Parafrasando questo titolo di un film famoso di Stanley Donen del 1960 (The Grass is Greener), mio figlio Federico, detto Chicco perché è alto solo 202 centimetri sul livello del mare, dovrebbe dire "i figli degli altri sono sempre migliori, più buoni, più educati e più qui e più lì e più su e più giù, e soprattutto più zitti". Povero Chicco, gli sono capitati due gemelli scatenati cha adesso hanno nemmeno trenta mesi, ma che promettono fuoco e fiamme almeno per i prossimi cento. Alcuni giorni fà hanno ribellato un ristorante cinese, correndo tra i tavoli, in mezzo a commensali increduli e sbalorditi. I bambini tedeschi infatti non sono così vivaci e difronte alle occhiatacce dei genitori fanno come i topini davanti ad un serpente: rimangono immobili e silenziosi. Fabio e Alessia gli occhi dei genitori nemmeno li guardano, e se li guardano se ne fregano. Come pure i bambini turchi, e quelli portoghesi e spagnoli. Forse che i piccoli tedeschini vengono allevati a sonnifero e camomilla e i nostri a Barbera e caffè nero? Certamente no, ma un motivo c'è, valido, se i crucchetti sono così composti da sembrare zollette di zucchero addormentate: l'archetipo educativo che ricevono, stavo per scrivere subiscono, fin dalla tenerissima età. Totalmente all'opposto di come vengono allevati i nostri ed i figli di quasi tutte le coppie non tedesche.
Qualche settimana addietro mia nuora ha portato i due bimbi dalla pediatra. La dottoressa li ha osservati in silenzio per qualche minuto, mentre mia nuora cercava di dar loro una calmata, invitandoli a star buoni. Quando la pediatra ha aperto bocca ha detto, testualmente: "Frau Iacoponi, sprechen Sie mit den Kindern deutlicher, langsamer und überhaupt nicht so laut", cioè a dire "parli coi bambini in modo più chiaro, più lentamente e soprattutto a voce bassa". Capito? Tutta lì la differenza. I genitori tedeschi, i nonni tedeschi, i parenti tedeschi e tutti i tedeschi in genere quando si rivolgono ai bambini, parlano in perfetto tedesco (senza usare la cosiddetta lingua dei bambini, cosa che tanto piace alle nostrane genti), molto lentamente e chiaramente senza mai alzare il tono della voce. I bambini apprendono a parlare in quel modo per imitazione e si comportano di conseguenza. Se strilli corri, se parli sottovoce cammini e ti fermi quando la Mutter ti dice "sei ruhig", stai calmo. Federico nel locale cinese non ha nemmeno potuto mangiare in pace, poverino, costretto a correr dietro alla sua tribù di gente tosta, senza spesso cavare un ragnetto dal buco. Ma più che altro si disperava per la figuraccia assassina che lui e sua moglie stavano facendo davanti ai teutoni; la figura degli incapaci, dei genitori succubi dei figli, che poi da grandi troveremo nelle nostre strade a far schiamazzi e schifezze.
Lo capisco e lo giustifico: anche io più di trenta anni fà, quando lui e i suoi fratelli erano ancora piccoli, mi mangiavo la ratta nel vederli fare il comodaccio loro. Vedevo solo occhi puntati su di me, pieni di disgusto, di attoniti spettatori che accusavano tacitamente me e Annamaria di essere degli incapaci, che non sapevano esigere da quattro stronzetti disciplina e un po' di silenzio; e più casino facevano loro -laddove Chicco era un vero capobanda-più mi sarei nascosto sottoterra, mentre Annamaria quasi sempre allungava il passo guardando vetrine e paesaggio, come se fosse capitata lì per caso e non fosse stata lei ad aver partorito quelle carogne.
Sono dovuto diventare nonno, e nonna lei, per capire una cosa elementare: i bambini fanno casino, perché fanno i bambini, che altro potrebbero? Almeno i non Barbari. E che lo facciano, vivaddio, ché poi la vita è uno schifo e questa ingenuità così bella non torna più.
E i grandi si facciano quattro risate, quattro sane risate alla faccia degli schifatissimi crucchi.
Mai dimenticare che " Mazze e panelle fanno i figli bell'"!
RispondiEliminaLa vivacità dei bambini è bella, indice di benessere, voglia di vivere, anche se faticosa per genitori nonni e baby sitter. Mio figlio non riusciva a stare fermo sulla sedia, a scuola, e una volta vi si sedette voltandola dalla parte opposta alla cattedra, per cambiare panorama. Ogni volta che andavo a parlare con la maestra, erano lamentele. Un giorno mi stufai della solfa e le chiesi: mi scusi, ma a me interessa sapere solo una cosa: mio figlio è vivace o è maleducato? se è vivace, non mi sembra una cosa così grave, se invece è maleducato, me lo scriva sul diario che lo castigo. Mi rispose che, no, non era maleducato. E' questa, la linea gotica, secondo me.
RispondiElimina