mercoledì 5 maggio 2010

47 ANNI OR SONO - ATTO SECONDO E ULTIMO -

Il grande giorno era arrivato esattamente come tutti gli altri, piccoli, piccolissimi e microscopici giorni; giorni fausti, infausti, giorni del ciufolo e giorni di merda.
L'albergo dove avevo dormito la mia ultima notte da scapolo doveva avere le pareti di carta come le case medievali giapponesi dei film di Kurosawa. Mi ero addormentato cullato dal cigolio di molteplici molle sotto sforzo. Adesso mi risvegliavo al suono di poderosi sbadigli -questo è zio Sante; questo è zio Aldo-; un paio di ruttini sincopati bene auguranti -ammazza-disgrazie e metti-in-fuga-veleni del mio amatissimo papà; un'intasatura nel gargarozzo di un grumo di imprecazioni di mio fratello, che ha infrociato con le dita di un piede, o forse di tutti e due, contro lo spigolo di un mobile.
Bello! Mi piace: l'aria di casa portata in trasferta. Un po' di umanesimo capitolino nella terra dei Furlans, che a piano terra, giù al bar dell'albergo già si fanno un taiut o si scolano la prima sniape della domenica.
Spalanco la finestra. Inspiro boccate d'aria friulana, densa e lenta come il loro vento musone e montagnardo; lo scopri cinque minuti prima che arrivi a lambirti, tanto lentamente se ne scende dai monti e si incammina lungo le vallate.
C'è in giro sospeso qualcosa, da sabato del villaggio, anzi da domenica del paesone.
Una doccia veloce e poi via in maglietta e jeans a godermi gli ultimi sbuffi di vita solitaria. Da stasera niente più stronzate: debbo rendere conto dei miei atti a una sventola di un metro e settantasei a piedi nudi sul livello del mare. Cinque centimetri soli di vantaggio. Speriamo non le venga l'idea di mettersi i tacchi a spillo oggi!
Intanto pare che mi conoscano tutti. Devo cortesemente rifiutare "perché vado di fretta; ho i minuti contati" i loro inviti a bere un grappino. Se ne accettassi solo la metà mi porterebbero all'altare in quattro, ubriaco come un cammello saraceno, che festeggia l'aver scampato la circoncisione.
Trovo il tempo di incazzarmi col mio fratellone, che è andato a noleggiare una 1400.
"A che ti serve la macchina, mi dici?"
"Ho fatto un favore a quel tuo amico piccoletto."
"Chi, Umberto?"
"Mi ha detto che non aveva i soldi per la cauzione. Me li ridà a Roma."
"Sì, col cavolo! Non ti facevo così fesso."
"È festa, dai! Tanto tu ti sposi e vai a farti fottere."
Non è vero che Umberto non avesse i soldi per la cauzione. È che qui, negli otto mesi di prima nomina da sottotenente di complemento, si è fatto conoscere da tutti come il più grande sfasciacarrozze della Bassa Friulana. Nessuno gli avrebbe affittato una macchina.
Ma sono cavoli di mio fratello, che è grande e grosso abbastanza.
Intanto si sono fatte le 10 e si è scatenata la caccia al transfuga, al vigliacco che all'ultimo momento si è cagato sotto e se l'è squagliata.
Zio Sante è stato il primo a notare l'assenza del promesso sposo, l'Enzo ramenghino della malora.
Le 10,30. Sbavano tutti, parecchi già vestiti come pinguini per la fiera del pinguino padano, antesignana -pensa un po' tu- di altre future fiere e carnevalate padane.
Mia madre è in preda alle convulsioni. Mia zia Giulia ha innestato la risarella costante da isteria acuta.
E io non compaio.
Non dirò mai dove sono stato, nemmeno se mi infilate la canna di un fucile carico nel pertugio che preferite. È la mia privacy, è ancora la mia privacy, sono ancora signorino.
Alle 11, quando appaio in albergo bello lucido, pimpante e tiratissimo gli anziani della famiglia mi strappano alle lacrime di gioia di mia madre, che ha riavuto il figliol prodigo, e mi trascinano nella mia camera dove è pronto il bellissimo abito da cerimonia color antracite, cucitomi addosso -molto addosso, sto porcaccione- da Pietro Nàtoli, sarto di lusso, pederasta di lusso di tutte le checche di lusso, i froci d'elite e i ricchioni della Roma bene. Anche mio, che frocio non sono; sed mala tempora currunt e bisogna essere pronti a tutto, anche al paguro gigante e all'uccello padulo.
Alle 11,30 esco dall'albergo nuovo come un manichino dentro la vetrina di un negozio di moda. Mi basta far finta di muovere i piedi perché zio Sante e zio Cesino, arrivato da Venezia da un paio d'ore, mi tengono saldamente sotto le ascelle e mi fanno far di peso le poche decine di metri fino al Sagrato della Chiesa. Qui mi mollano, perché non sta bene mostrare ai villici la riluttanza del promesso, già che sono incavolati neri perché il romano si pappa il miglior frutto del negozio e a loro non lascia nemmeno le bucce; e poi, pensano i savi della mia famiglia, lasciamogli fare la sua porca figura.
Bella figura un cacchio fiorito! Mia madre -"compro tutto io, non ti preoccupare"- ha sbagliato le misure: biancheria intima Ragno, roba di lusso, del 6 mentre io porto il 7 da almeno cinque anni. Passi per la canottiera che mi arriva appena sotto l'ombelico e tira un po' sotto le ascelle, ma gli slip tirano al cavallo come una coppia di buoi incazzati, e segano peli proprio lì, dove tutto dovrebbe essere lasciato in pace almeno fino a stasera. Insomma, la festa non è ancora iniziata e già mi si sono strizzate le palle come due limoni muffiti.
Alle 11,45 tutti in chiesa e nessuno si caga più lo sposo perché adesso arriva lei, la tanto attesa, la più bella ragazza della provincia di Udine, quella impossibile che aveva mandato in bianco generazioni di ufficiali del "Nembo" e del 155° Artiglieria controcarro.
"Provaci tu, romano, che hai detto che le sdrai tutte; prova con lei, che non la da a nessuno" I subalterni della Calotta mi stanno provocando.
"La danno tutte, prima o poi" con sussiego e strafottenza.
"E allora faccelo vedere come si fa. Provaci tu con Annamaria" I vecchi della calotta si toccano il gomito.
"Una cena per tutti, ci stai?"
"Non scommetto mai sulle donne, mai sui cavalli, mai sui matti"
Così mi salvo la cena per 32 colleghi 32, famelici e stronzi.
Ma fammi un po' vedere se questa tiene così stretta la sua gonna. Non è possibile che sia così difficile, c'è sempre un modo per riuscirci.
Certo, stronzo! Te la sposi e lei forse...ripeto, forse...stasera ti mette la sua foto sul comodino.
È dunque andata così? Solo per vedere?
No: la verità è un'altra.
Annamaria non è solo bella da matti, bella troppo, troppo assai; Annamaria è la donna da non lasciarsi sfuggire per il resto della tua vita. La donna che una volta che l'hai sfiorata con lo sguardo, una volta che hai inalato il profumo della sua pelle dentro le tue narici, una volta che hai sentito tintinnare la sua voce dentro le tue orecchie, non puoi lasciare più. Il desiderio di ascoltarla di nuovo, di guardarla di nuovo, di fiutarla di nuovo ti sopraffà.
Era andata così con me, che mi ero accorto di amarla la prima volta che ci eravamo separati per più di due giorni.
Alle 12 ancora non arriva. Forse ci ha ripensato, forse ha preso la cosa sottogamba, forse ha una crisi di paura, di rigetto di fidanzato romano, forse...
C'è un po' di maretta nella Chiesa. Persino il parroco controlla il suo orologio. L'organista ha i crampi alle dita delle mani, già da tempo poggiate sulla tastiera dell'organo per intonare la marcia nuziale del Lóhengrin.
Alle 12,10 tirano tutti un sospiro di sollievo: Annamaria finalmente è apparsa in controluce sulla porta della Chiesa, al braccio dello zio Augusto, che le ha fatto da padre, dopo che il suo se l'è inghiottito la guerra.
Guardala! Si è messa i tacchi, e che tacchi! E i suoi lunghissimi capelli sono raccolti a crocchia sulla testa, come una immensa cipolla, per sorreggere lo strascico.
È almeno cinque centimetri più alta di me.
Dovrei dirgliene quattro...ma è troppo bella. Non me l'aspettavo così.
Sono talmente emozionato che rido come uno scemo. Chissà cosa le ho detto.
Non deve aver capito, perché è talmente emozionata che ha dimenticato il bouquet a casa.
Arriverà dopo; lo porterà sua cugina.
Nessuno s'era accorto della mancanza del bouquet.
All'uscita della Chiesa piove. Quattro gocce. Bastano.
"Sposa bagnata, sposa fortunata"
È andata così, gente, 47 anni or sono.



11 commenti:

  1. Grandiosa ed emozionante questa tua giornata speciale, condita pure dalla doppia suspence della sparizione tua e del ritardo suo...
    Ma non voglio invadere un tuo ricordo così magico, e mi limito a constatare la buffa potenza dell'associazione di idee: al nominare i grappini dei Furlans sono partito per la tangente a rievocare il mio mitico maresciallo Brandolin che teneva il corso NBC in quel di Bergamo, e arrivava in caserma in lambretta dopo aver fatto colazione con parecchi grappini.
    Ci deliziava con parolacce, bestemmie e storielle strampalate (tipo di quando durante un'esercitazione Nato tirò a un ufficiale inglese una fialetta puzzolente...)
    Ci chiamava "canguretti". Durante l'esercitazione finale, trasformata in pic nic in aperta campagna, stringendo forte il suo bottiglione di rosso esclamò: "Canguretti, non fatemi incazzare: qui c'è della frutta, c'è del formaggio, c'è del porcodi*...".
    Un ricordo tenerissimo e divertente, che probabilmente ha contribuito a farmi amare le bestemmie...

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  2. ...ma non si era detto che oggi non avrebbe nemmeno acceso il PC??? vabbè, la perdoniamo in virtù della poesia e della passione viva che sta sotto quell'esilarante racconto di miscellanee culture!! un capolavoro e...tanti cari auguri, anche alla signora!

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  3. Non avresti acceso il p.c.! è vero! e bravo l'andre che ti ricorda le promesse non mantenute.
    l'escamotage? l'aveva promesso a noi lettori, ma non ad A.M., il furbetto.
    (Tranquillo, non faremo le spie)
    ma...la partita? come conciliare l'inter e l'anniversario? Che dramma! l'amore coniugale può superare l'amore calcistico? la vedo grigia.
    a parte gli scherzi, auguri, di cuore, auguri di cuore scritto due volte perchè a doppia mandata.

    zzio scriba, posso commentare il tuo commento?
    ti fa così tanta tenerezza e così tanto ridere ricordare le cazzate dette da un maresciallo alcolizzato?
    CASPITA.

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  4. * Pimpa
    di solito tendo a non far decidere ad altri ciò che mi diverte o mi fa tenerezza... magari chissà quante cose divertono te e sono stupide e squallide per me, ma non sono mica affari miei, non mi permetterò mai di bacchettarti o fare il superiore e il perfettino dicendo CASPITA... (fra l'altro mi avevi già tirato le orecchie sul tuo blog dove era tuo pieno diritto, devi proprio fare la capoclasse pure in quelli degli altri? e se Vincenzo si sentisse in imbarazzo, per questa nostra inutile polemica a casa sua?)...e comunque il "maresciallo alcolizzato" era quello che si dice "una sagoma", ed era tutt'altro che una persona cattiva. Persone come lui tengono "alto il morale della truppa", magari se fosse stato un grigio e rigido bigotto si sarebbe verificato qualche suicidio da caserma in più...
    cordiali saluti

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  5. Andre- ho scritto il post ieri mattina prestissimo. Di sera sul tardi devo aver dato una guardata qua e là. Non sarà un peccato mortale, spero.
    Ma tu perché mi dai del lei? Ti mette in soggezione la canizie altrui?

    Zio Scriba- Perdonato, perdonato comunque, e sai il perché. Non ti crucciare: a Simba le bestemmie fanno venire l'orticaria.

    Simba- Perdonata anche tu, certamente, e anche tu sai il perché. Ricordo di avere usato una volta il tuo blog per una disputa velenosa durata ben più a lungo di quello che spero durerà questa. E tu non è che ti sia arrabbiata poi molto.

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  6. Simba- dimenticavo: ti chiedevi come l'ho messa con la partita dell'Inter. Eravamo a casa di mio figlio, interista accanito come è ovvio dato suo padre.
    Annamaria era lì a soffrire, perché è interista anche lei, abbastanza accesa se non proprio accanita.
    E ci sta diventando nerazzurra perfino Sara,mia nuora, nata juventina. Pensa un po' tu.

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  7. Zzzzio, nessuna polemica. solo che oltre alle bestemmie, che questa volta erano proprio gratuite, per non dire appositamente provocatorie, c'è un'altra cosa che mi fa venire l'orticaria: i blog dove ci si accarezza il pelo a vicenda e non si dicono in faccia le cose. "sono affari miei" dici tu. Ma nel momento in cui li metti su un blog, non sono più tuoi e chi passa ha il diritto di dire la sua senza essere tacciato di perfettinismo o superiorità, non credi?
    e come fai a scrivere CORDIALI saluti quando invece vorresti mandarmi afc?

    iaco, abbi pazienza. non prolungherò la tiritera. e poi non far finta di fare il saggio che perdona dall'alto della sua magnanimità, quando in realtà sei lì che sghignazzi. ti vedo.
    ieri sera hai unito l'utile al dilettevole, l'avevo immaginato... ma ... se AM ti avesse chiesto di portarla, che ne so, in un posto dove non c'era la partita, cosa avresti fatto?

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  8. nessun peccato mortale, anzi! è solo che mi divertiva l'idea di uno che promette e poi non sa resistere, una bella pagina di umanità pura!
    "Del lei": è una quastione relativa al mio modo di pensare ai social network. Luoghi dove si fanno incontri ma che non sono privi nè di buona educazione, nè di rispetto, nè di senso della persona. Nel senso che uno resta e rimane quello che è, e se nella vita "normale" l'avessi incontrata non v'è ragione alcuna per la quale le avrei dato del "tu"....almeno finora!
    a presto

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  9. Simba- AM ha tante belle qualità, tra le altre il senso dell'opportunismo. Poteva chiedermelo e sapeva che l'avrei portata nel posto dove voleva lei; ma non lo ha fatto, per non dispiacermi,gentile da parte sua. Non si è mai messa contro di me come un toro, forse anche per questo stiamo insieme da 47 anni.
    E poi faceva piacere anche a lei stare in famiglia, credimi.

    Andre- col tuo permesso della mia umanità rispondo solo alla mia coscienza. Avevo detto nel blog che non avrei forse acceso il PC, e se lo avevo promesso a qualcuno, lo avevo promesso a me stesso.
    Ho tradito me stesso? Sapessi quante volte sono stato costretto a farlo.
    Va bene per il lei. Ognuno ha i suoi principi e io li rispetto.

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  10. credo di essere stato frainteso, ma del resto si sà: per spiegarsi con un altro senza guardarlo in faccia bisogna essere davvero bravi con le parole ed io sono un po' scarsino, ergo ci riprovo. Mi sembra che quello che lei definisce un tradimento sia invece davvero un bel episodio che ben rappresenta la "fragilità" umana e, detto da me che sto lottando contro il vizio del fumo con alterni successi, mi creda, è una considerazione che sa cosa dice. Inoltre io ho sempre diffidato delle persone tutte d'un pezzo, senza cedimenti, senza "tradimenti" come dice lei: sarà perchè io non ne sono mai stato capace e il pacchetto di sigarette (da 10) che ho in tasca e la pancetta che non accenna a calare ne sono un segno più che evidente. In definitiva: ho trovato persin bello e "coraggioso" l'aver tradito una promessa (peccato assai veniale in questa circostanza) in favore di un bel racconto su una giornata così importante nella vita di un uomo e una donna. Nessuna interferenza di coscienza, mi creda.
    ...non so se sono stato spiegato....

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  11. Caro Andre questa volta ti sei spiegato eccome. Ma io non mi ero adirato, solo si capiva male, oppure la senilità infierisce e cala i primi colpi, tutto può essere quando non ci si può guardare in faccia, come giustamente fai notare.
    Effettivamente ho voluto tradire la promessa per raccontare un ricordo che per me è vivissimo e che volevo spartire cogli amici.
    A proposito del vizio che hai.
    Pensa alla pancetta, ma soprattutto alle conseguenze del fumo. Io ho smesso dopo 34 anni. Ero un fortissimo fumatore (fino a 50 sigarette al giorno). Ho smesso di colpo, per ripicca, per controbattere una frase di mia moglie, che suonava più o meno così: "Sei un uomo di merda! Dici sempre che smetti, ma non ci riuscirai mai."
    Avevo un mozzicone ancora acceso in mano -che altro?- Lo schiacciai con violenza nel portacenere (uno dei cento in casa mia) e le risposi: "Vedi questa? È stata l'ultima sigaretta della mia vita" .Momenti crepa dalle risate. Eppure quella fu l'ultima! Erano le ore 22,30 del 18 aprile 1984. La data non la dimenticherò mai.
    D'accordo io ho molta forza di volontà, ma se ci sono riuscito io da 50 a zero in un colpo, ci può riuscire chiunque.
    Anche mio figlio Federico fumava molto, ma lui è un ragazzo molto impressionabile: ha partecipato ad un meeting contro il fumo; ha visto certe foto di conseguenze ed ha piantato di colpo.
    Io e lui stiamo benissimo senza. Si può sopravvivere, anzi si vive meglio.
    Solo attenzione le prime settimane, perché ci si ingrassa dai tre ai cinque chili, non perché manchi la sigaretta, ma perché automaticamente al posto della cicca si mette in bocca qualcos'altro, tutto quello che capita sotto mano. Attenzione, quindi.
    Provaci Andre, a costo di andare nei boschi a correre per buttar giù la panza.

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