sabato 8 febbraio 2014

ROBERTA



Roberta beveva solo
vino rosso,
Roberta ballava il tango
soltanto con tangheri molto alti e forti.
Roberta doveva morire da piccola
di tifo. La salvò l'ufficiale
americano col suo
elicottero verde e nero:
duecentocinquanta chilometri
in venticinque minuti
fino all'ospedale.
Roberta amava tutti
allo stesso modo,
rotolandosi insieme nel suo letto
da una piazza e mezza.
Roberta mi ha tradito
mille volte
e io mille volte l'ho odiata
e mille volte ho desiderato
di ammazzarla,
ma non ho trovato mai il coraggio.
Questa notte il polacco
dai lunghi capelli rossi ha trovato
il coraggio di darle trentaquattro coltellate.
Adesso Roberta è finalmente tranquilla
e io ho incominciato a morire.

(scritta il 7 febbraio alle ore 17,14)

1 commento:

  1. No, non ti lascio sola, povera bistrattata poesia, senza lo straccio di un commento. In dodici sono passati di qui, ti hanno annusato e sono scappati via come fanno certi cani quando sentono odori cattivi. È il destino dei poeti, non lo sapevi? Tutti passano di qui pr vedere, per leggere, per sentire, m nessuno vuole condividere, nessuno vuole capire perché il tuo autore ti ha fatto nascere. E lui, il tuo autore che ben lo sa, ha il dovere di consolarti e di non farti sentire troppo sola. E lo fa, come vedi.

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