venerdì 10 settembre 2010

COSE (BUONE) DA CRUCCOLANDIA

L'appuntamento è per le 16,30. Arrivo con dieci minuti di anticipo perché qui siamo in Cruccolandia e se ritardi qualche minuto capace che perdi il tuo turno.
Alle 16,32 il doc mi riceve.
-Passate bene le vacanze? Mi chiede gioiosamente.
Una gran cagata, nel vero senso della parola, vorrei rispondere; ma non starebbe bene, visto che lui è stato così carino.
-C'è di peggio -mi limito a dire-. Un paio di giorni chiuso nel cesso in profonda meditazione sulle miserie umane.
-Di che si trattava?
-Di un virus intestinale importato in albergo da un ospite che veniva dal freddo. Ha fregato metà dei clienti e metà del personale.
-Si è recato al Pronto Soccorso?
Mi vergogno a descrivergli la miseria di un Pronto Soccorso in un qualsiasi ospedale italico.
-No. Ho preso Imodium per bloccare il flusso, e poi fermenti lattici per rimettere in ordine la funzionalità dei miei intestini.
-Assunto medicine specifiche contro quel virus?
-Nessuna.
-Scommetto che non sa nemmeno di che virus si trattasse.
-Scommessa vinta, doc.
Fa una faccia triste. Deve pensare che sono a metà tra un vecchio deficiente e un vecchio coglione; un vecchio deficiglione insomma.
-Adesso come va?
-Bene, bene.
Mi guarda come per dire: "e che vuoi allora adesso da me?".
-Il problema è quello che è successo dopo col mio cuore.
E gli racconto la storia delle 151 pulsazioni al minuto, della gabbia di uccelli semoventi che mi sentivo dentro la cassa toracica, e di una notte passata seduto dentro il letto a misurare ogni benedetta ora il numero delle mie pulsazioni, sempre immenso considerate le mie abitudini di bradicardico da 48-50 pulsazioni al minuto; e questo da una vita.
Lui lo sa perché lo legge dalla mia cartella.
Mi ausculta con lo stetoscopio.
-Adesso è regolare.
-Adesso sì, Gott sei dank!
Mi misura la pressione e il polso.
-Facciamo subito un EKG in fase di riposo e uno sotto sforzo. Poi preleviamo il sangue per una accurata analisi.
Si va subito nella stanza degli elettrocardiogrammi. Mi distendo sul lettino a torso nudo e una infermiera si prende cura di me. È quella alta e bionda, che ride sempre e che commenta ogni cosa che fa con un "sooooo!" finale, che più crucco non si può.
La bionda ridente mi riempie di elettrodi -dieci- e mette in moto l'apparecchio.
Cinque minuti dopo già mi devo alzare per sedermi sulla ciclette, così bardato di elettrodi e cavi -dieci- e in quel momento entra il doc, perché deve essere presente.
Mette il freno della ciclette al massimo e mi invita a pedalare.
Io so già che farò un culo così grande e che quasi mi scoppieranno i polmoni. L'ho fatto altre volte, per controlli periodici del mio stato di salute. Spero che stavolta il corazon tenga botta.
Quando arriva a 200 pulsazioni smetto. Mi fa male dappertutto e ho un martello pneumatico in testa che lavora sodo.
Mentre mi rimetto in vita il doc controlla il risultato dei due EKG, tenendo sempre d'occhio il numero delle mie pulsazioni sul display della ciclette: devono tornare normali entro tre minuti.
Dopo due minuti e mezzo stanno a 58.
Bel colpo, Iaco!
-Gli EKG non evidenziano nessuna anomalia, dice il doc; ma è meglio che lei porti un apparecchio per 24 ore, un "lange EKG", così siamo tranquilli.
A me va bene tutto pur di uscire da questa psicosi da infarto cardiaco imminente ed immanente. Mi dice che dovrà applicarmelo un cardiologo e mi da alcuni indirizzi.
-Adesso preleviamo il sangue.
Dura ancora dieci minuti. I due campioni di sangue saranno inviati in un centro privato di analisi a Karlsruhe, dove anche i cinque ospedali cittadini inviano campioni da analizzare quando i loro laboratori sono al massimo.
-Lunedì avrò il risultato -mi dice il doc-; mi telefoni nel primo pomeriggio e glielo riferisco.

Quando esco dalla Praxis sono le 17,35.
È passata poco più di un'ora per una visita, due EKG ed un prelievo di sangue. Il mio dottore è un internista, ma qui anche gli altri sono attrezzati come lui per favorire i propri pazienti.

Nemmeno a Milano o a Roma sarebbe potuta succedere una cosa del genere.
Mi viene da vomitare nel ripensare quello che Fazio o altri ministri della sanità pubblica dei precedenti governi hanno dichiarato più volte ai quattro venti: che cioè la situazione sanitaria in Italia è molto vicina allo standard europeo. Con rispetto parlando, forse alludevano allo standard della Grecia e della Romania. Nei confronti della Germania la nostra Sanità è a livello da terzo mondo.
Certe cose bisogna dirle; bisogna avere il coraggio di dirle.
Ai nostri politici -tutti- manca il coraggio, oppure manca la giusta informazione, oppure ancora -e temo di averla azzeccata questa volta- manca la coscienza pulita.

5 commenti:

  1. Dì un po', tutte quelle belle cosine le hai fatte dal tuo doc, senza pagare nulla?
    il doc dei miei suoceri ogni volta che uno dei due accusa disturbi cardiaci gli propina un ECG a decine di euro; ogni tanto gli appioppa anche l'holter, e mi pare che per quello ci scappi un centone.
    Ieri Dafne ci ha riferito che in sala operatoria è successo di tutto: mancava l'anestesista, le infermiere litigavano, il chirurgo sbraitava, lei piangeva.
    La sua compagna di camera era volata fin qui dalla sicilia: immaginati un po' come devono essere messi laggiù. Ci hanno raccontato cose incredibili.

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  2. dimenticavo: hai visto che il tuo corazon sa ancora il fatto suo? Complimenti!

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  3. Lo avevo dimenticato perché qui è ovvio: NON HO PAGATO UN CENTESIMO.
    Quando qui vai dal tuo medico di casa è come se in Italia vai in una USL, per capirci. Ti fa tutta l'assistenza necessaria e, nel caso debba fare qualcosa di specifico, ti fa una carta -"Überweisung"- per recarti nel più breve tempo possibile dallo specialista. Il tutto si risolve in un paio di giorni.
    Hai capito bene: IN UN PAIO DI GIORNI.
    Come vedi siamo lontani anni luce dalla tua bella Lombardia.
    Della Sicilia meglio non parlare, basta ascoltare gli ammazzamenti che avvengono laggiù nelle varie sale operatorie.
    Ma a quel che sento anche nelle nordiche sale operatorie c'è tanto, tantissimo casino.
    Che ne dice l'Umberto?
    Congratulazioni alla ninfa, che ne è uscita viva e integra.

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  4. Alle 16.32?
    Gli elettrocardiogrammi subito?
    "Mi telefoni lunedì e glielo riferisco?"

    Probabilmente queste non sono eccezioni, ma, per l'appunto, standard Europei dell'anno 2010.
    Quell'umorista bricconcello di Fazio (oggi non ho voglia di scrivere parolacce...) si riferiva probabilmente a quelli del 1685... (ma almeno nel 1685 c'era meno popolazione, e non avresti fatto 82 ore di vergognosa attesa in un Pronto Soccorso...)
    Del sud, poi, non parliamo proprio: lì un'appendicite è letale come altrove una leucemia fulminante. E i soldi pubblici che girano, checché ne dicano, sono gli stessi che al nord...

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  5. Nik, ti dirò di più. Se vado alla mia Praxis senza appuntamento e dico all'infermiera di turno che ho un polso accelerato e aritmico, mi fa entrare nella stanza degli EKG e dopo due minuti arriva il doc che me li fa al volo.
    Se vado in un qualsiasi pronto soccorso di un ospedale con una situazione del genere, c'è il ricovero velocissimo in cardiologia, dove ci sarà del personale altamente qualificato che non mi mollerà più. Tanto nella grandissima città, quanto nel paesetto con ospedale da 400 letti.
    Se non ce la fanno arriva l'elicottero della Croce Rossa a portarti in una unità qualificata.
    È un altro mondo.
    Noi italiani in Italia ce lo possiamo solo sognare.

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