Si sfoglia l'ombra della luna sulla parete più lontana della casa. In questo squamarsi di vita rinasce il desiderio: è una mano che soave accarezza fresca come acqua appena scaturita. Maximiliansau, 21 aprile 2014 ***
@ Franco. Io non mi inalbero né mi offendo se qualcuno che sa -sei anche tu poeta- mi fa un'osservazione calzante e mi dà una dritta. Nell'originale quel montana non c'era, ma l'ho aggiunto perché la sola acqua mi appariva povera, mancava qualcosa. Appena tu mi hai scritto la tua nota ho immediatamente realizzato la giusta soluzione e te ne sono grato. Te ne do il copyright.
@ Certo: più potere ai romani, soprattutto a casa loro. Non è che i predecessori del sindaco Marino, genovese, facessero meglio, ma erano romani e capivano i problemi della gente. Questo no, lui è di Zena e pensa alla genovese. Se a questa jattura aggiungi anche quella sovrana di un fiorentino che fa il piacione in giro per Roma con le mani in saccoccia e "il pacco" bene in mostra, allora vedi che siamo messi proprio male.
Mi affascina questo tuo annuire "in silenzio". Sarà che quasi tutte le donne che conosco e che ho conosciuto in silenzio non stanno mai, tanto meno annuiscono. Donna da carezze? Lo credo proprio. Eccotene una, delicata, per il verso giusto, morbida e calda sui capelli. Ciao sorellona della sorellina di Maria.
Chi legge è portato a pensare che immagini simili siano frutto di profonda riflessione e di ricerca accurata. Invece te le trovi sul foglio di carta appena inizi a scrivere. Forse è questo l'essere poeti.
Va bene pigrone, ti lascio la poesia. Nel blog a cui collaboro però ti aspetto. Ci puoi arrivare da me. Si chiama L'Angolo del Sorriso. Trovi l'icona in alto a destra. Entri e il gioco è fatto, ci sei.
Ora la poesia:
Ti sorrido e tu, dalla finestra sulla via, mi lasci andare. Stai pensando al mio passo sicuro mentre attraverso la strada. Al mio corpo che hai accarezzato a lungo, lì dove poggiamo testa e cuore. Ore e minuti che corrono veloci. Spazio che si dilata. Luce che ci riscalda. Sento il mio rumore che ritma i sospiri. Diversi. Ma intensi come gli altri. Sempre stato così. Io andavo. Tu restavi. Ci divide la lotta. Il rumore sordo del viaggio. Quotidiano e lontano. Il mio e il tuo. Se guardo avanti lo comprendo. Se mi volto indietro, mi odio. E allora lascio che l'attimo duri solo il giorno. Quello che ci separa. E la sera porti lo spazio e il tempo di cui abbiamo bisogno. Per incontrarci ancora.
Bello, Mariella. Mi piace il ritmo del respiro corto, spezzato da rapidissimi punti. Come qualcuno che abbia il fiato grosso per una fatica d'amore appena conclusa. E se la gode mentre riprende fiato. Ricordandola. In ogni suo momento. In ogni frazione di secondo. "Io andavo. Tu restavi". Fanno quattro parole. Segnano un infinità di tempo. "Per incontrarci ancora", Finale. Una lama di luce. Uno squillo di speranza. Una promessa. Mi sei piaciuta sorellona. La sorellina di Maria sarà entusiasta di te. Io pure e verrò su quel blog. Te lo prometto. Bacioni, tra colleghi, sorella maggiore della sorellina di Maria.
Ma che colleghi e colleghi. Tu sei un maestro. Lassa sta... Grazie per avere compreso tutto. Perfino il ritmare del respiro. Bacio amico caro. Ti aspetto pure di la'. La combriccola e' numerosa e divertente.
Non so quanto velocemente, ma non ti farò attendere a lungo. Una come te non si può far aspettare a lungo. Bacioni sorella maggiore della sorellina di Maria.
Mi piace l'ombra che si sfoglia, meno convenzionale dell'acqua montana fresca ;)
RispondiEliminaUao! Non pretendevo certo rettifiche.. ma onoratissimo... e immagino soddisfatto anche te.. ;)
EliminaQualcosa è cambiato: più potere ai romani ghghgh
Elimina@ Franco. Io non mi inalbero né mi offendo se qualcuno che sa -sei anche tu poeta- mi fa un'osservazione calzante e mi dà una dritta. Nell'originale quel montana non c'era, ma l'ho aggiunto perché la sola acqua mi appariva povera, mancava qualcosa. Appena tu mi hai scritto la tua nota ho immediatamente realizzato la giusta soluzione e te ne sono grato. Te ne do il copyright.
Elimina@ Certo: più potere ai romani, soprattutto a casa loro. Non è che i predecessori del sindaco Marino, genovese, facessero meglio, ma erano romani e capivano i problemi della gente. Questo no, lui è di Zena e pensa alla genovese. Se a questa jattura aggiungi anche quella sovrana di un fiorentino che fa il piacione in giro per Roma con le mani in saccoccia e "il pacco" bene in mostra, allora vedi che siamo messi proprio male.
Ah mannaggia al quel cazzone del fiorentino.
EliminaLo farei inabissare in un mare di m***a.
EliminaLimpida e fresca la mano che porta la carezza. Come mi piace Enzo! Buona giornata amico :-)
RispondiEliminaTi piace la poesia, la mano o la carezza? ghghghgh!!!
EliminaCiao bellissima sorella maggiore della sorellina di Maria.
A me piace nel complesso. Ma sono donna da carezze. La cosa più bella e' stata leggere te e Franco. In silenzio annuivo!!!
EliminaMi affascina questo tuo annuire "in silenzio". Sarà che quasi tutte le donne che conosco e che ho conosciuto in silenzio non stanno mai, tanto meno annuiscono.
EliminaDonna da carezze? Lo credo proprio. Eccotene una, delicata, per il verso giusto, morbida e calda sui capelli. Ciao sorellona della sorellina di Maria.
Ooohhh!!!
RispondiEliminaSuperbellissima Vincenzo, grazie.
Baci.
Tua sorella è più mattiniera di te, ma si sa...gli artisti hanno il sonno profondo, difficile svegliarli.
EliminaCiao, sorellina di Maria.
Un bacione.
Anche a me, come a Franco, piace molto l'immagine dell'ombra che si sfoglia.
RispondiEliminaChi legge è portato a pensare che immagini simili siano frutto di profonda riflessione e di ricerca accurata. Invece te le trovi sul foglio di carta appena inizi a scrivere. Forse è questo l'essere poeti.
RispondiEliminaSi' è questo. Però tu non hai letto una mia piccola poesia postata qui:
Eliminahttp://langolo-del-sorriso.blogspot.it/2014/10/un-viaggio-lungo-un-giorno.html?m=1
EliminaLa vado a cercare subito.
EliminaMa non l'ho trovata. Perché non me la riscrivi qui da me?
EliminaDai, sorella maggiore della sorellina di Maria, fammi sto favore.
Baci.
E' il post. Collaboro anche con quel blog. Stasera te la riscrivo :-)
EliminaGrazie, allora la smetto di scervellarmi per trovare l'ingresso giusto nel post giusto di quel blog.
EliminaCiao sorellona.
Va bene pigrone, ti lascio la poesia. Nel blog a cui collaboro però ti aspetto. Ci puoi arrivare da me. Si chiama L'Angolo del Sorriso. Trovi l'icona in alto a destra. Entri e il gioco è fatto, ci sei.
RispondiEliminaOra la poesia:
Ti sorrido e tu, dalla finestra sulla via, mi lasci andare.
Stai pensando al mio passo sicuro mentre attraverso la strada.
Al mio corpo che hai accarezzato a lungo, lì dove poggiamo testa e cuore.
Ore e minuti che corrono veloci.
Spazio che si dilata.
Luce che ci riscalda.
Sento il mio rumore che ritma i sospiri.
Diversi.
Ma intensi come gli altri.
Sempre stato così.
Io andavo. Tu restavi.
Ci divide la lotta.
Il rumore sordo del viaggio.
Quotidiano e lontano.
Il mio e il tuo.
Se guardo avanti lo comprendo.
Se mi volto indietro, mi odio.
E allora lascio che l'attimo duri solo il giorno.
Quello che ci separa.
E la sera porti lo spazio e il tempo di cui abbiamo bisogno.
Per incontrarci ancora.
Mariella S.
Bello, Mariella. Mi piace il ritmo del respiro corto, spezzato da rapidissimi punti. Come qualcuno che abbia il fiato grosso per una fatica d'amore appena conclusa. E se la gode mentre riprende fiato. Ricordandola. In ogni suo momento. In ogni frazione di secondo. "Io andavo. Tu restavi". Fanno quattro parole. Segnano un infinità di tempo. "Per incontrarci ancora", Finale. Una lama di luce. Uno squillo di speranza. Una promessa.
EliminaMi sei piaciuta sorellona. La sorellina di Maria sarà entusiasta di te.
Io pure e verrò su quel blog. Te lo prometto.
Bacioni, tra colleghi, sorella maggiore della sorellina di Maria.
Ma che colleghi e colleghi. Tu sei un maestro. Lassa sta... Grazie per avere compreso tutto. Perfino il ritmare del respiro. Bacio amico caro. Ti aspetto pure di la'. La combriccola e' numerosa e divertente.
EliminaNon so quanto velocemente, ma non ti farò attendere a lungo. Una come te non si può far aspettare a lungo. Bacioni sorella maggiore della sorellina di Maria.
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