venerdì 29 marzo 2013

OMNIBUS TRANSLOCANTIS SINE CONNESSIONE MANEBIMUS

Carissimi amici,
è giocoforza (bello, ammettetelo) staccare la spina e gli spinotti vari da codesto PC a cassetta, imperocché (non tanto bello, lo ammetto, ma si adatta al "giocoforza" di prima) è d'uopo (e daje) smontare la scrivania dove il suddetto PC poggia e trasferirla nella prossima dimora.
Già, perché gli Iacoponi fanno i traslochi durante le festività pasquali, mica come la gente normale, questo mai! E che semo normali noi?
Or si evince che costì (!) ci fosse un attacco con cavo dalla sorgente di Internet, colà invece doverossi sostituire il modem con uno wireless senza cavo. 
Perché aggio comprato un portatile e mi ci voglio spostare dove voglio, magari al bagno.
Rimarrò un po' di tempo disconnesso, almeno fin quando il ragazzo di mia nipote avrà il tempo di venire a fare l'installazione del blocco TV, telefono fisso e Internet.
Oggi in Cruccolandia è festa nazionale, Karfreitag, e non si possono fare lavori rumorosi, neanche un paio di buchetti nel muro, nemmeno sedute sul cesso troppo espansive, niente.
Parliamo tra noi sottovoce, tanto più che qui ci conoscevano tutti e un po' ci si poteva approfittare, là siamo nuovi e qui i nuovi li guardano sempre con sospetto.
Domani lo faranno e vedremo se funziona, altrimenti occorre un tecnico.
Colgo l'occasione per fare a tutti voi e alle vostre famiglie gli auguri pasquali. State bene, divertitevi ma non mangiate troppe uova pasquali, non ingozzatevi ché poi vi viene il mal di pancia.
A risentirci presto amici miei.

lunedì 25 marzo 2013

IDEA RUBATA


Se avessi avuto un vascello
ancorato nel mio piccolo porto
questa notte avrei alzato le vele
e solcato il mare negro e furibondo
falciato da freddissimi venti:
libero, solo, privato di angosce
verso un orizzonte sempre lontano
da non raggiungere mai.
Ma invece di un porto ho un garage,
il suolo è di cemento, le mura di tufo
e a togliere cielo dalla vista 
un tetto di amianto ondulato,
tutto molto borghese e poco o niente
sapore avventuroso.
Ma ci si può inoltrare nell'ignoto
anche guidando un'automobile nera
con cerchioni cromati, se si vuole, 
purché si abbia il coraggio
di marciare a fari spenti, guardando
il buio della superstrada come fosse
una oscurità marina,
e basta lasciare i finestrini aperti
e schiacciare a fondo l'acceleratore
perché la pioggia ti penetri la pelle
come la spuma del mare.
Un tuffo nel mistero,
nell'assoluto imprevedibile e nascosto,
un rischio cercato per puro gusto
dell'orrido e del disastro incombente.
Ma poi purtroppo tutto deve finire:
luci blu lampeggianti mi inseguono,
polizia o pompieri o ambulanza, non so,
mi conviene accendere i fari e le luci 
di posizione e rallentare la corsa.
E solo attraverso la luce dei fari
riconosco i fiocchi di neve che a migliaia
mi turbinano incontro, e che già hanno
ricoperto la strada. L'ambulanza
mi sorpassa veloce col suo carico triste
e disperato.  Non riesco più a spegnere
le luci adesso che mi accorgo che il volante
vibra niente affatto tranquillo tra le mie
mani per via del fondo stradale
sdrucciolevole e ghiacciato.
Ma è stato bello come un sogno,
come un incantamento, come
la liberazione dalla solitudine e dalla noia.


Idea balzatami fuori dalla testa e poesia scritta di getto, una parola dopo l'altra questa mattina senza interruzione, alla rilettura di un commento di Silvia del 5 dicembre 2010 a un mio post della stessa data dal titolo "Viaggiavo solo di notte".
Bello il commento, buona l'idea rubata.




martedì 19 marzo 2013

IL GIOCO DELL' ASSO PIGLIA TUTTO

Adesso qualcuno dirà che magari sono unico, ma politicamente inguaribile, sta di fatto che stamattina ho incontrato un mio amico tedesco, che segue le vicende italiane perché ha una moglie italiana e una casa vicino Lecce dove vuole andare da pensionato e dove va ogni anno, e dove paga una IMU salatissima, il quale appena mi ha visto mi fa: "Was für eine Seltsamkeit, die predigen so moralisch, aber dann nehmen sie alles", che in italiano corrente significa: che stranezza, quelli predicano moralítà ma poi si pigliano tutto.
Lo ha detto un crucco, che vuole l'Europa, vuole l'Euro - e ti credo!- e non vuole casini, ed è sinceramente preoccupato che i casini siano di casa da noi, dove poveraccio vorrebbe passare tranquillamente gli ultimi anni di vita in un clima "fantastico, col sole tutti i giorni", come dice lui, che qui lo vede spesso solo in TV.
Cosa gli avrei dovuto rispondere? 
Non è una stranezza, gli ho risposto. Perché la sinistra va al potere -si fa per dire- così raramente che quando ce l'ha arraffa tutto e porta a casa. Vedi Hans, ho continuato, tutti siete convinti che l'Italia sia rossa, perché dai tempi di Garibaldi sembra che solo chi stava da quella parte avesse ragione e gli altri fossero tutti delinquenti. Quando si tratta di andare a fare casino in piazza ci vanno tutti i nostri bravi comunistardi, tanto non si rischia niente, al massimo una manganellata da un celerino, ai miei tempi ruggenti, ma adesso nemmeno quella perché la polizia si tiene alla larga dopo i fatti di Genova; allora dai forza, petto in fuori e i vari Bersani di turno pensano di prendere il 60% dei voti. Ma poi si va nelle cabine, dove non li vede nessuno e votano spesso e volentieri dall'altra parte. Perché Hans? Ma perché sono italiani, aderenti tutti al partito della pagnotta, alla frazione del meglio non esporsi altrimenti lo prendiamo nel culetto, tanto voteranno rosso gli altri, eravamo così tanti.
E i vari Bersani non vincono mai, e ancora non hanno capito che i sondaggi sono pappa per i fessi e che la gente si tiene il suo, tanto in Italia tutti hanno qualcosa da perdere, magari l'occasione di andare a fare un po' di casino in piazza e a sfasciare un po' di vetrine senza doverle ripagare.
E adesso? Mi fa lui. 
Adesso niente. Adesso arriverà il papocchio, quello che voi tedesconi non capite mai, tu meno degli altri che hai una moglie italiana, ma i nostri politici saranno magari bravi, ma sono italiani, non puoi dire solamente che sono dei politici, ci devi sempre attaccare quell'italiani altrimenti non capisci un cazzo Hans.
E chi faranno presidente, lo sai tu che sei italiano?
Bella domanda. Certo che lo so. Adesso che si sono presi le presidenze di Camera e Senato tu pensi, Hans, che mollano ad altri il Quirinale? E allora che sinistra italiana sarebbe, una sinistra di fessi. Si pigliano pure quello, pure la poltrona di Presidente della Repubblica, ti pare che no?
E chi faranno secondo te?
Questa è la domanda da un milione di euro, però voglio buttarmi a indovinare. Io dico che faranno un polverone per coprire, tireranno fuori magari lo specchietto per le allodole Finocchiaro, che è una donna e sarebbe pure buona secondo me, ma loro puntano molto più in alto, Hans. Porteranno avanti Prodi al penultimo ballottaggio, poi spareranno la cartuccia più fragorosa e tireranno fuori dal cilindro il nome del grande Zampanò.
E chi sarebbe?
D'Alema, Hans, così avremo sette anni di inciuci, ma io me ne frego perché il giorno dopo vado al Comune di Wörth e chiedo la cittadinanza tedesca, che mi spetta di diritto dopo più di 40 anni di Germania. Ti saluto Hans e stammi bene.

giovedì 14 marzo 2013

MA CHE COMBINAZIONE

Jorge Mario Bergoglio è il nuovo Papa, fin qui niente di eccezionale. Solo i non credenti non lo conoscevano, perché di questo cardinale non si ignorava l'impegno civile in una terra in cui molto, troppo di frequente il diritto dei deboli, degli altri, dei diversi dai migliori o presunti tali viene calpestato. Sembra poi che nel 2005 Ratzinger vincesse in volata per una manciata di voti su questo cardinale, quindi il Conclave conclusosi ieri sera è stato in effetti il secondo tempo di una partita iniziata otto anni fa.
Un uomo apparentemente dimesso, ma che sembra incredibilmente determinato a fare qualcosa di diverso. A prima vista, per chi lo ignorava, una replica dell'elezione di Angelo Roncalli, chiamato a governare momentaneamente la Chiesa perché i suoi confratelli non si mettevano d'accordo. Un papa vecchio, che duri poco, anche un po' malato perché si possa riflettere sul successore. Sembrava innocuo e invece ha cambiato il corso del papato, che dopo di lui non fu più lo stesso.
Penso che anche questo farà lo stesso, e da cattolico poco cattolico ci godo.
Ma vorrei raccontarvi di una curiosa coincidenza.
Alcuni anni or sono scrissi un racconto, che doveva nelle mie pie intenzioni essere il canovaccio per un lavoro teatrale in due o tre atti. Si parlava di un prete che diventato vescovo al posto di un altro -errore anagrafico, se ricordo bene- si dimostra così capace e santo da venir promosso cardinale nell'immediato Concistoro. Viene mandato in Cina e lì imprigionato come sovversivo e nemico del popolo. Ma avviene un disastro naturale, un'alluvione e il nostro cardinale fa una serie di "miracoli" e salva la popolazione di un'intera città. Tutti i cittadini di quella enorme regione si convertono al cristianesimo e lui viene scarcerato, proprio mentre a Roma muore il Papa e lui deve rientrare per il conclave.
È un momento delicatissimo per il mondo -c'era ancora la cortina di ferro, eravamo negli anni '60- e sembrava che da un momento all'altro scoppiasse una guerra fratricida.
Dentro il conclave il cardinale decano ancor prima dell'inizio delle votazioni, chiama i confratelli a considerare che la Chiesa corra un pericolo mortale e che abbisogni di un santo e non di un pontefice politico alla sua guida, per cui questo giovane cardinale, che aveva nel mio testo appena 45 anni, viene eletto per acclamazione.
"Accipe! Accipe!" Gli chiedono i confratelli e lui si mette a piangere, ma poi accetta.
"Quale nome scegli per il tuo pontificato?" gli chiede il decano.
E lui risponde: "Francesco".
l'idea di mettere al mio papa il nome del Santo dei Santi mi venne una notte; mi svegliai e scrissi la scena.
Mi è sempre piaciuto quel nome, che non ho dato ai miei due figli per rispetto. E mi sarebbe sempre piaciuto che un nuovo eletto se lo imponesse. Bergoglio lo ha fatto. Bravo, congratulazioni. 

sabato 9 marzo 2013

STA FACCIA MIA

Da npo de tempo ciò na faccia
che me pare la mappa der tesoro, 
na fetta de spiaggia d'inverno
piena de zeppi, de alghe vomitate
dar mare e de cacate de cane
che ce cammini drento 
e te c'inzaccheri tutto. Na faccia
de povero Cristo bastonato, na faccia
de morto de fame, che nisuno
se lo caca e quanno passa pe strada
la gente se scansa e nun lo guarda.
Mo tu me venghi a dì che devo
da annà dar dottore a famme vede,
io nvece penzo che me converebbe
famme vedé dar beccamorto
che me pia già le misure, nun te pare?
Ma nun lo vedi che si parlo
de morì manco me gratto più
li cojoni a pelle. Dichi, e che vor dì?
Vor dì che nun me ne frega più
na mazza, vor dì che me so
stufato de campà e de vedé
sta faccia da clandestino tutte
le matine ne lo specchio der cesso,
che poi quello sarebbe er mejo posto
indove sta tranquillo, perché 
er posto mio è quello, drento 
ar cesso indove stanno li stronzi
a galleggià ner piscio. E te saluto.