lunedì 15 aprile 2013

MARCO E CHIARA

Marco e Chiara si erano adocchiati alle scuole medie: troppo timido lui, troppo pavida lei per andare oltre le occhiate di sfuggita. Ma al liceo si erano ritrovati ed erano finalmente diventati una coppia.
Marco e Chiara per i compagni un esempio di come ci si debba volere bene: mai uno screzio, mai un litigio; un giorno porto la merenda io, il giorno dopo la porti tu.
Nessuno si meravigliò quando i due, arrivati all'Università, decisero di iniziare la convivenza. "Appena laureati ci sposiamo", la parola d'ordine. Laurea in lettere naturalmente, poi infilarsi dentro una grande casa editrice, dove lo zio di Chiara era uno dei dirigenti.
Due tesi di laurea diverse: Marco sceglie l'Antigone di Sofocle, Chiara il De rerum natura di Lucrezio. Marco prepara la sua con una giovane assistente del grande grecista Agostino M., una certa Vania, molto brava, assai quotata dal grande professore, da un po' di tempo sempre con una minigonna da far venire il torcicollo.
Chiara è gelosa; Chiara pensa che a Marco piaccia troppo quella minigonna e una sera arriva la prima litigata. Poi un'altra, poi ogni giorno una nuova, finché Marco le dice: "Se non stai più bene con me, io me ne vado".
Chiara per tutta risposta va alla porta d'ingresso e gliela tiene aperta. Mezzora dopo lui è fuori con tutta la sua roba. Telefona a un amico che lo viene a prendere e insieme scompaiono nel buio.
Marco non si laurea più. Chiara si prende un 110 e lode. Ha conosciuto un avvocato, Pierluigi P., dieci anni più vecchio, che la vuole sposare.
Marco è in Tunisia, fa il free lance per una rivista letteraria. Scatta foto, scrive articoli. Riceve un giorno sul telefonino una SMS di Chiara: "Domani mi sposo".
Risponde: "Auguri", e il giorno dopo si ubriaca.
Un anno dopo in Egitto Marco riceve un'altra SMS da Chiara: "Mi tradisce".
Risponde: "Ti sta bene".
Un mese dopo ancora una SMS di Chiara: "Mi picchia".
Marco non risponde niente. Prenota un posto su un aereo della Luftansa e arriva a Fiumicino. Invia una SMS a Chiara: "Ci vediamo al solito posto alle 17".
Alle 18 è tutto stabilito nei dettagli: Chiara deve lasciare aperto il portoncino della villetta sulla Via Cassia dove abita, tutto qui.
Alle 21 Marco inizia il pestaggio di Pierluigi, che si difende e contrattacca. Marco pesta più duro, sempre più duro e Pierluigi non si muove più.
Marco e Chiara scappano insieme e rimangono nascosti due settimane. Poi si costituiscono.
In primo grado 14 anni a lui e 12 a lei, che è diventata madre di una bambina bellissima, che somiglia a Marco come una goccia d'acqua.
In appello condanna confermata. La bambina vive coi genitori di lei. Fra otto anni Chiara uscirà e aspetterà Marco ancora due anni. Si sono sposati in carcere. È stata una cerimonia molto toccante, a detta di tutti. Marco ha ripreso la vecchia tesi di laurea, perché vuole laurearsi. Pensa di poter ricominciare a fare qualcosa di buono.

10 commenti:

  1. se è una tua creatura sta storia è bella, ma se è reale mi fa tristezza...che in questi giorni ne sono già sommersa.

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    1. Mi spiace che tu sia sommersa di tristezza, ma per quel che mi riguarda risollevati: me la sono inventata io.
      Ciao Mariagrà.

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  2. Molta carina Vincenzo Bravo ,come al solito!

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  3. Ciao Vincenzo!
    In quanti minuti l'hai stesa... Scommetto pochissimi conoscendoti,questa storia rispecchia la realtà del giorno d'oggi le persone invece di dialogare per risolvere i problemi si ammazzano,qualche annetto di galera e poi si ritorna alla normalità
    :)))

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    1. Sono bastati pochi minuti e non ho dovuto spremermi troppo: sui giornali, in TV non si parla che di omicidi, donne che muoiono per mano di uomini. Ho voluto far morire un uomo per mano di un altro uomo a causa di una donna, non la solita banalisima amante, ma il vero grande amore.
      Melensa? Forse, ma attuale.
      Ciao Claudia:)

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  4. Che tristezza reale in questa storia, da far paura....

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    1. L'ho scritto sopra: forse melensa ma reale, purtroppo.
      Sembra che uccidere per futili motivi sia diventato il passatempo preferito dagli italiani.

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  5. Te possino...
    Meno male che hai subito svelato la realtà dell'invenzione, altrimenti sarebbe stato un giallo, risolto nei dettagli ma irrisolto nei riferimenti.
    Hai fatto bene a fare ammazzare un uomo, una volta ogni tanto ci sta; però, per coerenza con la realtà reale, dovevi far fare il servizio a lei.
    Se devo essere sincero, per me Marco si è comportato da povero imbecille: tornare dall'Egitto per pestare e ammazzare quel 'poveretto', dopo che Chiara gli ha aperto la porta d'uscita mandandolo di fatto affanculo... Quattordici anni sono pochi per "premiare" tanta scempiaggine.
    Perdippiù, dall'Egitto è rientrato con un volo Lufthansa, anziché volare con Alitalia... Ergastolo, o in alternativa 120 anni di galera.
    Ciao, a presto.

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    1. È vero verace e veritiero: sarebbe dovuta essere lei stavolta ad ammazzare un uomo, ma le donne non coppano a botte ma con mezzi molti più velenosi, tipo cianuro.
      Volevo farlo volare Alitalia, ma poi ho pensato che doveva arrivare puntuale e allora rimaneva solo Luftansa sicura al 100%.
      Ciao gattazzo, sempre in forma, vero?

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