giovedì 15 novembre 2012

TATORT 10


5.

Guardare il tetto della casa dei gerani
a testa un giù
è bello.
Stare coi piedi poggiati sul cielo,
vedersi addosso il mondo
come da dentro una Sujuz
è proprio bello;
subito dopo è noia,
è già domani
e ieri nemmeno è mai esistito.

Sotto il tetto
nella soffitta tutte le mie robe accatastate,
abbandonate lì da secoli:
vecchi libri mai letti,
carte gialle di disegni
e di abbozzi,
pezze di tela non preparata, 
resti di antichi quadri
non finiti.

Un mio vecchio amico muratore
ripara e intonaca
la soffitta,
perché da anni
ci piove dentro.
Sull'intonaco fresco
per quattro giorni
di seguito dipingo tre
donne nude
color vermiglio.
Per quella in mezzo
Irene posa nuda
un pomeriggio intero,
in piedi su una panca,
bevendo vino bianco portoghese.
Io lavoro veloce, arrampicato sugli ultimi
pioli della scala a libretto, 
a torso nudo, imbrattato
di rosso, con indosso
solo un paio
di calzoncini larghi e corti.

Irene adesso è scesa dalla panca
e mi regge la scala:
guarda in su
dentro i calzoncini
e ride, e fa boccacce.
Mi solletica sotto i piedi,
mi agguanta alle caviglie,
mi tiene fermo,
poi mi strattona, e di nuovo
mi tiene fermo.
Mi strappa alcuni
peli dalle gambe, qua e là,
mi infila le mani
dentro i calzoncini, mi tira
la pelle dei testicoli.
È allora che io ti dico
"Piantala amore mio
 sennò ti casco addosso."
Ma tu sali un paio di pioli
e i tuoi capelli mi sfiorano
lo scroto, e tu mordicchi
la pelle più sensibile e tenera
all'interno delle cosce.
Ho un'erezione enorme
e tu continui il tuo gioco.
Sali ancora un paio di pioli, 
mi appoggi i seni sulle natiche
e mi dai piccoli morsi sulle reni
tutto in tondo.

Il colore e i pennelli sono già
caduti sulla vecchia tela
che ho disteso sul pavimento.
Intanto che intensamente mi penetra
il calore del corpo
tuo nudo nel mio,
le tue mani frugano
con movimenti lenti
dentro i miei calzoncini.
Scendo a fatica dalla scala
con te appesa addosso:
ci rotoliamo sulla grande tela
dentro il colore rosso,
realizziamo la nostra
Action painting alla Pollock,
la tua pelle e la mia
al posto dei pennelli.


6

L'uomo nuovo che è disteso sul letto
lo vedo per la prima volta:
alto e grosso,
piedi enormi come pale,
peloso e gonfio
di grasso qua e là.
Faccia non tanto intelligente,
pochi capelli in testa
tagliati alti due dita.

Irene è sotto la doccia, 
e ci rimane un bel po',
dall'acqua caldissima si lascia accarezzare.
Avvolta arriva in un lungo
asciugamano colorato,
trasudando vapore.
Tutta si allunga sul letto
di traverso,
poggia la testa sul pube
dell'uomo nuovo.
Lui cerca di toglierle di dosso
l'asciugamano, ma lei
se lo tiene stretto
intorno ai fianchi,
e respinge il suo braccio.

S'alza ad un tratto e di nuovo
va  a farsi la doccia;
nella stanza
nuda e bagnata ritorna:
una sigaretta si accende,
due boccate e la spegne;
cerca un CD, nel pleyer
lo inserisce, poi
di nuovo lo toglie.
Indossa un accappatoio bianco
di spugna, si sdraia
accanto all'uomo
sul letto.

"Perché tanto nervosa?", chiede lui.

Non gli risponde Irene. Ancora
una sigaretta si accende,
butta la cenere per terra.
Le unghie dei piedi controlla,
dà un'occhiata all'uomo
grasso; si alza,
va in cucina,
tira fuori dal frigo una bottiglia
di latte, ne beve
due o tre grosse sorsate;
rimette il latte nel frigo,
azzanna una pera,
mastica un po'
poi sputa tutto.

"Perché tanto nervosa?", chiede
di nuovo lui, 
e le piglia una mano.
"Non mi sento sicura.", risponde
e la mano ritrae.
"Proprio adesso che il Comandante
 crede a tutto quello che tu
 gli dici?"

"Non mi convince", lei dice; "io non mi fido
 di quel tipo.
 Se vero è
 che lui tutto si beve
 quello che dico io
 perché allora
 mi sta
 sempre attaccato addosso?
 Cosa si aspetta da me?
 Che in qualche modo io mi tradisca?"

"Non devi aver paura:
 tu rispondigli sempre
 con le stesse parole;
 sempre le stesse parole, mi hai
 capito?
 Lui non può farti niente:
 lui non conosce il motivo,
 né può arrivarci mai.
 Anche se viene
 a sapere di me
 niente può farti, 
 niente può farci: vuol dire
 solamente che tu hai
 un amante, come tante altre donne,
 come tutte."

"Forse tutto
 è stato fatto avvenire
 troppo presto."

"No, Irene: il momento giusto
 solo adesso si è presentato,
 solo adesso."

"Il rischio è ancora troppo grande, però
 e io ho tanta paura."

Si stringe a lui,
ha brividi di freddo,
chiude gli occhi
e nasconde la faccia
sul suo petto.









25 commenti:

  1. Porca puttana nooooooo lei no !
    È un finale troppo scontato se è stata lei, uffi.
    Vincè che ci prendi per il culo?
    :)

    Ok questo è il commento di stomaco, ora ti scrivo quello da brava lettrice.

    Bella la scena della scala, sembra di essere li con loro a guardare l'amplesso, sei bravissimo Vincè!
    Stai iniziando a deliniare il finale, ma non penso che che andrà a finire come ci stai raccontando in questo capitolo....oppure è che io non vorrei che ad ucciderlo sia stata lei, potrei accettarlo solo se il movente è intrigante

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    1. Il guaio è che tutti siete convinti che sia un giallo, pensato come tale, mentre ha me ha intrigato fin dalla preparazione e dall'immaginazione della storia lo stato di morto che pensa in qualche modo e agisce in qualche modo.
      Sono un "giallista per caso" Lillina.

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    2. E vabbè c'è un omicidio, non si conosce l'assassino un po' giallo è !
      Per farti contento ti dirò che è un giallo paglierino :)

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    3. **Meglio giallo paglierino che giallo sbiadito.
      Lo piglio come un complimento, così di stima.
      Ok!:DDD

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  2. Ciao Vincè!
    Descrizione dell'evento da 110 e lode wwwow!
    Non ci credo….ci stai depisitando né?? :DD

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    1. Depistando? Non, sto cercando di ricopiare quello che ho scritto finora e nel frattempo penso al finale.
      Una faticaccia, perché devo rientrare nel Vincenzo che aveva scritto allora quel Tatort, ricostruirmi quell'abitat mentale.

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  3. Ciao Vincenzo
    quindi ricapitolando, il nostro caro o non caro defunto cerca di capire chi lo ha ucciso, giusto?
    La donna come pensavo nascondeva qualcosa, difende quest'altro uomo che, chissà perchè, penso potrebbe essere un suo parente che d'accordo con la donna, ha ucciso il pover'uomo forse per eredità.
    Potrebbe andare bene come finale.
    La cosa che più mi incuriosisce è: cosa farà il morto una volta che avrà scoperto chi lo ha ucciso?
    Farà in modo che qualcuno comprenda la verità?
    Spero di non esserti di intralcio con queste mie constatazioni, visto che ancora il finale non è stato ancora ideato.
    Però sei davvero molto bravo in quel che fai, forse con un pò di difficoltà in più il racconto viene anche meglio di ciò che pensavi.

    Ti saluto con affetto

    La Spia

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    1. Sono, per la stragrande parte, le stesse domande ed ipotesi che mi pongo io. Come vedi non sei la sola.
      Non voglio sbalordire nessuno con un finale come i fuochi a Piedigrotta, tanto meno me stesso. Cerco un finale che mi piaccia, perché so, per esperienza, che se piace a me piace anche agli altri.
      Non mi sei di intralcio, anzi mi aiuti. Vedo che non sono il solo che naviga al buio.
      Rifletto l'affetto come una superficie d'acqua e te lo rimando. Ti piace?
      Ciao.

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    2. Wowww!
      Sbalorditivo!

      La Spia

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  4. Un giorno la smetterò di incartarmi con le parole, te lo prometto!

    La Spia

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    1. Il giorno che la smetterai di incartarti con le parole sarà un brutto giorno per i tuoi cari, perché sarai morta. Si nasce così e non ci si cambia. E poi chi lo dice che ogni cambiamento sia un miglioramento? IO no di certo.
      Tschüss.

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  5. No, questo non mi piace, Irene mi provoca di nuovo disgusto.
    Mi irrita e mi innervosisce.
    Mentre sento sempre più vicina la solitudine di quell'uomo che è rimasto attaccato alla vita degli altri senza sapere nemmeno perchè.

    Abbraccio.

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    1. Perché vuole sapere, conoscere, almeno adesso che è morto e finalmente capire quel che da vivo lui, e non solo lui, non ha capito.
      Io me lo immagino così il mio aldilà.
      Pretendo troppo?

      Restituisco l'abbraccio.

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    2. Ora, io immagino la mia vita nell'aldilà molto lontana e diversa da questo posto, pieno di beghe e di dolori.
      Come quello di questo pomeriggio, ad esempio.
      Un luogo dove non sarei più portata a fare domande sul passato.
      Ma proiettata verso un mondo spero, migliore.

      Poi, ma se è morto scusa, come mai è ancora ossessionato dal suo passato?
      Cosa in realtà non ha concluso, per essere ancora così legato alla sua vita terrena?
      Lo appagherebbe conoscere i perchè sulla sua vita interrotta?
      E poi?
      Si, sei pretenzioso, come tutti gli esseri umani, me compresa, che fanno fatica ad immaginare l'altrove e se lo immagino lo vedono come qualcosa di molto simile a ciò a cui sono abituati.

      Abbracciobis. oggi serve, eccome se serve.

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    3. Possiamo immaginarcela come meglio crediamo, ma saremo comunque sorpresi, sempre che un'anima possa sorprendersi liberata del corpo.
      Non è ossessionato dal passato: registra eventi che prima, da vivo, non vedeva e nemmeno osservava.
      Cosa non ha concluso?
      Me lo sono immaginato ma è presto per dirtelo
      Abbracciobis purtroppo che è servito a ben poco.

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  6. e no! ma proprio mo dovevi smette de scrive?? me so presa du minuti pe venì a legge e me fai annà a leto co sto senso de...de..bò manco te lo so spiegà..va bè Vincè vedi de fini sto racconto/giallo/nero che io c'ho da fa e vojo sapè la fine. :P

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    1. Ma che te piacerebbe da sapé come che va a finì er pomicio? Co du botte Mariagrà, come deve da finì?
      Intanto provice tu che te fa sempre bene, e puro all'omo tuo, mpoi te lo scrivo io, che magara manco te ce lo scrivo perché a me sti esercizzi spirituali e no manco me garbene più tanto. Insomma scopeno e poi dormeno.
      Ma perché sti due stanno nzieme e che cacchio staveno a fa primma quanno che er morto adera vivo, bè quello me piacerebbe de sapello puro a me.
      Mo le l'aricconto e poi te l'aricconto a te.
      Te va bè? Me consoli.
      Ciao Mariagrà, bona domenica de pomicio e de vita.

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  7. Tutti e 10 tutti d'un fiato...quanto cazzo scrivi bene!

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    1. Grazie! Ma io uso la regola di mia nonna: non dire mai ad un cuoco, ma quanto cucini bene; non dire mai ad un uomo, ma quanto fai all'amore bene; non dire mai a uno scrittore, ma quanto scrivi bene, perché dopo il cuoco ci mette troppo sale, l'amante aspetta a pancia all'aria che incominci tu con qualche massaggino malizioso e lo scrittore...smette di scrivere bene.
      Per fortuna che con questi insegnamenti mi sono vaccinato.
      Hai letto tutti e 10 d'un fiato?
      Ammazza se sei bravo, complimenti.

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  8. Non so se mi posso permettere ma vorrei stamparlo. In formato A5 su due colonne, carta patinata grigio chiaro. Si può? Non riesco più a raccapezzarmi e le scene mi colano addosso non come giallo ma come vermiglio scuro velato di grigio.
    Un'altra richiesta: alla fine.....la copertina.
    Ciao Vincè

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  9. Stampa per uso personale chiaramente.

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    1. Ti concedo l'imprimatur.
      Per la copertina sei certamente in grado di dipingerla eccellentemente senza alcun consiglio da parte mia, sarebbe a dire che mi fido della tua capacità introspettiva.
      Ciao Rosà.

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  10. QUESTA È PER LILLINA

    Lillina, ma che cavolo hanno combinato i tuoi ragazzi sul tuo blog? Ogni volta che tento di entrare il mio sistema di sicurezza mi blocca il programma per la presenza "di un virus o di un programma indesiderato". Risultato? Zero.
    Mai fare avvicinare persone, soprattutto se giovani esperimentatori, al proprio PC, memento.

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