Questa mattina Annamaria ed io eravamo invitati a casa di nostra nipote Cristina per la prima colazione.
Che carina! Chissà quanto ha lavorato: deve aver pensato che volevamo abbuffarci. Perfino dei microbignè con la crema preparati con le sue manine. E poi due uova a testa e panini con burro e marmellata di ciliege, e tartine con affettati di qualità.
Per finire frutta fresca, povera anima.
Alla terza tazza di caffè mi ha chiesto se ero sazio.
"Fino alla prossima settimana", le ho risposto sdraiato sul divano come un pascià.
Alla TV intanto, sul programma della RTL davano un servizio su una regione africana, una delle tante dove la gente muore di fame. Un bel contrasto con la mia pancia piena vedere bambini neri macilenti contendere ad un cane un mezzo pesce pescato da chissà quanto tempo.
"Si possono visitare quei posti, ma non si può bere la loro acqua", ha detto Cristina.
"Quale acqua?" ho chiesto.
"La loro. Riescono a berla perché hanno gli anticorpi giusti per ammazzare i miliardi di microbi che ci nuotano dentro" , mi ha spiegato Cristina.
"Può darsi; ma mi risulta che ne abbiano ben poca", le ho risposto.
E ho pensato alle tonnellate d'acqua che noi sprechiamo ogni giorno, tanto basta aprire un rubinetto per averne d'avanzo.
Vedi come i nostri problemi del cavolo diventano niente se pensi ai loro, mi sono detto; e d'improvviso mi sono sentito un verme.
Qualche minuto più tardi un treno correva al piccolo trotto inseguito da una torma di ragazzini e di straccioni.
Fermava infine in una pianura dove c'era una marea di gente carica di fagotti e di mocciosi. Quella era una stazione per un treno che passava una volta alla settimana in una direzione, e la settimana successiva tornava indietro verso la direzione opposta.
Ritardi di giorni e nessuno protestava.
A proposito di treni: chi mi sa dire cosa significa sognare un treno merci che ferma in mezzo ad una piazza di una città vuota e aspetta viaggiatori?
Solo vagoni merci, senza tetto e con panche di legno per sedili piantate a più di un metro di altezza: quando ti ci sei seduto non arrivi a toccare coi piedi le tavole del pavimento del vagone.
Da un po' di anni sogno questo treno.
Mi si approssima un lungo viaggio verso il mistero?
A proposito di viaggi: l'autore di questo post intende accomiatarsi per qualche settimana dai suoi lettori.
Si stacca, finalmente. Si torna nella terra dei padri ad annusare di nuovo gli antichi odori: quello della terra cotta dal sole e quello salmastro del mare.
A risentirci amici per la fine di agosto, e felici vacanze a tutti.