Tutta colpa della Compagnia Elettrica che aveva provocato un black out su tutto l'Alto Lazio durato fino a notte. I miei futuri genitori non erano usciti perché mamma aveva paura del buio. La radio naturalmente non funzionava e mio fratello Ippolito quel sabato era al campo premilitare dei Balilla e ci sarebbe rimasto fino al lunedì; per di più in casa avevano solo una candela.
Così Maria e Amleto erano andati a letto con le galline, poca voglia di dormire e tanta di giocare. Anche perché mia mamma aveva la fissa di una figlia. Voleva una femmina da quando Roberta era morta, bimba di otto mesi, per una meningite purulenta. Ma la bambina non arrivava e nemmeno un bambino: non ce la faceva a rimanere incinta.
Quella notte, però, dalle parti di mio padre c'era un piccolo spermatozoo dispettoso e rompiballe che aveva finito per irritare tutte le spermatozoe, quelle che portavano la doppia X, mentre Vladimiro, così si chiamava lo scassapalle, portava la Y e quindi era maschio.
Quella sera le XX si erano proprio stufate di Vladimiro. Si rimboccarono le maniche e gli saltarono addosso per dargliele di santa ragione. Ma Vladimiro schizzava da una parte all'altra e non si faceva agguantare. Ebbe pure la fortuna di entrare in un tunnel lungo e diritto. Vi si precipitò dimenando la sua coda a tutta birra inseguito da tutto il gruppo delle doppia X, che gli urlavano dietro imprecazioni.
"Fermati, matto"
"Lasciati prendere, farabutto"
"Non correre così che tu hai la Y e lei vuole una bambina. Lasciaci passare"
Ma più strillavano più Vladimiro pistava come un campione del mondo, finché giunse alla fine del tunnel e piantò la sua Y su quel territorio rosa liscio e tondo come un alpinista infila la sua piccozza sulla vetta che ha appena conquistato. E con quel gesto di vittoria Vladimiro mise in moto la reazione a catena che avrebbe generato me.
Mia mamma si accorse ben presto che qualcosa fosse cambiato in lei e cominciò a preparare corredini, tutti in rosa. La cosa non passò inosservata a mio fratello.
"Aspettiamo un bambino?" Chiese speranzoso.
"Sì" confessò mia madre un pochino impacciata.
"Perché tutto sto rosa?"
"Perché spero che sia una bambina"
Guardò gli occhi sgranati di Ippolito e la sua bocca aperta.
"Non la vuoi un'altra sorellina?"
Il ragazzo girò sui tacchi e si avviò alla porta con passo deciso. Si voltò di scatto, la mano sulla maniglia.
"Io voglio un fratellino, non una pisciona" e uscì sbattendo la porta.
Non poteva sapere che Vladimiro aveva fatto tutto il lavoro sporco e che io stavo arrivando.
Ahahahah bellissimo racconto Vincè. Non hai proprio nulla della femmina, povera mamma tua!
RispondiEliminaNo proprio niente. Per questa vita sono soddisfatto così, essendo io capitato nella schiera -esigua, addirittura sparuta- degli uomini per bene che non si debbono vergognare di esserlo. In una prossima vita vorrei rinascere donna, l'ho già detto, per più di un motivo: innanzitutto vorrei potermi sentire madre, scoprire i segni della vita rampante che mette germogli dentro di me, che è una cosa unica e meravigliosa; in secondo luogo per potermi fare beffe di tanti uomini presuntuosi, egocentrici e imbecilli di cui il mondo è pieno. Non vorrei però avere la sfortuna di capitare nella grande schiera delle donne false e ipocrite che si dipingono totalmente diverse da quello che sono, come un belletto nuovo e conturbante, solo per il gusto di essere ammirate e incensate. Tu mi dirai che ci sono tanti uomini che fanno altrettanto ed hai ragione. Per fortuna io in questa vita ho evitato di appartenere a quella brutta ammucchiata. Non sei d'accordo con me sorella della sorellina di Maria?
EliminaSono d'accordo. Come donna riconosco che la specie a cui appartengo a volte non ha proprio nulla di cui vantarsi. Ma come per l'altra specie, per fortuna siamo tanti a non essere avariati.
EliminaGià il seme che cresce. Io anche se donna non ho potuto provare quell'emozione grandissima. Pertanto se rinasco vorrei essere ancora donna. E magari fare un patto all'inizio che mi dia la certezza la prossima volta di riuscirci.
Dico sempre che ne dovrei parlare anche con voi. Ho accennato tante volte ma la mia trafila è stata troppo lunga e dolorosa che poi risale tutto a galla e ci sto ancora male.
Chissà...
Ti abbraccio.
Parlane invece, questo argomento mi interessa. Tutto quello che riguarda l'Universo-donna mi interessa. Fai salire tutto a galla e poi si vede.
EliminaChissà...
Un abbraccio, sorellona della sorellina di Maria.
Carina sta storia. Non me l'avevi mai raccontata. Quindi tutto cominciò in una notte senza luce e in casa mancavano le candele. Lo vedi che qualcosa di Samuel Beckett ti stava attaccata anche senza volere: il tuo velocissimo spermatozoo si chiamava Vladimiro e non Estragone. E meno male che non si chiamava Pozzo, sennò ti saresti ritrovato con una corda al collo. Dai vecchia puttana che ci capiamo bene io e te.
RispondiEliminaTi abbraccio. Filippo.
Mi piace il "vecchia puttana"! Detto da te è un complimento.
EliminaAh ah ah ah ah !!!
Samuel Beckett ci ha invaso tutti, e non parlo di quelli della nostra generazione si capisce. Come potevo chiamarlo Estragone, che se ne sta sotto quell'alberello a dormire? Vladimiro, che tiene scena da solo, senza ombra di dubbio. La corda al collo ce la mettiamo da soli, ogni volta che ci alziamo dal letto alla mattina.
Ciao Filippo, ti voglio bene.
Bellissima questa storia, così sei venuto al mondo per colpa di un black out, ma pensa te!
RispondiEliminaStrano il nome dello spermatozoo, per caso anche lui aspettava Godot?
Un abbraccio
E già! In una città piena di luci i miei genitori se ne sarebbero andati a spasso o al cinema o a ballare e buona notte Vincenzo.
EliminaCome già ho risposto a Filippo, il mio spermatozoino campione di velocità di sicuro aspettava Godot.
Un abbraccio ricambiato.
La criptonite non era riuscita a fermare Super Vladimiro che atterò così sul pianeta ovolandia per dare vita a una nuova specie: il Vincensus Iacoponis.
RispondiEliminaUn abbraccio :)
Xavier
Sei fortissimo Xavier, 7+ !!!
EliminaIl Vincensus Iacoponis è felicissimo di avere incontrato tanti compagni, camerati, fratelli e non importa di quale tendenza ma tutti onesti e vigorosamente innamorati della vita come lui.
Vorrei stringerti in un abbraccio reale e non virtuale. Come se fosse, Xavier, credimi, come se fosse.
Quando dico che la vita è uno scherzo del cazzo, tutti i Vladimiro del mondo sanno di cosa sto parlando... :-)
RispondiEliminaPrincipio filosofico il tuo scientificamente provato! È tutto frutto del caso, forma abbreviativa di cazzo, e i Vladimiro sono tutti sempre in marcia, anzi in fuga, inseguiti da torme di Vladimire e da parecchi Estragone, che però non fanno male a nessuno, solamente sonnecchiano, ma anche Omero di tanto in tanto lo faceva a sentire Orazio, per cui si sta tutti in allegra compagnia. È così, amico mio carissimo, e fai ancora tanti auguri al tuo papà, ricordandogli solo che lui era del Secondo 34, mentre io del Primo. I nostri nonni erano quelli del Terzo 33. Fa niente se non capisci tu, ma lui capirà. :-)
EliminaAhahahah vi adoro :-)
Elimina:-D
RispondiEliminaciao Vince' ;-)
:-D
Eliminaciao Riccardì, ad maiora :-)
Bel racconto, ma non posso esimermi: le spermatozoe portano la X, non la doppia X, perche' una X e' gia' presente nella cellula uovo...
RispondiElimina(Ma son dettagli!)
Bello qui.