giovedì 17 giugno 2010

17 GIUGNO 1970

Per tutti coloro che amano il calcio e le statistiche questa data è storica: una delle date d'oro, da rammentare ai figli, che non erano ancora nati quel giorno.
"Pensa, piccolino, tuo padre se l'è vista in TV, quella di allora in bianco e nero e si vedeva tutto grigio, non a colori.
Cosa, papà?
La partita del secolo: ITALIA - GERMANIA 4 - 3, semifinale dei mondiali di Città del Messico."
Noi non la dimenticheremo mai, per ovvie ragioni; nemmeno i tedeschi, che sempre la ricordano per dire -beati loro che se ne contentano- noi c'eravamo.
Sopra la parete esterna dello stadio Atzeca hanno messo una targa, dove sta scritto, più o meno così: in questo stadio il 17 giugno del 1970 Italia e Germania giocarono la partita del secolo.
Io la chiamerei la partita del millennio, tanto a chi può dar fastidio?
Segnò al 20' del primo tempo Boninsegna, con un sinistro al fulmicotone.
Da quel momento i crucchi cominciarono a macinar chilometri e tirar bombe verso la porta difesa da Albertosi, che forse è vero che aveva le corna come dicevano i fiorentini ma parava da dio.
Overath, Grabowski, Uwe Seeler e compagni sembravano avere grappoli di polmoni dentro la cassa toracica.
Ma il tempo passava e i crucchi stavano sempre sotto di uno.
Al 91' e mezzo il loro libero, Schnellinger che giocava nel Milan, si avviò mestamente verso la nostra area di rigore, perché le porte dello spogliatoio stavano proprio lì dietro. Oramai era finita, e mentre si trovava lì di passaggio gli capitò tra i piedi un traversone che Grabowski aveva fatto con l'anima tra i denti. Schnellinger allungò la zampa destra e in spaccata la buttò dentro.
Tutto da rifare. Tempi supplementari.
A quel punto una partita bruttissima divenne la più bella di tutte.
Subito in gol i crucchi su paperaccia di Albertosi, quello con le corna, e Robotti.
Ma dopo un paio di minuti Tarcisione Burgnich da Ruda, Friuli, si trovò a tu per tu con Sepp Mayer, il mitico portiere crucco e lo fece secco con un sinistro al volo -lui che col sinistro appena ci camminava, pensa tu- su punizione del Gianni nazionale, Rivera per l'anagrafe.
Poi finalmente Giggirriva ridivenne per un attimo quel Rombodituono che era il suo appellativo e scaricò un sinistro da favola. E stiamo 3 - 2 ma mancano ancora 15 minuti.
Tutto un batti e ribatti fino a tre minuti dalla fine, quando su calcio d'angolo Uwe Seeler incorna per Gerd Müller , che era capace di segnare anche al buio e senza una gamba. Gerd si butta di testa e la manda a fil di palo. Lì stava piazzato il Gianni nazionale, Rivera per l'anagrafe e milanista per disgrazia, che essendo un attaccante e non un difensore fece una bella mossa di minuetto scostandosi dal palo quel tanto che bastava per farla entrare.
Albertosi quasi se lo mangia. Per farlo star buono il Gianni -quello nazionale- disse ad Alberosi: "tranquillo, adesso gliene vado a fare uno"
Detto, fatto. Domenghini con le ultime forze porta avanti un pallone, Boninsegna lo trascina in area crucca e poi traversa. In mezzo ci sono Gianni Rivera e Giggirriva Rombodituono. I crucchi aspettano il botto del Rombodituono e invece Gianni finta, spiazza Sepp Mayer e infila di piattone destro.
Dal 3 - 3 al 4- 3 non erano passati nemmeno 30 secondi.
Un orgasmo nazionale gente!

Io stavo a Treviso. Non avevo nemmeno mangiato per vedermi sta partita in un bar insieme ad alcuni amici miei. Quando finì dovevano essere le nove di sera, penso.
Cosa tornavo a fare a casa mia?
Mi sentii il magone nella pancia e partii per Cervignano del Friuli, dove avevo parcheggiato moglie e due figlie.
Perché AM aveva il pancione e aspettavamo da un giorno all'altro che se ne disfacesse.
Avevo lavorato tutto il giorno per la provincia di Padova -ero rappresentante di commercio- e non c'erano telefonini allora, grazie a Dio.
Come ho detto mi sentivo il magone nella pancia e feci una volata. Un'ora e mezza dopo ero a Cervignano.
Casa vuota, nessuno da vedere né da sentire.
Qualcuno, non ricordo chi -una vicina, penso- ma era una donna di sicuro, mi dice che la signora è stata ricoverata a Palmanova in ospedale. Via di corsa. Certamente mentre io andavo là, mia suocera con le bambine ritornava a casa, perché all'ospedale non c'era nessuno.
Cioè c'era AM. Attraversando un corridoio buio, data l'ora, del reparto maternità, sentii un psss, psss e non stavano chiamando un gatto, ma chiamavano proprio me. Vidi AM sdraiata sopra un lettino sotto una finestra e guardai immediatamente verso il pancione: non c'era più.
"Ciao, come stai?
"Bene; è un maschio stavolta.
"Sei sicura?
"Sì, sì sono sicura.
"Hai guardato bene?
Sentito che stronzata a quell'ora della notte?
Ma ero immensamente felice. Avevo segnato il mio 2-1. Non sapevo che poi avrei segnato il 2-2, anzi il 3-2, dato che gli ultimi erano gemelli. Ma il terzo me lo hanno annullato per incapacità dei medici di mantenere in vita un bimbo che aveva fatto di tutto per nascere. Porcacciavaccaboia!!!
Un uomo in quei casi si comporta assai spesso come un imbecille. Ho visto mio fratello ridere come uno scemo quando è nata Barbara. Io stesso ho dato i numeri.
Il fatto è che un uomo si sente padre -qualche volta- quando gli mettono in braccio quei tre chili di ciccia. Ma non sempre. A volte deve aspettare la prima volta che il bamboccetto gli sorride, o -meglio amcora- quando lo chiama pa-pà pa-pà. Allora l'orgoglio maschile monta a cassetta e il nostro padre se ne va in giro a decantare le lodi di SUO figlio, quel maschio tanto atteso e finalmente arrivato.
Una donna si sente madre quando capisce di essere incinta, cioè alla prima mancanza. Poi se lo comincia a sentire dentro, che le si muove dietro i battiti del suo cuore; e lei parla col figlio, con la figlia, perché una donna non fa distinzione tra figlio e figlia, mentre invece il suo uomo la fa e come, anche se dice il contrario "Per me va bene tutto, maschio o femmina, perché vuoi mettere una figlia!"
Ma non è vero niente.
"Speriamo che sia femmina; ma se è maschio tanto meglio"
Oggi, a pranzo, ho ricordato ad Alessandro questo fatto, che cioè lui era nato proprio il giorno che tutti in Italia considerano sacro.
"Hai visto? -ha detto- Ho avuto culo"
Questa mattina, appena svegliato, avevo fatto gli auguri ad AM.
È una mia bella abitudine: ad ogni anniversario della nascita dei nostri quattro figli, faccio gli auguri alla madre, perché è anche la festa sua, penso io.
Lei, sorniona, mi ha chiesto: "Perché mi fai gli auguri?"
Gliel'ho spiegato, pazientemente.
"Ah! Me ne ero dimenticata"
Che furba! Vuoi vedere il casino che montava su se mi fossi dimenticato IO di farglieli.
Minimo tre giorni di muso. Ma io ho avuto un buon maestro.
Il mio papà infatti diceva:
"Ci vuole poco a far contenta una donna: basta non respirarle sul collo quando lei non vuole, e respirale forte sul collo quando vuole lei".
Meditate maschietti, meditate.

7 commenti:

  1. Saggio il tuo papà, il problema è riuscire a capirlo, quando è il momento e quando non lo è.
    Senza il sesto senso, dono fatto da Dio solo alle femmine, è dura, poveri maschietti.
    L'ultimo imbecille che è passato da una sala parto? Mio cognato: continuava a chiedere all'ostetrica a che ora DI PRECISO sarebbe nato il bimbo, perchè doveva organizzarsi per andare a ritirare l'altra figlia all'asilo.
    Ha smesso solo quando l'ostetrica l'ha guardato VERAMENTE male.

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  2. però, un "settantino" anche a casa Iacoponi, come mio fratello Alberto (che però nacque in un più anonimo giorno di aprile...)

    non entro nelle stucchevoli menate "maschietti" "femminucce", poiché il mio sesto, settimo e forse ottavo senso, pur in presenza di un incontestabile pene (ho guardato bene) fanno probabilmente di me un'eccezione, o forse solo uno che ha sbagliato pianeta... :-)))

    Enzo, amico mio: fai i miei più cari auguri di buon compleanno al tuo neoquarantenne figlio!!!!

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  3. Il mio papà ci riusciva sempre, io mai di mai.
    Questione di naso oppure questione di natica, chissà.
    La storia del sesto senso, dono divino in esclusiva alle donne, mica l'ho capita tanto, però.
    Vuol dire che voi femminucce avete più naso o più natica. Per quest'ultima potrei essere anche d'accordo, ma per il naso se ce n'è tanto stai attenta a non capitare a Roma e dintorni.
    Potresti sentirti porre la domanda: "che cosa è meglio, signora, che muoia o che nasca?" e sentire il coretto degli amici degli amici che intonano: "che nasca!".-

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  4. A quel che pare i maschietti con molto sesto senso, ignoro quale sia e pertanto ho controllato bene bene anche io come hai fatto tu, devono appartenere ad un altro sistema solare.
    Benvenuto nel gruppo, amico mio.
    Nik, riferirò molto volentieri i tuoi auguri al neo-anta della mia famiglia, il quinto per l'esattezza.

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  5. Le donne lo sanno
    c'è poco da fare
    c'è solo da mettersi in pari col cuore
    lo sanno da sempre
    lo sanno comunque per prime

    le donne lo sanno
    che cosa ci vuole

    le donne che sanno
    da dove si viene
    e sanno pe qualche motivo
    che basta vedere

    e quelle che sanno
    spiegarti l'amore
    o provano almeno
    a strappartelo fuori
    e quelle che mancano
    sanno mancare
    e fare più male

    possono ballare un po' di più
    possono sentir girar la testa
    possono sentire un po' di più
    un po' di più

    le donne lo sanno
    chi paga davvero
    lo sanno da prima
    quand'è primavera
    o forse rimangono pronte
    è il tempo che gira

    le donne lo sanno
    com'è che son donne

    e sanno sia dove
    sia come sia quando
    lo sanno da sempre
    di cosa stavamo parlando

    possono ballare un po' di più
    possono sentir girar la testa
    possono sentire un po' di più
    un po' di più

    le donne lo sanno
    che niente è perduto
    che il cielo è leggero
    però non è vuoto
    le donne lo sanno

    le donne l'han sempre saputo

    al limite del dolore
    al limite dell'amore
    conoscono voci che non sai
    non sai
    non sai

    LUCIANO LIGABUE

    http://www.youtube.com/watch?v=fXP1RwM-juU&feature=player_embedded#!

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  6. Auguri anche da parte mia al tuo maschietto quarantenne, coetaneo di ... mia sorella, quella del marito che in sala parto chiede imbecillità.

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  7. Simba:
    Bella la canzone, ma senza conoscerla io l'avevo sempre saputo.
    Ho avuto una grande madre e AM la segue a ruota.
    E poi tu non sei da meno.

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