sabato 17 aprile 2010

TETTI ROSSI

Un uomo sta di fronte a un cavalletto e lavora su carta da 300 grammi il foglio. Lavora con grafite su carta da 300 grammi il foglio. Lavora con pastelli grassi su carta da 300 grammi il foglio. Lavora una, due ore con grafite e pastelli grassi su carta da 300 grammi il foglio. Poi lascia la stanza, spegne la luce, chiude la porta a chiave e se ne va, lasciando al buio i suoi lavori su carta da 300 grammi al foglio.
Poi ritorna. Riapre la porta. Riaccende la luce. Siede di fronte al cavalletto e ricomincia a lavorare su carta da 300 grammi il foglio. Qualche volta con grafite, qualche altra volta con pastelli grassi.
Soggetti astratti qualche volta, anzi spesso, sempre più spesso.
Linee oblique, forme a volta accennate, a volta impresse con forza sulla carta.
Qualche volta però cambia soggetto. I suoi soggetti diventano tetti, spesso sono tetti, sempre più spesso sono tetti, a volte quasi solamente tetti, a volte solamente tetti. A volte tetti.
Tetti piantati su muri di case. Tetti rossi piantati su muri di case non rossi.
Tetti rossi -perché i tetti sono rossi- piantati su muri di case non rossi -perché i muri non sono rossi.
Tetti rossi su muri non rossi di case senza finestre né porte.
Un uomo siede di fronte a un cavalletto a lavorare su carta da 300 grammi il foglio, dipingendo tetti rossi, piantati su muri non rossi di case senza finestre né porte.
E quell'uomo è felice. Sofferente, ma felice.
Quell'uomo che siede di fronte al cavalletto e dipinge tetti è felice.
Perché i tetti gli scaldano il cuore nel petto. Perché i tetti gli ridanno la sensazione della Geborenheit.
La più bella parola tedesca, a giudizio dell'uomo seduto davanti al cavalletto. Significa "sicurezza", la sicurezza di chi si sente in salvo. Perché Geborenheit deriva da geboren, che significa "nato".
Quindi la sicurezza che ti dà il ventre materno, quando ancora non hai messo il naso fuori, nel mondo e ignori il dolore e la paura.
Un sostantivo che nasce da un participio passato.
Un participio passato che non è un verbo, perché non ha una coniugazione, non ha un presente, non ha un passato remoto, non ha un futuro, non ha un infinito.
Solo un participio passato. Che significa "nato". Ma non si può dire: io nacqui, oppure io nascerò, oppure solamente nascere.
Niente. Solamente "nato".
Sui documenti ufficiali, nome; cognome e poi geboren am, cioè "nato il".
E come possono i tedeschi coniugare questo verbo, che verbo non è ma solamente un participio passato?
Con l'aiuto del terzo verbo ausiliare. la lingua tedesca infatti ha tre verbi ausiliari: haben avere; sein essere, werden divenire.
Con werden si coniuga il futuro semplice e anteriore; con werden si coniuga il condizionale; con werden si coniuga tutto il passivo.
Werden è fondamentale.
I tedeschi dicono: geboren werden, che significa "divenire nato".
Che meraviglia!
Si diventa nati, non si nasce. Fa tutto la madre. Il feto diventa nato, diventa un bambino.
Ciò che conta è geboren "nato" cioè, perché tutti siamo per una volta nella vita diventati geboren. Non nasciamo, diventiamo nati.
Un uomo sta seduto di fronte a un cavalletto e lavora su carta da 300 grammi il foglio.
Con pastelli grassi dipinge tetti e riassapora la Geborenheit, la gioia, la sicurezza che si ha all'interno del ventre materno quando ancora non si conosce il dolore, quando ancora non si conosce la paura, prima di diventare nati.
Poi un giorno quell'uomo -come tutti gli altri- wurde geboren , "diventò nato" e la Geborenheit cessò.
Lui la cerca nei tetti rossi che dipinge su carta da 300 grammi il foglio.

6 commenti:

  1. I tetti rigorosamente ROSSI sono i miei preferiti, e anche il pastello grasso mi piace molto, per la sicurezza nel tratto e l' allegra vivacità dei colori, due caratteristiche, che, in effetti, ricordano l'età infantile, in quei primi passi di quel "diventare nato" in divenire.
    "I tetti gli scaldano il cuore" mi ha risvegliato un flash recente: ieri ero in montagna e osservavo, dall'alto, una chiesa senza tetto, e pensavo che una costruzione senza tetto perde la sua funzione, diventa completamente inutile, perchè il tetto è tutto.

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  2. E che cosa mi dici di tetti rossi piantati sopra muri privi di finestre e di porte?
    Ti risveglia qualcosa?
    Oppure non ci avevi fatto caso?

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  3. E quei tetti rossi hanno reso immensamente felice una piccola personcina molto lontana ma molto molto vicina a te!
    E come se quella personcina li avesse lì davanti, a sua disposizione, come se li potesse vedere ogni volta che lo desidera.
    Come se il pittore li avesse dipinti solo per lei sapendo che quando li guarda le scoppia dentro ogni volta una piccola bolla di felicità immensa.

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  4. Ben arrivata Nina, chiunque tu sia.
    Hai scelto un nome antico, che si usava una volta a Roma. In ogni scala di ogni palazzo c'era almeno una Nina o Ninetta. Erano sempre personcine piccole, ma peperoncini rossi, come quei tetti di cui parlo nel post.
    Benissimo! Un po' di pepe ci vuole proprio.
    Bella l'espressione della bolla di felicità, che ti scoppia in cuore.
    C'è sempre tanto da imparare da voi donne, non finirò mai di capirlo, e continuerò a dirlo finché anche gli altri, i tanti che da questo orecchio non vogliono sentire, se ne renderanno conto ed accetteranno di ammetterlo.
    Faccio il propagandista della seconda metà del genere umano e trascuro la mia metà di appartenenza, per un po'.

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  5. Non potrei mai vivere in un bunker, divento claustrofobica al solo pensiero; per fortuna casa mia ha tante finestre e porte finestre. Mi piace starci dentro, al sicuro, oziare sul balcone, scrivere davanti alla finestra con vista sul cortile, e se intravedo uno sconosciuto che ha tutta l'intenzione di entrare, mi affretto a chiudere la porta a chiave, perchè, cacchio, la lascio sempre aperta, per sbadataggine ma anche per eccessiva ingenuità.

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  6. Fai bene, bisogna diffidare degli sconosciuti che vogliono entrare. Potresti però chiuderla prima, perché qualche volta una porta aperta fa venire la voglia di vedere cosa c'è dentro.
    Io me la sono cavata non mettendo porte e finestre sui muri sotto i tetti rossi, così le belle inquiline ingenue e sbadate non corrono il pericolo di vedersi indesiderati ospiti dentro casa.

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