lunedì 31 maggio 2010

RACCONTO ALLA ROVESCIA DI UN PAIO DI GIORNI NON PROPRIO QUALSIASI

Leggendo un recentissimo post di una mia amica, http://fuma62.blogspot.com/2010/05/vita-al-contrario.html, mi sono fatto cadere sul naso l'idea di come avrei potuto raccontare un paio di giorni non proprio qualsiasi della mia vita.

Prima parte- circa alle undici del mattino, in un ambiente assai tranquillo.
Qualcuno mi sta togliendo le bende dagli occhi. Vedo il chiarore del giorno, o di una lampada molto forte; Qualcuno mi parla:
-Non apra subito gli occhi, ha capito? Tenere gli occhi chiusi, bitte, ha capito?
-OK! Ho risposto, visto che insisteva tanto.
Le bende sono tutte via. Adesso vedo una luce attraverso le palpebre: potrebbe essere una lampada tascabile oppure un laser. È una luce che Qualcuno sposta da destra a sinistra e viceversa, due, tre volte.
-Che cosa vede? Chiede Qualcuno- Che cosa vede, insiste. Deve avere poco tempo o poca pazienza, o entrambe le cose.
-Una luce che si muove.
-Dov'è adesso?
-Ferma alla mia destra.
-E adesso?
-Ferma alla mia sinistra.
-Apra gli occhi; ma piano piano, bitte.
Mi sembra che le palpebre siano incollate, appiccicate l'una sull'altra. Le spiccico a fatica. Apro una fessura, la allargo. Vedo tutto opaco: chi si è divertito a spalmarmi burro sugli occhi?
Piano piano vedo chiaramente qualcosa, dopo aver chiuso e riaperto le palpebre per un paio di volte. Qualcuno non dice niente; ha spento la pila e tace; dove cavolo sta Qualcuno?
-Cosa vede adesso?
È tornato nel quadro; mi sta davanti; indossa un camice bianco: Qualcuno è un medico.
-Cosa vede, bitte.
-Un dottore col pizzo e gli occhiali con una pila in mano.
-Bene, molto bene.
È soddisfatto Qualcuno, quasi ride.
-Che mi è successo?
Cazzo! Nessuno mi spiega dove sto e come sto.
-Abbiamo i risultati delle analisi del suo sangue.
-Allora?
-Avvelenamento del sangue.
Dice proprio così: "Blutvergiftung". Ho il sangue avvelenato. Chi è stato?
-Verrà una mia collega a farle la anamnesi. Io però adesso indovino: lei è stato nella piscina di Rappenwörth e ha fatto il bagno nella vasca nuova.
Non me lo chiede, lo afferma.
-Macché bagno. Ho immerso le gambe, l'acqua era troppo fredda.
-Solo le gambe? Non la testa? Non ha bevuto di quell'acqua?
-No...si...no...beh, forse qualche goccia...mi sono spruzzato un po' il torace e la testa...
-OK. Ha bevuto.
-Non mi sembrava sporca.
-Non era sporca, solo infetta. Un batterio che già conosciamo. Lei è il settimo ricoverato da ieri con gli stessi sintomi.
Che bello! Siamo in tanti e tutti ancora vivi, malgrado l'ingozzata di batteri.

Seconda parte- La notte precedente, verso la mezzanotte, sull'autostrada Karlsruhe-Landau.
Sono al volante della mia macchina assolutamente sobrio -bevo solo caffè o succo d''arancia quando devo guidare- con a fianco mio nipote Alessandro di 20 anni, tutto eccitato.
-Dai, dai! Pista, pista ché ce le siamo perse -dice il moccioso.
Allude a sua madre -mia figlia Stefania- e a sua nonna -mia moglie AM.
Stefi in autostrada di notte non supera i 90. Io sto a 140 e lui mi incita a pistare. E io pisto. Si arriva subito sui 160, ma poi diminuisco sui 150 perché ha piovuto e l'asfalto è ancora bagnato.
Alessandro si volta indietro. ma li abbiamo infilati tutti e sua madre non arriverà prima di mezzora.
Bello viaggiare con un nipote giovane. AM oltre i 100 già si aggrappa con le mani e si puntella con i piedi, e poi rompe e rompe. Molto meglio il nipote giovane. Però devo stare attento, penso, perché da qualche parte deve essere successo un incidente. C'è un elicottero in avvicinamento, ne sento distintamente il rumore dei rotori.
Aspetto di vedermelo sfilare sopra la testa, ma non passa. Il rumore è aumentato, deve stare proprio sopra di noi.
-Riesci a vedere dove sta?
-Chi, la mamma?
-No, l'elicottero.
-Quale elicottero?
-Sei sordo? Quello che sta sopra le nostre teste.
Mi sta guardando e ride.
-È uno Zeppelin, nonno: è lo Zeppelin della birra Moninger.
-Non fare lo stronzo: c'è un elicottero sopra di noi da qualche minuto.
Mi guarda e ride sempre.
-Non c'è nessun elicottero, nonno.
-E sto rumore?
-Quale rumore?
-Non senti niente tu?
-Perché, tu cosa senti?
D'accordo, è mio nipote è ha qualcosa di me, quindi gli piace scherzare e prendere la gente per il culo, ma un elicottero non ti vola sopra la testa tutti i giorni, o le notti.
Però, dove sono le luci di posizione?
Forse ho bucato. N'est pas possible: la macchina non decelera e non sbanda.
Allora me lo suono nella testa 'sto elicottero. Che cazzo mi succede?
Un attimo dopo penso: devo togliere il piede dal gas.
Un secondo dopo esplode un lampo bianchissimo davanti alla macchina.
-Che è stato?
-Cosa?
-Quel lampo bianco. Cazzo, non hai visto quel lampo?
Adesso mi guarda un po' preoccupato.
-Ti senti bene, nonno? Vuoi che guidi io?
-Che cazzo dici!
Ma il rumore dell'elicottero si è incistato: è come se si fosse infilato dentro una montagna di burro o di margarina. Anzi è come se il burro abbia riempito la mia testa.
Alessandro mi sta dicendo qualcosa ma io non lo sento: gli vedo muovere le labbra come un pesce in un acquario.
Forse incomincio a sentirmi male.
Fermare sta macchina. Devo fermare sta cazza di macchina. Adesso tolgo il piede dal gas.
Senza più un rumore; senza più rumori; solo un ronzio sordo, lontanissimo.
Un muro nero mi è caduto davanti agli occhi.
Silenzio dentro di me; solo un martello pneumatico che mi picchia al centro della cassa toracica e fa un male boia. Silenzio dentro e fuori e una muraglia nera tutta intorno a me.
Sono cieco e sto morendo.
Fermare sta cazza di macchina.
Vedo solo una larva di luce, uno spicchio lateralmente a sinistra; qualcosa del volante e le mie cosce in basso; niente altro.
Una mano di Alessandro sul mio braccio destro.
Fermare sta cazza di macchina, finché c'è il rettilineo. Ancora mezzo chilometro.
Colpo di freno, non energico, cortissimo.
Frizione giù -dalla quinta alla quarta.
Volante stretto in modo leggero, non convulso. Vibra.
Colpo di freno più energico, ancora molto corto.
Frizione giù -dalla quarta alla terza.
Volante vibra ma resta dritto.
Colpo di freno assai più forte, ma corto.
Frizione giù -dalla terza alla seconda.
Colpo di freno fortissimo, lungo.
Volante afferrato con forza.
Frizione giù -dalla seconda alla prima.
Pedale del freno giù a morire.
Volante tenuto come Sansone le sue colonne.
Sta cazza di macchina è immobile.

Forse Dio esiste.
Forse è tutto culo.
Forse il mio famoso sangue freddo.
No, Dio esiste.
No, è culo.

Adesso Alessandro fa tutto lui. Non so cosa faccia, ma a me va bene tutto: lui è salvo, io posso anche crepare.

Terza parte- Sabato nella piscina di Rappenwörth, la più bella e moderna di Karlsruhe.
Stefania e il suo manzo sono già in postazione quando io e AM arriviamo: noi non li abbiamo invitati; loro non ci hanno invitato. Casualità. Casualità del cazzo.
Stefi parla, parla, parla, parla per tutti e quattro.
Il manzo -infatti- tace, grazie a Dio.
AM ascolta, ascolta, ascolta, ascolta e qualche volta annuisce.
Io sto lì impalato e mi rompo i coglioni.
Non mangio. Se l'acqua è calda faccio una nuotata.
Afferro un polso di AM e la tiro su dalla sdraio.
-Non ne hai abbastanza? Andiamo alla vasca nuova.
-È fredda.
-E tu come lo sai? Proviamo.
-Facciamo tutto il giro, in riva al fiume.
Una camminata di 20 minuti, sotto il sole. Ci voleva sto caldo dopo un inverno di merda.
Arriviamo alla vasca. Poca gente dentro; tutti fuori come lucertole al sole. AM immerge mezzo alluce di un piede per mezzo secondo.
-È fredda.
-Fammi sentire.
Calda non è, ma io insisto. Immergo i piedi, poi scendo uno scalino e ce l'ho ai polpacci; ancora uno scalino e arriva alle ginocchia. Vado avanti nell'acqua bassa finché mi bagna le cosce e i bermuda. Chi se ne frega, sono quelli dell'anno scorso.
-Non andarci dentro -intima AM.
-E chi ci va!
Ma mi bagno il petto, il collo, la testa e anche un po' la faccia.
Mi va un po' d'acqua in bocca.
Buona quest'acqua. Sembra quell'acqua minerale che compriamo in Francia; sembra Evian, sembra Vittel "eau minérale naturelle".
Solo un po' dolciastra, ma buona.



7 commenti:

  1. se ti è venuta voglia di postare e sei riuscito a scrivere senza addormentarti sulla tastiera vuol dire che stai meglio, e ciò non può che farmi piacere.
    Spero che questa disavventura ti abbia fatto passare la voglia di fare Schumacher sulle strade crucche e bagnate solo per assecondare l'incoscienza di un ventenne, la normale incoscienza di un ventenne, incoscienza che dovrebbe essere mitigata dalla saggezza di chi ha qualche anno in più.
    Fossi AM, sarei incazzata nera con herr iacoponi asso del volante.

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  2. Alessandro ha detto, parlando con estranei: "Mio nonno è un fenomeno e guida daddio! Ha guidato cieco per quasi un chilometro e la macchina non si è mossa di un millimetro. È riuscito a fermarla e io non mi sono accorto di niente!"
    Non sono Schumacher e nemmeno Senna, ma sentire queste parole mi fa bene e tanta tenerezza.

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  3. "Qualcuno", "Ho il sangue avvelenato. Chi è stato?", "Sta cazza di macchina", "Lui è salvo, io posso anche crepare", non sono che quattro perle da me pescate a caso in questo scrigno prezioso che mi ha detto una cosa: tu sei uno Scrittore.
    Un abbraccio.

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  4. Mi fai incazzare, herr iacoponi. sembri un adolescente che si vanta delle sue prodezze al volante. la parole di tuo nipote non ti dovrebbero ispirare vanteria, quanto senso di colpa per aver rischiato anche la sua vita.
    se siete vivi entrambi devi ringraziare ... Dio, un santo in paradiso, il destino, il culo, quello che preferisci, tutto tranne quello per cui continui a vantarti.

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  5. Zio Scriba.
    Grazie degli apprezzamenti; ma più che scrittore questa volta sono stato un cronista. La storia mi è veramente capitata la settimana scorsa. Probabilmente non sono stato così coraggioso come mi descrivo -non me lo ricordo proprio- ma quella cazza di macchina sono riuscito a fermarla.
    Hai ragione, comunque: l'ho riletto e il taglio è buono.

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  6. Simba.
    Non mi vanto affatto delle mie gesta da asso del volante. Ho solo riferito le parole di un ragazzo di 20 anni, che sostiene da quando era piccolo che suo nonno "è il migliore del mondo".
    Ho scritto "sentire queste parole mi fa bene e tanta tenerezza", ed ho scritto esattamente quel che provo.
    Tu sei per il momento "soltanto" madre. Quando sarai nonna ti accorgerai che le carezze dei tuoi nipotini ti saranno ancora più gradite di quelle dei tuoi figli. Non chiedermi il perché, io non lo so, ma me lo dicevano mia madre e mio padre; allora ci credevo e no. Adesso so. È così.

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  7. Bellissime, queste tue parole sul nipote. Mi è tornata in mente la volta in cui la mia povera madre disse che l'amore per le due nipotine (figlie di mio fratello) era "il doppio" di quello per i suoi figli. E io stupidamente ne fui per qualche attimo geloso e quasi offeso, prima di rendermi conto che il doppio di Infinito altro non era che un altro Infinito!

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