martedì 22 aprile 2014

LONTANO DA VOI



Emigrare lontano da voi
un'intera vita,

occhi di un bambino curioso,
incoscienza
del vagabondo che sogna
sdraiato sul pavimento 
di una stazione di periferia.

Lontano da voi
cento lavori ho inventato,
le parole ho trovato
di cento poesie
ogni notte sognando.

Acqua stagnante sotto il cielo nudo,
vapore
che si innalzava tremolando
lungo il raggio lunare,
sasso scolpito dal vento,
terra antica bagnata
dal pianto
di uomini abbandonati.

Andato lontano da voi
come un uccello

che evade dal branco
e da solo resta
a sognare
accovacciato sul ramo più vecchio
di un albero.



















29 commenti:

  1. Come mai tutto questo bisogno di star solo e lontano?

    Moz-

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    1. È la poesia del ricordo: non avevo bisogno di star solo e lontano, ero "costretto" a farlo. Avevo 37 anni e lasciavo il mio mondo e tutti i miei amici.

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. L'ho appena scritto sopra: i miei amici, i miei parenti, i luoghi della mia infanzia, della mia gioventù, della mia età più fresca; la vita beata, il mio sole, la mia luna e i miei affetti notturni; i miei voli e le mie planate e anche, perché no, le mie goffe cadute. Si rimpiange anche quelle, credimi.

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  3. Questo è il racconto di vita vissuta in giovane età; suggestivo e quindi molto gradito è quando scrivi: "Acqua stagnante sotto il cielo nudo" ed ancora più bello "vapore che si innalzava tremolando lungo il raggio lunare", è vero, assolutamente reale, sembra di vivere quel momento.
    Quanti hanno vissuto questi momenti nel sacrificio fatto per vivere.
    Ti abbraccio e ti ringrazio sempre per le emozioni che ci doni, baci.

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    1. Certamente un racconto di vita vissuta. Mi sono sentito nudo evaporare sotto il raggio freddo di una luna non troppo amica, non disposta a perdonare errori, a sollecitare emozioni, a essere compagna in notti di solitudine.
      Il tempo ormai inesorabilmente passato rende meno agro il ricordo e forse ne aumenta la malinconia.

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  4. L'ultimo verso mi porta all'immagine del passero solitario di leopardi, e subito dopo mi viene in mente "solo e guardingo" come se fosse l'incipit di una poesia che però non sono nemmeno sicura che esista ... Forse tu mi puoi aiutare ..

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Incredibilmente pieno di refusi. Ho dovuto eliminarlo, era illeggibile. Invecchio oppure dormicchio?

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  5. L'accostamento mi onora, anche se io non avevo in mente un passero bensì una tortora, che se ne sta appollaiata sul ramo più antico di un albero forse perché stanca di tanto volare.
    Il solo e guardingo non mi suggerisce nessuna poesia che io conosca, ma mi fa pensare che il tuo passero se ne stia tremebondo ad attendere un prossimo attacco, mentre la mia tortora tranquillamente chiude gli occhi e sogna.
    Questo potrebbe indicare i nostri reciproci stati d'animo egregiamente, le tue ansie e ciò che a me unicamente è rimasto: sognare.

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  6. Eppure una poesia che inizia con "solo e guardingo" deve esserci da qualche parte ... Questa sarà la mia ossessione odierna =)

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    1. Non è che confondi con un sonetto del '300?
      "Solo e pensoso i più deserti campi
      vo mesurando a passi tardi e lenti,
      e gli occhi porto per fuggire intenti
      ove vestigio uman l'arena stampi" ?
      Ci azzecca?
      Vedo con piacere che stai ancora godendoti le vacanze pasquali. Che tempo fa da voi? Qui si crepa dal caldo.

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  7. Sono a casa in malattia, con una diagnosi-parolaccia: cervicobrachialgia, o qualcosa del genere. Niente di grave ma tutto di fastidioso.
    Tempo ballerino, un giorno caldo un giorno freddo, un momento tuona un altro piove e poco dopo c'è sole.
    Giusto, era solo e pensoso, di Carducci (?) ci ero arrivata anch'io in giornata, ponendo fine all'ossessione odierna, però sei stato bravo.

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    1. Mi spiace per la tua cervicobrachialgia (che fa tanto pensare a granchi, molluschi e zuppa di pesce), che so essere moooolto fatidiosa, come il tempo che fa dalle tue parti, che sembra proprio un aprile tedesco. Qui si dice infatti: "April April, er macht was er will", che significa che aprile fa quello che gli pare, come il nostro marzo.
      In virtù di questi dolori diffusi e fastidiosi e del tempo matto ti perdono la svista atroce: ma ti pare che Carducci avrebbe mai potuto scrivere (nel 300!!! ) quei versi? Francesco Petrarca scripsit bella professora brianzola, cui fa male la cabeza.

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  8. PERò anche una poesia con solo e guardingo non sarebbe bruttissima :)

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    1. Qui ti concedo credito, visto il tuo gusto nella scelta dei testi. Lasciamici pensare. Chissà che questa notte non mi venga qualche idea...solo che quel guardingo mi fa pensare al passo felpato del tuo leone affamato di fame atavica di cui parlavi in quella quasi poesia del tuo ultimo bel post. Ne hai il copyright?
      Diciamo...una coproduzione? Tu metti il leone affamato e io un falco assetato?
      :))

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    2. Leonessa, scusa, scusa tanto. Questa bilancia la tua carducciata.
      Leonessa si capisce. Vuoi mettere, è tutta un'altra cosa. Hai visto mai un leone andare a caccia? Ci vanno le leonesse, si fanno un culo così e poi arriva il re della foresta e si pappa le parti più delicate e morbide, perché non deve faticare nemmeno a masticare sto pappone.

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  9. Eccotela Silvia, partorita stanotte, e la trascrivo in tuo onore. L'idea è tua, parte dall'ultimo post sul tuo blog, l'esecuzione è mia, ma può andare no?

    Sola e guardinga s'avanza
    la femmina di leone.
    Il passo felpato della bestia
    affamata non avvezza alle nevi
    e alla totale assenza di prede
    si stampa appena
    sul soffice manto.

    Accecata da tanto chiarore
    non vede l'ermellino che emerge
    dalla tana,
    punta l'enorme uccello scuro
    che inghiotte neve
    assetato.

    Distende i muscoli la leonessa ma sprofonda
    fino al muso nel bianco mantello
    emettendo suoni sinistri,

    e finalmente il falco ha visto
    la poderosa testa
    arare neve e rabbia:

    un battito d'ali ed è via,
    lasciando la leonessa
    ai morsi della sua atavica fame.

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    1. Caro Vincenzo, non è che abbia capito molto, ma (correggimi se sbaglio) questi versi sono recenti, hai avuto aiuti esterni se non erro, nel senso di ispirazione.
      Mi risulta simpatica l'idea che un'essere indifeso si sia salvato dalle fameliche fauci di una temibile predatrice. ;-) ;-) ;-)
      Ti abbraccio affettuosamente.

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    2. La poesia che dà il titolo al post "lontano da voi" è piuttosto recente e parla di emigrazione. Questa seconda nasce da un curioso post recentissimo di Fuma 62. È una specie di scherzo, ma l'idea mi è piaciuta.
      L'essere indifeso era bianco nel bianco ed ha avuto fortuna.
      Un abbraccio.

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  10. Struggenti questi versi, ma anche maestri di vita .
    Importante è non dimenticare e riuscire a ricordare senza rabbia, solo con malinconia.
    Una buona giornata!
    Cristiana

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    1. Ricordare senza rabbia, al contrario di un titolo di un libro che era appunto "Ricorda con rabbia". Io non dimentico nulla e tutto traguardo attraverso il filtro del tempo, che rende tutto leggermente opaco ma visibilissimo insieme.
      Buona giornata anche a te.

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  11. Simpatica la poesiola, fosse in romanesco parrebbe un antico trilussa reincarnato in un moderno iacoponi :)
    Però che c'azzecca la leonessa con la neve?
    Forse intendevi il leone di montagna, lo spauracchio invocato dalle gemelle del film "il padre della sposa" per far desistere l'incombente futura acida matrigna dal partecipare alla gita di famiglia?
    Ma poi esisterà veramente il leone di montagna?

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    1. Non mi è passato nemmeno per la capa l'idea del romanesco, peccato.
      La leonessa con la neve ci azzecca perché nel tuo blog c'era tanta tantissima neve. La poesia nasce da quel tuo post, come simpatico gioco.
      Credo che il leone di montagna esista veramente, ma io non l'ho mai incontrato, né ci terrei a farlo.

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  12. Lasciare le proprie radici per affrontare un mondo sconosciuto, nuovi odori, un cielo "diverso", volti sconosciuti e tutta la solitudine del mondo nel cuore. Cominciare una nuova vita non deve essere stato facile ma ci sei riuscito!
    Un abbraccio
    Xavier

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    1. Ho affrontato l'avventura con ritrovato spirito goliardico e pieno di curiosità, da artista maledetto. I disegni di allora (solo disegni perché non avevo spazi né tempo necessari) sono sintomatici. Visi, visi, visi; teste, teste, teste; uomini e donne in grande promiscuità. Non ho parteggiato per nessuna delle parti e ho cercato di capire il modo di pensare dei tedeschi attraverso il loro modo di esprimersi: il linguaggio è stato il libro aperto sulla loro anima. Una volta appreso quello il più era fatto.
      Mi è mancata la famiglia, questo sì e per cinque anni sono rimasto solo.
      Tornassi indietro lo rifarei e vorrei rifarlo per ritornare a quelle prime splendide scoperte e sensazioni nuove.
      Un abbraccio Xavier.

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