venerdì 6 marzo 2015

SU TUTTO

Su tutto
il dominio del dolore,

dove il dolore è il soggetto, 
il predicato verbale 
e il complemento,

l'acquisizione di una realtà,
la conquista di te medesimo

la costruzione di un edificio di falsità
mattone per mattone
gradino per gradino.

Certamente,
biascicatore di frottole e di lamentele,
adesso che sei prono in attesa
della tua prossima sventura
ti sia finalmente chiaro
che una sorta di maledizione divina
incombe su di te.

Come pensi di sfuggirle?

Cosa speri?

Dio potrebbe cambiare idea?

18 commenti:

  1. Mi hai fatto venire in mente una scritta meravigliosa scorta su un muro anni fa:
    "Con te dio non ha ancora finito".

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    1. Sai qual'è il mio problema esistenziale, Franco? Io non ho certezze sull'esistenza o la non esistenza di Dio. Una cosa so per certo: se Dio esiste non mi ama.

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  2. E non si finirà mai di sperare amico mio. Però diventi sempre più spietato con te stesso.

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    1. Non mi piace di vivere sperando per morire disperato, preferisco immaginarmi appoggiato allo stipite di una porta ad osservare il casino che avviene dentro la stanza dove dovrei rinchiudermi per viverlo intensamente quel casino.
      È quello che ho fatto fino a ieri, fino a stamattina, vivere nel mio casino, e adesso un tantino mi sono stufato. Vorrei guardarlo con distacco, ma non ci riesco porcaccia vacca boia.
      "Diventi sempre più spietato con te stesso", dici. Che si vede?
      Bacio.

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    2. Ohibò!
      Occorre metterci una pezza pazza, forse meglio una pizza, ma niente puzza sennò diventa una pozza pazza...oddio mi incarto!

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  3. Risposte
    1. Parla italico, napoletano o sardo, bitte. Lo sai che sono ignorante. Come posso risponderti se non ti capisco?
      Carezza.

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    2. Resisti! Resisti! Resisti! :)

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    3. Adesso sì.
      Ok, sta tranquilla, che resisto e in sella insisto.
      :))

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  4. Che sono 'ste geremiadi !?!
    A me sembra che il casino di cui parli, ti abbia dato molto.
    Non rinnegarlo e crogiolatici ancora.
    Ciao Vin!
    Cristiana

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    1. Non è che io mi lamenti per partito preso. Forse mi lamento perché so che io "solamente" nel casino, in questo casino so esistere a modo mio e che una vita normale (ma che cosa voglia dire non l'ho capito bene) non fa per me, almeno finora non sono stato capace di vivere in una stanza ordinata, come la maggior parte delle persone che mi capita di incontrare. Allora a volte penso che se quelli sono normali io non lo sia e che la persona che mi sta vicino da una vita abbia dovuto subire questo mio casino, che certamente ha dato tanto a me, ma forse ha tolto qualcosa a lei.
      Ecco. Ci sono momenti in cui queste riflessioni si fanno.
      E le poesie sono in effetti solo riflessioni su cose dure, acide, impervie, quelle che obbligano a tirar fuori le palle.
      Ma non lo rinnego sto mondo, perché non so e non posso, e mi ci "crogiolerò" ancora per un bel po'.
      Ciao Cris.

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  5. Ciao Vincenzo!
    C'è solo una opzione..affrontarlo senza piangersi addosso,non fraintendermi che so che tieni capa dura
    Abbraccio bell'omo ! ;)))

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    1. Sì, Claudia, io tengo a capa tosta e se la sbatto al muro devo chiamare un muratore per riparare il muro. E questa è la mia forza.
      Grazie del contrubuto bella donna! :)))

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    2. pessimismo cosmico o momentaneo?

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    3. Si sente che sei "tósca" nell'anima.
      Il pessimismo cosmico darebbe un afflato universale a codesti versi miei.
      Il pessimismo momentaneo significherebbe una non meglio precisata rosura di pelle di palle, che viene e che va come il vento di mare.
      Propendo per il cosmico, ci guadagno.
      Tschüss

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  6. bè è impegnativo eh...il cosmico intendo!

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    1. Me ne rendo conto, labronica, ma mi piace l'impegnativo dove posso impegnarmi in un impegno cosmico...alt! mi sto incartando...volevo dire, vada per il cosmico, mi dona.
      Tschüss

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