venerdì 4 novembre 2011

LE MIE ULTIME TRE POESIE PER ORA

PAUSA POETICA TRA "PROVE DI ROMANZO"



BREVE INCONTRO


Sta ferma sul marciapiedi come qualcuno
che aspetta, e sta aspettando me
da quaranta anni, mi dice,
e ride e ride come rideva una volta.
Sembra, ma non è: allora ti sparava
denti meraviglia in faccia
adesso si vede che la metà
di sopra è una protesi;
sotto sono consumati dagli anni,
dalla nicotina, da tutto.
Mi parla, mi fa cento domande.
Una ricorre come una litania:
Come mi trovi? Come ti sembro? Sono
cambiata? Sono diversa? Come sono?
Se ti ho riconosciuta vuol dire
che non sei tanto cambiata.
I suoi occhi mi hanno trovato nel mucchio.
Ecco, volevo dirti che i tuoi occhi
guizzano nel buio come lampi.
Di sicuro solo gli occhi,
il resto una pietosa bugia.
Mi chiedo che fine abbia fatto
il profumo della sua pelle;
mi chiedo se ci farei ancora un giro
dentro un letto, e so già
la risposta: "hai sbagliato treno, amico mio,
scendi alla prossima".
Ma poi soltanto un giro abbiamo fatto in quel letto,
una sola volta e per questo non ce lo siamo
più dimenticato quel giro corto e stretto,
il giorno che le pareti diventarono di cristallo
e arrivarono fino al cielo prima di esplodere.
Ci scambiamo i cellulari,
lei segna il suo numero sul mio,
lo stesso faccio sul suo, per cortesia.
Non la chiamerò mai
e sono certo che lei l'abbia capito;
certe cose le donne le sanno sempre
per prime.




BISOGNO DI ASSOLUTO


Ho bisogno, maledetto bisogno
di assoluto, non mi fermo
mai ai suoi confini, vado oltre e poi ancora oltre,
perché in mezzo, più in mezzo, in fondo, più in fondo,
in alto, più in alto, non so
c'è l'eterno assoluto, il momento perfetto
che ferma l'ora dell'Universo.
Mi ci distruggo l'anima e la testa
rincorrendo questo traguardo
che non arriva mai.




NEL MIO SOGNO DEL MATTINO


Qualche volta lo incontro
nel mio sonno del mattino:
è buio il cielo, ma da lontano
io lo riconosco mentre
che si allontana ogni volta da me
come colui che sfugge.
È sempre buio il cielo, ma di lui
tutto distinguo: i suoi capelli
con la riga ben tirata nel mezzo,
le sue dita lunghe,
le scarpe di coppale
delle serate di festa grande,
il suo incedere lento, un po' goffo
per via dei pantaloni
che porta sempre troppo bassi in vita
con i risvolti che gli
vanno a finir sotto le scarpe.
Non succede mai niente di diverso quando
lo incontro nel mio sonno del mattino:
si allontana da me, arriva al buio
del fondo e prima
di infilarcisi dentro
si volta, apre la bocca come
per parlare, poi la richiude e scompare.
Anche questa volta mio padre
se n'è andato senza dirmi niente.

4 commenti:

  1. Davvero bello e commovente il finale dell'ultima, ma la prima è puro Bukowski (e detto da me, ormai lo saprai, è un enorme complimento...) :)
    Ciao Enzo, e grazie dei versi!!

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  2. Nik: le tue osservazioni sono sempre un enorme complimento. L'approccio al mondo "alla Bukowski" mi viene da dentro, anche se -lo ammetto- cerco di distaccarmene un po'per non esserne epigone. Ma poi rileggo quel che ho scritto, lo sento mio e lo lascio.
    Non è un delitto subire influssi da chi prima di te ha vissuto e scritto, se non si esagera.
    Grazie a te, Nik.

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  3. Voto per la seconda, anche se non capisco bene cosa intendi -razionalmente- per bisogno di assoluto. Assoluto come aspirazione all'eternità?

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  4. Assoluto in tutto.
    Superlativo assoluto: bellissimo, eccellente, immenso, infinito, orribile, infinitamente orribile.
    Ablativo assoluto: per metterci tutti i complementi scomodi, che non sai in quale caso ficcarli -non per nulla i precisissimi tedeschi, che hanno i casi come il latino, hanno eliminato l'ablativo assoluto, anzi hanno eliminato l'ablativo-; per metterci tutte le cose che escono fuori dalle righe per non rientrarci più; per metterci qualche volta dentro anche me stesso, quando ho poca voglia di vivere e di combattere.
    Assoluto come l'odio, che da sempre governa il mondo.
    Assoluto come l'amore, che qua e là riesce a lenire le ferite provocate dall'odio.
    Assoluto come aspirazione all'eternità: hai fatto centro Silvia. Qualunque sia codesta eternità, non la si può che immaginare, non la si può cambiare a nostro piacimento visto che sta lì, così come è, da un'eternità, appunto.
    Ciao, e grazie della classifica.

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