Di tutti i miei amici del liceo Francesco Esse era di sicuro il più educato e il meno rompiscatole. Sedeva nel banco dietro il mio, ma a farmene notare la presenza mi arrivava un suo discreto colpetto sulla schiena solamente durante le traduzioni in classe dal greco perché mi spostassi e lo lasciassi leggere quel che avevo scritto io. Fino alla prova di maturità, dove tutti dovemmo aspettare che Leonardo riuscisse a inventare la versione delle ultime due righe del testo di Tucidite, il pazzo che usava l'accusativo al posto del dativo e nascondeva i congiuntivi dell'aoristo, mettendo il passivo dove mai te lo saresti aspettato. Anche in quella circostanza Francesco Esse tossicchiava, premendo il pugno chiuso sulla bocca, mentre l'intera classe sacramentava in sanscrito.
Mi chiese il favore di preparare insieme l'esame di italiano. Io ero il mostro della classe e lui sfruttò la nostra amicizia e la mia pietas naturale per i più deboli. Mi colpì il fatto che studiava in silenzio, mentalmente, al contrario di me che avevo bisogno di udire il rimbombare della mia voce.
Aveva capelli nerissimi, che rivelavano la sua origine sicula più del suo accento catanese, ricci e fitti come quelli degli africani .
-Come te li pettini?
-Con uno spillone a tre punte di osso di tartaruga; il pettine si spezzerebbe.
-Beato te, che hai tanta pazienza.
-Me li tengo finché resistono lì sopra. Mio nonno morì calvo e mio padre lo conosci: niente sul cucuzzolo.
Lui allora era un numero unico, il precursore del Mingoni di San Remo 2013.
All'esposizione dei quadri della maturità saltava come uno stambecco e mi abbracciò: gli avevo fatto prendere un sette in italiano, a lui che alla fine di ogni anno rimediava un sei striminzito di stima con tanto sudore.
Si innamorò come un bambino della bella Rosaria, bionda palermitana dagli occhi azzurri e dalle tette prorompenti, figlia di un noto ginecologo.
-Un tocchettino di burro, mi ripeteva. Madonnuzza mia quanto vorrei baciare quelle minne.
Io invece l'avrei baciata tutta quanta, ma non volevo annacquargli il calore e tacevo compunto.
-Madonnuzza mia, quanto vorrei mettere la testa tra quelle minne, mi sussurrava.
Dipende da quale testa, pensavo, ma mi facevo morire in gola la battutaccia.
Si sposarono cinque anni dopo. C'eravamo tutti noi della terza B, naturalmente, a misurare la sua eccitazione dal vibrare dei suoi capelli ricci, dritti e rigidi sulla sua testa.
Lo persi di vista. L'ultima volta lo incontrai una quarantina di anni fa. Aveva sempre il cucuzzolo pieno di foltissimi ricci neri. Ci scherzammo su. Pochi metri distante la bella Rosaria con le sue minne ancora da favola.
Ieri notte l'ho sognato. Impeccabilmente vestito con un principe di Galles e i suoi capelli alla Mingoni. Fingeva di non avermi visto. L'ho afferrato per un braccio, magro come allora.
-Che fai, scappi?
-Mi sta aspettando mia moglie. Vuoi venire a salutarla?
Con quei cambi repentini di inquadratura, tipico dei sogni, mi trovai a casa sua in una stanza dove, seduta su due cuscini gettati sul pavimento c'era sua moglie. Nel sogno mi sembrò normale che non fosse Rosaria. Questa era bruna. coi capelli lunghi a coprirle le spalle. La conoscevo bene e mi domandavo nel sogno come si chiamasse.
Lei si girò verso di me e io vidi tutte le sue lunghe gambe sotto la gonna, su fino all'inguine. Quella gambe le conoscevo bene, ma come si chiamava la ragazza?
Il sogno finì di botto mentre la curiosità aumentava a dismisura.
Rintracciai un mio antico quaderno di indirizzi e numeri telefonici e chiamai Maurizio Effe, il nostro archivio naturale di tutte le storie, lecite e illecite, della nostra generazione.
Ci rallegrammo entrambi di risentirci.
-Cosa vuoi sapere? Mi chiese.
-Ce l'ha ancora la sua cresta di ricci sul cucuzzolo Francesco Esse?
L'avevo presa alla lontana, conoscendo Maurizio. La risposta tardava.
-Chi ti ha avvertito? Mi chiese poi. Ti ha telefonato Marcello, oppure Dino?
-Avvertito di cosa?
-Scusa, mi telefoni dopo anni di silenzio e mi chiedi di Francesco proprio adesso, e insisti a fare lo gnorri. Sei poco chiaro.
-Non so di cosa tu stia parlando.
-Francesco è morto venerdì scorso. Gli abbiamo fatto il funerale ieri. Mancavi solo tu.
Non riuscivo a deglutire.
-Mi hai sentito?
-Certo, risposi.
-Chi ti ha avvisato?
-Nessuno. Diciamo che ho avuto uno strano presentimento.
-Strano davvero. Comunque i suoi capelli li aveva ancora sul cucuzzolo, grigi però.
-Come sta Rosaria?
-Non lo so. Avevano divorziato da quindici anni. Lei si è trasferita a Napoli e nessuno l'ha più rivista.
-Viveva da solo Francesco?
-Si era risposato. Indovina con chi.
-E che ne so.
-Una tua vecchia conquista: Franca Effe.
Ecco di chi erano quelle gambe.
-A Francesco piacevano le minne, continuava Maurizio, e Franca come sai bene ne aveva in abbondanza.
Parlammo ancora qualche minuto, poi ci salutammo.
Cazzo gente! Francesco mi è venuto in sogno dopo morto e mi ha riportato Franca, una storia bella e tumultuosa di tanti anni fa, che lui conosceva a memoria.
Che cavolo sarà venuto a dirmi? Che significato devo dare a questa sua visita?
Per un po' di tempo mi toccherà campare con la strizza.
Ha ha ha ha ha,
RispondiEliminascusa se rido, ma non riesco a pensare a te che in cuor tuo vorresti aver avuto per te le sue due donne.
hahahaha...
forse era un gran burlone in vita e quindi ha voluto scherzare con te per l'ultima volta, prima di volare in cielo.
Credo nell'aldilà, quindi per me è normale che ciò possa accadere.
Proprio ieri ne ho sentito parlare per radio mentre lavoravo, addirittura c'è un medico che studiava di casi di pre-morte, molto scettico, che si è dovuto ricredere, perchè l'ha sperimentato di persona, comunque questa è un'altra storia.
Un'abbraccio Vincè
Premessa importante: il sogno l'ho fatto realmente, la notte scorsa. Francesco Esse mi stava di fronte come era allora nei suoi verdissimi anni, ed io lo ero altrettanto, come sempre avviene nei sogni. Aspettavo con ansia di rivedere Rosaria e mi trovo davanti una fancíulla che conoscevo bene, anzi benissimo, ma che all'inizio non riuscivo a capire chi fosse. Poi l'ho individuata, dalla gambe lunghissime di cerbiatta, quelle che sempre sono piaciute a me.
EliminaTutto il resto è fantasia. Spero che Francesco non me ne voglia se gli ho allungata la vita, facendolo anche separare da Rosaris (ms quando mai!!!!!!).
Ho motivo fondatissimo di credere che l'aldilà esista, ma adesso è tropo lungo da raccontare.
Ricambio il tuo abbraccio.
Statte attento Vincè...ahahah...io non credo a sogni premonitori, visite dell'aldilà e via discorrendo..certo però che questo sogno è strano...mooolto strano
RispondiEliminaA Mariagrà me sto già a grattà li cojoni a pelle, me devi da crede. Te possino...dici che è mooolto strano? Ma che sei la strega de Biancaneve?
EliminaStasse bona e pensime.
:))))))))))))))))
Reset: dovessi dare retta a tutti i sogni, preferirei non andare più a dormire. Ho la fortuna che, appena sveglio, si autoresettano, risparmiandomi patemi; tutt'al più rimane l'ultima inquadratura del filmato, che, senza l'antefatto, è come una foto, pure sbiadita.
RispondiEliminaCiao.
Io sogno sempre, da quando mi addormento a quando è ora di alzarmi, e sogno sempre a colori. Colori favolosi, inesistenti in natura, solo nei miei sogni li trovo così copiosi e belli.
EliminaStanotte, per esempio, facevo il medico in un pronto soccorso crucco, tutto bello asettico. Ho fatto un intervento a cuore aperto -la lingua batte dove il dente duole e il pensiero va sempre là, che ci vuoi fare- e sono riuscito a salvare la vita de sto cristiano. Alla fine, come nei sogni migliori, mi sono allontanato mentre L'intera squadra applaudiva.
Bel sogno, non è vero? Forse premonitore, ma io non mi ci fisso.
Ciao.
Vincenzo (Enzo per risparmiare) Iacoponi alias dr. House? Se dovessi mai sognare un sogno così, sarebbe la mia fine, schiatterei e purtroppo non in sogno.
Elimina'Sto poraccio ch'hai sarvato te sta a cercà pe' fatte la pelle: voleva morì pe' palle troppo piene, e tu l'hai rificcato nella merda, da cui voleva uscì. Sò cazzi tua...
Ciao ancora.
Nzomma, pe fortuna che adera 'n zogno.
EliminaPerò pure tu in quanto a fantasia non stai in mezzo al gruppo!
Ciao, ciao, ciao.
Per fortuna io non sogno...o se sogno non ricordo nulla...na fortuna! ihihihi
RispondiEliminaTutti sogniamo, magari non ce ne ricordiamo, ma qualcosa si agita nelle capocce, che non dormono mai.
EliminaCiao bella!
Io faccio dei sogni stranissimi, a volte senza filo logico.
RispondiEliminaPasso da una situazione all'altra, con persone, in larga parte sconosciute che vanno e vengono.
Sui sogni ho una mia teoria.
Di solito sono le nostre paure che li amplificano.
Il tuo sogno è una coincidenza. Chissà da quanti giorni stai ricordando il passato, l'infanzia, le persone che ti sei lasciato dietro lungo il cammino della vita.
I compagni di liceo, sono i più gettonati. Te lo dico perchè anche a me capita.
Non che ne senta la mancanza, ma è un modo come un altro per pensare ai bei tempi.
Ci sentivamo più leggeri allora o forse, è quello che ricordiamo.
Invece erano cazzi, di solito.
Come oggi.
Sereno Vincè, te lo dirò tutte le volte, abbatti la belva.
Bacio
Penso che la tua teoria sia esatta, maledettamente esatta. Stanotte ho sognato un ammiraglio di squadra: è stato mio compagno di banco per cinque lunghissimi anni. Era vestito da ammiraglio ma diceva sempre le sue barzellette e le sue micidiali battute con cui divertiva l'intera classe.
EliminaOddio Mariè! Sto ricordando i miei anni ruggenti: non avevamo ancora le zanne acuminate ma eravamo coooosì giovani e belli!!!
Hai ragione tu, che lo lasci intuire tra le righe. Volente o nolente sto pensandolo perché ho un chiodo fisso in testa: il chiodo è quello che devo fare giovedì.
Abbatterò la belva, te lo prometto e lo prometto a tutti quelli che si preoccupano per me.
Ciao.
Quando ti leggo mi lasci sempre col fiato sospeso
RispondiEliminaIo temo i sogni. Li temo perchè alcuni mi restano appiccicati addosso per tutta la giornata e non riesco mai a capire cosa vogliono trasmettermi
Il tuo è davvero singolare..il tuo amico ti è venuto a cercare per dirti qualcosa..e credo che lo scoprirai strada facendo
Intanto ti ha spinto a chiedere di lui e sapere che purtroppo non c'è più.
Riguardo le donne leggo che avevate gli stessi gusti...se fossi in te contatterei Franca..almeno per farle le condoglianze!!
buona domenica!
Come ho già spiegato a S.Pia il sogno l'ho avuto per davvero, solo che lo ho un tantino romanzato nel finale (sennò che scrittore sarei!). Singolare certamente è il fatto che abbia sognato Francesco Esse dopo una vita ch non ci frequentiamo.
EliminaCapita in un momento particolare, vedi caso, rendendo il sogno inquietante ancor di più.
Riguardo le donne avevamo gli stessi gusti: alte, bionde, con la femminilità loro bella visibile, e soprattutto delicate, educate non volgari, assolutamente non volgari, sensibili e intelligenti. Difficile trovare tutte queste favolose doti tutte insieme, ma Rosaria le aveva (per quanto ne so io le ha ancor oggi); così come Franca Effe (cavolo se le aveva), come le ha Anna Maria, che ho sposato io.
Grazie del commento e buona domenica anche a te!
Ciao Vincenzo!
RispondiEliminache cosa strana sono i sogni..e queste cose succedono a diverse persone,capita che ti ritorna alla mente,così senza un particolare motivo di ricordarti di una persona o di un avvenimento del passato e improvvisamente c'è qualche collegamento ad esso,pura casualità? io non credo
Immagino quanto subbuglio ti ha creato questo sogno…con tutte quelle ninne che giravano gh gh gh
:))))
In effetti sono rimasto a rigirarmi sto sogno nell'anticamera del cervello cercando di capire se la sensazione a pelle che mi aveva procurato si prolungasse nel tempo. Il dubbio non sono riuscito a togliermelo dal crapon, ma io in fondo penso positivo: voglio rientrare a casa tranquillo da quell'ospedale e penso che ci tiuscirò.
EliminaCiao Clà.
Sempre pensare in positivo Vince' e la tranquillità' fa un gran bene alla salute
RispondiEliminaBuon inizio settimana,ti penso sempre né! :)))
Grazie del "pnsarmi"!
EliminaBuon lunedì di Pentecoste:)))
ciao Vincenzo..passata la stizza?..goditi questa bellisima giornata di sole..una carezza per te!!
RispondiEliminaMi sento in ottima forma, ma non potrò, ahimé, godere della bellissima giornata di sole che rallegra te: qui fa uno schifo di tempo,sembra autunno e non primavera. Ma ci siamo abituati.
Elimina:)))