mercoledì 22 ottobre 2014
ODE PER UN QUADRO MAI COMINCIATO A DIPINGERE
Una mano di pallida biacca
spalmata. Scompare il brutto paesaggio
dipinto da un artista mediocre.
Alberi come pipistrelli;
il lago un pantano artificiale;
nuvole appiccicate
in alto come un vecchio collage maligno.
Montagne di giornate già scritte, quintali
di sospiri su decametri di speranze tradite.
Adesso una mano copiosa
di carbonato basico di piombo
brucia le narici per ore, per giorni.
Lasciato così, respirare a fondo
la putrefazione di dieci mattinate,
l'oscena oscurità di dieci nottate,
esalare l'odore pestifero
della biacca, tenuto dentro una stanza
mentre finestre serrate impediscono
a nuova aria di depurare
e cancellare e valicare le ombre
immobili, che si accartocciano sopra ogni oggetto,
nascondendone spigoli e superfici piatte
e curvature che si infossano
le une nelle altre.
Intrisa di buio
la tela non trasmette sensazioni
tattili, finché cinto d'acqua
il canneto della mia curiosità mette
in vibrazione le foglie più verdi e aguzze che possiede.
Un'ondata di luce che trabocca dalla
finestra spalancata denuda la pallida tela,
ne scuote al suolo tracce dei segni impolverati
di maldestri colpi di pennello.
Nuda di forme e di colore è tutto.
Si scompone e ricompone,
non accetta di essere di nuovo violentata,
e non c'è ombra di plagio
nella perfezione del nulla.
*****
Maximiliansau, mercoledì 22 ottobre 2014
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Ciò che di più bello e amato dipingiamo, scriviamo o componiamo, deve ancora vedere la luce, divenire odore, ingegnare la vista. E' grumo di sogno, rozzo embrione a circolarci impazzito dentro. E' il momento più bello. E lo possediamo solo noi.
RispondiEliminaIo lo chiamo il compiacimento dell'evoluzione dell'embrione della creazione, scritta o gestuale come segno o come armonia, comunque pensata e vissuta nelle fibre più intime. Ho già scritto che avrei sacrificato questa mia capacità di disegnare, di dipingere, di mettere insieme parole per un'altra capacità creativa: quella di suoni e di armonie. Sentire una nota abbracciare altre note dentro di me e scorrere su un immaginario pentagramma. Questo mi manca. Mi accontento del resto, che posseggo in abbondanza.
EliminaÈ chiaro che ho sofferto molto con questi versi.
RispondiEliminaSono sensibilissima a queste sensazioni che hai qui riportato.
Non ti dico quali, su questo la mia riservatezza è notevole.
Però bellissimi versi, come sempre.
Hai forse intenzione di tornare a dipingere? O già lo fai, non so...comunque sia, grazie!
Bacini caro amico artista.
Conosco perfettamente la tua sensibilità in materia e l'apprezzo molto.
EliminaPosso immaginare quali siano, ma lascio a te la tua riservatezza sovrana.
Non ho mai smesso di dipingere, almeno a livello mentale. Continuo a disegnare. Mi vengono solamente filamenti di immagini astratte. Uso matite grasse e molto i polpastrelli. Ho imparato la qualità di una buona cancellatura quando diventa parte integrale del disegno, dell'oggetto. Se poi è anche sfumata rende profondità infinite. Provaci. So che puoi.
Bacioni amica intenditrice d'arte e bacioni anche alla sorellina di Maria.
Questa poesia mi ha spiazzato, perche' non so se riesco a capirla davvero.
RispondiEliminaQuindi, ti rivelo cosa ho fatto, oltre a legerla (piu' volte).
Ho cercato carbonato basico di piombo. E ho letto. E mi ha colpito la seguente parte:
Nell’affresco, come in tutte le tecniche ad acqua, è un pigmento fortemente sconsigliato, anche per una marcata refrattarietà a mescolarsi omogeneamente con l’acqua. Se adeguatamente utilizzata e difesa dagli agenti atmosferici la biacca è resistentissima, come è possibile constatare dai quadri degli antichi maestri che se ne servirono con giudizio.
La biacca è nociva come tutti i composti a base di piombo ma a volte la sua pericolosità è descritta in termini esagerati. Si pensi che un grande maestro del passato come Tiziano Vecellio, che utilizzò esclusivamente questo bianco, si spense quasi centenario perché si ammalò di peste nera, e non per gli effetti tossici della biacca.
Certo che io di arte e pittura non so proprio niente...
B.
Una faticacciona, Anonimo B. come buontempona. Bastava che chiedessi a me e ti avrei dato le dovute informazioni. Comunque mi fa piacere immaginarti col naso sul monitor mentre ricerchi il carbonato basico di calcio e poi ti vai a fare una bevuta di acqua e bicarbonato di calcio perché ti è venuta l'acidità di stomaco.
EliminaGli antichi ne facevano molto uso, addirittura al posto del bianco. Io mai. Perché il piombo ossida e annerisce e poi perché si combina male con i colori di oggi, specie quelli all'anilina coi quali forma delle puzze orripilanti, anche se non si può dire io lo dico. Ma soprattutto perché provocherebbe attacchi gratuiti di asma ad Anna Maria.
Però non era questo il punto. Dicevi di non credere di averla capita.
È uno sguardo malinconico alla mia (quasi) perduta innocenza creativa, alla mia (quasi) perduta facilità di immaginare e produrre sogni sopra una tela o un cartone o una tavola, su una qualsiasi superficie insomma, immagini che si avvolgessero intorno alla mia spumeggiante fantasia.
È la paura che queste Fähigkeiten für immer verloren gingen. Oppure no?
Ho pensato a lungo (mezzora, ma mezzora di troppo secondo i miei metodi) se postare una simile poesia oppure no. Temevo che non si capisse, ma il fatto che tu l'abbia letta più di una volta mi lascia vedere che tu avessi intuito che nascondeva qualcosa di profondamente intimo.
Grazie quindi B. come bella cosa averti conosciuta.
Il quadro che piu' o meno tutti ci portiamo dentro. Alcuni piu fortunati ce la fanno. Bacio.
RispondiEliminaEcco, l'hai capito al volo, leggera come un'allodola. Dentro ogni artista c'è quel qualcosa che ti sta sempre davanti, che non raggiungi mai, che ti costringe a correre a rincorrere trafelato ma indefesso, che sai che inseguirai fino alla fine, la tua, che non raggiungerai mai, che è lì a portata di mano, di penna, di pennello, di spatola, insomma ti precede, ti guida, ti dà forza.
EliminaLo hai capito.
Nessuno dei veri artisti lo raggiunge mai, ma lo inseguirà sempre, come faccio io.
Bacione, sorellina di Maria.