venerdì 4 febbraio 2011

FEBBRARO NUN É 'N MESE COME N'ANTRO. É 'N MESE BELLO, BELLO TANTO

Chi dice che febbraro è corto e amaro nun ha capito gnente: febbraro è bello perché adè er mese mio, de la mi moije, che fa l'anni oggi TANTI AUGURI ANNAMARÌ , volete da sapé quanti? Nun se dice de le siggnore, ma fra na settimana, quanno che li fo io ve do a tutti l'enigghema patriottico arittemetico e vedemo che cazzo ce capite.
Allora che stamio a dì? Sì, adè er mese mio, de la mi moije, de la mi fija primmoggenita e poi è stato sempre er mese celebbrato ne la famija nostra come quanno che se nasce du vorte, che se rinasce, che nun se more, boh! che cazzo ne so, ma er mi padre ner febbraro der 1917 doveva da morì e poi invece no, nun è morto.
Io sta storia me la so sentita ariccontà ar minimo na mezza miijarata de vorte, che si chiudevo l'audio a mi padre e je lassavo solo move la bocca come li pesci nell'acqua, le parole le potevo dille io co le virgole, li punti e la postrofi.

Basta, adera allora che mi padre stava in fanteria drento a na trincea a Conca di Plez, che mo adè Slovenia, ve possino ammazzavve. Ciaveva 21 anni ma pareva 'n pischello de 15 e quarcuno lo pijava per culo. Così lui se fece mette ndé l'Arditi che ereno na specie de commandos de li tempi.
Ciaveva 'n sergente de Genzano, un fijo de na mignotta, che se chiamava Biaggio Marini e je faceva piscià sangue.
"A Jacopò! Com'è che nun te cresce nemmeno 'n pelo sur barbozzo?"
"E che ne so, nun me viè gnente"
"Cellai su le palle?"
"Cellò ner bucio der culo" jarispose papà tutto 'ncazzato.
"Meijo, così te fanno da sbaramento"
E giù tutti a ride, sti coijoni.
Er mi padre ce sformava ma doveva da ingozzà.
"Seghettate le baionette -ordinò 'n giorno Biaggio Marini- je le dovete da infilà ndé la panza a sti doicce der cazzo, che devono da soffrì prima de crepà"
E tutti a seghettà le baionette, de corsa sinnò ereno carci in culo.
Na sera Biaggio Marini s'avvicina a mi padre e je fa:
"Jacopò, fra 'n'ora annamo io e te a taijà er filo spinato che domatina c'è l'assarto"
"Ce sto" jarispose mi padre.
S'anniede a preparà ma se sentì tirasse la giacchetta. Era Carletto De Fazi, n'amico suo, de Citavecchia puro lui.
"Amblè, damme la baionetta e píete la mia. Si t'agguanteno li bosniaci co quella seghettata nun li vedi più li scoijetti de casa nostra"
Se scambiorono le baionette, e così Carletto De Fazi sarvò la vita der mi padre, ma in quer momento ce lo sapeva solo Cristo.
Anniedero Biaggio Marino, sergente der cazzo, e Ambleto Jacoponi, ardito scerto senza peli sur barbozzo.
"A sergè -disse mi padre doppo 'n po'- stamo a fa troppo casino, quelli ce senteno"
"Quelli se cacheno sotto. Nun te preoccupà Jacopò, taija e nun rompe li coijoni"

Ma quelli staveno 'nguattati: Sortirono tutti fora sparanno come li matti.
Mi padre lo corsero a na coscia, er sergente ar core. Schiattò subbito.
Arimaneva n'omo solo, ferito e stracacato da la paura.
"Aber der ist nur ein Bube"
Ma questo è 'na creatura, disse er doicce che commannava.
"Zeige mal Dein Bajonett"
Facce vede sta baionetta e siccome viddero che nun era seghettata, invece de infilajela nde le budelle mille vorte, lo portorno all'infermeria a carci in culo.
Così sarvò la pelle er mi padre, perché ciaveva la baionetta de Carletto De Fazi e perché nun ciaveva peli sur barbozzo.
Quanno se dice er culo.
Così pe mancanza de peli e de seghe 17 anni doppo so nato io.
Quanno se dice er culo.

8 commenti:

  1. Meno male che ogni tanto c'è giustizia: schiattassero tutti li biaggiomarini che fanno seghettà le bajonette, non arrivando a capire che i soldati, il più delle volte, non sono altro che poveri cristi e ragazzini sia di qua che di là, e che volerli far soffrire oltre che ammazzarli è proprio da miseri farabutti pezzi di merda...

    Lo sai che rischiavo di essere di febbraio anch'io? Sono nato con una quindicina di giorni d'anticipo sui tempi. Bel coglione frettoloso, mica l'avevo capito che si stava meglio DENTRO al calduccio... :D

    Comunque devo essere sincero: gennaio e febbraio sono in assoluto i due mesi dell'anno che più mi stanno antipatici (sarà il freddo?)
    Gennaio me lo faccio diventare un pochettino simpatico per via del mio compleanno il 30... vorrà dire che da adesso mi farò diventare più simpatico pure febbraio per i compleanni tuo e dei tuoi cari...

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  2. Caro Nik. Questo febbraro è entrato veramente in modo doloroso. Per il "mio" mese mi sarei aspettato un approdo migliore. Temo di avere sfasciato tante cose cui tenevo, tante, quasi tutte, meno che la mia testa, il che sarebbe stata la cosa migliore.
    Per questo mi è sovvenuto questo piccolo post, perché -questo non l'ho scritto, ma forse una persona intelligente e sensibile come te lo aveva intuito- quando raccontava questo episodio -le mezze mijara de vorte che me l'ha ariccontato- papà finiva sempre col piangere. Erano lacrime che gli scorrevano mute sulle guance.
    Le guance di papà, Nik, non le mie, perché tra le tante storture della mia esistenza c'è anche questa maledizione: io non so piangere, io non riesco a piangere. Io singhiozzo dentro, mi strazio dentro, ma dal di fuori mi viene sempre di mostrare una faccia, non dico indifferente, che non so nemmeno come si faccia -la faccia- ma una faccia con un sorriso tra amaro e beffardo, una faccia di cazzo, una faccia di merda che tutti mi rimproverano.
    -Non hai un minimo di rispetto per tuo padre, che sta in quella cassa?
    -Non senti niente per tua madre, che non c'è più?
    -Non senti dolore per tuo fratello che è morto? Sembravate così legati, e lui che ti voleva così tanto bene chissà adesso come sta male.
    Mai come me, bastardi!
    Lasciatemi in pace, non vi sento, dentro ho tutto un urlo.
    Le tre persone più importanti della mia vita, e nemmeno una lacrimuzza. Niente.
    Mica per la gente, chi se ne frega, per me, per soffrire un po`di meno, per sfogarmi un po'.
    Se fossi almeno nato donna, quelle hanno culo.
    Sono donne e lasciano -ci riescono- uscire le lacrime così si sentono meglio: sul letto, imfradiciando il cuscino; sotto la doccia, in piedi e sedute a terra. Poi dicono che noi non capiamo niente della loro sofferenza.
    Chi non sa cosa significhi soffrire in silenzio non può sapere cosa veramente prova un maledetto uomo.
    Mio papà era bravo. Niente lamenti, solo lacrime mute, le più brutte da vedere, le più amare da ingoiare.
    È un periodaccio Nicò. Ne uscirò comunque cambiato. Sempre quando mi cadono tegole sulla testa mi piego fino a terra, poi lentamente mi ritiro su.
    Con più vigore, pensa la gente che non capisce una mazza della natura umana; certamente con più piaghe, ma col vigore dimezzato, dico io.
    Non voglio tediarti, ma tu sei maledettamente in gamba, molto più di me, e sei tanto più giovane: ti rimane tanto tempo per migliorare, io non so, non credo, e penso che per migliorare non mi basterebbe un mezzo secolo, di coccio come sono.
    Ciao Nicò, e grazie di esserci.

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  3. Non preoccuparti e non giudicarti male, in fondo è la condanna di tutti noi imperfettissimi esseri umani, di incancrenirci nei nostri difetti, che lo vogliamo oppure no... dici della mia relativa gioventù e dei miei possibili margini di miglioramento, ma realisticamente io temo che se mai arriverò alla tua età, rispetto ad ora non sarò migliorato che di mezzo nanomillimetro, se addirittura non sarò peggiorato... l'importante è non crederci perfetti, e non pretendere la perfezione negli altri... siamo al mondo per voler bene e farci voler bene, ma purtroppo ci riusciamo pochissime volte, alcuni quasi mai...
    Penso che la fregatura di essere maschi sia che ti espone a molte più occasioni di venire giudicato: a uno come te che non piange dicono insensibile, a uno come me che piange magari dicono mezzo frocio... ma siamo fatti così, punto e basta.
    Ciao caro amico, e stai su col morale!!

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  4. Sai Nick, più passa il tempo, più ti conosco e più ti ammiro. Sei capace di dire con estrema semplicità le cose più complesse, e non c'entra niente essere scrittore -eccellente, geniale, come lo sei tu- certe cose si devono sentire dentro, per poterle dire.
    Innanzi tutto hai ragione tu e ho di nuovo smarronato io: non devi cambiare NIENTE della tua natura, perché sei bellissimo così imperfetto e imperfettibile come sei.
    Come sono anche io.
    Questa è la tua e la mia forza.
    Non so se tu fai tanti errori quanti ne faccio io, non credo; penso di avere il privilegio di portabandiera dei gaffeures, dei casinisti congeniti, dei folgoratori della pace altrui.
    Sei nella scia? Allora sei un uomo buono -e questo sicuramente lo sei- perché hai l'opportunità, che ho io, di pentirti di tutti gli errori che semini per strada.
    Anche se non ti ho mai visto in difficoltà di questo tipo, sento che tu, nel caso commetta un errore e faccia -senza volere- del male ad una persona ci soffriresti da cani.
    Questa è pure una bella condanna.
    Hai ragione: noi uomini, per il fatto di esser tali, per quel cazzo di cromosoma X che le fanciulle non hanno, per quel retaggio atavico di conquistatori, usurpatori, violentatori, scopatori, inseminatori, tiranni di corpi femminili che ci trasciniamo dietro dai tempi della clava e delle femmine trascinate per i capelli, siamo costantemente giudicati e maltrattati con la solita tiritera: "tipicamente maschile", che significa, eccoli sti stronzi di cacca che si manifestano in tutta la loro incapacità, in tutta la loro boria, in tutta la loro perfidia.
    A te che piangi -beato te!- dicono che sei un imbelle, cioè un mezzo frocio (nemmeno uno intero, mezzo); a me che non piango, dicono che ho un cuore di pietra.
    Rimani come sei, amico mio: sei unico nel tuo genere, e anche nel mio.
    Ciao Nick, e grazie.

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  5. Come dice l'amico Zio Scriba, anche a me i mesi di gennaio e febbraio non piaciono molto ma verso la metà di febraio la cosa cambia: ehhh si, è il compleanno di mio padre (il 22) e come sempre lo festeggiamo alla grande. Un bel momento di allegria dove ci troviamo tutti e sulle spalle del vecchietto, gustiamo cenette squisite nei migliori posti della zona.

    Un saluto e tanti auguri anche ad AnnaMaria, forse un pò in ritardo e me ne scuso.

    Ciao Enzo. :)

    LeNny.

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  6. Da vecchia pantegana intenerita dal saperti sinceramente dispiaciuto, ti auguro di cuore per domani un sereno compleanno circondato dall'affetto dei tuoi cari. Per il resto sono sicura che tutto si aggiusterà perchè vi so legati da affetto e stima reciproci. Ti ho spiazzato, eh? :)

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  7. *Lenny. I mesi sono come i nomi delle ragazze: io mi ricordo -per te è questione di ogni giorno- quando si incontrava una bella ragazza e le si chiedeva il nome poteva chiamarsi cacca fritta sarebbe sempre stato il più bel nome del mondo, ma se era racchia anche se si fosse chiamata Elena sarebbe rimasta racchia lei e diventato brutto il nome.
    Voglio dire sono gli avvenimenti, gli incontri, gli scontri le avventure belle o brutte che ti fanno diventare bello o brutto un mese, come pure un anno.
    Ciau :)

    Enzo

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  8. *Ornella. Sì, mi hai spiazzato, e te ne potrai vantare: io mi sono buttato a destra e tu hai infilato il rigore a sinistra.
    Ti ringrazio di cuore degli auguri che mi fai.
    Sto scrivendo la traccia di un mio prossimo romanzo; sto alla traccia, non ho ancora scritto una riga, ma una cosa è sicura, il titolo.
    "Una pantegana rosa".
    Anche le pantegane hanno un cuore.

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