domenica 24 febbraio 2013

HABEMUS PAPAM

Si chiama Alt St. Vincentius Krankenhaus, vecchio ospedale di San Vincenzo, per distinguerlo dal nuovo, costruito in un altro quartiere della città, ma anche questo è nuovo, cioè rinnovato, e qui ti hanno fregato, perché mentre prima c'era una guardiola con un portiere al quale tutti gli imbranati chiedevano informazioni e che a gesti, a urli, calci, morsi e bestemmioni ti faceva capire dove diavolo dovevi andare, adesso c'è un apparecchio telefonico, che ripete sempre le stesse giaculatorie e non ti fa capire un granché. Però una cosa l'ho capita: scendere nel sotterraneo. Scendiamo, Anna Maria ed io, e ti saluto scuffia. Non meno di dieci corridoi e tutte le scritte indicano tutto e il contrario di tutto. Che pacchia la modernità. Dobbiamo proprio avere la faccia dei pastori di Betlemme, perché una giovane infermiera ci viene in soccorso. 
"Posso essere utile?"
"Ho un appuntamento col Professor Scheppert."
"Secondo corridoio, in fondo a destra, ci sta scritto Medicina nucleare", e ci indica il corridoio giusto.
"Hai visto Annamarì, è arrivata la stella."
"Quale stella?"
"Quella di Betlemme".
Naturalmente non capisce al volo e Paganini non ripete. Sono cinquanta anni che si affatica a starmi dietro. Io sono lento come una lumaca ma il pensiero batte record mondiali uno dopo l'altro e la mia polentona non lo segue. Sfigata, si poteva trovare un polentone come lei.
In fondo a destra del corridoio ci sono quattro uffici di accettazione. Me li faccio tutti e quattro, perché il mio, manco a dirlo è l'ultimo.
"Ho un appuntamento col Professor Scheppert", ripeto come un pappagallo per la quarta volta. 
L'impiegata, alta e segaligna, guarda il registro elettronico.
"È vero"
E che dico bucie io?
Mi passa un modulo con trenta domandine facili facili, ma alla fine non c'è la caramella premio.
Come mi chiamo, se sono maschio o femmina, quanti anni ho, colore delle mutande, malattie avute, medicinali presi normalmente -bello sto normalmente, come se io ogni mattina al posto della colazione mi pigliassi tre capsule e quattro pilloline-, dolori accusati, dolori passati, dolori futuri, vogliono sapere se io sia incinta, ancora no sono rimasto ai preliminari, insomma ci manca che mi chiedano la misura e il diametro della mazza poi mi hanno chiesto tutto.
"Deve firmarlo in calce".
Firmo.
"Frau Professor Scheppert la riceverà tra poco, si accomodi nella sala d'attesa numero due."
Frau Professor? Chissà perché quando si sente Professore si pensa automaticamente ad un uomo, mai ad una donna. Siamo rimasti nel vecchio millennio noi omarini.
Anna Maria prende una rivista e sfoglia, senza leggere, perché è troppo nervosa e perché ha dimenticato gli occhiali nella macchina. Io attendo il donnone. Chissà perché mi immagino che sia grossa, vecchiotta e brutta, misteri della fede maschilista che ci portiamo dietro dalla nascita.
"Herr Iacoponi" , cavolo ha azzeccato il mio cognome, successo poche volte qui in Cruccolandia, bene che mi vada mi chiamano Incaponi.
"Ja, bitte"
Sta davanti a me: non avrà più di quaranta anni, ed è una falsa magra come si dice, perché malgrado la veste, giubbetto e pantaloni non attillati, si intravede con un po' di fantasia; porta gli occhiali,ma è decisamente una bella donna. E deve essere molto brava, per dirigere un reparto che è uno dei tre esistenti così avanzati in tutta la Germania. Sono fortunato, perché Karlsruhe dista dieci chilometri da casa mia; gli altri e due sono a Norimberga e ad Hannover. 
Le do i miei documenti, avuti dal mio cardiologo: ci sono tutti i dati che le interessano, come i valori del sangue, il famigerato TSH che è un po' troppo elevato e poi i dati relativi a tutto il resto. Se li legge e sembra molto interessata.
Siamo nel suo studio e lei non ha detto una parola, sempre e solo letto.
"Adesso le faccio una iniezione, è solo un mezzo di contrasto, poi dopo venti minuti di attesa verrà un tecnico che le farà una radiografia particolare. Probabilmente le girerà un po' la testa, ma non si preoccupi"
E di che? Stiamo in un ospedale, no? Se avanzo seguitemi, se casco per terra raccoglietemi.
Appena passati i venti minuti, precisione tedesca, arriva il tecnico. Sarebbe a dire la tecnica. Ma ci stanno solo donne qui dentro? Questa comunque è una via di mezzo tra una donna e un armadio a tre ante. Avrà si e no venticinque anni, ma con una sua chiappa si costruirebbe tranquillamente una poltrona. Ride e mi guarda come il lupo doveva guardare cappuccetto rosso. 
"Kommen Sie mit"
Vieni bello che mi ti pappo.
"Devo spogliarmi?"
Così non mi si sporca di sangue il maglione nuovo.
"No, allarghi solo il collo della camicia, questa è solo una schermata superficiale"
Solo? Dura dieci minuti e mi pare che l'attrezzo che mi ha calato sulla faccia -io sto sdraiato su un lettino strano, ma comunque abbastanza comodo- non faccia alcun rumore, quindi o sta lì per combinazione, o lei ha dimenticato di accendere sto coso, oppure sono io che non sento niente, oppure sono già defunto. Boh!
"Finito", dice il panzer e mi toglie il coso dalla faccia.
"Aspetti in sala d'attesa, Frau Professor la chiamerà"
Anna Maria mi chiede come sia andata.
"Non lo so. Mi sembrava una cosa di mezzo tra un disco volante e uno scolapasta. Non so a che servisse, ma aspetto fiducioso"
La Frau Professor mi richiama nel suo studio.
"Guardi qui" 
E mi mostra una specie di quadro di Chagall, bello però con azzurri vivacissimi e gialli intensi con qualche punta di rosso, come papaveri in mezzo al cielo in prossimità del sole.
"Questa è la sua Tiroide, e questi qui sono noduli (i papaveri), non sappiamo quanto siano grandi e profondi e soprattutto quanto possano essere pericolosi, intendo parlare di Kreps (cancro)"
Non mi soddisfa e aspetto il resto, che arriva rombando come una Ferrari.
"Lei resta qui con noi nel Reparto"
"Come, resta?"
"Sie bleiben da, bei uns", lei rimane qui da noi.
"Tutto il giorno?"
"Minimo tre giorni. Dobbiamo fare accertamenti particolari e ripeterli ogni dodici ore. Il nostro Reparto è attrezzato per ricevere casi come il suo, non si preoccupi"
E due. Non mi preoccupo, si fa per dire, ma penso ad Anna Maria.
"Potrebbe rimanere anche mia moglie?"
"Sta scherzando, vero? In questo Reparto hanno accesso solamente medici specialisti, personale qualificato e pazienti. Herr Iacoponi, si tratta di un Reparto di isolamento"
Isolamento? E che ciò la peste bubbonica, il colera?
"I pazienti vengono sottoposti a dei raggi radioattivi, che devono essere continuamente controllati. Non si preoccupi"
E tre.
"Posso parlare con mia moglie?"
"Sì, ma lo faccia in breve."
"Io non ho portato niente con me, che so io un pigiama, un ricambio di biancheria"
"Non le occorrerà niente. Le daremo tutto noi, e quello che adopera rimarrà qui"
Vado da Anna Maria e le riferisco. Fa un visino della paura.
"Telefona ad Alessandro, che venga insieme ad Edyta, devono portarti a casa e portare via anche la macchina"
"Io non starò a casa da sola"
Non me lo doveva dire, lo sapevo.
"Scegli con chi vuoi passare ste giornate: ti consiglio Stefania, così vi fate paura insieme."
La devo lasciare, è arrivato il panzer, che sembra abbia poco tempo e mi prende per un braccio con una manona che è una pinza.
"Venga con me" e  mi trascina via.
Faccio appena ciao ciao con la manina e scompaio dietro un'enorme porta a vetri, che si apre da sola senza far rumore, e silenziosamente mi si richiude alle spalle. Mi volto e il musetto triste di Anna Maria non è certo il miglior viatico per questo viaggio.
Avviene tutto in gran fretta. 
"Si spogli completamente, meno le mutande deve mettere tutto in questo contenitore, tutto significa anche il telefonino, il portafogli e le chiavi."
Resto in mutande e lei mi ha portato una casacca bianca a righine verdi, un pantalone identico, che mi va un po' largo, pantofole e un accappatoio bianco.
Con quello entro come il vincitore dell'ultimo Palio nelle sale interne. 
Mi misurano tutto quello che sia misurabile, temperatura, pressione e lunghezza del naso.
Mi assegnano una cameretta assolutamente asettica, con una finestra ermeticamente chiusa in alto, da dove penetra poca luce, ma vedrò poi che la luce viene spenta solo dopo le ventidue.
Posso solamente sdraiarmi sul letto e guardare il soffitto. Chiudo gli occhi e faccio quello in cui Vincenzo Iacoponi è assolutamente specializzato: mi addormento.
Non voglio scassarvi i cabasisi con il racconto di una cosa estremamente monotona, quale questo soggiorno. Entrato il 20 febbraio alle dodici circa, ne esco il 23 alle quindici circa.
In quel frattempo, ogni dodici ore, comprese quelle notturne, vengo passato in due diversi tipi di frullatori, uno mi gira tutto intorno alla testa e a collo, un altro se ne sta fermo e buono, ma ha un'aria minacciosa, come dire stai lì, che come ti muovi ti fulmino. In comune questi aggeggi hanno la totale silenziosità, al punto che mi addormento sistematicamente tutte le volte senza metterci del mio, cioè senza voler miracol al mondo mostrare, guardate come sono bravo in tre secondi a prendere sonno, ecco, una cosa così.
Unica variazione la vicinanza casuale e assolutamente momentanea con una collega, si fa per dire, paziente e internata come me, che ha cinque anni meno di me ma sembra mia nonna. In tre minuti tre mi racconta tutti i suoi guai, tutti i suoi malanni e tutte le sue paure. Evelin si chiama se ho capito bene. Meno male che se la portano via altrimenti crepavo per asfissia.
Ieri alle tredici circa, Frau Professor Scheppert mi riceve nel suo studio.
"Punto numero uno: la sua tiroide presenta tre noduli, nessuno dei quali profondo, nessuno dei quali produrrà un carcinoma, nessuno dei quali è responsabile del suo stato generale. Cioè la tiroide non è responsabile dei suoi problemi.
Punto numero due: qualcosa altro è responsabile, perché abbiamo rilevato sbalzi di pressione molto elevati e frequenti tachicardie, con battiti irregolari: cioè il suo cuore batte in modo irregolare. Il suo cardiologo dovrà effettuare ricerche in altro campo medico. Per noi lei è a posto"
"Posso tornare a casa?"
"Certamente, ma per tre o quattro giorni non potrà avvicinarsi a nessun bambino e a nessuna donna incinta, perché lei rimarrà almeno tre giorni radioattivo"
Si alza e mi dà la mano.
"Viel Glück, Herr Iacoponi".
Telefono ad Anna Maria, ho riavuto la mia roba, compreso il cellulare, mentre mi rivesto dei miei abiti.
"Mi hanno sciolto, posso uscire. Venite a prendermi. Chi viene?"
"Chiamo Alessandro, ha detto che voleva farlo lui. Noi siamo venuti ogni giorno a sentire come andava, ma non ci hanno mai fatto entrare"
Lo avevo immaginato che la mia gente non mi avrebbe abbandonato in un Krankehhaus da solo, ma gli è andata buca: non li hanno fatti entrare.
Ma io stavo come dentro il Conclave, cum clavem, appunto, chiuso a chiave.
Adesso esco trionfalmente: Habemus papam.

18 commenti:

  1. Grande Enzo!
    Ieri, alla stessa ora in cui uscivi tu, o poco dopo, io ripartivo dalla splendida Verona, salutato da spiragli freddi di timido sole, venuto di sua iniziativa a sostituire la neve annunciata per giorni dalle previsioni.
    Gli Dèi della scrittura ci vogliono bene. :)
    Un abbraccio, anche se il bimbo che sono dovrebbe stare attento alla tua radioattività...

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    1. Ho fatto una volata su tutti i blog dei miei carissimi amici, e mi pare di aver letto sul tuo che stavi a Verona. Dato il periodo dell'anno non potevi stare lì per la stagione lirica....
      Ci vogliono bene? Dici? Ti prendo in parola.
      Spero che i miei non stiano dormendo perché adesso devo recuperare il tempo perduto: tre giorni sono come minimo una decina di pagine. Sta povera Sebastiana, tra alluvioni, tachicardie e radioattività sta diventando radioattiva lei.
      Abbracciami da lontano: noi ci comprendiamo. anche il bambino che è in me stamattina aveva il mal di stomaco, effetto delle radiazioni....
      :)))

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  2. Habemus papam radioattivum ...
    Periculosum est, magis quam solet. Monitum!

    Incaponi è bellissimo, anche se incapone sarebbe stato meglio, e in-crapone magnifico.

    Quando vado al centro trasfusionale con papi c'è sempre qualcuno che si è perso e chiede indicazioni per il reparto di medicina nucleare, che in effetti è nascostissimo.
    Un mio vicino di casa ha fatto esami tiroidei come te e mi ha detto che per tre giorni non ha potuto dormire "con la bestia"
    "La bestia? Quale bestia?" gli ho chiesto ingenuamente, prima di scoprire che la bestia era nientepopodimeno che il vezzeggiativo usato per indicare sua moglie.

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    1. magis quam solet mi piace. Te ne intendi, eh?

      Tutta una serie, a braccio, cioè a memoria:
      Incaponi; Iscaponi Iccaponi; Iucapone; Ivcapnone; Nocapone; Juscaponi; Jvncappone;
      ma in-crapone no, tiè!

      Te credo che se perdeno, avessi visto che casino la sotto, ma tutto nuovo con quadri alle pareti che sembravano imitazioni della Bailey, brutte però, tutte a linee multicolorate.
      Per tre giorni solamente? Da ieri lei mi sta lontana.
      Dico: sei mica incinta?
      Dice: ti risulta?
      Dico: ma allora perché scappi?
      Dice: non si sa mai.
      Voi donne siete veramente una serie di pianeti sconosciuti, e noi gli esploratori che ci si perdono dentro.

      Ti sei chiesta perché sia così nascosto quel reparto?
      Perché se va male ti sotterrano senza farlo sapere a nessuno, nemmeno ai parenti.
      :DDD

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  3. Non sai quanto ti ho pensato in questi giorni, sono felicissima degli esiti di questi esami.
    Il problema non è risolto ma dai vedrai presto andrà tutto meglio.
    Un abbraccio, tanto io non sono incinta.

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    1. Mentre dormivo infatti -quasi tutti il tempo- sentivo un sottofondo rumoroso, quasi un chiacchiericcio. Adesso ho capito: erano i tuoi pensieri che mi giravano intorno alla capoccia, come api ronzanti.

      Sei sicura di non esserlo?

      Devo essere proprio un tipo speciale: quando ero giovane dovevo mettere un preservativo sul telefono quando chiamavo Anna Maria altrimenti l'avrei messa incinta; adesso che sto per diventare un vecchietto devo stare alla larga da donne incinta sennò le faccio abortire!

      Mica è da tutti, pensaci bene.
      Ciao.

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  4. Ciao Enzo.
    Sono contenta di sapere che va meglio, almeno per quel che riguarda la tiroide. Ero preoccupata dal tuo silenzio visto che inizialmente doveva trattarsi solo di una giornata. Certo che in Cruccolandia prendete le cose maledettamente sul serio mica come da noi, siamo ancora lontani anni luce da un'assistenza così.
    Per esperienza diretta ti assicuro che è ancora la norma farsi sballottare da un reparto all'altro come marionette. Anche se si tratta di poli d'eccellenza.E vedere tutte quelle persone (anziani, adulti e bambini) trattati come deficienti, mi fa salire all'istante il sangue al cervello. E non mi trattiene più nessuno. Qui bisogna ancora alzare la voce per farsi rispettare. Se non lo fai e se non dimostri di avere i coglioni, ti abbandonano al tuo destino come barca alla deriva. Insomma Vincè è una guerra.
    I reparti di medicina nucleare sono tutti sottoterra anche in Italia, così fanno prima.
    Vabbè si vede che per me non è giornata, e non solo oggi.
    Ti abbraccio e spero la poesia ti sia piaciuta.
    E che le abbia dato il significato che le avevo dato io.
    PS: Vorrei che mi insegnassi come si fa a dormire all'istante, sai a me proprio non riesce, i pensieri sono talmente assordanti che non mi danno tregua.

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    1. Io mi ritengo fortunato di vivere qui la mia senilità, periodo in cui c'è bisogno di assistenza medica adeguata. Fai mente locale. Il mio primo contatto col cardiologo è del 5 febbraio, viene appurata un'anomalia. Il 23 febbraio (dello stesso anno), cioè 18 giorni dopo, ho effettuato quattro visite specialistiche dal cardiologo, con otto, numero leggibile in chiaro 8 EKG sdraiato o sottosforzo; un EKG di 24 ore; tre giorni di ospedale in uno dei tre centri al vertice di medicina nucleare tedeschi, con diagnosi definitiva per quel che riguarda la tiroide.
      Tutto questo SENZA PAGARE UN SOLO CENTESIMO, e considera che io sono assicurato con l'AOK, cioè a dire l'INAM tedesca, non un'assicurazione privata.
      Mi chiedo come sia possibile in Italia dare ad una persona anziana con problemi cardiocircolatori l'appuntamento per un EKG a sei mesi! Dico, quello fra sei mesi è morto o moribondo.
      Mia figlia Monica, ASL di Cervignano, provincia di Udine, Nord Italia, regione autonoma alla testa del sistema sanitario come pure la Lombardia, per le analisi del sangue ha dovuto pagare un tiket di 116 euro. Ha fatto un urlo e le hanno risposto: Signora erano diverse, cosa reclama?
      Io ho messo a posto i miei denti in due mesi con una spesa complessiva di 1850 euro. Mio nipote che è odontotecnico a Roma, mi ha detto bel lavoro, ma qui da noi occorrevano non meno di 5000 euro.
      Alcuni anni fa per uno stupido incidentello fatto a Bibione durante le ferie, Anna Maria doveva fare dei raggi. Ospedale NUOVISSIMO di zecca a Portogruaro, provincia di Venezia, Regione Veneto, Nord Italia. Ho trovato l'ospedale osservando la croce rossa illuminata in alto. Ma dove sta l'entrata? Dopo dieci minuti di percorsi incrociati e sovrapposti a piedi abbiamo scoperto che una siepe di sempre verde serviva come di corridoio per l'ingresso del pronto soccorso. Mi chiesi cosa sarebbe capitato se dovevano portare qualcuno in barella. Siamo rimaste tre ore finché non ho cominciato a urlare e prendere a calci porte. Hanno chiamato i Carabinieri, ma poi la hanno visitata e le hanno fatto i raggi. Il maresciallo mi fa. Caro signore se non fa il matto qui non se la caga nessuno.
      Hai ragione i reparti di medicina nucleare sono tutti sotto terra, con loculi prefabbricati.:)))
      La poesia mi è piaciuta molto, e ho capito il significato che avevi inteso darle tu mandandomela attraverso il blog, e te ne ringrazio.
      Non si può insegnare, è una dote naturale, ma porta poco buono in un matrimonio: anche Anna Maria ha pensieri assordanti e non si addormenta mai prima di 10-15 minuti di volte e svolte e si incazza perché dopo trenta secondi sente l'uomo della sua vita che ronfa beato. Mi scuote energicamente e io ronfo ancora di più; mi picchia sullo stomaco e io ronfo in si bemolle anche col fischietto, ma non mi sveglio.
      Ciao, buona domenica
      SPERIAMO.....
      :DDD

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  5. Ciao Vincè!
    Bene…sono davvero felice che le cose vanno decisamente meglio,leggo che tutto si è svolto in tempi rapidi ed è grande "fortuna" per la salute
    Ora sicuramente farai sogni più'tranquilli e le musiche saranno New Age anche se ronfanti
    Buona serata Vincè goditi il derby di stasera,prometto che non gufo oggi è giorno di festa…
    Abbraaci :DDD

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    1. Sembra che le mie cose vadano per il meglio. Te lo dico domani, dopo che sarò stato dal cardiologo. Comunque il pericolo maggiore è scongiurato: il cancro non c'è.
      Dicono che quando io dormo ronfo, ma sono solo dicerie, io non mi sono mai sentito...
      Me lo sono goduto, infatti.
      Abbracci:DDD

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  6. Tutto bene, ma non potevi passare cento marchi all'armadio perché mandasse tue notizie, perlomeno al blog?
    Non fa niente, con queste due righe hai fatto tirare un sospirone di sollievo a tanta gente, forse più di quella che pensi.
    Non sto a ripeterti quello che altri prima di me hanno detto, benissimo.
    Ti dò solo un abbraccio di bentornato, e vediamo di sistemare al più presto anche le altre cosucce.
    Ciao.

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    1. Se le avessi dato cento marchi l'armadio mi rompeva un braccio: Micione, qui andiamo anche noi a euro!
      Non avevo nemmeno il telefonino, niente, e l'armadio non sapeva scrivere in italiano.
      Restituisco con gioia l'abbraccio, micione.
      Ciao.

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  7. Ciao Pa'!!!
    quindi vuoi dire che per tre giorni sei fosforescente, risparmi sull'illuminazione nelle stanze
    e se infili un filo nel naso e uno nel sedere fai funzionare la tv? =D
    Permettimi di sdrammatizzare visto che comunque le notizie sulla salute che hai dato sono
    rassicuranti ;-)
    Un abbraccio sincero!
    Riccardo

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    1. Ho messo un filo nel naso e un altro nel sedere, ma ho preso la scossa nelle palle. Non lo faccio più.
      Ti ringrazio del tuo affetto, Riccardì
      Ciao
      :))

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  8. A Vince' te possono acciaccatte...ma je la fai a falla fenita? Io nun c'ho più l'età pe sta n'pena. O sai che te dico? Dje a sti crucchi ( meno male che ce stanno loro che se stavi qua da.noi e quanno te le faceveno tuutte ste visite così presto)che nun e' er core ballerino...e' er cervello che nun se ferma mai...e meno male!! So felice pe te...stamme bene e ce lo sai che te vojo bene ve???

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    1. Comincio propio a penzallo che è sto cazzo de cervello mio che nun se ferma manco 'n minuto. E ce mancherebbe! Manco quanno che dormo sta carmo sto stronzo.
      Stanotte me so nzognato che corevo, corevo, corevo. Me so fermato e me so detto: ma ndo vai? lo vedi me l'inzogno puro che me sto a pjà per culo.
      Lo so che me voi bbene, e te vojo bene puro io a te.

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  9. Alla fine è andata bene, poi però facci sapere che c'hai. Mi fai sempre sorridere tu... riesci a raccontare con ironia e minuziosità qualsiasi cosa, ti abbraccio anche io, primo perchè non sono incinta e poi perchè me piace rischià! Baci!

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    1. Carissima, è una mia qualità innata prendermi in giro, così come prendo in giro il resto del mondo. Mai prendersi troppo sul serio, fa star male.
      Per cui sdrammatizzo anche in una situazione -nuovissima per me- di disagio fisico, che poi diventerebbe o potrebbe diventare un disagio psichico, con conseguenze disastrose per me e per chi mi vive accanto.
      Non sei incinta? Allora ti abbraccio. Baci!

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