Ma non l'ha fatto, per imprudente trascuratezza, o più semplicemente per ignoranza. Mi è sembrato infatti che delle donne non abbia compreso poi molto, cercando dentro di loro solamente il veleno, che probabilmente da alcune o da tante aveva ricevuto in cambio della sua presunzione di superiorità.
Ieri mi è capitato di avere uno scambio di vedute piuttosto pepato con un altro abitatore della blog-galassia. Ci siamo scontrati su un terreno di valori calcistici -lui juventino protervo, io interista incallito- e dati i due poli, assolutamente opposti e contrari non potevano che uscire scintille. La tenzone è rimasta sui binari del vivere civile dato che i due contendenti sono persone civili. Ma ce ne siamo dette tra le righe, le 20 righe, quante ne abbiamo volute.
In un primo momento mi sono trovato a pensare quello che sarebbe accaduto se io fossi stato un ultras bastardo e lui un provocatore di cazzottate: ci saremmo dati appuntamento per incontrarci e darcele di santa ragione.
Ma poi mi sono trovato -non so come, non so perché- a pensare cosa avrebbero detto due donne al posto nostro, e soprattutto cosa avrebbero fatto. Avrebbero discusso, con argomenti certamente più sottili e sofisticati dei nostri -che fossero o meno a conoscenza delle regole calcistiche sarebbe importato ben poco in questo contesto, anche se ho conosciuto ragazze che sapevano esattamente valutare un fuori gioco, che, con le nuove regole e regolette fatte da noi uomini, è diventato un gran bel casino- ; avrebbero tirato forse mattina, perché non avrebbero tagliato corto come abbiamo fatto noi, che vedevamo i nostri argomenti in mostruoso esaurimento, ed alla fine...sarebbero rimaste in corrispondenza...si sarebbero incontrate...e sarebbero diventate amiche. Ognuna nella propria fede calcistica, ma amiche, capaci di andarsene sottobraccio a vedere il prossimo Derby d'Italia ognuna indossando la propria maglietta, la numero 10 di Del Piero e la numero 22 di Milito.
Questo mi ha fatto pensare al sistema di difesa che le donne attuano, il quale -rimanendo in ambito pallonaro- non è a zona né a uomo, ma "a donna".
Quando si trovano in una piccola difficoltà non aggrediscono, come facciamo noi per il 95% -l'altro 5% si dà alla fuga- ; non inventano un mare di bugie come facciamo noi per il 98% -il rimanente 2% si trova già in coma-; no, quando si trovano in una piccola, piccolissima difficoltà, o più semplicemente quando si trovano in dubbio se muoversi per dritto o per sbieco, loro non si perdono d'animo, ma chiedono una pausa di riflessione. Fanno, per così dire, un passettino indietro, dietro la linea della palla, rimanendo sempre pronte alla ribattuta, per mandare la palla in corner oppure in fallo laterale. Poi, quando meno te lo aspetti, fanno di nuovo un passettino in avanti senza che tu te ne accorga e così mettono in fuori gioco te, e marameo.
Di questo savoir vivre il buon Fini, Massimo, non sa nulla, non lo ha mai notato, lo ha trascurato di brutto. Se avesse poi pensato che le donne badano soprattutto alla difesa, sapendo che noi maschietti per natura siamo attaccanti e sappiamo solamente attaccare a testa bassa, avrebbe capito certi comportamenti naturali, da lui accidiosamente considerati aspetti negativi della donna.
Io dico che un mondo senza donne sarebbe una iattura, a prescindere dalla riproduzione della specie, ammettendo per ipotesi che avessimo trovato un altro sistema più autarchico ma certamente molto meno piacevole. Un mondo senza donne sarebbe un mondo senza fantasia, perché sarebbe privo della enorme creatività femminile, e naturalmente anche di quella maschile. Che bisogno avremmo di fantasticare, che motivo avremmo per creare marchingegni e sperimentare subdole manovre che, da che mondo è mondo, abbiamo sempre usato per conquistare la nostra dolce compagna della vita, oppure la nostra focosa amante, insomma le nostre donne?
Guarda un po' a che razza di idee ti fa arrivare il sacrosanto tifo calcistico una volta che ci si trovi sul rettilineo finale di un campionato di calcio
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