venerdì 6 luglio 2012

APOLOGIA DEL DISORDINE OVVERO DISORDINE COME MASSIMO SISTEMA

Avevo scritto un testo sulle profonde disquisizioni che avvenivano nell'affollato reparto "Pluricasini e affinità incasinanti" del mio cervello, quando, per un evento straordinario, una parte del testo è andata alla deriva planando sul post "Io sto col toro tutta la vita".
Una nota di commento da parte di Silvia mi ha dato la sveglia e il coraggio di rincorrere, agguantare, mordere quei concetti che svolazzavano in libertà mescolandosi a bovini e altri animali, per riportarli nell'originario scaffale del mio cervello.
Ho ricucito lo strappo in virtù delle mie doti di divino quacchero della penna e ora vi propongo il testo originale.


Io vivo nel disordine psicofisico e pratico, amo il disordine, lo costruisco, mi ci ficco, mi ci crogiolo, mi ci esalto. È la mia religione e la mia scrivania il suo altare: come benedizioni piovute dal cielo vi si ammucchiano, vi si depositano, vi si stratificano ondate di fogli e foglietti, mezzi tovagliolini, ritagli di giornali, mozziconi di vecchie matite a colori, una parola scritta là, un indirizzo mail lì, un elemento di un disegno sotto, un incipit di una poesia sopra; e poi astucci colorati, pagine sparse di immortali sudoku brillantemente risolti, eccetera, etcetera, et cetera, et caetera.
Chi vi racconta che l'Altissimo alloggia nei cieli vi prende in giro spudoratamente. Chiedetelo a me, che gli fornisco la dimora nel punto più nascosto della mia scrivania. Qui "Egli È" e "Io Sono". Qui Egli ritrova il suo soffio primario e la sua iniziale concretezza.
Tutto è successo un attimo dopo il Big Bang, quando l'immenso corpaccio informe della divinità è imploso in miliardi di miliardi di pezzettini, intorno a ciascuno dei quali si è aggregata materia in cerca di una meta: pianeti, soli, satelliti, cieli stellati, notti senza luna e tutto quello che si può vedere dei nostri universi paralleli divennero parti staccate del dio casinista originale, buono a nulla, amorfo e arruffone.
Pertanto io sono Dio. Per cui traballando alla cieca nel mio divino disordine, nel mio sovrano pasticciare quotidiano io traggo dal gran casino le forze e la cognizione dell'essere; non cambio mai nulla nel disordine ormai bell'e pronto e impacchettato, mi adeguo ad esso, ne divento parte, sono io il disordine primario, io disordine di me, Big Bang di me, divinità di me, perla e porco di me, diamante e pezzo di merda di me, tutto e niente di me.
Se questa evoluzione è avvenuta così rapidamente nel mio pensiero e mi ha portato a identificarmi col mio disordine -io disordine di me- ciò significa che dopo il Big Bang il corso evolutivo di tutto il baraccone che ne è seguito ha potuto aver luogo soltanto nel disordine e perché solo il disordine esisteva e si propagava all'infinito.
Se infatti tutto fosse stato ordine non ci sarebbe stato più movimento, né spinta ad occupare spazi di vuoto: tutto sarebbe stato già al suo posto fermo e mobile nella sua immobilità, come il meccanismo di un orologio da polso che si muove dentro la cassa dell'orologio, mentre fuori di essa autonomamente mai, unicamente se si muove il polso cui sta avvinto.
Pertanto tutto il sistema e l'insieme dei massimi sistemi ha avuto vita dal disordine, e siccome è provato che i nostri universi sono in continua espansione e quindi in movimento, se ne deduce che tutto è disordine e che solo nel disordine è il benessere, il malessere, insomma l'essere che sta bene e che sta male, cioè la vita.
E visto che per vivere abbiamo bisogno di respirare, l'aria è disordine; abbiamo bisogno di mangiare, il cibo è disordine; abbiamo bisogno di defecare, la merda è disordine; abbiamo bisogno di bere, l'acqua è disordine; abbiamo bisogno di pisciare, il piscio è disordine; per riprodurci abbiamo bisogno di scopare, ogni scopata è disordine; l'orgasmo è disordine; la gioia è disordine; il dolore è disordine; il giorno è disordine; la notte è disordine.
Ma se tutto è disordine, allora dov'è l'ordine? Non esiste? Ma se non esistesse l'ordine non esisterebbe nemmeno il disordine e sarebbe il nulla.
Vero il contrario: esistono entrambi, legati insieme indissolubilmente da una minaccia di eliminazione totale, cioè di morte, di fine e di annullamento del tutto. Il disordine, va detto in chiaro, non è l'antagonista e il nemico dell'ordine, al contrario ne è il primo coordinatore e unico collaboratore. Non ci sarebbe ordine senza il disordine, che ci sarebbe da mettere in ordine altrimenti?
Faccio un paio di esempi.
Come potrebbe una madre rompiballe -la rompimadre- dire al figliolo casinista: "Non lasciare le mutande sporche per terra, quante volte te lo devo dire, e metti a posto i tuoi libri, e poi questo e poi quello e poi quell'altro"? Eliminando il disordine si sarebbe tolto alla rompimadre il suo pane quotidiano, le si sarebbe levato per così dire il boccone di bocca.
Come potrebbe una moglie rompicoglioni -la rompimoglie- rovinare la giornata al marito imbranato con la solita lagna: "Non lasciare le calze usate dentro le scarpe, ma tirale fuori che prendano aria; e quando togli la camicia non rimetterla di corsa nell'armadio insieme a quelle stirate; e spegni la luce quando esci da una stanza, e non venire in cucina che ho appena lavato per terra"? Eliminando il casino si toglierebbe alla rompimoglie la possibilità di escalation quotidiana; e poi si dà il caso che la rompimoglie sia anche la rompimadre, cioè la donna di casa, la regina del focolare, e quindi si può postulare che la rompidonnadicasareginadelfocolare solo così, nel totale disordine, salga in quota mitragliando e bombardando chi trova sotto di lei, naturalmente in grande assenza di ordine, ed esprima la pienezza del suo essere.
Insomma disordine e ordine come bene e male, come amore e odio: legate a doppia mandata queste tre coppie vanno a braccetto a spasso per l'universo.
L'amore finisce dopo un po', mentre l'odio è immortale.
Il bene viene a noia, il male è più divertente, quello fatto agli altri si capisce, con l'eccezione dei masochisti che godono nel subirlo.
Allo stesso modo l'ordine fine a se stesso finisce col guastarsi e diventare disordine. Se in una stanza appena pulita lasci tutto al suo posto, chiudi la finestra, spegni la luce, serri l'uscio e te ne vai altrove per un anno, al tuo ritorno nella stanza sarà puzzo di chiuso, polvere e disordine, quasi per autosuggestione.
Si torna sempre sul luogo del delitto, cioè dove si è nati e quindi tutto tende verso l'attimo primario del Big Bang, verso il caos primitivo, il grande minestrone, il dio informe e bolso originale. Qui si giungerà col profondo convincimento che è il disordine che crea, mentre l'ordine distrugge, appiattendo le forme e i volumi; che il disordine è divino, l'ordine umano quindi povera cosa, caduca e mortale; e che infine bisognerebbe codificare questo in trattati  da trascrivere in testi, che però prevedendo un certo ordine di scrittura sarebbero in contrasto con l'assunto, rendendo quindi impossibile scriverli e forse è meglio così.

7 commenti:

  1. "tutto è disordine" ed è vero...trovo che sia una cosa normale il disordine, come anche tu dici,però...però.. personalmente poi, sarà devianza professionale, sarà devianza rompimadre, quando rimetto in ordine provo soddisfazione del lavoro compiuto. Ma è anche questione psicologica. Spesso pulendo, risistemando do anche un ordine ai miei , tanti..troppi, pensieri. Mi convinco che sto "ordinando" ciò che mi affolla la testa. Che spesso però, senza far nulla di particolare, se ne va "a zampe pell'aria" così come se niente fosse. Questo tanto per dire che quando scrivi che l'ordine distrugge.... hai ragione.
    ( non lo so se me so spiegata..scusa se ho sderazzato l'argomento, certo tu volevi di qualcosa de più profondo..io so stata tera-tera)

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    1. Nun ce sta a sformà Mariagrà, io volevo solo rifamme la faccia: siccome so incasinato da na vita allora volevo da dimostrà che nun so boni solo quell'antri, ma puro li casinisti...
      Sto scherzando. All'inizio di ogni creazione c'è disordine: in un quadro all'inizio ci capisce solo il pittore -se ci capisce-; nell'abbozzo di un romanzo spesso hai solo una gran confusione e pasticci; quando stai per parlare co na persona che te sta veramente ner core e ciai paura de smarronà e allora fai un casino e t'incarti da solo co le parole.
      Ho reso l'idea?
      Ho capito quello che dici: pulendo e "mettendo in ordine" dai una sistemata anche al casotto dei pensieri, perché ti concentri meglio.
      A me capita l'inverso: per trovare il filo conduttore dei miei pensieri necessito di una grande confusione mentale, dentro di me, perché se c'è qualcuno che disturba che chiacchiera ci rinuncio subito. Per questo le mie cose le faccio di notte, quando c'è intorno silenzio. Allora vedo bene nella confusione che ciò nde la capoccia e parlo a voce alta -per quanto posso cercando di non svegliare Anna Maria- perché il suono della mia voce mi orienta.
      Guarda un po' quanto sono complicato!

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  2. A volte invidio gli ESTREMAMENTE ordinati: perchè sanno sempre dove sono le chiavi della macchina e il telefonino, perchè al mercoledì puliscono di fino la sala e al giovedì il bagno, perchè non devono passare la vita a chiedere in giro chi l'ha visto.

    Io sono una disordinata di natura, sempre in via di pentimento, a volte incamminata sulla via della redenzione, che cerca di sopravvivere ri-ordinando una casa dove tutti gli altri sono assai più disordinati di me.
    Accessi di ordinite acuta seguiti da giorni di assoluto catafascio.
    Continue ricadute.
    Prediche che nessuno ascolta anche perchè non ci metto passione, ma rassegnazione.
    Mia figlia dice che i disordinati sono creativi, ma è solo una scusa, ovviamente.

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    1. Se hai letto bene vedrai che appunto tua figlia ha ragione: NOI siamo creativi, i pignoli che sanno sempre dove trovare la loro roba no.
      Ma qui occorre fare un distinguo: io, per esempio, conoscendo il mio disordine interno ed esterno da anni, non ricordo più quanti ma sono decenni, sono solito mettere alcune cose, tipo chiavi della macchina chiavi di casa penna orologio telefonino cose così,sempre allo stesso IDENTICO posto. Guai se per un attimo tradisco questa abitudine, dovrei buttare giù mezza casa per ritrovare l'oggetto che non ho più sotto mira. Però io nella mia scrivania so dove sta ogni cosa: se tu venissi e mi chiedessi, che so, un francobollo io tirerei su una pila di cartacce, sposterei un quaderno e ti tirerei fuori il tuo francobollo. Rendo l'idea?
      Quindi disordine legato estremamente stretto con la creatività e dico io spesso con la bontà, perché i cattivi abbisognano di estremo ordine per pianificare esplicare e produrre la loro malvagità.
      Pertanto NOI SIAMO I BUONI, ma non siamo panettoni Balocco, né gelati Sammontana...:)))

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  3. Quello che volevo dire è che mia figlia avrà anche ragione, ma lei la usa come scusa!!
    E do ragione anche a te.
    Hai letto Milan Kundera, il romanzo il valzer degli adii?
    Sposa la tua tesi finale, quella nel commento sopra:

    Che cosa spingeva la gente alla loro sinistra attività? La malvagità? Senz’altro, ma anche il desiderio di ordine. Giacchè il desiderio di ordine vuol trasformare l’universo umano in un regno inorganico in cui tutto marcia, funziona, in cui tutto è assoggettato a una norma superindividuale.
    Il desiderio di ordine è al tempo stesso desiderio di morte, giacchè la vita è una perpetua violazione dell’ordine.
    Oppure, con una formula opposta: il desiderio di ordine è il pretesto virtuoso con cui l’odio per gli uomini giustifica i propri misfatti.

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    1. Di Kundera ho letto solamente "Il libro del riso e dell'oblio" del '78, a causa del quale un anno dopo gli fu tolta la cittadinanza cecoslovacca, e "L'insostenibile leggerezza dell'essere".
      Vedo che concorda con la mia tesi finale, come l'hai chiamata tu perché "i cattivi abbisognano di estremo ordine per pianificare esplicare e produrre la loro malvagità".
      Che "il desiderio di ordine sia desiderio di morte, giacché la vita è perpetua violazione dell'ordine" mi trova assolutamente d'accordo e l'ho scritto nel mio pezzullo.
      A proposito: questo secondo non è stato rovinato alla grande col suo finale, vero?
      :))

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  4. Nell'universo e nella vita tutto si accoppia, per cui è chiaro che senza il disordine l'ordine non avrebbe motivo d'essere; e viceversa. L'amore senza l'odio come contr'altare sarebbe un pozzo di noia. Il virtuoso se non ha un delinquente a cui specchiarsi sarebbe una persona monca. Il credente senza l'ateo non avrebbe un campo in cui seminare le sue fesserie. Lo scienziato senza l'ignorante cui esporre le sue teorie dopo poco darebbe fuori di testa per implosione dei suoi stessi pensieri (vabbé, danno fuori di testa lo stesso per autocombustione in un vuoto che cercano di riempire con le cretinate più cretine).
    Il disordine è bello. Stampo il post, lo ingrandisco e lo metto in bella mostra in giro per casa, magari sopra i poster dei Tokio Hotel o di Avril Lavigne o di Johnny Depp ordinatamente appesi in ogni angolo libero di muri e armadi.
    Ciao.

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