Avevo questa poesia nella testa e nel cuore da parecchio, poi ho letto il post di mgg64 "Io mi chiamo Sara e ho un fratello più grande di me" e le parole mi sono scese nella penna, già, perché io scrivo ancora a mano.
Il post mi ha solo ispirato il passo e il taglio della poesia.
In una notte di tanti anni fa
camminiamo tutto il tempo l'uno
al fianco dell'altro, quasi senza parlare.
Tu scavalchi una panchina con
un agile balzo, io prendo a calci
un barattolo vuoto. Li buttano tutti
in mezzo alla strada. Adesso
lo calci anche tu, ma io non scavalco
panchine, mi fa ancora male un ginocchio
per la caduta di qualche tempo addietro.
Non ci vediamo da un mese,
ho avuto due esami all'Università:
Fisiologia e Patologia generale.
"Che è successo all'Alfa 2000?", ti chiedo.
"Ho fuso. Viaggiavo quasi senza olio,
e poi ho un'altra ragazza".
"Grazia che fine ha fatto?"
"Non usciva più alla sera; sua madre l'ha
messa sotto, così l'ho piantata e amen".
In una notte di parecchi anni fa
siamo appoggiati a un muretto sul lungomare
io e te, come quando eravamo ragazzi.
Non ci vediamo da un sacco di tempo,
e l'alba è lontana e tante le domande.
"Quanti figli hai adesso?", vuoi sapere.
"Due bambine, e tu?". "Un maschio".
"Solo uno?". "Ci stiamo pensando".
"E tuo padre come sta?". "Male, ma se la cava".
Mi fa piacere per il suo vecchio ma divento
di nuovo triste: io sono tornato
per il funerale del mio.
Ci mettiamo in cammino fianco a fianco
sempre diritto, senza voltare, e arriviamo
a piedi fino a Santa Marinella,
e poi torniamo che albeggia e ci raccoglie
sull'Aurelia una pattuglia dei carabinieri.
Adesso dove sei?
In quella città non vivi più.
Ti ho cercato su Google
e son venuto fin qui
col primo treno e le ultime forze.
Così, in una notte di qualche tempo fa
siamo di nuovo insieme tu e io
seduti su una panca nel tuo cortile.
Ci sono palazzi tutto intorno e qualche luce
è ancora accesa. Gente che non può dormire,
come noi. La luce di un lampione
si riflette sulle spesse lenti dei tuoi occhiali;
sei quasi calvo, io invece bianco
come un orso polare. Ci guardiamo
in silenzio. Poi cominci tu, come al solito.
Mi dici che hai un cancro, come quello
che ha distrutto tuo padre, che sei
un terminale e che io sto parlando con un morto.
Allora non ti racconto i miei guai, ne hai
abbastanza dei tuoi; così non ti dico
perché ti ho cercato, perché volevo vederti
per l'ultima volta. Quando me ne andrò
voglio che pensi che almeno uno di noi
è fortunato, che almeno uno di noi due
vivrà a lungo. Questo voglio, amico mio.
bello, triste ma bellissimo. E quando una cosa è triste ma ti lascia comunque un buon sapore in testa, per me è bellissimo. Per quanto riguarda il mio post, allora: intanto grazie, perché lo hai letto tutto, perché ti è anche piaciuto, per i consigli che mi hai dato. Devi capì na cosa Vincè, io sono anni che ho in testa queste cose, anni. non ho mai avuto il modo, la possibilità e anche il coraggio di scriverle. Il coraggio mì è servito per fare altro e se leggi qualche mio post più vecchio capirai anche che cosa. Sono una donna semplice, con tanti problemi e anche tante gioie, per certi versi anche molto fortunata. Ora c'è qualcuno che mi dice che ste cose che mi frullano in testa so belle. Ho paura. di crederci, di provare, di sbagliare e rimanere delusa. Ho già dato. comunque grazie dell'attenzione che dedichi ai miei post, per me è tantissimo. se sentimo..anzi se postamo...
RispondiEliminaSì, quando una cosa triste ti fa riflettere in profondo, ma non ti lascia l'amaro in bocca è una cosa ben riuscita, ben dipinta o ben scritta. Concordo. La paura che avevo durante una esposizione di quadri miei era vedere la gente passarci davanti, guardarli come si guarda un cammello che rumina allo zoo e tirare via dritto. Cioè l'indifferenza: un dolore mortale. Se invece facevano la faccia storta perché li trovavano brutti e magari indigesti, questo scatenava quasi sempre riflessioni e discussioni: chi la vedeva così, chi colì; io non intervenivo mai, ascoltavo muto e prendevo nota. Un'opera scritta o dipinta deve sollecitare sentimenti positivi o negativi -non tutti siamo uguali- e va benissimo così.
EliminaCerto ben altra sorte ha un testo rispetto a un quadro appeso al muro di una galleria: il testo te lo leggi in solitudine e non ne puoi discutere che con te stesso, ma se non ti piace nemmeno arrivi alla fine, e così sia.
Per quel che riguarda te e il tuo poter scrivere cose tue, tu, donna semplice o meno -penserai mica che io abbia tanto in più, che so tre occhi, sono normale fuori, forse un po' meno dentro in positivo e negativo- devi provarci, punto e basta.
Comincia col postare le tue cose e sentire il parere di gente che qualcosa se ne intende, tipo me, tipo Silvia, Tipo Zio Scriba, poi si vedrà.
S'arisentimo, anzi s'aripostamo.
Ao me so scordata de ringraziatte pe la citazione!
RispondiEliminaMa figurite! Dovuto bella mia, dovuto.
Eliminadolci verità!!!
RispondiEliminaDolci verità? Confesso di essere rimasto un attimo perplesso, poi ho capito il profondo significato che intendevi dare. Una verità spesso è triste, ma può sollecitare sensazioni dolci, magari solo lampi di ricordi nascosti nelle tenebre della memoria, che quando tornano a galla sono appunto dolci, anche se dolorosi.
EliminaBelle parole, Soffio, bel concetto!
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RispondiEliminaE io non rispondo, mio astengo...:))
EliminaCosì vera e triste da farmi mettere in secondo piano il fastidio per quel dialogo ("Solo uno?" "Ci stiamo pensando"): è più forte di me, questo riproduzionismo che fa sempre propaganda a se stesso mi provoca allergie (ma probabilmente sarà la Volpe e l'Uva: sotto sotto vorrei dei figli anch'io... :D)
RispondiEliminaEccoli, eccoli i "vermetti del cervello" che cominciano a muoversi: una parte di te, magari la più corpulenta ti fa vedere beceri coloro che si riproducono in gran fretta, copulando a iosa senza precauzioni -niente tempo per andare in farmacia? Quanta fretta, mamma come tirava!-; però una micro porzione dentro di te si ribella e ti fa sentire come la volpe sotto il grappolo d'uva. Solo per un attimo, poi ritorni all'usato à plomb.
EliminaMa un pensierino distorto ce lo hai fatto, altrimenti non ti avrebbe infastidito un dialoghino innocuo ed elementare, quello tra un procreatore che ci deve stare attento per via della coppia già esistente, che ha invidia dell'altro che sta ancora fermo al palo di uno solo, e lo invoglia a continuare secondo il motto "più semo e meno peggio stamo".:D)
Il motto da te citato andrebbe cambiato alla luce dell'involuzione di questo stremato pianeta in: "più semo peggio stamo"
RispondiEliminaI vecchi amici e compagni di scuola cercati su google, o più verosimilmente su facebook ... non so cosa pensare di questo.
Mi piacerebbe sapere che fine ha fatto la compagna di magistrali Donatella, sapere se con il tempo sia riuscita a ribellarsi al padre padrone colonnello della finanza e a costruirsi una sua corazza antifragilità;
o la corpulenta Carmela, che una volta mi difese a spada tratta dalle prepotenze di un professore, con una veeemenza matronale incredibile per la sua età;
se Paolo mi tiene ancora il muso per non avergli più scritto, se Fabrizio è ancora comunista ... Chissà! Se anche dovessi ritrovarli, avrei paura di trovarmi davanti degli estranei ...
Una cosa alla volta.
EliminaIl motto è tipicamente maschile, quindi difficilmente alla portata di una "vera" intelligenza femminile. Il pianeta non si risana se uno o due miliardi di persone crepano oppure non hanno discendenza. Deve cambiare il modo di intendere la vita, e visto che negli ultimi 500 anni qualcosa di veramente grosso è cambiato, permettimi si essere ottimista e non pessimista ad oltranza come sembri essere tu.
Io ho parlato di Google, non di faccebucche, per esempio la rubrica dove stanno i numeri telefonici. Si sono alla fine ritrovati, quindi ha funzionato la rubrica.
Comunque qui non si tratta di trovare un amico su faccebucche o altrove per sapere se ha ancora l'orecchino al naso, ma di rintracciare il miglior amico per vederlo l'ultima volta prima di morire dello stesso male di cui l'altro, a sua insaputa, sta crepando.
Strano che ti sia passato indenne davanti al nasino leggermente a punta, ma non troppo da dartene indicazione.
Forse troppo sole in montagna stavolta?:DDD)))
e dove hai scritto che amico 2 stava morendo?
RispondiEliminae dove hai scritto che amico 1 stava morendo a sua insaputa?
Scusa ma nessun naso nemmeno il più fine avrebbe potuto capire ciò che non era per niente evidente ...
Forse il sole delle piscine è sempre più tossico di quello d'alta quota :)
Amico 1 dice ad amico 2 che è ammalato di cancro, che è un terminale e che amico 2 sta parlando con un morto.
EliminaLetto bene?
Capito?
Allora amico 1 pensa: non ti dico perché ti ho cercato visto che stai così mal messo.
Non ti dico "perché ti ho cercato per L'ULTIMA VOLTA, perché amico 1 aveva da dare ad amico 2 la notizia della sua malattia terminale.
Ha preso "il primo treno con LE ULTIME FORZE"
Letto bene?
Capito?
Vado avanti.
Amico 1 decide di allontanarsi senza dare un altro dolore al vecchio amico fraterno, sa che lui ci soffrirebbe e lo lascia nel pensiero che "almeno uno di loro è fortunato, che almeno uno di loro camperà a lungo"
Letto bene?
Capito?
OK!
Mi sembra di stare alle scuole elementari, ma forse è tutta colpa del sole svizzero.
PS. Qualcuno una volta mi ha scritto, piuttosto infastidito: ma come leggi le mie cose?
guardando la TV?
giocando a carte?
mentre parli con gli amici?
Cito a memoria e mi scuso col qualcuno se ho detto delle inesattezze, ma il concetto era questo.
Che strano, dovrei farle adesso a te le stesse domandine.:))
Ciao, vatti a riposare che devi essere molto stanca.:)))
@:silvia metti un cappellino..:)))
RispondiEliminaForse pensava che le avrebbe sciupato la pettinatura..:)))
EliminaScusa, dimenticavo.
RispondiEliminaHai chiesto "dove hai scritto che amico 1 stava morendo a sua insaputa?"
Qui hai proprio sbarellato: se l'ha cercato su Google e finalmente ritrovato, vuol dire che erano anni che non si sentivano, tanto da non sapere dove amico 2 fosse.
Ho reso l'idea adesso?
Non te la prendere, in questi ultimi tempi ho sfarfallato anche io e forse sarà il caldo forse rinco da vacchiaia.
Però vedi un po' ci sono rimasto male. Forse perché si tratta di una delle poesie più belle che ho scritto in questi ultimi tempi/mesi/anni. Vederla passare sotto il tuo naso senza che tu, di solito così perspicace e benevola nei confronti di quel che scrivo, te ne accorgessi e che tu la rubricassi a cosuccia da faccebucche mi ha fatto un po' male. Io non sono, e tu lo sai, uno che si loda, ma stavolta il ritmo, il passo il contenuto, insomma l'alchimia c'è tutta. Non vederla vuol dire non averla guardata, oppure guardata con sufficienza.
Come passare in una Galleria davanti a un bel quadro tirando diritta fino alla prossima stanza.
Dal tono mi sembravi infastidita. Da cosa?
Mi dispiace e se non ti è piaciuta poco male: non ho scritto un canto della Divina Commedia e de gustibus non est disputandum.
Amici più di prima.:))
Era a libera interpretazione.
RispondiElimina"Con le ultime forze" poteva anche essere inteso che il giorno prima aveva camminato per otto ore in alta montagna sotto un sole impietoso.
Tu non sei uno che si loda?
Ci credi davvero?
Grazie emmegì per il consiglio, ma io odio i cappellini, mi fanno sudare.
Vedo con piacere grande che sei in forma.
EliminaIn fondo sono anch'io come te, non la do mai vinta. Io sono un Maracatà -antica figura civitavecchiese, di cui so poco o nulla, ma si dice così- dicevo che sono un Maracatà, se non la vinco la voglio pattà.
Anche tu, ma io ti ho prevenuta col mio "amici più di prima".
Per quanto riguarda il lodarsi:
se mi lodo a sproposito mi sbrodo, quindi sono un presuntuoso. È questo che intendi? Non credo.
Se mi lodo a ragione sono un vanitoso e un superbo. Intendi dire questo?
Allora presuntuoso o superbo?
Mai detto di essere un modesto.
Ho già detto altrove che la modestia è la virtù dei mediocri. Io non sono un mediocre e rimango dell'idea che ci si possa anche lodare se si ha qualche merito.:))
PS: meglio un cappellino leggero di una bandana messa storta....:))
Chiedilo ai tuoi poveri padiglioni auricolari.