martedì 16 ottobre 2012

TATORT 2.

2.

Sto alto, 
sopra gli alberi alti,
immobile,
senza ansia,
senza nessun istinto,
privo della gioia
dei desideri appagati,
libero del dolore
dei desideri repressi:
contemplo il lavoro degli ultimi
uomini in uniforme.

Sgombrano
il luogo del delitto.
Portano via i loro attrezzi,
le loro luci;
tolgono gli ultimi 
sbarramenti colorati
di rosso e bianco, 
e caricano tutto
sui loro verdi furgoni.
In gran fretta se ne vanno.

Io prendo tempo.
Alto su questo
lembo di terra,
prolungo l'attesa
di un successivo sbalzo,
e tengo ancora per un po' frenata
la volontà di cercare
interessi nuovi
in questo mio esser qui.
Io prendo tempo 
per intuire e distinguere
questa statura, questa dimensione
che è nuova adesso;
per capire
se ancora
a pensare riesco,
che cosa penso quindi;
per capire
a che mi servono
queste dita
che più nulla toccano,
queste mani
che più nulla accarezzano,
queste braccia
che più nulla stringono, 
e queste gambe
che più non camminano.
E a che mi servono gli occhi?
Non ho bisogno degli occhi: 
li tengo chiusi, eppure vedo;
e sento tutto distintamente
in cento e in mille direzioni,
e tutto chiaramente intendo
in ogni lingua e dialetto.

Volere o non volere.
Questo realizza e rende
tutto diverso
nella dimensione in cui mi trovo.
Voglio: 
stabilisco di volere,
e ho tutto quel che voglio.
Non voglio:
stabilisco di non volere
e tutto allontano da me
qual che non voglio.
Il sacrificio manca,
manca il rammarico,
il dubbio manca e l'incertezza,
l'alternativa tra il bene e il male;
la volontà degli altri non
prevarica la mia,
non conta niente
perché io sono solo
nel mio esser qui.
Da solo mi creo
nello spazio
la posizione e la forma.
Adesso scopro
l'esistenza della mia volontà,
gli spazi illuminati
dove riesco a realizzarla,
e a replicare la forma 
e la condizione
del mio esser qui.
Adesso mi metto
in statura di montagna,
in dimensione di fiume;
mi scopro erba da pascolo
e gregge,
mi lascio andare come vento,
mi lascio andare come luna e sole,
e come nuvola, e come pioggia, 
vento e pioggia di me,
sole e gregge di me.
Il sentimento però
della terra e del cielo,
il sentimento del tempo
abbandono
in quel corpo svuotato, 
lo lascio
alla pietà dei superstiti, 
di chi vorrà averne.


(continua)







22 commenti:

  1. Ancora più bello questo proseguire del racconto mi piace questa riflessione ,questa visione oggettiva di se stesso,questo allontanarsi del'anima dal corpo che viene fagogitato dalla natura!Bravissimo Vincenzo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una mia vecchia idea fissa: cosa prova una "eventuale" anima quando si libera dal proprio corpo? Non possono essere sentimenti umani, perché è entrata in un'altra dimensione. Allora cosa fa? come agisce? Agisce? Oppure solo esiste? O si dovrebbe dire: oppure solo è?

      Elimina
  2. Ciao Vincè!
    Questa è libertà' totale dell'essere se stessi senza limiti imposti e come tutte le cose belle si puo' gustare quando ormai è tutto finito
    Buona serata :DD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se l'anima esiste, hai ragione. Purtroppo nella nostra terrena dimensione abbiamo una miriade di impedimenti e di orpelli.
      Buona giornata.

      Elimina
  3. Quanta poesia in questa seconda parte!

    RispondiElimina
  4. Leggere la seconda parte mi ha fatto sentire libera.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È una gran bella sensazione sapere di essere riuscito, magari solo per un momento, a far sentire libero chi ti legge.

      Elimina
    2. Si, sei stato bravo.
      Un poeta e un artista, che accoppiata.
      Mi hai fatto pensare per un momento che non deve essere proprio brutto il salto altrove.

      Ti abbraccio, buona serata.

      Elimina
    3. Spero proprio di no. Ieri sera a Porta a porta mi sono fermato perché c'era un argomento che mi interessava:
      parlava dei miracoli della Madonna di Lourdes. Io sono uno strano credente, ma quello che ha raccontato ieri sera una miracolata mi ha lasciato veramente molto pensieroso. Ha ragione Messori: se Bernadette non ci ha imbrogliato siamo a posto, di là c'è quello che ci dicono fin da quando eravamo piccoli.
      Ma questo logicamente con la mia poesia "Tatort" c'entra poco.
      Buona serata anche a te.

      Elimina
    4. Porta a Porta?
      No dai, quella roba no!
      Ora tutte le volte che mi insulterai su X-FACTOR saprò come vendicarmi!
      Bacio

      PS: sono una strana credente anche io, e secondo me Bernardette non ci ha fregato.

      Aribacio.

      Elimina
  5. Mi ha colpita quel
    "prendo tempo"
    quel temporeggiare di un'anima che pare non avere ancora preso la patente di anima,
    che ragiona ancora come se non si fosse ancora staccata dal corpo, (col quale, in effetti, ci ha convissuto una vita)
    chiedendosi cosa fare di occhi e gambe e piedi che più non ha, come se lo dicesse ma ancora non ci credesse ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bella osservazione.
      Visto che riesco ad essere profondo anche io di tanto in tanto?
      In effetti se ci si dovesse trovare da allievo-anima o anima apprendista penso che i primi istanti dovrebbero essere di puro panico...

      Elimina
  6. La metamorfosi di uno stato mediata da barlumi di coscienza indotta. Ma lo sai che mi sta convincendo la cosa. Un'entità emancipata che si fonde, priva di sentimento, con il cosmo. Mi piace

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E a me piace da matti quella tua prima frase, soprattutto quei "barlumi di coscienza indotta"
      Centrato con la seconda il mio pensiero: un'entità emancipata, priva di sentimenti, che diventa tutt'uno con il cosmo.
      A un artista non poteva che piacere.
      Ciao.

      Elimina
  7. Ciao Vincenzo,
    sai leggendo questo tuo pezzo sulla leggerezza dell'essere in ogni sua forma, mi ha fatto tornare indietro nel tempo, quando studiavo filosofia. Ho amato molto studiare tale materia.
    Mi ha fatto pensare anche un pò a Pirandello e alle sue cervellotiche domande.
    Però non mi diventare troppo serio, altrimenti ti abbandono, spero tu abbia capito quanto amo l'ironia in particolare la tua.

    Ciao ciao
    La Spia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mamma mia! Mi fai diventare filosofo e addirettura "pirandellico"!!!
      No, stai tranquilla non sarò mai serioso per mancanza di materia prima nel mio DNA. Non saprei mare fare un discorso serio serio senza fammece na risata. È troppo bello ridere e fare ridere. La mia aspirazione segreta, la vuoi conoscere? Ho già scritto che avrei dato volentieri via tutto il mio talento artistico e letterario per un talento musicale. Avrei però potuto rifiutare quello per avere la possibilità di calcare le tavole di un teatro come attore comico.
      So che adesso tanti che leggono questi commenti diranno "me l'ero immaginato io, in effetti è un giullare", ma io la penso così. Uno come Gigi Proietti mi fa impazzire.
      Ciao ciao.

      Elimina
    2. Scusa La Spia avevo dimenticato: si tratta di un nero, non posso fare e scrivere cose tanto ironiche di proposito. È una storia a sé stante in cui il narratore è in un'altra misteriosa dimensione.
      Mi devo mantenere in questa dimensione, difficile, perché me la devo inventare. Io infatti non ci sono ancora mai stato.
      Ciao.

      Elimina
  8. Caspita Gigi Proietti, ma è fantastico!!!
    Mi piace tantissimo.
    Se facesse un programma in tv, non mi stancherei di vederlo neanche per un istante.
    Ma perchè un giullare? A me i giullari mi deprimono. No, no, meglio un'attore comico ma non troppo.
    Ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    La Spia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giullare in senso medioevale, quando doveva far divertire il suo signore, ma anche pungolarlo e, perché no, prenderlo in giro perché non si gonfiasse troppo. Un po' come quel gruppo di liberti che stavano intorno al carro del vincitore cui veniva tributato il trionfo scandendo ad alta vose "memento mori" ricordati che devi morire, e datte na carmata.

      Elimina
  9. Risposte
    1. Sì, mano male che esisto così, perché non riuscirei nemmeno a guardarmi dentro lo specchio se fossi un lamentoso rompicoglioni come la maggior parte dei miei coetanei.
      Ciao, ciao.

      Elimina