Sono solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole, ma la sera è lontana; è appena mattina.
C'è tempo per peregrinare; c'è tempo per rivangare il passato; c'è tempo per soffrire nuovi dolori; per riesumare dolori antichi.
Sono solo nell'universo: trascino i miei vizi stanchi come le mie giornate, che da un po' abbandono dietro di me spalmandole su vecchi asfalti, su decrepiti prati, sotto cieli di ora in ora più senza colore, sotto un sole di ora in ora più senza calore.
Vorrei fermarmi; cambiare le scarpe; pettinare i capelli; forse farla finita per non più ascoltare, per non più vedere, per non più dire.
Niente ascoltare; niente vedere; niente dire.
Entrare nella sfera del vuoto, del senza luce, del senza odore, del senza sapore, del senza rumore.
La sfera del nulla.
Ma non è facile entrare: l'ingresso è nascosto; l'ingresso è vietato; l'ingresso è impenetrabile; l'ingresso è proibito.
Allora avanzare ancora, ancora un po'; trascinare i vizi antichi spalmandoli su nuovi asfalti, sui prati dei formicai ancora incontaminati dalla mia presenza; sotto le vette degli alberi che non danno più ombra, dai quali non cadranno più foglie; percorrendo strade che mai verranno lastricate, perché stanno soltanto nella mia fantasia.
Allora affanculo la civilizzazione;
affanculo la virtù;
affanculo l'onore;
affanculo la letizia;
affanculo quello che si conosce;
affanculo quello che si ignora -s'ignora, anche detto così può andare-;
affanculo il bello;
affanculo il buono;
affanculo il giusto;
affanculo la giustizia;
affanculo l'ingiustizia, che è sua sorella gemella omozigote;
affanculo tutto quello che riluce;
affanculo il fuoco che è acceso;
affanculo il fuoco che è spento;
affanculo la pioggia che cade e tutto bagna;
affanculo la siccità che tutto secca;
affanculo il pederasta;
affanculo il pedofilo;
affanculo il pais-paidòs, il bambino violato;
affanculo il bambino inviolato;
affanculo chi lo difende;
affanculo chi non lo offende;
affanculo la decenza;
affanculo l'ipocrisia di chi fa tutto per bene per ricevere gli applausi degli altri;
affanculo gli applausi;
affanculo gli altri, tutti gli altri, i buoni e i cattivi;
affanculo i cugini, le sorelle e le mogli;
affanculo i mariti;
affanculo i fratelli e gli amici dei fratelli;
affanculo le amiche delle sorelle;
affanculo su tutto e su tutti me, che mando affanculo il mondo.
Nel primo pomeriggio sono arrivato sulla sponda del fiume; sulla sponda del Vater Rhein, e lì compare un cigno, mentre io mi riposo e aspetto che il fiume esondi e inghiotta tutto.
Ma il cigno viene a riva con aria regale da cigno regale, e aspetta cibo da me, che non l'ho nemmeno per me stesso.
"Non sono il tuo Lohengrin -gli dico- hai mancato il bersaglio. Chi ci porti adesso sull'altra riva?"
Aspetto sempre che il fiume esondi, ma lui non aspetta più cibo da me. Comincia a spidocchiarsi, a massaggiarsi col becco dovunque arriva col suo lunghissimo collo snodabile.
Si spidocchia ancora quando me ne vado via.
Nel tardo pomeriggio sono arrivato alle prime case. Sotto i primissimi tetti passeggia un gatto soriano di razza purissima.
È bello come il mio bellissimo gatto di un tempo, di una stagione felice, ormai morta, non ne senti il fetore?
Una torma di cani, sbucati dal nulla, aggredisce il soriano di razza. Lui fa il gatto e schizza via, planando con quattro balzi su un tetto irraggiungibile per i cani.
Il soriano di razza siede sui posteriori e incomincia subito a leccarsi, a lavarsi le zampe, la pancia, le cosce, la coda; lava tutto con cura disinteressandosi dei cani ululanti e beffati sotto il suo tetto. Lava lo sporco e lava la paura che gli era rimasta attaccata.
Io sono gatto; adoro questo meraviglioso animale. Mai avrei potuto essere cane, attaccato alla coscia di un padrone, fedele a lui fino alla morte.
Sono gatto, il meraviglioso individualista; adesso più che mai, nella mia nuda solitudine.
Ma la sera ancora è lontana e sono costretto a scavare nel mio passato; ancora scavare per nulla trovare? Per poco trovare? Per cosa trovare?
Io ero un artista; io ero un pittore; io ero l'occhio e il braccio del mondo; io ero la mano del mondo.
-Questo è un albero, gente.
-Ma non è un albero quell'insieme di scarabocchi -Qualcuno protesta.
-D'accordo: tutti possono vedere un albero coi loro occhi, vederne il tronco, i rami, il fogliame; ma il pittore coglie attraverso quell'unica forma visibile a tutti anche forme, infinite forme, che altri non sono capaci di vedere, che solo lui scopre.
E allora Qualcuno ha scritto di recente:
-Mi piace la frase "l'artista vede ciò che altri non vedono" (mi dispiace Qualcuno, ma non è di Aldo Carpi; è di Paul Klee).
Però Qualcuno insiste:
-Ma direi di più: l'artista mostra agli altri, con folle generosità, ciò che loro non riescono a vedere se non attraverso i suoi occhi; l'artista è un ausilio alla nostra disabilità, sopperisce alla nostra cecità creativa.
Oh belle, bellissime parole che nessuno ha mai detto per me; nessuno ha mai sprecato il suo tempo per dirle a me. Anche adesso queste belle parole sono andate da tutt'altra parte.
E Qualcuno ha mancato il bersaglio.
È come se Qualcuno cercava i delfini e si è recato sui monti a cercare delfini, sperando -chissà- che il vento impetuoso li strappasse dal mare e li appendesse ai rami degli alberi montani.
Sono solo nell'universo a trascinare con me i miei vizi stanchi, e non incontro delfini né balene appese ai miei alberi, ai lati delle strade dei miei paesi.
Sono solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole e aspetto con ansia che scenda la sera.
Amico mio, lascia pure che aspetti il suo tempo, la sera, e goditi ancora le bellezze del lungo crepuscolo estivo. I delfini sui monti si troveranno sempre: a volte saranno fossili dei millenni prima, a volte prefigurazioni di millenni e inondazioni dopo...
RispondiEliminaPure io amo i gatti e i cigni e gli artisti, ma soprattutto i gatti, pure io non vorrei mai essere cane, puzzolente e servile.
E affanculo chi ci vuol male.
"E' il discendente dei signori della giungla
RispondiEliminae l'erede dei segreti dell'Africa sinistra e antica.
La Sfinge gli è cugina ed egli parla la sua stessa lingua:
ma è più antico della Sfinge e ricorda cose che essa ha dimenticato."
Io trovo stupenda questa definizione di H.F Lovercraft
E tu caro Enzo non potevi essere altro che un gatto nell'altra vita e probabilmente lo sei anche in questa!
Zio Scriba*
RispondiEliminaGrazie Nik. Ci sono momenti in cui un amico sa trovare parole adatte, che in fondo da un amico ti aspetti sempre.
Hai ragione: lasciamo che la sera stenti a venire; chiudiamola fuori dalla porta di casa, e carezziamo il nostro bel micione -il mio solo immaginario data l'allergia di AM.
Sta tranquillo, non sarò mai cane.
Ciao
Nina*
Vedi che ce la fai, quando ti ci metti?
Bella davvero la definizione che del gatto dà H.F. Lovercraft. Mi era sfuggita.
Hai ragione: non potevo che essere gatto in un'altra vita passata. In fondo lo sono rimasto.
Forse per questo AM ha l'allergia per i gatti!!!
E non soltanto lei...ne conosco ancora un buon paio che starnutiscono appena mi vedono...o mi sentono.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuesto post assomiglia a un film. 1° tempo, intervallo, 2° tempo.
RispondiEliminaPRIMO TEMPO: LA MORTE. Attrazione verso "l'abisso orrido, immenso, ov'ei precipitando il tutto oblia". A tutti capita di avere momenti di stanchezza in cui si pensa alla morte come liberazione. (Giacomo Leopardi avrebbe commentato "d'ogni dolor morte risana") ... e anche tu nel tuo piccolo hai usato il fascino delle parole per descrivere il fascino di ciò che ci attira e repelle nello stesso tempo. (belle frasi, bellissime, fino a fantasia)
INTERVALLO: zoomata su un miao miao che si lecca il pelo: pubblicità di croccantini.
SECONDO TEMPO: L'ARTE. Non so se quella frase sia uscita dalla testa di Paul Klee, ma di sicuro Carpi l'ha scritta sul libro "il diario di Gusen", un libro che contiene delle bellissime pagine che parlano di cos'è l'arte e chi è l'artista.
MORTE E ARTE: un binomio affascinante, iaco, perchè solo l'arte e l'artista sopravvivono all'oblio. Forse è per questo che non faccio fatica a immaginare Leopardi che lascia i suoi commenti su un blog.
dimenticavo: per fortuna dopo "le amiche" hai aggiunto un complemento di specificazione
RispondiEliminaSimba*
RispondiEliminaIncomincio dalla fine.
Non era che io temessi le ire delle mie amiche, ma intendevo proprio intendere le amiche delle sorelle, riferendomi ad un mio vecchio infinito amico.
MORTE E ARTE: è un binomio antico come il mondo: l'arte salvifica tutto, anche una vita dissennata come quella di uno dei miei idoli, Michelangelo da Caravaggio, il primo pittore dell'era moderna.
Scusa però Leopardi su un blog ce lo vedo poco; meglio Ungaretti, e di sicuro Baudelaire.
SECONDO TEMPO: L'ARTE. Conosco solo una poesia dove si parla della "spigolatrice di Carpi" o Sarpi o boh! Non ho letto sto libro. Sono tanti purtroppo i libri che non arrivo a leggere, perché qui non arrivano libri in lingua italiana, per cui devo fare le volate quando sto in Italia in libreria, ma quello che trovo trovo e porto via.
Comunque stai tranquilla che Paul Klee ha espresso -per iscritto- quel concetto, che è un concetto di tutta la pittura moderna. Forse si potrebbero leggere più attentamente certi fitto-fitto, o meglio, si potrebbero leggere fino in fondo, visto che chi li aveva scritti aveva fatto pure una bella fatica.
INTERVALLO: grazie, infinitamente grazie di non aver detto nessuna delle tue cattiverie sulla meraviglia del mondo. Ma io, che ti conosco, avevo tamponato già con quel "io sono gatto", che è diverso da "io sono UN gatto". Avessi detto così, apriti cielo, ma in tempi di non belligeranza parlare male del gatto...pardon di un amico non sta bene. O sbaglio?
PRIMO TEMPO: LA MORTE. Grazie delle belle parole alla fine. C'è del fascinoso fascino in quel che repelle. È vero.
Ma lo stato depressivo in cui mi trovo è degno di riflessioni più private.
A chi vuoi che interessi la mia fase depressiva? Con tante che ce ne sono in giro.
PS. Che c'era nel commento eliminato dall'autore?
coincidenza, oggi sono andata a una mostra su Modigliani e nella permanente che ho percorso solo in parte e solo di volata l'occhio mi è caduto su un dipinto di Aldo Carpi.
RispondiEliminaFu un pittore-scultore deportato a Gusen, si salvò dal lager mettendo a disposizione delle ss la sua arte, al ritorno copiò le cose che lì aveva scritto, sfidando la morte nel caso gliele avessero trovate. Te lo spedirò, allora.
TIRATI SU.
ho eliminato il commento perchè non avevo messo il terzo spazio, niente di che, curioso come un gatto!
Potevi dirlo che si trattava di Aldo Carpi pittore. Ne ho sentito parlare anche se confesso la mia ignoranza: non ho visto nemmeno un quadro suo.
RispondiEliminaSe mi mandi il libro te ne sarò grato.
Per ricompensarti mi tirerò su.
Non lo sapevi che ero curioso come il gatto che sono?