mercoledì 24 settembre 2014

CHIUSO IN UN PUGNO



Il mio cuore è chiuso in un pugno,
murato, sospeso di fronte al vento,
aspetta che batta alla porta
della mia casa l'ora

della stanchezza e del distacco.

Si ripete la monotonia del quotidiano:
questo fluttuare tra ombra e ombra
evitando squarci di sole, 
sonore esplosioni alle tempie,

singhiozzi di fango,
attesa di un'assoluta immobile
indifferenza. 


30 aprile 2014

***


18 commenti:

  1. Versi bellissimi che però non mi confanno.
    Preferirei.
    Cristiana

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  2. L'avevi dimenticata nel cassetto?
    L'ora della stanchezza può capitare sempre nel corso della vita, attimi di scoramento che poi si dissolve al primo sorriso di donna o di bimbo.
    Quella del distacco, più la pensi prossima più questa s'avvicina, trovando terreno maturo per pensieri sempre più negativi. E non basta il sorriso di una donna o di un bimbo ad allontanarli.
    Forse è necessario un bicchio di quello buono per affogarceli.
    Ciao, buona giornata.

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    1. Quasi: era in un quaderno che avevo perso di vista.
      L'ora della stanchezza -che non è quella fisica, come certo hai capito- è nascosta dietro ogni quarto d'ora che scorre via. Te la trovi addosso come un masso. Io ci faccio ogni volta una faticaccia a scacciarla via, ma lei non va via, si nasconde in qualche posto e poi me la ritrovo tra i piedi.
      L'ora del distacco è un pensiero non proprio recente che ho. Per la prima volta ci ho pensato che non avevo ancora dieci anni. Pensiero fugace allora; pensiero rapace oggi, mi porta via energie mentali che mi occorrerebbero altrove. Ci si può convivere se non si ha paura del distacco e io non ne ho.

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  3. Meravigliosamente straziante, dice quasi tutto della condizione umana. Ma: non mi starai troppo in attesa/ascolto del passo felpato della signora morte? Tanto quella arriva per tutti, e l'unico modo di sconfiggerla è non avere paura di lei... :)
    Un abbraccio.

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    1. Sì, Nick, è la condizione umana a pensarci bene e tu con la tua sensibilità l'hai subito messa in luce.
      No, amico mio caro, non sono in attesa -mani intorno alle orecchie- per cogliere il fruscio dell'abito lungo della signora. Qui il pavimento è fatto proprio bene e il parquet non scricchiola, maledizione...
      Paüra non abio, proprio no. Quando verrà le offrirò un caffè o un the caldo.
      Un abbraccio e perché no anche un altro.

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  4. Tirarla fuori ora, vuol forse dire che il "fluttuare tra ombra e ombra" - scansandola l'indifferenza - ti appare comunque lieve?

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    1. Lieve non è certamente, ma oramai lo faccio da oltre dieci anni e mi ci diverto addirittura. Forse è anche per questo che sto approdando sulla terra dell'indifferenza.

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  5. Ecco, una delle tue poesie amare. Che preferirei non leggere. E poi lo faccio.
    E resto attaccata a quel cuore stretto nel pugno.

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    1. Anche tu come Cristiana preferiresti. Ma non ti sei mangiata il resto della frase. Preferiresti non leggere certe mie poesie amare. Ma ci sono anche quelle che vengono su nottetempo.
      Ma poi l'hai letta e ti sei aggrappata a quel cuore che sta stretto nel pugno. Bella immagine. È un verso di una poesia, tua non mia.
      Ciao sorella maggiore, ciao.

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    2. Amico caro, io amo le tue poesie.
      Poi alcune sono amare e quando le leggo ne soffro.
      Ma non rinuncerei mai a farlo.
      Bacio.

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    3. Lo so. Ho ancora davanti agli occhi un tuo post su una mia raccolta di poesie, e quel che scrivevi allora, che è quello che pensi adesso.
      Bacio doppio, sorella maggiore.

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  6. Sai che leggendo avevo capito un'altra cosa? Stanchezza e distacco, con distacco nel senso di "distaccarsi, allontanarsi" da un qualcosa, come soggetto attivo. Interpretando come se tu finalmente ti liberassi da una faccenda che ritenevi importante ma che ti addolorava, e che alla fine giungesse il distacco, e, perché' no, il sollievo.

    Ma ora leggo in quale altro senso tu intendessi.
    Ed e' vero, e' più dura. Ma e' indiscutibilmente bella.
    E ancor di più' mi piace perche' io l'ho letta e interpretata su misura mia (io lo vorrei tanto il distacco, dalla mia frustrazione).

    Non so se ti piacerebbe, ma io una volta ho letto un libro di Terry Pratchett (era, credo, "Reaper Man"). Il protagonista era la Morte (anzi, IL Morte, come Der Tod) e devo dire che mi sono commossa (anche se voleva essere un libro leggero, spiritoso, nello stile di Pratchett). Forse perché' a quel tempo non parlavo inglese bene, e io mi commuovo per ogni cosa?

    Divago, scusa.
    Queste due ultime poesie che hai scritto sono proprio belle.

    B.

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    1. Ogni tuo commento è interessante per il modo tranquillo con cui esprimi sensazioni profonde. Lo fai con estrema leggerezza, en passant, come se guardassi dall'alto una cosa che non ti riguarda affatto, mentre invece riflette l'interno della tua anima.
      Non nego che si potesse leggere anche come la tua prima lettura. Sarebbe meno amara e forse più reale, ma la seconda lettura è quella che intendevo dare io.
      Quel momento è ancora lontano -spero- ma è da tanto tempo che ci penso come una cosa normale, una parte della mia vita, quella conclusiva e non ci trovo niente di particolarmente amaro e negativo.
      Ci penso e basta, anonimo B. come bi.

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  7. È l'indifferenza ciò che meno mi piace...
    Bellissima Vincenzo.
    Bacio.

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    1. Alludevo ad una raggiunta "mia" indifferenza contrapposta all'indifferenza degli altri.
      Bacione, sorellina di Maria.

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  8. L'ora del distacco o atteso incontro con la sinuosa e affascinante signora dell'oblio eterno?
    Il tuo essere sospeso, l'attesa che il bussar alla porta arrivi, ti ancora in questo limbo di vita che pulsa ancora forte in te, nonostante le ombre della monotonia del quotidiano, l'esplosione della tua luce è talmente forte da scacciare via tutto. L'indifferenza non fa per te come non fa per te l'attesa inerte, sei un guerrierio e i guerrieri non si arrendono!
    Un abbraccio
    Xavier

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    1. Punto primo. Tu non hai paura della morte. Infatti la vedi come una "sinuosa e affascinante signora", quasi quasi la vorresti aver vicino per tentare di sedurla o esserne sedotto. Sei così forte tu, che ci riusciresti.
      Chi invece la vede come una strega dagli occhi verdi e le mani adunche, son coloro che la temono e se la fanno stolidamente sotto, tentando o sperando di sottrarsi al suo abbraccio, poveri grulli.
      Punto secondo. Il tuo fine commento. Mi vedi sospeso, in attesa che il bussar della signora arrivi, ma contemporaneamente fermamente deciso a combattere l'ultima battaglia come tutte quelle finora combattute. E non è detto che la perda io.
      Devo fare in modo di conoscerti di persona, per guardarti un attimo dentro gli occhi.
      Ciao guerriero. Un fortissimo abbraccio.

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