martedì 2 dicembre 2014

IL TRIONFO DES GRAUEN STARS


Che sono in pensione da quindici anni si vede dall'insofferenza ad alzarmi di mattina all'alba, quando cioè l'unica luce visibile fuori dalla finestra è quella del lampione di fronte a casa nostra. Smoccoli, sbraiti, ma se si deve fare lo fai e basta. Si tratta di percorrere una ventina di chilometri, infilandosi nell'imbuto del traffico mattutino sul ponte sul Reno, tappo malefico che non si smentisce mai, si tratta di infilarsi nel secondo imbuto all'ingresso del centro di Karlsruhe, tappo ancora più cospicuo del primo e di arrivare poi a Durlach, la frazione cittadina più lontana, dove nel mezzo di un centro caotico in cui non trovi un buco per posteggiare nemmeno se ti tagli le vene sorge la Clinica Oculistica più ricercata e funzionale dell'intera zona, Clinica che ha un nome fatidico, ARGUS, come il cane di Ulisse, che attese il suo padrone per venti anni, divenne decrepito e cieco e lo riconobbe a fiuto, morendo di gioia subito dopo. Bellissimo, commovente, ma metteteci qualche parcheggio privato per gli ospiti giornalieri, porcaccia vacca.
Basta, dopo aver girato per stradette e viuzze per cercare di mollare la macchina nel primo spazio che trovavo, non avendolo trovato si ricomincia la giostra da capo. Al terzo tentativo, dopo aver setacciato ogni angolino, finalmente qualcuno si è levato dai piedi lasciando un buchetto libero a metà tra strada e marciapiedi, una decina di metri da un semaforo. Per fortuna siamo a un centinaio di passi dall'ingresso della Clinica, la mia signora non dovrà fare molta strada a piedi. È provata da una notte quasi insonne e tesa come una corda del violino di Ughi per l'ansia dell'imminente operazione. Anna Maria soffre di una Grauer Star, come chiamano i crucchi la cataratta. Io ho fatto le due operazioni una decina di anni fa e mi sono sgolato da oltre tre mesi, da quando cioè le hanno fatto l'appuntamento per estrarle il primo cristallino malato sostituendolo con uno di materiale acrilico modernissimo, per farle intendere che si trattava dell'intervento operativo più facile ed innocuo, e che sarebbe andata così e cosà, e che sarebbe successo questo e quest'altro, e che lei nemmeno si sarebbe accorta di niente. Ma la fifa di Anna Maria era più consistente di quella che aveva di volare. "Ecco, le dicevo, ti capiterà come per il tuo primo volo; avrai il cuore in gola fino a che l'aereo non toccherà terra, ma dopo non vedrai l'ora di volare di nuovo. Così per questa operazione. Per il secondo occhio entrerai dentro fischiettando". Credo che nemmeno mi desse ascolto, concentrata com'era a contare i battiti velocissimi del suo cuore.
Così abbiamo percorso sottobraccio quelle decine di metri che ci separavano dal traguardo fatidico. Gente è una soddisfazione non da poco dopo cinquantun anni di vita coniugale sentire che la fanciulla del tuo cuore si aggrappa a te come un naufrago a un tronco marcio che la faccia galleggiare. Provare per credere, ma dà un senso alla vita se la tua donna ancora crede nella tua protezione mezzo secolo dopo.
La sala di ricezione e d'attesa della clinica era piena come quella della stazione Centrale di Milano nei giorni prossimi alle feste. La mia prima impressione. La seconda fu che mancava il brusio festoso della stazione Centrale di Milano nei giorni prossimi alle feste. Imperava il silenzio attonito di chi è in attesa di un evento, anzi dell'Evento; gli occhi sgranati, i volti tesi in una unica direzione, quella da cui di volta in volta compariva personale medico di sala operativa -tute azzurro forte, cuffia di plastica verde a coprire i capelli, mascherine bianche elastiche a nascondere la bocca e il naso-, oppure personale paramedico di sala -tute bianche, tutte e solo donne-, oppure infermiere addette alla ricezione, vestite con normalissimo grembiule bianco, efficienti, gentilissime e rigorosamente sorridenti.
Osservando meglio gli astanti in attesa si vedeva un minimo comun denominatore: la calvizie negli uomini e le rughe sui volti delle donne, le cui chiome erano tutte sotto regolare tintura. Ma le rughe non si possono tinteggiare, solamente stirare e a carissimo prezzo. Insomma non si trattava di un raduno di reduci della seconda guerra mondiale, ma un'esposizione di vecchietti più o meno scassati e tutti inequivocabilmente bisognosi di rapido intervento per meglio potersi ammirare nello specchio del bagno. Insomma cecati.
Improvvisamente è iniziata la chiama, a due a due, come una volta in caserma dopo il rancio, quando venivano affidati gli incarichi per la giornata: ce n'era per tutti e nessuno la faceva franca. Così qui: primo paziente a destra, secondo a sinistra; seduti su sedie girevoli, testa alta, gocce nell'occhio sul quale intervenire e cartellino fissato sul petto a destra col proprio nome e un RA, cioè rechtes Auge, occhio destro; sul petto a sinistra col proprio nome e un LA, cioè linkes Auge, occhio sinistro. Tornare ai propri posti, avanti i prossimi due. Tutto assolutamente marziale e non perfettibile. Non era ancora finita la punzonatura dei candidati della giornata, che già i primi due venivano accompagnati da personale paramedico di sala oltre la nostra visuale in quella che certamente era la sala di Betäubung e di Vorbereitung, cioè di anestesia e di preparazione del paziente, certamente l'anticamera delle OP, sale di operazione. Nessuna lamentela, nessuna resistenza. Tutto liscio come l'olio. Un'ora dopo circa i primi due tornavano in sala d'attesa accompagnati da personale paramedico sorridente e mormorante raccomandazioni, e venivano portati ai tavoli ovunque ci fosse un posto libero e immediatamente rifocillati con caffè o the e Bretzel molto fresche. Rimanevano circa mezzora, subivano un accurato controllo post operatorio, poi garbatamente venivano congedati. Una perfetta catena di montaggio.
"Come al mattatoio con le vacche" esclama Anna Maria, che comunque l'ha presa bene, tanto bene direi perché se ne sta tranquilla col suo cartoncino giallo sul lato sinistro del petto.
Alle 11,20 tocca a lei oltrepassare le prime due soglie e arrivederci mia bella signora.
Da quel momento sto a capo eretto a fissare il soffitto. Leggiucchio una rivista dove si parla di qualcosa di certo interessante, ma che non mi tocca per niente; evito con una certa dolce violenza di rispondere al settantenne accompagnatore di una signora piuttosto in ciccia che è entrata subito dopo mia moglie, che vorrebbe con una conversazione esorcizzare la sua paura, ma io mi devo curare della mia e del pensiero che mi folgora trasversalmente la cabeza "speriamo che resti calma, speriamo che resti calma, Gesù se ci sei falla restare calma", perché l'intervento dura un quarto d'ora ma è la preparazione che potrebbe essere non tollerabile dal mio Cuor di Leone, meglio dire dal mio Angsthase, coniglio pauroso, perché è nell'attesa che si sublimano gli eroi e si cagano addosso i fifacchioni.
Alle 12,30 penso che salterò su e correrò in quella sala se in cinque minuti non ne viene fuori. Fortuna per loro che neanche due minuti dopo esce fuori la compagna della mia vita con un vistoso cerottone che le copre l'intera orbita sinistra.
Stessa solfa degli altri. Condotta per mano da un'infermiera fino al più prossimo tavolo libero, foraggiata di caffè molto buono a suo dire e un grosso Bretzel.
È finalmente calma. Mi fa un mezzo sorriso. "Non ho sentito niente". Molto bene. "Avevi ragione tu, era una cosa facile. Per il prossimo occhio dormirò tranquilla la sera prima".
Fa piacere sentirsi dare ragione di tanto in tanto. Apprezzo molto e ringrazio, e visto che sto proprio benissimo azzardo un complimento.
"Ti sta bene la benda, sie passt zu deinem Gesicht".
Sì, sta proprio bene sulla sua faccia.
Me la riporto a casa e sono proprio orgoglioso di lei e del suo coraggio.


***




26 commenti:

  1. Contenta di leggere che e' andato tutto bene!
    Buona convalescenza alla tua Chefin! :)

    B.

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    1. Alla Chefin Hanno tolto ieri anche la benda. Un leggero Bluterguss documenta che qualcosa in quell'occhio è avvenuto. Adesso vede tutto assai luminoso, pora stella; prima vedeva le nostre pareti bianche tutte sporche.
      Grazie degli auguri B. come buona giornata anche a te.

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  2. Tenerissimo Vin, averne di querce-appoggio come te!
    Ciao.
    Cristiana

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    1. Eh sì, Cri, fa bene all'anima sentirsi quercia-appoggio almeno per una notte e un giorno. L'esperienza mi consiglia di tenermi ben stretta questa meravigliosa sensazione di essere utile ancora.
      Ciao Cri.

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  3. Vedi Enzo, un poeta si riconosce nella quitidianita'. E tu pur raccontando un a"giornata particolare" ma di ordinario caos, colpisci al cuore. E leggere parole cosi' belle e carezzevoli rivolte alla tua compagna di vita, mi fa ben sperare per il mio futuro. E spero con tutta me stessa che la mia roccia possa continuare a sostenermi con amore. Vi abbraccio forte te e AnnaMaria.

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    1. Mi scrive mia nipote dall'Italia di aver visto "Il giovane favoloso" il film recentissimo su Leopardi, e di essere rimasta colpita dal fatto che il regista aveva messo i migliori accenti sulla normalità delle sue giornate, sul suo piatto quotidiano. Si meravigliava la mia nipotina di come un uomo che fosse vissuto in quell'angolo di mondo, quale era Recanati in quegli anni, si fosse potuto elevare così in alto da non vedere quasi più le strade del mondo. Vorrei che lei vedesse il luogo "vero" da cui trasse la poesia forse più famosa della nostra letteratura, cioè l'ermo colle. Una collinetta da quattro soldi, che Giacomo ha trasformato nella sua immaginazione rendendocela immortale. Scusa Mariella, non volevo fare paragoni impossibili, ma mi è venuto su dalla tua riflessione. Non lo faccio più.
      Abbi fede. La tua "roccia" sarà sempre lì quando ne avrai bisogno. Sì è vero, noi uomini abbiamo due mani ma possiamo fare -quasi bene- solo una cosa per volta, ma sostenere la nostra donna lo facciamo d'istinto e lo facciamo bene, perché ci mettiamo la passione dentro.
      Ciao sorella maggiore della sorellina di Maria.
      Un abbraccione.

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    2. Dovresti leggere la recensione che Franco ha scritto su "Il Giovane Favoloso" e Te ne faresti un'idea precisa. Non preoccuparti della divagazione. Ci sta tutta. Con Foscolo e Ungaretti, Leopardi resta il mio poeta preferito. Anche se, nel suo caso, definirlo poeta mi sembra oltremodo riduttivo. Io ho visto i luoghi descritti con la sua fantasia "illuminata" due volte. La prima, ero troppo giovane per godere appieno e per comprenderli. La seconda volta con lo spirito critico che oramai mi appartiene. Avrebbe dovuto fuggirne a gambe levate appena possibile, ma non lo fece. Io di questo ringrazio, altrimenti non avremmo avuto cio' che invece possediamo. Del colle dell'Infinito pero' ho un bel ricordo. La medesima fantasia che che mi ha donato con i suoi versi, mi ha permesso di coglierne la magia. Bacio:-)

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    3. Preciso: poeti italiani che si riferiscono piu' o meno al periodo che abbraccia l'ottocento e gli inizi del novecento. Per quel che riguarda la poesia poi io abbraccio tutto quello che mi ghermisce e trasporta con se: ad esempio la tua. Aribacio.

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    4. Sfondi una porta spalancata. Io adoro Foscolo e sono un assiduo lettore di Ungaretti, per me il più grande dei nostri poeti, anche se certi imbecilli non gli hanno dato il Nobel, preferendogli Montale -e ci sta- e Quasimodo -non ci sta proprio- ma lo meritava molto più di tutti.
      Foscolo ha scritto, a mio modesto avviso, il più bel verso della letteratura italiana, Dante compreso, gli ultimi due de I sepolcri. Rileggili con calma più di una volta, ripetili a occhi chiusi dentro di te e a voce alta:

      E tu onore dio pianto, Ettore, avrai
      ove sia santo ed onorato il sangue
      per la patria versato "e finché il sole
      risplenderà sulla sciagure umane".

      È un verso e mezzo, immortale, secondo me.
      Per quanto riguarda la poesia hai ragione: poesia è tutto quel che ti ghermisce e ti trasporta con sé.
      Stupendo l'effetto di quel "ghermisce": ti strappa da terra, dalle brutture terrene, dall'usuale caotico e faticoso del giorno, dal dolore, dalla disperazione e ti innalza là dove c'è solo l'immensità della contemplazione dell'infinito.
      Un doppio bacio sorellona della sorellina di Maria e di un'altra sorella in quel bel litorale di Ladispoli.

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  4. Be` Vincenzo, tutto è bene ciò che finisce bene.
    Gran coraggio per entrambi, bravi!
    Bacio.

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    1. Grazie sorellina grazie.
      Adesso dopo sei giorni sta facendo di continuo scoperte meravigliose. Ha finalmente realizzato il bellissimo bianco del soffitto nel soggiorno, ti puoi figurare. Io che ci sono passato ti dirò che vedevo tutto color marroncino più o meno chiaro.
      Bacio bacio bacio, sorellina di Maria e della bella ladispolese.
      Enzo Iacoponi
      PS. il mio PC fa i capricci e non mi riconosce sto scemo, per questo l'anonimato.

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    2. Adesso mi riconosce. Pensa che per l'anonimato mi ha chiesto il controllo, che io non ho mai messo....
      Viva la tecnologia, la cosa più cretina che ci sia....
      Un mio amico ingegnere informatico sostiene che non ci sia niente di più imbecille di un computer perfetto, ed ha ragione.
      Ariciao sorellina

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    3. Io lo sapevo da un po` che il computer è scemo!
      Baciiiii...

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    4. Brava, brava, brava!
      È una fortuna comunque che il computer non possa anche pensare.
      Baci sorellina di Maria.

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  5. Auguri a tua moglie ... e complimenti a te per il robusto sostegno ! :-)
    Quanto alla Poesia ... ne condivido la tua 'passione spassionata' per @Leopardi & @Foscolo .... giacchè i loro versi NON conoscono - nè conosceranno mai, almeno 'finchè il sole risplenderà sulle sciagure umane' ! - gli oltraggi del tempo !
    Conoscevi questa struggente dizione di @Gassman di A SILVIA ??? Credo che sia una delle sue ultime recite ... e qui davvero ci fà ascoltare la voce dell' anima !

    http://youtu.be/pl-888LgBnQ

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    1. Grazie degli auguri, di cuore. Riguardo ai complimenti ci andrei piano. Non so tu, ma io mi sono sentito importante e non occasionale come qualche volta mi era capitato, diciamo necessario, diciamo persona di cui non si può fare a mano.
      Per la poesia non conoscevo la invero "struggente dizione" di Gassman.
      Vale quasi metà del valore della poesia. Grazie infinite per l'omaggio.
      Ciao Cavaliere

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  6. E passa er tempo e cambjerà la storja,
    l' omo se illude d' essere immortale ....
    e che ce ne frega Vincè ? ... Se tale e quale
    ce resta l' immutabbbile memorja !

    Memorja d' esse' ommini nun cjechi,
    aperti ar monno quale ch' esso sja,
    pochi rimpjanti e dritta quella vja
    che intraprennemmo senza scopi bbjechi .

    Pe' tutti e tutte finirà er Viaggjo,
    e a la morte .... mai gnissuno scappa,
    ma noi nun la zozzamjo la guardrappa
    dicennoce 'ggni tanto .... "Vai ... coraggjo" !

    Magara brancolanno de paura,
    chjedenno ajuto a 'n pò dde rosso vino :
    si quella fine è 'r nostro destino
    l' anima ch' abbitamjo ... resti pura !!!
    :-)

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    1. Bravo, t'ariesce de scrive ste poesie. Me piace er garbo, la manniera, er modo, nzomma me piace e basta. Ciai raggione campamo come viè, tanto nun ce potemo fa gnente, er monno se scapicolla puro senza de noantri, cercamo solo de non piallo in culo e si propio se deve armeno cercamo de nun facce troppo male. Me piace l'idea der vino rosso, pe quella so sempre pronto. Se intenne na mezza boccia pe omo no deppiù sinnò famo la figura der somaro che nun trovava più la stalla.
      Sarebbe brutto pe me ma più pe te, che sei cavalliere e te ce vo er cavallo e no er sumaro.
      Ciao Cavalliè, ciarisentimo.

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  7. Ah ah ah ah .... è così come dici !
    Di certo, sono assai pochi ( dal centro storico di Roma ai più pittoreschi luoghi annidati ai Castelli romani ... ), tra i responsabili di trattorie e/o osterie e/o ristoranti, quelli che NON mi conoscano ! Tra questi "sconosciuti" ... quando, alla mia richiesta di vino, mi chiedono "vino bianco o vino rosso ?" .... non mi stanco mai di ripeter loro che, se si chiede VINO .... si intende "rosso" ( giacchè per me, il vino o è rosso o è rosso .... ) mentre, al contrario, chi voglia altro occorre che specifichi "mi porta del vino bianco"? ....
    Come vedi @Vincè .... anche riguardo al vino (rosso), oltre che per la Poesia, condividiamo gli stessi gusti ..... pur comprendendo sinceramente i gusti degli altri, non immemori noi del proverbio "de gustis non disputandum est" .... come disse anche l' uomo senza palato !!! :-)))
    A bientot ...

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    1. Hai perfettamente ragione, cavaliere: quando si dive vino si intende ROSSO.
      Io resto sull'italiano, anche se qui a pochi chilometri c'è l'Alsazia con vini molto buoni e poi a circe 30 chilomnetri, a metà strada per Strasbourg c'è un paesotto con un'enoteca conosciutissima dove puoi trovare tutti i vini franciosi da 10 euro la bottiglia a 1.500 euro. Incredibile, ma vero. Ti danno un catalogo e scegli su quello, paghi poi arriva la bottiglia, che devi bere immediatamente a casa tua oppure mettere in cantina ai gradi che dicono loro, altrimenti perde il gusto. Roba da matti, ma è così. Il fidanzato di mia nipote è venuto insieme a me e mi ha fatto mostrare -letteralmente l'ho tenuta in mano per un attimo- una bottiglia di Chateauneuf du Pape del 2002, cru di André Brunel. Costo 5.000 euro.
      Pazzesco!!!!!
      Io però rimanco all'Amarone della Valpolicella, al Gallo Nero, al Barolo e al Brunello di Montalcino. tipo Borgo Torre del 2005.
      Alla salute Cavaliè.
      Te saluto.

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  8. Stupefacente ... un grande vino ! :-)))
    Non sono poche le bellezze e le opportunità della terra 'straniera' che abiti, @Vincenzo .... così come non sono pochi gli aspetti che, talvolta, ti angustiano .... e che comunque superi da par tuo ...
    Ma, ne sono certo, ti resta nel fondo del cuore una nostalgia, naturale e non piagnucolosa, del tuo paese natìo, pur così amaro e ingrato essendo .... talvolta .
    E' per questo, che non di rado irrompo nel tuo campo con versi romaneschi .... quasi a non fartelo sentire troppo lontano .... e per ricordarti/ricordarmi che, in fondo, il paese ideale in cui tutti/tutte vorremmo abitare è unico e indivisibile, e là tutte le nostre miserie umane non hanno più motivo di esistere !
    In quer paese .... er Tempo se dispjega,
    ai ggjorni, ai mesi, a l' anni se arinega ...
    dà 'n carcjo in culo a ricchezza e povertà
    trascore lento ....... diventa eternità !
    @Bruno

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    1. A Bru, ma nun vedi quello che stanno a combinà ne sta città unica ar monno!
      Ma te pare giusto che ciavemo un presidente de la repubblica napoletano (e passi, pare bono), un presidente der consijo fiorentino der cazzo e un sindaco genovese, te pare giusto? Ma che capisce quello? Ce pija per culo, va in bicicletta, ma cià la foriserie dietro l'angolo. Ma chi se vo inculà senza pisello?
      Hai ragione, una grande nostalgia, ma chi in quelle lande è nato, soprattutto chi è italiano, si adatta a tutto ma ner core rimane sempre a casa sua.
      "Tu nemmeno le ossa avrai del figlio", ricordi? Sono versi del Foscolo, di un sonetto famosissimo "a Giacinto". Me sa che me tocca puro a me.
      Ma nun ce vojo pensà.
      Ciao Bru, continua pure a scriveme li versi in romanesco che sai scrive tu.
      Ciarisentimo.
      Un abbraccio.

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  9. Ciao Vincenzo!
    È che di tanto in tanto l'Amore ha bisogno di una spolverata sull'anima,la quotidianita non ci fa cogliere i particolari,come un gesto o una semplice parola che ricevuti nel giusto momento ci fanno invece sentire grandi e unici
    Felice che la tua dolce meta' sta meglio ora,tutto passa e per fortuna!
    Un abbraccio bell'homo! :))))))

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    1. Bella donna, me mancavi. Sì, dice bene, dici meglio: ogni tanto bisogna darsi una spolverata sull'anima e vedere sotto la polvere cosa c'è. La vita in fondo è fatta di piccoli gesti quotidiani, che lo vogliamo o meno. Ma è bello così.
      Un grande abbraccio, bellissima!

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  10. La sensazione di poter essere utile alle persone che ami, credo divenga peculiare col tempo. Ti fa uscire dall'ordinario della vita comune ed entrare in una fascia eccezionale. Un po' come far diventare eterna quella collinetta da quattro soldi...

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    1. Infatti è peculiare col passar degli anni, Franco. Sarà che quando sei giovane non dai affatto peso a certe cose da serie inferiore -pensi tu, ti illudi tu- ma poi diventano le sole cose che contino in questo caravanserraglio che è la vita che meniamo tutti i giorni.

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