita per te -ma non credere di esserne la vittima prediletta, siamo in molti- non è stata tenera e benevola, ma tu sei l'UOMO, lei solo la vita.
La poesia è crudelissima e bellissima, mi ha coinvolto e mi ci sono avvolto dentro come in un sudario. Scusami ma mi è venuto fuori di penna, come si suol dire, e lo lascio sto sudario, perché sa di morte, di sacrificio, di crudeltà, di dolore.
Desidero incontrarti, Xavier. Vedremo come fare.
Sarà che ho sempre associato la pietà alla celementia, ma secondo me la pietà non può uccidere: secondo me è l'indifferenza che ammazza.
RispondiEliminaE riguardo alla vita, mi viene sempre in mente Amedeo Minghi che cantava "perchè tremare fa la vita che se ne va, con te che porti via, con te, la vita mia".
Un abbraccio
Vero: l'indifferenza ammazza brutalmente, ma io non ho scritto che la pietà uccide, bensì "sconfitta della pietà", sconfitta da chi non vuole clemenza né che la pietà compia la sua azione di lenire il dolore.
RispondiEliminaLa vita cui alludo io non se ne va, ma è un "ombra che ristagna", ombra di se stessa. Stagnare, verbo che indica acqua ferma, quasi morta. Come vedi ci avviciniamo in fondo al rettilineo Minghi ed io, prima di affrontare il curvone.
Un abbraccio anche a te.