È un'immagine che ho dentro dai banchi del liceo. Ma non è un plagio. Non mi sento una foglia morta: stringo in mano l'asta di equilibrio e tento di mantenermi in bilico sul vuoto malgrado il vento, malgrado tutto. Non sto aspettando il colpo di vento che mi strappi al ramo, ma lo contrasto il vento con tutte le mie energie.
La parola "funambolo" a me piace molto e trovo che i tuoi versi se la meritino. Condivido l'associazione a Ungaretti del commento che precede. Mi viene in mente che anni fa feci un laboratorio con Laura Curino (chi non la conoscesse sappia che è una grande) in cui, ispirandoci alla struttura dei versi di "Soldati", ne riproponemmo infinite variazioni, alcune davvero notevoli.
Come ho detto sopra, rispondendo al commento di Euridice, avevo questa immagine dentro da tempo immemorabile. Si è acuita in questi ultimi tempi e anche la situazione politica così ambigua nel nostro paese ne ha promosso l'imprimatur. È vero quel che dici: si possono fare "variazioni" perfino a Dante con incredibili risultati. Era un esercitazione didattica che il nostro prof di italiano ci imponva al liceo. A me piaceva e mi riusciva spesso a fare cose "notevoli" come hai detto tu.
Tolgo il tappo della bottiglia e mi verso un po' del contenuto in un bicchiere. Scrivere poesie così è come sorseggiare un buon vino nell'angolo più tranquillo della casa. Ricambio l'bbraccio.
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.
RispondiEliminaÈ un'immagine che ho dentro dai banchi del liceo. Ma non è un plagio. Non mi sento una foglia morta: stringo in mano l'asta di equilibrio e tento di mantenermi in bilico sul vuoto malgrado il vento, malgrado tutto. Non sto aspettando il colpo di vento che mi strappi al ramo, ma lo contrasto il vento con tutte le mie energie.
EliminaLa parola "funambolo" a me piace molto e trovo che i tuoi versi se la meritino.
RispondiEliminaCondivido l'associazione a Ungaretti del commento che precede.
Mi viene in mente che anni fa feci un laboratorio con Laura Curino (chi non la conoscesse sappia che è una grande) in cui, ispirandoci alla struttura dei versi di "Soldati", ne riproponemmo infinite variazioni, alcune davvero notevoli.
Come ho detto sopra, rispondendo al commento di Euridice, avevo questa immagine dentro da tempo immemorabile. Si è acuita in questi ultimi tempi e anche la situazione politica così ambigua nel nostro paese ne ha promosso l'imprimatur.
EliminaÈ vero quel che dici: si possono fare "variazioni" perfino a Dante con incredibili risultati. Era un esercitazione didattica che il nostro prof di italiano ci imponva al liceo. A me piaceva e mi riusciva spesso a fare cose "notevoli" come hai detto tu.
direi che l'immagine è arrivata
RispondiEliminaNe sono convinto Ernest, ne sono convinto anche io.
EliminaCon sotto un baratro
RispondiEliminaStiamo tutti in equilibrio sopra un baratro, Baol. E senza rete!
EliminaLo so, lo so :(
EliminaNon ho molto senso dell'equilibrio.
RispondiEliminaCristiana
Tu prova comunque. Qualcuno sotto a braccia spalancate ci si mette di sicuro...:-))
EliminaMamma mia Vincenzo, ho le vertigini.
RispondiEliminaMi piace questo genere di poesie, continua così.
Ti abbraccio.
Tolgo il tappo della bottiglia e mi verso un po' del contenuto in un bicchiere. Scrivere poesie così è come sorseggiare un buon vino nell'angolo più tranquillo della casa.
RispondiEliminaRicambio l'bbraccio.
E non ti sembra una meraviglia!!!!
EliminaCiaooooo
In effetti adesso che mi ci fai pensare...
EliminaBuon fine settimana.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaScusate, il solito doppione involontario. Accidenti alla tecnica del ca.
RispondiEliminaBellissima!
RispondiEliminaCosa, la tecnica del ca o la poesia?
EliminaScherzo!
:-))
ahahahahahah, ovviamente la poesia anche perchè conosco alla perfezione quello stato d'animo! :-)
EliminaGià, siamo tutti in bilico su un filo teso a pensarci bene.
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