sabato 22 novembre 2014

UNA DONNA DIVERSA DA TUTTE LE ALTRE



Marito prima di diventare Marito era Giovanotto spensierato, caciarone e casinista. Giovanotto aveva successo con tutte le ragazze non si sa bene se solo perché Giovanotto era un figo della madonna, oppure perché aveva la faccia come il culo che lo faceva essere il miglior dragueur della sua città; una rete a strascico dove rimanevano tutte impigliate. Giovanotto viveva a sbafo, perché tutti i suoi amici avevano bisogno di lui per agganciare una ragazza e allora offrivano sigarette, biglietti per cinema gratuiti e qualche volta anche la cena. Nonché la benzina per la macchina -il pieno si capisce- per andare a beccare la fanciulla a Santa Severa o a Ladispoli o a Bracciano e perché no a Viterbo. Perché Giovanotto non prendeva mai una portata in faccia, ma anche i picchi più impervi diventavano discese dopo che lui ci aveva messo le grinfie sopra. 
E a Viterbo qualcuna ancora piange.
Finché non incappò in Ragazza romana, una gnocca imperiale ritenuta una corazzata inaffondabile. Giovanotto la affondò ma colò a picco insieme a lei. Insomma si prese una cotta di quella cattive, che non gli fece più vedere oltre il proprio naso. Vedeva il mondo con gli occhi di lei. Ragazza romana voleva l'anello nuziale e lo voleva in fretta. Non si è mai saputo come riuscì a convincere Giovanotto, ma lo convinse. E questo è un fatto.
Un altro fatto è che le donne, anche se hanno una cotta che le faccia sternutire dall'alba al tramonto, rimangono sempre coi piedi piantati per terra. Così Ragazza romana si convinse un poco alla volta che Giovanotto mai l'avrebbe sposata, ma che anche se fosse riuscita a trascinarlo all'altare avrebbe avuta una vita d'inferno, vista la facilità con cui lui rimorchiava. Non poteva dimenticare come aveva fatto a conquistare lei. Così lo piantò -unica a farlo al mondo- e sposò un maggiore della G.d.F. ventun anni più vecchio di lei. Brutto come la fame, ma docile come un gattone.
L'unica cosa di buono che Ragazza romana lasciò in eredità a Giovanotto fu un stelletta da sottotenente di artiglieria sulle spalline di una diagonale. Era riuscita con le sue raffinate arti a convincerlo a diventare ufficiale, ancorché di complemento, perché a lei piacevano gli uomini in uniforme, come dimostrò sposando il suo dinosauro.
La stelletta in sé non sarebbe poi stata gran cosa se non fosse servita a trasferire Giovanotto in un bel paesetto in provincia di Udine. Fu lì, in quel paesetto silenzioso e tranquillo che Giovanotto fece l'incontro che non aveva previsto. In fondo non doveva proprio andare come andò. Una domenica mattina un collega, compaesano di Giovanotto, andò a rompergli le palle con la richiesta urgente di un piacere.
-Tu sei amico mio e mi devi dare una mano, disse l'amico di Giovanotto a Giovanotto.
C'era poco da fidarsi: quando un amico, un collega, un compaesano esordisce con la lagna dell'aiutino ci puoi scommettere che di una fregatura si tratti.
-Che vuoi da me a quest'ora della domenica? Chiese Giovanotto.
-Ho una ragazza molto carina. Questa sera esce con un'amica. Mi dovresti dare una mano e tenere buona l'amica mentre io concludo con la mia ragazza.
Mamma mia! Quando capitano queste incombenze la ragazza da tenere buona è racchia come un topo di fogna, sempre, sempre, sempre.
-Che ha questa? Un occhio di vetro? È zoppa? Le puzza il fiato? Perché proprio io?
-È bellissima, credi a me, ma...
-Ma che?
-Non ci sta con nessuno e poi è alta.
-Quanto alta? È una canna, una pertica, una spilungona?
-Quanto la mia.
-Insomma una mezza canna.
La ragazza del suo compaesano l'aveva vista un paio di volte.
-Ha la puzza sotto il naso? Chiese Giovanotto.
-No, ma te l'ho detto, non ci sta.
Giovanotto pensò che sarebbe stata una serata schifosa, ma volle tentare ancora.
-Fammela vedere da lontano. Non ti prometto niente. Se è decente stasera vengo, sennò ti trovi un altro.
-Vanno a messa a mezzogiorno. Andiamo anche noi e io te la faccio vedere.
In chiesa entrarono per ultimi. Erano in divisa e si dovevano dare un contegno.
-Dov'è? Chiese Giovanotto.
-In fondo a destra. La tua ha un cappotto chiaro.
Giovanotto si girò lentamente, guardando il soffitto con le dorature, poi un altare a sinistra, poi quello a destra. Rapidamente girò il collo e vide il cappotto chiaro.Ragazza friulana stava piegata con la testa coperta da un piccolo scialle. Tutto quello che Giovanotto poté vedere erano le gambe dalle ginocchia alle caviglie.
-Ok, vengo.
Quel che aveva visto gli era bastato.
In effetti Ragazza friulana era più gnocca imperiale questa di quella che lo aveva piantato per il maggiore brutto della G.d.F. e poi parlava a bassa voce e non sembrava avere le unghie della tigre.
Si ritrovarono tutti e quattro quella sera stessa in una sala da ballo. Giovanotto fece finire la serata che peggio non si poteva. Fu arrogante, sborone e villano. Nemmeno lui sapeva spiegarsene il perché. Ragazza friulana  alla fine aveva la nausea di lui. Disse all'amica di non chiamarla più quando c'era quel brutto tipo.
Ma a Giovanotto era rimasta nella testa. Così andò da solo due giorni dopo a casa di Ragazza friulana. Lei ancora oggi non sa spiegarsi perché uscì quella sera, ma uscì con Giovanotto. Forse curiosità, forse destino, forse perché l'erba cattiva attira più di quella buona. Giovanotto sapeva di stare a giocarsi le ultime carte e se le giocò alla grande. Si presentò così com'era, senza pompa, senza sbruffi, semplicemente quello che era veramente, non il formato speciale ragazze da rimorchiare. Forse fu quello che mandò in tilt la volontà di Ragazza friulana che voleva certamente dirgliene quattro e mandarlo afc.
Sta di fatto che quella sera iniziò una storia, anzi la loro Storia, che dura ancora oggi, pensa te.
Tutto sommato Giovanotto doveva ringraziare di tutto Ragazza romana, di averlo lasciato in asso e di averlo convinto ad indossare una divisa da ufficiale. Solo così Giovanotto aveva potuto incontrare Ragazza friulana, e mettersi con lei.
Amore a prima vista? Non si sa. Andò avanti senza fatica né intoppi fino a luglio, quando Ragazza friulana andò in vacanza ad Auronzo nel Cadore mentre Giovanotto si cuccava un Campo militare di esercitazioni di un mese sulla spiaggia di Bibione, che allora era infestata di zanzare e di militari.
Ebbe un mese di tempo per meditare in solitudine assoluta e capire qualcosa. Cosa? Che Ragazza friulana le mancava come manca l'aria da respirare. Quando ritornò dal Campo Giovanotto si recò a trovare subito Ragazza friulana. Ci andò col cuore in gola. Chissà se lei aveva provato la stessa sua sensazione, chissà se aveva voglia di vederlo quanta lui di vedere lei? Lo capì al primo sguardo. Erano pari.
Ecco, quando Giovanotto, diventato Marito poi Padre poi per ultimo Nonno, prova a pensare il momento in cui loro due si erano veramente innamorati Giovanotto è sicurissimo: è successo quella mattina della prima settimana di agosto nella cucina a pianterreno della casa di Ragazza friulana, poi diventata Moglie poi Madre poi Nonna.
Giovanotto, o meglio Marito Padre Nonno, è certo di essere un uomo fortunato. Infatti la bellezza era l'ultima delle qualità di Ragazza friulana, Moglie Madre Nonna. Innanzi tutto la spontaneità, la sincerità, l'educazione, la capacità di accogliere, di dare amore senza chiedere niente in cambio, di donare sicurezza nei momenti duri e tristi, di assorbire tutte le sfumature del carattere del suo uomo, carattere difficilissimo da sopportare, senza fargli pesare lo sforzo che stava facendo ogni volta, di accoglierlo ogni sera al suo rientro in casa con un sorriso e una carezza. Vi pare poco? E mai una protesta, mai un sacrosanto vaffa, mai una girata di schiena o un'alzata di spalla. E dire che i guai erano cominciati subito dopo essersi sposati, al ritorno dal viaggio di nozze, quando Marito si rese conto che sul posto di lavoro gli avevano preparato un trucco schifoso per cui dovette immediatamente cercare un altro lavoro, con Moglie che già aspettava la prima bambina.
Così cominciarono le prime vicissitudini, se volete li potete chiamare i primi guai, che contraddistinsero la vita coniugale di Marito, ex Giovanotto, e Moglie, ex Ragazza friulana. Forse furono proprio quelle vicissitudini che li strinsero e fecero loro superare ostacoli per altre coppie insormontabili. Ci sta pure il fatto che furono sempre soli, lontani dai parenti più stretti di lui e di lei. Dovettero inventarsi il mestiere di marito e di moglie. Marito non lo imparò tanto bene, anzi fa sbagli ancora adesso, ma Moglie lo imparò in fretta, insieme al mestiere di mamma. Quattro figli mise al mondo Moglie e tutti e quattro se li tirò su da sola, mentre Marito faceva salti mortali per portare a casa il necessario. Ma non ce l'avrebbe mai fatta se. ritornando a casa, non avesse trovato un atmosfera accogliente e serena, malgrado i marmocchi e le difficoltà della vita. Soprattutto quando si trovarono in una nazione diversa dalla loro, dove dovettero ricominciare tutto da capo.
Oggi, a distanza di cinquantun anni e passa da quel 5 maggio 1963, Marito pensa che quello sia stato veramente il giorno fortunato della sua vita. Forse Moglie non la pensa esattamente così, visto che tutti gli altri pretendenti -ne aveva in tutto il Friuli se avesse voluto- le avrebbero fatto vivere una vita certamente più tranquilla e meno agitata di quella che le aveva messo sul piatto ogni giorno Marito.
Potrebbe avere ragione lei, ma Marito da buon maschio egoista continua a pensare che lei in fondo se tornasse indietro lo rifarebbe. Almeno Marito lo spera, ma non lo chiede a Moglie.
Tante volte Moglie ha detto a Marito che lui è un uomo diverso da tutti gli altri. Lo dice di sicuro per rimproverargli la mancanza di tante qualità che una donna ha piacere di trovare nel proprio uomo, ma intanto lo dice. Insomma Marito è un uomo diverso da tutti gli altri.
Una cosa è sicura: Moglie è donna diversa da tutte. Per questo è sempre ancora al suo posto. Marito ha avuto fortuna? Macchè, Marito ha avuto proprio un gran culo!

***





18 commenti:

  1. Direi che Giovanotto e Ragazza hanno avuto culo reciproco.
    Oggi diremmo che tra loro è nato un feeling che gli anni e i problemi vari non sono riusciti ad avvelenare. Sembra facile, ma avere degli antidoti adatti non è da tutti.
    Recentemerte ho letto una frase che trovo adatta per testare una relazione uomo-donna.
    " In un matrimonio in cui i due protagonisti non abbiano mai riso assieme a crepapelle c'è qualcosa che non va"
    Sono certa che Giovanotto e Ragazza si saranno più volte rotolati per terra dal gran ridere.
    Cri

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    1. Cri, incazzarsi a mille e sganasciarsi dalle risate. Questo è stato il mixing della nostra vita, con un particolare: le incazzature arrivavano e arrivano immediatamente senza preavviso e senza lunga preparazione (basta una mezza parola), ma finiscono in cinque minuti.
      Le risatone invece a volte durano ore, a volte si va avanti per mezza giornata.
      Ci è capitata l'incazzatura in un giorno speciale, ricorrenza di matrimonio magari, per una cravatta che non si trovava; ma le risatone capitano quando meno te le aspetti.
      Beh, il mio è stato un gran culo; il suo un...culetto.

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  2. Mi hai fatto commuovere.

    Forse furono proprio quelle vicissitudini che li strinsero e fecero loro superare ostacoli per altre coppie insormontabili. Ci sta pure il fatto che furono sempre soli, lontani dai parenti più stretti di lui e di lei.

    L'essere lontani dagli affetti/aiuti famigliari e' probabilmente stato un collante solo perche' c'era un grande amore di base, tra voi.
    Non e' cosi' per tutti, purtroppo, e in questo penso alle mie vicende.
    Dovete proprio andare fieri tutti e due, e cosi' pure i vostri figli, perche' quello che avete costruito insieme e' bellissimo! :)

    B.

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    1. Lì per lì lamentavamo sempre questa nostra solitudine. A conti fatti credo che il doversi arrangiare in tutte le cose, soprattutto lei che ha imparato a cucinare dopo il matrimonio e non prima, il doversela vedere con tutti i problemi che una vita in due comporta senza una mano da nessuna parte ci ha uniti, perché lì o ti cementi o scoppi. Noi non siamo scoppiati.
      Ma è stato un matrimonio assolutamente d'amore. Altri interessi non c'erano. E poi chi mi viene a raccontare che sì era d'amore ma poi sono successe certe cose...mi fa incazzare. Quali cose? Hai sentito tirare lo sciacquone e ti sei schifato? Ma come, caca pure lei? Stronzate così le dico perché le ho sentite dire. Oppure le stupidaggini di una vita in comune, mai tentata prima. Allora chi conviveva? Oggi va meglio: si convive e ci si confronta.
      Io comunque ripeto che è stata una fortuna stare da soli, senza intermediari a metter bocca in mezzo a noi. Lo consiglio vivamente a tutti.
      Ciao B. come bi.

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  3. Tutto sommato un dragueur che oltre Viterbo rischia di essere mandato afc dalla bella del paesuccio, deve ammetterlo per forza di aver avuto culo. E vivere fuori dall'Italia è un un'altra gran bella botta di fattore C. Non è che state a credito voi due? (anzi voi dieci dodici contando figli nipoti etc etc..? ;)

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    1. Beh, il dragueur si è esercitato con successo a Roma, Milano e Firenze in gite scolastiche per esempio, e poi le viterbesi sono note per la bellezza e per la cocciutaggine.
      A credito non di certo. Magari! Qui pago pure l'aria che respiriamo. Siamo in dodici diretti più tre aggiunti. Manca il quarto per una delle mie figlie che è in fase di sgombero. Vedremo quanto dura. Tutti rapporti stabili meno il suo, ma ci vuole una diversa altrimenti ci si annoia.

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  4. A. M. è stato certamente, ed è tuttora, il più grande amore della tua vita ma dal racconto, gustosissimo, si evince che è proprio vero che il primo amore non si scorda mai!

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    1. AM è l'amore vero, quello della vita. Ma Ragazza romana non è stato il mio primo amore. Due anni fa mia cognata incontra all'Università della terza età una tipa di 74 anni. Bella pienotta, la descrive lei, che cicaleggia con altre vecchiette. La sente chiamare da un'insegnante, ne ascolta il nome e le viene in mente un ricordo. "Senti un po'. l'apostrofa. Ma tu conosci per caso Enzo Iacoponi?" Mia cognata mi racconta che questa tipa caccia uno strillo:
      "Eccome se lo conosco, è stato il mio primo amore!" E lei è stato il mio. Aveva 15 anni lei e 19 io. Una burrascosa storia durata due anni, con liti e riappacificazioni quasi quotidiane. La ricordo con tenerezza, anche perché mi ricorda l'età più spensierata della mia vita.

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    2. Un tombeur de femmes in pieno stile! :D

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    3. L'apparenza inganna. A quindici anni mi sono accorto di due cose terribili per un uomo, almeno allora: ero d'animo troppo buono, mi commuovevo per nulla; ero timido e imbranato. Avessi continuato così sarei rimasto sempre a piedi a leccare gli scarti degli altri. Mi salvò lo smisurato orgoglio, che entrava a piedi pari nel campo della superbia. Non volevo essere secondo a nessuno nella vita. Mi dissi che dovevo scafarmi e per farlo dovevo mirare sempre alla primissima piazza. Questo significava in campo femminile mirare alla più bella e alla più difficile. Le più belle e più difficili ai miei tempi giovanili avevano un fianco scoperto, che io immediatamente intuii: non si aspettavano attacchi a fondo perché i maschi giravano al largo. Trovato il varco infilai la scimitarra e venivano tutte giù come perazze. Mai per me, ma per i miei amici, perché io le mie le tenevo in fondo e poi arrivava qualcun altro e se le portava via prima che io potessi tentare un qualsiasi approccio.
      Insomma tombeur de femmes per obbligo. :D

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    4. Insomma con le tue poi ti riducevi a tutto fumo e poco arrosto..... ahahahahahahahahahahahahah

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    5. ahahahahahahahah Perchè mi piace coglierti in contraddizione! Infatti, mentre affermi d'esser stato un grande conquistatore e che le donne cadevano ai tuoi piedi come perazze, al contempo dici che gli altri te le soffiavano via prima che tu potessi tentare un qualsiasi approccio.
      Lo sai che sono implacabile! ahahahahahahahahahahahahahahahah ;)

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    6. Cerca di essere implacabile nella lettura. Nel pezzo parlo non delle mie conquiste personali, delle quali ho citato solamente Ragazza romana e Ragazza friulana, ma di quelle che facevo per il gruppo, per i miei amici. Mi riusciva facilissimo rimorchiare e le graziosette -quelle che volevano i miei amici- cadevano facilmente, poi arrivava quello per cui avevo lavorato e io me ne andavo, che ci pensasse lui, mica gliela dovevo servire su un piatto. Quando la ragazza interessava me ci andavo da solo. Nessuno mi ha mai soffiato una ragazza a cui veramente tenessi, ma per quelle che restavano alla fine c'era sempre più d'uno interessato. Insomma pensala come ti pare. Io ho tirato fuori questa storia non per vantarmi di chissà cosa ma per esaltare una persona. Tutto qui.

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  5. Giovanotto, ma com'e' la "portata" in faccia? Primo, secondo, frutta, dolce, caffe' o ammazzacaffe'? Ahahah bacio!

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    1. Una specie di quello che hai detto tu, ma che se arriva ti obbliga ad andare dal dentista.
      Bacio.

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  6. Effettivamente Marito ha avuto una gran bella dose di culo.

    (comunque non è vero che le donne innamorate rimangono con i piedi per terra, sfortunatamente ci sono anche quelle che si mangiano l'erba cattiva e continuano a mangiarsela...ma questa è un'altra storia)

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    1. L'ho dichiarato pubblicamente.
      Sì è un'altra storia, ma tu mi insegni che le eccezioni confermano la regola.

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