martedì 27 settembre 2011

STORIA MAI RACCONTATA DEL FALSO PICASSO NON PIÙ RITROVATO

Decima puntata


-E allora?
-Paracelso aveva affermato nel sedicesimo secolo che la terra è un grande magnete, e che la forza e la direzione delle sue correnti sono determinate dall'influenza delle sfere celesti, dai cicli delle stagioni, dai cieli cosmici. Per questo motivo si riteneva che il sistema delle correnti fosse mutevole, ma che comunque avesse un unico punto di origine, un punto critico detto "Umbilicus Telluris", il centro del mondo e l'origine del Potere.
-Ma questo era il segreto dei Templari!
-Brava! E proprio per questo furono massacrati da chi come loro rincorreva quel segreto inespugnabile. Ma non servì a nessuno cercare di scoprire l'Omphalos, l'Umbilicus Telluris, perché poi non avrebbero saputo che farsene. Non era vero infatti che poteva cambiare per i capricci della precessione degli equinozi, o per gli influssi degli astri, era vero bensì che era legato al "magnetismo perpendicolare" che tutto regola, e solo variandone l'angolo di incidenza si sposta l'Ombelico del Mondo e si ha in mano la leva del Comando e del Potere supremo.
-A sentire lei sembra tutto così facile, bello, perfetto; ma quando si sa come cambiare l'angolo di incidenza di questa forza immensa che cosa si riesce a fare?
-Si possono dirigere le correnti magnetiche telluriche, le pare niente?
-Non riesco proprio ad afferrare il concetto.
-Ma come fa a non capire l'importanza di una simile scoperta? Lei ha in mano la chiave per orientare la forza più potente del cosmo: può far variare il suo punto di caduta sulla terra -perché è qui che si gioca la partita, è la terra il campo di azione- e può provocare, per farle un esempio, uno spostamento di una quindicina di gradi dell'asse terrestre; oppure limitarsi a sballare l'ecosistema dell'America Latina, oppure spaccare in due l'America del Nord, dal Golfo del Messico alla Baia di Hudson; o scatenare uragani in Africa, maremoti e terremoti devastanti in Asia, lasciare sommergere tra quarti della Cina, sprofondare nel Pacifico il Giappone e metà delle Isole Filippine; mandare l'Australia alla deriva per tutto l'Oceano Indiano. Le basterebbe fare un paio di questi miracoli per avere i potenti della terra in ginocchio davanti a lei. Cosa pensa che avrebbe fatto Hitler se mio padre gli avesse consegnato la sua scoperta? Non le vengono i brividi?
-I brividi mi vengono a pensare che questa formula è ancora in giro. Perché non l'ha bruciata subito una volta capito di che razza di pericolo per l'umanità si trattava?
-Per rispettare la volontà di mio padre che aveva deciso che io ne fossi la custode, e perché altri l'avevano fino allora protetta e aiutato Katharina Kessler a farla pervenire nelle mie mani.
-Anche questo era scritto nella lettera di suo padre, immagino.
-Certamente.
-Anche i nomi di queste persone?
-I nomi no; ma le persone erano chiaramente indicate.
-Le stesse che le inviarono lo stivale perforato, penso.
-Sì, quelle.
-E che eliminarono Josephine, per intenderci.
-L'uccisione di Josephine fu un atto di estrema difesa del documento. Gli esecutori volevano impedire che la formula cadesse in possesso degli americani.
-Quindi erano agenti sovietici.
-No. Avrebbero agito allo stesso modo se fossero stati i russi sul punto di metterci sopra le zampe. Lei sta andando fuori strada, Verena. Nessuna nazione di questo pianeta deve entrare in possesso della formula, almeno fino a quando non ci sarà ai comandi una generazione di intelligenze superiori, capace di farne un uso pacifico, per il bene di tutti e la soluzione di tanti problemi, perché questo era lo scopo per cui mio padre ha lavorato, non la distruzione del pianeta o il dominio di un dittatore scellerato sul resto del mondo. Mio padre pensava che si potesse trasformare il Sahara in un immenso granaio, e il Gobi in risaie e frutteti e così vincere la fame nel mondo. Pensava che si potesse far riemergere l'Atlantide dal fondo del mare con tutti i suoi tesori; pensava che gli scienziati della futura società, non più costretti a studiare complicati ordigni di morte, sfruttando la sua scoperta avrebbero potuto sconfiggere le malattie più orribili e schifose che stanno distruggendo il genere umano. "I protettori" hanno creduto subito che si potesse costruire un simile mondo e hanno iniziato subito a proteggere mio padre e la sua scoperta. Apra i miei dischetti, Verena, legga dentro i file: troverà che questi "protettori", come li chiamo io, sono entrati altre volte in azione per salvare la formula, una volta in modo clamoroso.
-Quando? Contro chi?
Esther scelse uno dei dischetti e lo porse a Verena.
-La storia di quell'intervento è qui dentro, nel numero 4. Apra il dischetto e legga con attenzione.
-Lo voglio sapere adesso, dalla sua voce.
-Non trova che abbia già parlato abbastanza per oggi?
-Non leggerò quel file. Me lo racconterà lei quel che c'è dentro.
Esther fece un lungo sospiro, poi si risistemò sui cuscini.
-Otto anni fa alcuni servizi segreti arabi scoprirono il mistero del mio quadro; cioè vennero informati che quel Picasso che girava da Harrisburg a Washington e a New York era in realtà un falso e conteneva, trascritta sotto il dipinto, la formula di un'arma che poteva far vincere tutte le guerre. Cercarono naturalmente di impossessarsene ma ognuno per proprio conto, e si eliminarono per così dire vicendevolmente suonandosele sode, finché scoprirono che il Mossad israeliano zitto zitto era vicinissimo al dipinto e stava quindi per mettere le unghie sulla formula con cui Israele avrebbe poi dominato il mondo. Dopo frenetiche riunioni gli arabi decisero di distruggere la formula perché né americani né russi né tanto meno israeliani potessero averla, e incaricarono il gruppo terroristico di Al Qaida di effettuare la missione. Il gruppo era noto per la sua ferocia e determinazione, si poteva star certi che avrebbe colpito a morte chiunque gli avesse sbarrato la strada e che avrebbe distrutto qualsiasi obiettivo. Ma qual'era l'obiettivo? Dove era il quadro? Non c'era il tempo per ricerche prolungate, gli israeliani dovevano essere ormai prossimi alla meta, bisognava colpire immediatamente. Si sapeva che il Picasso era improvvisamente sparito nel silenzio dopo tanto clamore. Dove si trovava adesso? I capi di Al Qaida decisero di colpire in tutti i posti dove era stato esibito in mostre pubbliche e dove si poteva ritenere che fosse stato nascosto: quindi Pentagono, torri gemelle del World Trade Center e la villa del Governatore Upward a Harrisburg. Occorreva l'assoluta sicurezza della distruzione dell'obiettivo e fu deciso di dirottare quattro aerei di linea, che andassero dritti dritti a esplodere sui quattro obiettivi. La sorpresa dell'azione simultanea avrebbe tolto agli americani ogni possibilità di intercettazione e di difesa. Lei ricorda certamente i fatti, Verena; è cronaca di ieri. L'undici settembre del 2001 in poco più di un'ora tre aviogetti di linea si schiantarono sui loro obiettivi, provocando distruzione, morte e un'ondata di orrore nel mondo intero. Il quarto però non raggiunse mai la villa di Allen a Harrisburg, ma precipitò al suolo in aperta campagna a pochi chilometri dal suo traguardo. Sono state scritte favole sull'ammutinamento dei passeggeri che avrebbero affrontato a mani nude i terroristi. La verità è che "i protettori" della formula erano al corrente del piano di Al Qaida ed entrarono in azione su quello dei quattro aerei che stava volando nella giusta direzione, e che avrebbe distrutto il quadro e la formula. Apra il dischetto numero 4 e legga come è andata veramente su quel Boeing 757 quella mattina. "I protettori" completarono in seguito l'opera mettendo in giro la voce che la preziosa scoperta di mio padre era andata definitivamente perduta.
-È questa dunque la verità sugli attentati alle Twin Towers?
-È questa.
-Gli Stati Uniti hanno combattuto due guerre per vendicarsi di quegli attentati.
-E stanno per cominciare una terza.
-Non si può far nulla per evitare una nuova strage?
-Scriva il romanzo, Verena. Anche se non parlerà del segreto del falso Picasso il libro conterrà rivelazioni e messaggi. Può darsi che qualcuno capisca. Raccolga i dischetti, Verena, e cominci subito a lavorare; dimentichi ciò che le ho svelato io e scriva il libro, lo scriva a modo suo. Me lo prometta.
-Scriverò il romanzo, signora Samenberg, glielo prometto, Lo scriverò a modo mio.


2 commenti:

  1. Eh, l'eterno dilemma, o l'eterna sfiga, l'eterna maledizione del genere umano: anche nella realtà ogni tanto capitano medici che sono avanti di secoli, artisti e pensatori avanti di millenni, scienziati avanti milioni di anni, ma non riescono a fare all'umanità il bene che potrebbero (o addirittura fanno danni) a causa della bestiale arretratezza e malvagità e inferiorità mentale di chi comanda (e della maggioranza del popolino che vota o sostiene o subisce questi ultimi bastardi...)
    Gran bella storia, comunque, la tua.

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  2. Purtroppo hai perfettamente ragione! Non solo non si è in grado di capire certe cose che rivoluzionerebbero le nostre conoscenze, spesso rovesciandole, ma qualche volta capita che qualcuno si metta d'impegno per sotterrarle certe scoperte: vedi quello che sta succedendo con questa storia che la luce non avrebbe più il record universale della velocità, battuta -all'infinito di matematica memoria- per 60 centimetri dai neurini, se ricordo bene, con conseguente mandata a puttane della teoria della relatività del vecchio Einstein. Pensa tu che non saremmo più esseri esistenti, anzi non saremmo MAI esistiti, dato che non avremmo alcuna energia. Infatti la formula dice che E, energia, è uguale a M, cioè la massa, per C², cioè il quadrato della velocità della luce. Se togli la luce dall'equazione tutto cade, anche l'Energia, quindi tutto l'Universo.
    Fantastico.
    Sì, amico mio, gran bella storia, grazie. Ho ancora tanta fantasia e voglia di scrivere, grazie a Dio. Se mi mancassero queste cosa mai rimarrebbe dell'equazione per quel che mi riguarda? La Massa di un palloncino pieno d'aria fritta.

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