lunedì 2 settembre 2013

2 settembre 1900

Il 2 di settembre 1900 a Santa Marinella, vicino Civitavecchia, nasceva Maria Malavisi, che trentatrè anni e centosessanta giorni dopo sarebbe diventata mia madre.


Grazie mamma,
grazie mamma di essere nata,
di essere nata così come eri;
grazie di essere vissuta come sei vissuta,
grazie di avermi dato la vita,
grazie di avermi fatto così come sono,
così tanto simile a te,
col tuo profilo e i tuoi occhi,
col tuo gran cuore e con la tua anima,
con grande parte del tuo carattere,
con la tua enorme sensibilità,
con la tua voglia di vivere,
con la tua voglia di amare
senza chiedere mai nulla in cambio
solo per il piacere di dare,
solo per il piacere di sentirti utile,
solo per la gioia di vedere gli altri felici,
senza mai lamentarti.
Grazie mamma per avermi fatto
quasi con lo stampino
anche se così si soffre di più
anche per cose da nulla, 
anche per le cose per le quali
gli altri sorridono e fanno spallucce,
ma a me va bene così
e non ti renderò grazie mai abbastanza.
E grazie anche a te, papà,
per averla scelta,
per aver deciso di costruirci me,
per averla amata fino alla tua fine,
mentre lei ti ha amato ancora
per diciotto anni dopo che eri morto
come si conviene ad una buona moglie,
e ti è stata fedele durante tutta la vita
e per diciotto anni dopo che eri morto
come dovrebbe fare ogni donna
per amore e per rispetto del proprio uomo.

15 commenti:

  1. Tra i miei amici di web tu sei il secondo che vedo scrivere e dedicare una poesia d'amore profondo per la mamma che non c'è più. L'altro mio amico, in uno dei suoi versi, ha persino scritto " A te ritornerò, solo a te appartengo" E dire che ha 5 figli!!! Mi rendo conto quindi che quello tra un figlio maschio e la propria madre è davvero un rapporto esclusivo che non ha pari. Non mi è mai capitato infatti di leggere poesie di donne che dedicassero poesie struggenti al primo amore della loro vita, il loro papà. Forse perchè tra noi figlie femmine e il nostro papà non c'è mai stato un cordone ombelicale che ci unisse veramente, quel cordone ombelicale che tra una madre e il suo figlio maschio è stato reciso solo apparentemente. Chissà se il mio Francesco un giorno sarà capace di simili sentimenti nei miei confronti. :-)

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    1. Non era una poesia questa, ma un istintivo atto di amore.

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    2. Credo che il tuo Francesco un giorno ti dirà cose simili, magari dopo morta, perché certe cose da viva fanno sorridere i maschietti.
      :)))

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  2. Bella poesia, e da mamma senza dubbio la apprezzo molto di più. Il fatto che tu abbia ancora dei sentimenti così profondi per la tua mamma è commovente, anche se magari saranno passati tanti anni da quando lei se ne andata. Come vedi Vincenzo il tempo non cancella l'amore, l'affetto e il calore al cuore che si ha avuto per una persona. Però, amico mio, lasciami dire due paroline sull'ultime righe di questa bella poesia. Io non ho mai mancato di rispetto alla memoria o figura di mio marito solo perchè dopo qualche tempo ho incontrato e amato un altro uomo. Io sono stata una "buona moglie" ( scusami ma sta frase me sa tanto de na retorica che nun te appartiene) per tutti gli anni che abbiamo passato insieme, sono stata "fedele"..(pure qua..) ma questo non significa che non si discutesse a volte anche selvaggiamente, non si abbiano avuto divergenze ( ce mancherebbe!!). Solo che poi è successo quello che è successo. E tornassi indietro lo rifarei. Forse Vincè, non lo so eh, ma tua mamma non lo ha trovato un altro uomo che le ha fatto ri-battere il cuore come Gaetano ha fatto a me. E un pò...scusa eh, me dispiace per lei.

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    1. Bellissima testimonianza la tua, mgg64!

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    2. Io lo sapevo che ciavresti trovato da ridì, ma che ce voi fá, mi madre cisvevs 70 anni quanno è mancato papà, che volevi che facesse?
      Tu eri giovane e poi hai trovato Gaetano tuo. Si fusse capitato a mi madre de rinfognasse con n'antro omo nun l'avrei amata de meno, te posso assicurà.
      Ciao Mariagrà.

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    3. intanto, grazie Ornella. Il fatto che mamma tua c'aveva settant'anni Vincè conta e nun conta..ce sta gente che pure a ottanta se riccompagna! l'unica cosa che m'aveva fatto zompà dalla sedia era sta frase che ancora nun me cala " dopo diciotto anni che era morto, COME DOVREBBE FA OGNI DONNA PER AMORE E PER RISPETTO DEL PROPRIO UOMO"... ecco che te devo da di..me pare tanto na frase che c'ha n'sapore de maschilismo...avvilente...ma me posso sbajà io eh..pe carità. ogniuno è libero de dì e de pensà quello che vole..bona serata...

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    4. Ti dico la verità nuda e cruda: avevo in mente un'altra situazione. Sì, è maschilismo puro e mi dispiace di averne abusato. Non fuggo e non cancello, non mi nascondo quando commetto errori e adesso chiedo scusa a tutte le donne che amano e che, morto o meno il marito, si uniscono ad un altro uomo. La qualità intellettiva e morale di un uomo si misura non dal suo orgoglio smisurato, ma dalla capacità di ammettere i propri errori e chiederne scusa. Questo insegnamento mi è stato dato dal mio miglior maestro: mio padre.

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    5. Avevo dimenticato: ti ringrazio per avere così insistito nel volere puntualizzare una situazione. Evidentemente io e te ce volemo bene e tu volevi evitamme na figura de merda. Grazzie!
      Ripeto: stavo pensanno a nantra perzona, ma sbajavo puro lì. Io nun ciò diritto de giudicà nisuno, io nun so dio nnipotente, io. Però gni tanto ce casco e me dispiace che stavorta ho corto na perzona che je voio bene forte, ma che ce voi fa? Lo sai come so l'ommini: so rompicojoni quanno dovrebbero da sta zitti parleno e poi le parole je se rinfileno drento ar culo una pe una. Stavorta me lo so meritato, ma nun me fregheno più.
      Scusate donne, scusime tu gnota perzona che sai chi sei, scusime tu Mariagrazzia e grazzie pe avé tanto nsistito che ciò ripenzato, perché chi ce ripenza magara è cornuto come dicheno a Roma, ma si chiede scusa armeno nun è no stronzo.
      Stamme bene Mariagrà.

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    6. Vincenzo mi fai una tenerezza tale che ti riempirei di carezze e baci, e detto da me è tutto dire, visto che quando s'è trattato di bastonarti l'ho fatto " 'a do cojo cojo"! :-)

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    7. Qualche carezza e qualche bacio di tanto in tanto "ce vonno".
      Ma non ho fatto niente di straordinario: ho chiesto scusa alle donne, tutto qui.

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  3. Che piacere la vivacità di questo blog, questo botta e risposta che si svolge tra te e i tuoi lettori così autentico e sincero!
    Anch'io ho scritto anni fa una poesia a mia madre, con la quale ho avuto un rapporto molto meno elegiaco del tuo, cercando di esprimere il rimpianto per non averle mai saputo dire una sola delle mille parole d'affetto con le quali la ricoprirei ora.

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    1. Io sono immediato Nina, quello che penso scrivo e lo faccio immediatamente, a mio rischio e consumo. A qualcuno piace molto, a qualcun altro può dar fastidio, ma io sono fatto così, prendere o lasciare.
      A mia madre ho detto sempre, in vita sua, quel che volevo dirle nel bene e purtroppo anche nel male -facendole male assai- ora che è morta so quanto sbagliassi.
      A mio padre non sono mai riuscito una sola volta a dirgli una semplicissima cosa: "ti voglio bene".
      Non riesco a darmene pace.

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  4. Che poesiona!!!
    La mamma sarà contenta da lassù.
    Vorrei avere la tua capacità per descrivere ciò che provo per la mia.
    L'espressione di un sentimento così forte, che mi fa piangere e ridere nello stesso tempo, è davvero molto difficile farlo.
    Graaande Vincenzo, ciao.

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    1. Basta che ci metti il cuore, e poi la cosa viene come meglio non potrebbe venire.
      Credimi, non ci vuole tanto, devi solo dare ascolto al battito più sommesso del tuo cuore.
      Ciao S.Pia

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