Me lo sentivo: il ciliegio di A. è stato ridotto in pezzi di legno poco più di un mese dopo la morte di chi tanto lo amava. Senza pietà. Motivo? Era stato un rivale, un nemico; aveva causato preoccupazione in chi stava col naso incollato ai vetri temendo disastri, ma gioia a chi lo accudiva e questo era compito esclusivo di A. Poteva essere potato, poteva essere salvato, invece no: via di qui.
Come il pino di mio fratello. Alla sua morte, nemmeno dieci giorni dopo fu ridotto in pezzetti e le radici estirpate dal suolo. Me lo telefonò mia nipote piangendo. Motivo? Riempiva il giardino di aghi di pino. Pensare che di aghi di pino son piene le pinete e nessuno se ne lamenta.
Adesso il povero ciliegio, colpevole di chissà quale malanno o incantesimo, è stato ridotto in briciole, mentre il mondo è pieno di ciliegi, che quando fioriscono sono unici e meravigliosi, mai tristi e sempre allegri.
Mi passa per la mente un pensiero veloce: cosa demoliranno di mio dopo la mia morte? Le mie carte? I miei appunti? I miei disegni? Gli ultimi quadri?
Di una cosa però sono sicuro: nemmeno 24 ore dopo sparirà da casa mia il ficus benjamin. Stava meravigliosamente nella vecchia casa, sta male qui, deperisce, sembra intristire. Lo tengo in vita io col mio amore, ma già devo difenderlo da chi vorrebbe distruggerlo.
Lo faranno subito dopo, lo sento.
Che squallore, che tristezza.
Oddio, il ficus no! E' fichissimo, anzi ficussimo! Io ne avevo tanti in cortile, li hanno tagliati -__- per fortuna non tutti.
RispondiEliminaMoz-
D'estate stava sulla terrazza nell'altra casa, al riparo dai raggi diretti del sole, d'inverno dietro una grande vetrata, al calduccio, come in una serra. Qui sta al caldo, ma ha un balcone piccolo, dove sta insieme con tante altre cose, troppe forse per lui. E poi si sa che le piante si adattano all'ambiente come i gatti.
EliminaÈ stato quello che ha sofferto di più del trasferimento, ma ne abbiamo sofferto anche io e mia moglie, anche se non appassiamo, come incomincia a fare lui. Ma mi sopravviverà, almeno di un paio di giorni. Poi so come andrà a finire.
il ciliegio di papà invece in primavera estate riempiva il viale di pidocchi e d'autunno le grondaie di foglie ... vuoi sapere chi ha espresso più rimostranze per l'abbattimento del ciliegio? il nipote più piccolo, 5 anni, il filosofo,
RispondiEliminaquello che aiutò me e g. a piantare i pomodori lo scorso anno
quello che col mento appoggiato alla bara -la sua altezza arrivava lì- diceva, a tutti e a nessuno, lo sguardo fisso, l'espressione riflessiva: "il nonno ha deciso di farsi cremare, ma io non capisco perchè".
I pidocchi e le altre forme di vita sono fondamentali per la vita dell'albero e della natura. Se prima di abbattere un albero si riflettesse e si pensasse a quanti milioni di insetti vengono distrutti sono certo che non lo si farebbe.
EliminaRicordo il post del nipotino contadinello. Il filosofo.
Veramente era in grado di capire cosa significasse cremare? Perbacco! Proprio un filosofo. Fino a poco tempo fa non volevo farmi cremare, adesso comincio a pensarci su. Sarà l'Alzheimer?
Non so se dottor Alzheimer propendesse per la cremazione :D
EliminaComunque non hai letto bene.
Il piccolo filosofo dice: io NON capisco perchè.
Il piccolo dice che NON capisce perché il nonno si voglia fare cremare -almeno io leggo così- quindi mi sembra formidabile che un ragazzino capisca il significato di questo termine e che sappia cosa succede con la cremazione.
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RispondiEliminaScusa, non volevo.
EliminaCri
Non credo, da ciò che ho capito e intuito dai tuoi post, che i tuoi vorranno farti un affronto del genere. Gli alberi e le piante sono creature vive. Sarebbe come se, mancando io, sopprimessero il mio cane.
RispondiEliminaCristiana
Scaramanzia pura. Esorcizzo un avvenimento ancora non accaduto perché non accada mai. Non credo che i miei lo farebbero, almeno lo spero. Ho già due custodi del tempio che catalogherebbero tutto quello che ho lasciato.
RispondiEliminaI cani non si sopprimono alla morte della sovrana, non siamo nell'antico Egitto.