domenica 9 giugno 2013
MANI
Mani che accarezzano,
mani giunte che pregano, mani
che benedicono, mani che
asciugano lacrime, mani che applaudono,
mani sche schermano la luce, mani
che salutano da lontano, mani
che curano ferite, mani che proteggono
i più deboli. Tutte le cose belle, tutte le cose
migliori sono fatte con le mani.
Mani che scagliano sassi, mani che
premono grilletti di armi da fuoco,
mani che stringono impugnature
di coltelli, mani che si avvinghiano
al collo dei deboli, dei vinti, e stringono
feroci, mani serrate a pugno
che colpiscono violente, e colpiscono ancora
e colpiscono sempre, mani che si alzano
in segno di resa. Tutte le cose brutte, tutte le cose
peggiori sono fatte con le mani.
Mani che quando nasci sono
strette a pugno, arroganti,
e quando muori sono aperte,
deluse e abbandonate
come foglie cadute da un albero.
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(O sei preveggente o non so cosa sei: ho appena finito di leggere, metto le due dita in posizione di battitura e noto sopra il riquadro dedicato ai commenti Il tuo commento è stato pubblicato, indorato di giallo per renderlo più visibile. Magari c'è da sempre e non lo avevo notato... Ma dammi il tempo, non dico di pensare cosa mettere nel commento, ma perlomeno di decidere di commentare. Va finire che pubblichi i miei pensieri prima che li abbia articolati).
RispondiEliminaLa poesia è la descrizione di una verità sacrosanta; in fondo siamo un po' tutti Jekill/Hyde, con una mano accarezziamo, con l'altra strozziamo.
I pugnetti chiusi della nascita sono in preparazione alla salita sul ring della vita, dove diamo e riceviamo batoste, per trovarci alla fine sempre sconfitti, spugna gettata in mezzo al ring in segno di resa.
È sicuramente l'unica cosa giusta che ci resta, la famosa livella di Totò, che ci ricorda che di fronte alla morte siamo tutti uguali.
Ciao.
La poesia è un moto dell'anima. Nasce da un nulla, ma a volte è la punta di un iceberg che staziona dentro di noi.
EliminaCome un carboncino veloce o un pastello di un paio di colori appena accennati, niente di estremamente impegnativo ma che coinvolge il poeta per primo.
Ti stai guardando le mani, ti gratti la pera, ti infili due dita nel naso e già sei in atmosfera.
Mi chiedo quante delle poesie famose siano nate così, come le mie ce famose non sono.
Bella la figurazione del ring della vita, dove le diamo ma quante ne prendiamo!
Ciao.
Le mani..
RispondiEliminaLe mie mani sono la parte del corpo che meno mi piacciono. Non le ho mai curate, qualcuno ha detto che sono lo specchio dell'anima ...sarà vero?.
Le mani sanno colpire e provocare dolore, ma sanno anche trasmettere grandi emozioni, immenso calore, infinita forza. Basta una carezza, o essere presi per mano e l'umore cambia indossando mille sfumature che donano serenità.
Dolce notte
La posizione delle mani, intendi quella, è considerata fondamentale dagli psichiatri per capire lo stato d'animo dei pazienti, se mentono e dicono la verità, se sono agitati oppure calmi.
EliminaBasta una carezza. Vero. Come coi cani o coi bambini.
Basta poco per essere e rendere altri felici.
A volte basta un'occhiata. A volte basta un pensiero veloce.
Buona nottata anche a te.
1- l'ultima frase l'avevo già vista -su questi schermi- ricordo che ti risposi con un commento che mi venne via bene (viva la modestia)
RispondiElimina2. il post mi ha indotta a canticchiare il ritornello di una canzone di chiesa che fa:
Mani, prendi queste mie mani,
fanne vita, fanne amore
braccia aperte per ricevere ... chi e' solo.
Cuore, prendi questo mio cuore,
fa che si spalanchi al mondo
germogliando per quegli occhi
che non sanno pianger piu'
Ha anche un bella melodia, adesso entro in doccia e me la canto!
Sì, è un motivo dominante nei miei pensieri letterari e tu hai un'eccellente memoria; ma scopro l'acqua calda.
EliminaNon ricordo il commento, ma è difficiele che ti sia venuto male qualche commento, tanto per capirci.
Non posso credere che le mie parole, spesso così poco catechistiche, posano indurre una persona per bene come te a canticchiare un cantico cattolico.
Ne prendo atto.
Non è che leggendo la mia poesia ti sia venuta l'orticaria e l'urgenza di farti una doccia, nè!!!
:)))
Buona notte anche a te.
Zucchero cantava: " con le mani sbucci le cipolle...", meno mame che ci sone persone come te che ispirandosi alle mani ne fanno un poema.
RispondiEliminaBello davvero come sempre.
Dici di non essere famoso, ma allora secondo te noi a che serviamo?????
Un bacio
Cara S.Pia, voi servite a tanto, per me: non vedo i vostri volti, ma vi sento e questo è straordinariamemte importante.
EliminaIo però parlavo di poesie diventate famose, intendevo per esempio "M'illumino di immenso", o anche "ed è subito sera", cercando il motivo creatore, determinante di quei versi passati alla storia letteraria. Forse una lampadina bruciata e una capocciata a un armadio, o un pisolino interrotto bruscamente sul far della sera, niente, sono solo divagazioni e tu hai capito benissimo.
Ciao.
E già facile a dirsi, prova a dare una capocciata ad un muro e vedi quante stelline colorate usciranno fuori, di tutti i colori oltretutto!
EliminaHai nominato due delle poesie più facili da ricordare ma anche più belle, ancora mi chiedo come abbiano fatto...esattamente come te.
By by
Penso che siano capitati anche loro, intendo Ungaretti e Quasimodo, a infilarsi nel collo di una bottiglia: sei lì incastrato e le idee cercano di uscire fuori mentre tu fai da tappo.
EliminaScherzo.
Poeti si nasce e certe parole in fila ti vengono da sole.
Bè, scusa volevo dire:"Meno male che ci sono...".
RispondiEliminaUff! Ho bisogno degli occhiali che non uso. Baci
Si capiva bene lo stesso. Fai come mia figlia, che dimentica "per errore" gli occhiali a casa e poi scrive quello che capita sempre nel posto sbagliato?
EliminaUn vezzo vezzoso, tipicamnte femminile.
Guarda che ho detto che non li uso, nel senso che proprio non ce l'ho,
Eliminavolevo fare una battuta...mal riuscita ovviamente, singh.
No, la battuta era maledettamente buona...sono io niente buono che non l'ho capita.
EliminaGrave per un romano...dovrò meditarci sopra.
Grazie per l'occasione che mi dai.
Hai ragione, tutte le cose brutte si fanno con le mani.
RispondiEliminaMa oggi vorrei ricordarmi solo delle mani che mi hanno stretta forte e hanno asciugato le mie lacrime.
Le mani che amo più di ogni cosa al mondo.
Ti abbraccio caro amico.
Ma anche tutte le cose belle. È un scelta che fai, legittima e comprensibile. Penso alle mani di tutti i bambini piccolissimi che accarazzano il viso della loro madre e dimentico le mani dei vigliacchi che quelle madri afferrano e aggrediscono continuamente in ogni angolo di mondo.
EliminaSai ho pensato anche alle mani di quel padre che si è dimenticato il bimbo in macchina. (Notizie di cronaca italiana).
EliminaQuante volte avrà accarezzato suo figlio, avrà sistemato lo zainetto sulle sue spalle, avrà aperto lo sportello della macchina e il cancello della scuola dove lo lasciava tutti i giorni.
Lo avrà stretto al cuore e baciato.
E una mattina, qualche giorno fa, ha dimenticato di farlo.
Lo ha lasciato nel parcheggio della sua azienda, convinto di averlo come sempre, portato all'asilo.Ore sotto il sole che non hanno lasciato scampo.
Ecco perchè ho pensato ai gesti belli fatti con le mani.
Perchè a volte i gesti che si fanno o che non si fanno diventano incomprensibili e non basterà una vita per usare le mani e tirarsi fuori dall'inferno in cui ci si ficca come in un black out. A cui non si troverà mai spiegazione o perdono.
Povero bimbo e povero padre.
Non so se provare pietà cristiana per quel padre oppure ira funesta. Ma come puoi scordarti tuo figlio per otto ore sotto il sole!
EliminaEppure si potrebbe ovviare a tutto ciò: nelle moderne auto c'è un congegno a suoneria che ti avverte quando hai messo in moto se hai dimenticato di allacciare la cintura di sicurezza. Basterebbe fare applicare un optional al seggiolino del bambino. Quando spegni il motore, passati dieci o venti secondi, una suoneria ti avverte che non hai slacciato la cintura di sicurezza del bambino. Fine.
Non è il primo caso, c'è stato un padre che si è dimenticato il figlio, che gli è morto dentro la macchina.
Comunque ho deciso: vada per l'ira funesta.
Devi essere un gran coglione a dimenticare tuo figlio.
Punto!
In Italia il suddetto congegno costa una paccata di soldi.
RispondiEliminaPertanto, fino a quando non sarà obbligatorio per legge, bisogna pagare una sventolona per metterlo su.
Io non so dirti cosa provo.
Forse solo pietà.
Non sono madre e d'istinto le parole dalla bocca potrebbero uscirmi forti e stonate.
Ci sono condizioni tali nella vita che a volte il pensiero è: potrebbe succedere anche a me, basta un attimo.
Non riesco e poi non spetta a me giudicarlo.
La giustizia farà il suo corso. Ma il perdono verso se stesso non arriverà mai.
La pena più grande.
Ciao caro Vincenzo.
"Costa una paccata di soldi"!
EliminaBisognerebbe andarlo a raccontare a quei bembini morti in auto, dimenticati dal padre e sentire cosa risponderebbero.
Purtroppo noi italiani siamo sempre e da sempre contro le imposizioni. Ci sono voluti anni per convincere la gente che non fosse un disonore allacciarsi le cinture di sicurezza.
Si sta perdendo la battaglia della raccolta differenziata perché nesuno ne capisce l'utilità.
Non si potranno mai avere città pulite visto che i loro abitanti sporcano le strade gettandovi di tutto.
Non c'è la cultura della proprietà pubblica che c'è nel Nordeuropa: difendere ad oltranza il privato e fottersene del pubblico, come se non fosse prima di tutti anche nostro.
E simili piccole differenze di intendere il convivere civile.
Una domanda mi sorge impellente: ma perché sono sempre e solo i padri a dimenticarsi i figli e non le loro madri?
Enzo, per prima cosa e' capitato anche alle mamme. Alla cronaca nera italiana non manca niente. Poi sappiamo che gli italiani devono essere imboccati su ogni cosa. Credo che la maggior parte nemmeno sappia che esistono i sensori. Poi credo ci sia anche del fatalismo nel non volere una cosa (tipo a me non succederebbe mai) sono gli stessi che poi puntano il dito e sono pronti a giudicare! Per questo penso debbano renderle obbligatorie così non ci sarebbe alternativa e per le ragioni già dette benissimo da te gli italiani ci devono sbattere il muso sull'ovvio per comprenderlo. È sul bene pubblico sono dei gran coglioni e basta. Lo sostengo da tempo. Abbraccio
RispondiEliminaA Grado, in Friuli, terra di conquista dei turisti provenienti dalla Germania, una nota ditta tedesca ha installato a spese del Comune e del Consolato di Trieste un caratteristico "Spielplatz" per bambini, un parco giochi. In due anni è ridotto quasi a un rudere. Sotto le finestre della mia nuova casa ce n'è uno simile ma più piccolo che sta lì da anni. Sembra nuovo. Il Comune dà una controllata generale ogni cinque anni. Sono i cittadini a preoccuparsene, tenendolo come una cosa preziosa perché di tutti, perché bene comune.
EliminaTutta qui la differenza, Mariè.
Ciao.