sabato 17 maggio 2014

LA STORIA DELLA MIA ARTE

Fa un certo effetto vedere un post con una poesia privo di commenti, con solo 16 visite, in confronto alla media delle oltre solite 60. Potrebbe essere una coincidenza. Fortuita? Dopo sei anni di blog dove mai accadde? Sorge come minimo un dubbio: qualcuno ha diffuso la voce che io sia uno stolker, un droll dice qualcun altro, e si sa che a nessuno piace questa genia di individui. Ma se butti un sasso in uno stagno d'acqua non puoi evitare che l'onda arrivi a terra, per cerchi concentrici.
Io di queste chiacchiere non mi curo. Preferisco guardarmi negli occhi allo specchio e chiedermi cosa ho fatto di buono nella vita, oltre che mettere al mondo quattro figli.
Ho dipinto più di 1500 quadri, tra tele, cartoni e carta preparata.
Ho cominciato nel mese di aprile del 1936. Avevo due anni e usavo un calamaio, una penna a cannello con grande pennino e un foglio di carta commerciale, quindi a righe sottili con due barriere laterali, che usava mia madre per scrivere le sue comparse di difesa in Tribunale. Disegnavo elefanti. Il primo disegno fu una straordinaria prospettiva di elefanti in marcia da sotto il tendone fino al centro della pista, come me li ero visti arrivare quel pomeriggio al circo col mio papà. Che un bamboccio di due anni fosse capace di ottenere di istinto una prospettiva che normalmente richiede mesi di studio in una Accademia d'Arte avrebbe dovuto far capire a mia madre quale fosse la mia strada. Certamente lo capì, ma fortissimamente la osteggiò, convinta com'era che i pittori fossero tutti dei gran morti di fame.
Povera mamma, che idea bislacca aveva dell'arte. E fu così che mi fu impedito di mettere piede in un liceo artistico e quindi in un'Accademia di belle Arti. Per questo sono sempre rimasto ai margini del grande mondo dell'Arte, dove l'essere accademico è un viatico fondamentale per accedere ai grandi traguardi, alle grandi gallerie internazionali di Amsterdam, di Parigi, di Londra, di New York.
Il mio amico Filippo M. italiano quanto me, residente in Germany quanto me, con un atelier a Köln, Colonia nome latino, che conobbi a Kassel durante "Documenta 10", biennale almeno altrettanto importante come quelle di Venezia e di San Paolo del Brasile, dove lui scultore già famoso esponeva in un padiglione tutto suo dodici sculture in ferro, me lo ha ripetuto all'infinito: "Guagliò, fatte du anni d'accademia dove che vuoi tu e poi mi dici co sti quadri che fai dove che arrivi e la grana che prendi". Parlava con la cadenza del suo accento caprese, stimolante come una musica, ma a me sta musica non entrava nella cabeza. Non ho fatto l'Accademia e questa storia mi ha nuociuto più della malaria e del tifo messi insieme. Perché nel mondo dell'Arte è peggio che nel mondo dell'Editoria. In questo se sei un cretino, meglio una cretina, che ha sollevato qualche scandalo non importa se tu sappia o meno scrivere due righe tanto ci pensa il tuo editor a scrivere il tuo bel libro, di tuo ci va il tuo riverito nome in testa alla copertina perché ci saranno un sacco di imbecilli pronti a comprarselo per leggere i casini che hai combinato tu.
Nel mondo dell'Arte -e questo me lo ha spiegato Frau Professorin Hannelhore Frölisch, curatrice di una delle Gallerie più importanti europee, la P4 di Mannheim- nel mondo dell'Arte, dicevo, conta se sei un accademico, con un timbro DOC sulla chiappa destra, che testimonia che tu hai diritto ad albergare tra gli eletti. Allora puoi dipingere qualsiasi cagata di vacca, magari legando un pennello alla coda del tuo cane (non è una barzelletta perché c'è chi lo ha fatto) e facendogliela dimenare davanti ad una tela nuda, perché quella porcheria te la compreranno di sicuro. Se invece non sei accademico puoi dipingere come un dio ma non ti compera niente nessuno.
"Vede questi quadri? Mi chiese Frau Frölisch nel mio atelier a Francoforte, io li potrei vendere per trenta o quaranta mila marchi l'uno se lei fosse un accademico. Così invece non li comprerebbero nemmeno per duemila.". Questo avveniva nel 1978. Ne avevo di tempo disponibile e l'età ancora giovane avrebbe accompagnato la mia sicura sicurissima ascesa. Ma io ho un limite: la mia cocciutaggine. Quando mi metto una cosa dentro sta maledetta capoccia non me la schioda via più nessuno.
Ho piantato tutto lì e sono venuto a Karlsruhe a lavorare in un teatro come pittore di scena.
Stessa sinfonia, stessa solfa. Sono tornato a scrivere poesie, racconti e romanzi. Così pensavo mi illustrerò i miei romanzi, come fece Buzzati col suo Orfeo e Euridice, ma non ne ho avuto il tempo e -diciamolo chiaro- la voglia. Non avevo più il mio atelier di 250 metri quadrati, avevo una cantina, ampia ma sempre una cantina, dove potevo dipingere un quadro grande alla volta.
Poi è arrivato il tubo dell'acqua che si è improvvisamente rotto durante una notte al piano di sopra e ventisei mila litri d'acqua sono precipitati di sotto. Abbiamo dovuto abbandonare quell'appartamento dopo 34 anni ed ora siamo in questa bella casa dove c'è posto per due e basta.
Non c'è posto per la mia arte qui. 
Posso soltanto scrivere poesie, ma se nemmeno quelle sono più gradite allora forse sarà meglio che chiuda questo mio blog e mi convinca che il treno è passato.
Fa un po' tristezza, non lo nego.








34 commenti:

  1. Mi scuso in anticipo per l'anonimato. Ho seguito la vicenda accaduta a grande distanza, io, al momento, mi tengo lontana dalle tempeste pur nutrendo una forte solidarietà nei confronti di chi ci si trova dentro. Sofferenza, questo è ciò che ho letto ed ora non vedo più. Ha cancellato tutto e non ho abbastanza curiosità, onestamente, per chiederle il motivo. Sarebbe poi trascinare la situazione all'estremo nord o sud della parentesi dolorosa. Quello che ho notato è che commenti umanissimi e portatori di grandi verità sono scomparsi. È stato un piacere leggerli e rifletterci, seppur in silenzio. Io mi dispiaccio per questo. Saluti.

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    1. Cancellare a quel punto era doveroso in senso di rispetto per me stesso, ma soprattutto per l'altra persona e per tutti i miei lettori ed i miei amici che costringevo a prendere in qualche modo una posizione e lo trovavo disdicevole.
      Tutti i commenti a quei due post erano interessanti. È vero: lei ha cancellato tutto per prima; io l'ho seguita dopo un paio di giorni. Ci si ferisce anche senza volere a volte e per me rileggere sarebbe stato veramente doloroso. Credo anche per lei in fondo. Commenti umanissimi sono andati perduti, ma sono stati scritti e sono stati letti, questo è stato bello. Pensa che nei miei due post successivi ho fatto il record degli ascolti, per così dire, il record delle visite: In confronto a una media di 150 visite per ogni post, con una punta di 268 per una poesia, questi due hanno avuto 766 il primo e 545 il secondo. Lo trovo molto significativo questo dato.
      Io ti ringrazio e rispetto il tuo anonimato e il tuo silenzio. Buon fine settimana.

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    2. io trovo che è giusto quello che hai scritto:
      "Commenti umanissimi sono andati perduti, ma sono stati scritti e sono stati letti, questo è stato bello."

      Trovo invece preoccupante il numero delle visite, questo si.

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    3. Anche io, Riccardì e ci capiamo al volo io e te.

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  2. Ciao Vincenzo!
    Non credo dipenda da quel motivo,da me c'è il vuoto assoluto ed ho postato l'altro ieri sera ogni tanto capita di rimanere soli soletti ma poi tornano né,non essere prevenuto e istintivo i tuoi post sempre interessanti vanno letti con calma per poi commentare per bene e quando si avvicina il fine settimana e la bella stagione gli amici hanno altri impegni
    Rimangiati quello che hai scritto caro amico,qui gli amici ti vogliono bene ma bene e sanno quanto vali per cui qui tutto rimane aperto..ecco
    Ti abbraccio tantoooo :))))

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    1. Spero proprio si tratti di una coincidenza, come dici tu. Forse mi sono insospettito nel confrontare i passaggi sui precedenti post; forse sono rinco o sulla strada del rinco.
      Sì, me lo rimangio volentieri; era il magone.
      Ricambio con affetto il tuo abbraccio, Claudia.

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    2. Credo tu ti sia infilato in un vicolo senza uscita, pensando a cose che non sono cosi ma è normale; è il dispiacere per quello che è accaduto che ti fa' star male e rimuginare perchè le cose non sono andate come si sperava.
      Credo che in fondo sia segno di umanità.

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    3. No un segno forse di stupidità mia. La strana coincidenza mi ha turbato. Tutte quelle visite e per una poesia decente niente di niente, ma credo di avere avuto una sensazione sbagliata.

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    4. si, concordo; volta pagina e domani è un altro giorno ;-)

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    5. Volevo aggiungere: non sembra ma io in fondo sono umile, so chiedere scusa e so farmi da parte.

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  3. Ma cosa stai dicendo? Io sono entrata ieri sera ma ero troppo stanca per commentare una cosi' bella poesia. Poi ci torno stasera. Quanto e' bello amico leggere di te. Bacio

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    1. Almeno come è bello leggere di te, per me. Sono in una brutta fase, me ne rendo conto. Dovrei andare in un bosco e rimanervi a lungo, giorno e notte.
      Ti aspetto stasera. Bacio.

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  4. Se mi citi vuol dire che ti ricordi di me! Che bella sorpresa e io pensavo che ti era venuta l'Alzheimer! Le poesie che scrivi tu so belle assai, te lo dissi tanti anni fa e mi pareva che non erano tanto importanti come la pittura. Ma tu niente, capa tosta, come in tutte le cose tue. Io invece ho trovato il tuo blog anni addietro e ci sono passato sempre, ma non intervenivo mai. Tu sai che a me la penna mi è sempre stata pesante nella mano, e poi se non mi ricordavi più che ti dicevo?
    Mi pare che pure in fatto di donne non sei cambiato, se non so toste e tignose non ti piaciono. Te la ricordi Ana von B.? E come se te la ricordi! Gran bella femmina, ma però, mamma mia se ti mettevi di traverso altro che questa qua. Ci incontrammo alla Casa della cultura italiana di Düsseldorf o di Dortmund, non mi ricordo bene e tu pure lì momenti scassi tutte cose. Viciè, sei sempre tu e mi fa piacere assai. Noi artisti siamo una razza speciale, a noi tutto è concesso. Tra cinquantanni chi se la ricorda Ana v. B. e chi s'aricorda de chista ca, ma si te e di me rimarrà traccia, Viciè.
    Filippo.

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    1. Uè Ciccio, che gioia risentirti. Ma come, tu mi seguivi e non ti facevi vivo?!?
      Il solito figlio e ndrocchia, nemmeno tu cambi mai. Guarda che era a Düsseldorf, me lo ricordo come fosse adesso. Tu però te lo ricordi solamente per via della femmina. Faceva la giornalista e mi ha aiutato non poco a fare le mie prime esposizioni, a Mannheim andò lei a parlare con Hannelhore Frölisch, sennò come ci potevo arrivare io, e poi di là partì tutto e anche Ana voleva che facessi l'accademia. Lei pensava a Wiesbaden, ma io non volli e tu sai pure perché. Come avrei potuto mantenere la famiglia per due o tre anni? Comunque è andata così e un po' mi dispiace. Tu piuttosto che cavolo fai adesso? Io sono informato sui tuoi lavori fino al 2005, con quella capatina che hai fatto a Londra. Sempre e solo ferro? Ponti e perforazioni? Ammazza quanto costi. Se penso a quello che avrei potuto alzare io mi viene da piangere. Statte buono Filì. Adesso non ti squagliare più come neve al sole, mi raccomando.

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    2. Avresti venduto quadri e ti avrei aiutato io e gli altri amici, Viciè. Te sei scordato le litigate che facemmo? Quella volta che ti dissi vattenne sennò t'accido, te lo sei dimenticato? Io no. Sempre perché tenevi la capa tosta e quando te mettevi in capa na cosa quella era e niente più.
      Avresti dovuto fare quattro semestri di Accademia e avresti avuto il timbro sul culo come dici tu e adesso eri famoso e ricco, Viciè. Va bo, statte buono, che io ti rivengo a trovare.
      Io sto sempre lavorando alla stessa maniera. Non vorrai che cambio a 72 anni, Viciè. Faccio col ferro e basta ed è pure troppo, che la fatica comincia a farsi sentire, anche se ho due aiutanti ferraioli, ma il grosso lo faccio sempre e ancora io.
      Vieni a trovarmi. Sto sempre là dove sai. Filippo

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    3. Filippo, io ho tanti difetti e tutti buoni, ma nessuno quanto il mio orgoglio, che credo sia veramente eccessivo. Quando riesco a vincere sul mio orgoglio mi sento un signore, ma sto dicendo vecchie cose che so che tu conosci perfettamente. Non volevo essere aiutato ed ho preferito fare il camionista e girare tutta l'Europa da Lisbona al confine dell'Unione Sovietica, all'Anatolia fino ai confini con la Siria piuttosto che fare due anni di Kunst Akademie e prendermi lo Stempel auf meinen Arsch. Oggi sarei ricco e famoso e soprattutto appagato nello spirito e non dovrei spaccare il capello per pagare tutto puntualmente. Ma così fui, così sono e così sarò.
      Ciao Filippo, ci si risente. Se posso, appena mi mettono a posto la macchina vengo a Köln. Ciao

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  5. Scusami se mi sono permesso di intromettermi nei commenti più sopra ma...
    lo meritavi :-)
    meritavi che ti tirassi le orecchie e ora che ti dica, in merito a questa frase:
    "Sorge come minimo un dubbio: qualcuno ha diffuso la voce che io sia uno stalker, un troll dice qualcun altro" togliti questi pensieri che non sono veri.
    No dimenticare che siamo nel fine settimana e anche con bel tempo.
    Ciao, ora esco un po' anch'io.
    Riccardo

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    1. Riccardì non considero affatto le tue come indebite intrusioni. Non dimenticare che ti devo un vigoroso grazie per quel che tu sai.
      Vatti a divertire che il tempo è buono.

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  6. Non credo che goda di così tanta voce in capitolo da influenzare e far sparire i tuoi commentatori.
    Vai tranquillo e non pensare neanche di chiudere il blog.
    C'è posto per tutti, pizze e non.
    Cristiana

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    1. Non ho mai pensato che intendesse sabotare il mio blog, credimi. Stizzosa, bizzosa, volubile sì, malvagia no, non lo è. Pensavo piuttosto a una specie di induzione magnetica negativa scaturita da tutta la storia. L'enorme e inconsueto numero di contatti fa pensare a un Gossip, cosa che ho sempre odiato, e me ne sono spaventato un po'.
      No, non lo chiuderò per tanto poco, ma ne spalancherò le porte a tutti, pizze e non.

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  7. Se non la smetti con queste stronzate o menate, qual dir si voglia... ma che stai a dì?
    Le tue poesie sono splendide, i tuoi racconti mi sono piaciuti tanto e i tuoi pochi quadri che ho visto sono bellissimi. Ammesso che il mio giudizio possa valere qualcosa.
    Mi chiedevo anche se in famiglia sappiano qualcosa di tutto ciò e visto che sono loro che ti sono vicini, quanto ti hanno sopportato in questi giorni?
    Ovviamente sto scherzando, però ti assicuro che chi ti conosce anche se solo via web, sa bene come sei.
    Inoltre per quel che riguarda il discorso che si diventa famosi solo se si ha un pezzo di carta importante in mano, ti dico che per me non è assolutamente vero.
    Sofia Loren è una grandiosa attrice e questo certamente non per aver frequentato scuole di teatro e di arte drammatica. Sarà per questo che in Italia non ci sono molte attrici famose nel mondo?
    Giusto per fare una esempio, ciao Vincenzo.

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    1. Effettivamente chiudere sarebbe una grande stronzata e non la farò, promesso.
      I tuoi giudizi spero di meritarmeli nuovamente in futuro.
      In famiglia? Certo non ero particolarmente brillante e mia moglie ha un muso lungo fino a terra, ma sopportare me è stato il suo hobby per oltre 51 anni: è allenatissima.
      Per quel che riguarda la storia del pezzo di carta, come tu lo chiami, c'è settore e settore. Sophia Loren non è solamente un'eccezione, ma è un'attrice del primo dopoguerra. Venuta dal popolo, straordinariamente dotata e non solo nel fisico, ma brava da matti nella recitazione spontanea, carta assorbente per tutti i consigli del suo mentore Vittorio De Sica, ha sfondato non tanto per la sua bellezza. Basta ricordare che po pò di bellissime attrici circolavano in quegli anni per farsene un'idea. "La ciociara" è un esempio fulgido di straordinaria qualità di attrice, ma ce ne sono tantissimi altri.
      Nel mondo dell'Arte si ha a che fare coi galleristi, che devono vendere e quindi prediligono nomi sicuri, di richiamo. Perché i primi compratori sono i collezionisti e quelli sanno tutto di tutti, e comprano solo opere di autori con un sicuro futuro, soprattutto dopo morti, quando il valore commerciale delle opere raddoppia e qualche volta triplica. Cioè i collezionisti condizionano il mercato. In queste condizioni sono orgoglioso di avere fatto nove vernissage nelle più prestigiose Gallerie tedesche, senza essere un accademico. Immagina quello che sarebbe successo se lo fossi stato.

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  8. Keep Calm e basta con le cazzate. Non sei uno stalker, non sei un troll (i troll sono davvero brutti, tutti verdastri e il naso bitorzoluto).
    Capita di non avere commenti in un post, capita di discutere con altri blogger (fidati è accaduto a tutti) ma si va avanti.
    Sai cosa mi piace di te? Il tuo essere ruvido e affettuoso nello stesso tempo, sembri mio nonno, sei una persona che dice quello che pensa, usando anche toni coloriti e va bene così pechè fa parte di te, diverso non saresti credibile.
    Quindi amico mio basta con queste cazzate, sai di scrivere molto bene, sai usare le parole e sai quanto vali.
    Un abbraccio
    Xavier

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    1. E adesso so pure di avere un nipotino-nipotone in più!!!
      Ti adotto immediatamente, considerandolo un dono del destino.
      E in onore del nipotone adottivo non dirò più simili cazzate.
      Un abbraccio.
      Il tuo nonno adottivo.

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  9. Non ti azzardare mai più a dire che vuoi chiudere il blog perché pensi che nessuno abbia più voglia di leggere le tue poesie.
    Noi amiamo il poeta e le sue poesie.
    Tu sai quanto mi sono dannata per riuscire a recuperare un tuo libro, visto che qui in Italia non si trovava.
    E quel libro dopo essere stato letto da me, ora è sul comodino di mia sorella.
    Che ha potuto leggerle dopo avere avuto la fortuna di vedere anche i tuoi quadri.
    Sto cercando di recuperare un'altra copia perché non vorrei toglierglielo.
    Per farti capire.
    Basta eh.
    Bacio.

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    1. Lo so, lo so quello che hai fatto per trovare quel libro e fai tanti complimenti anche a tua sorella. Stai tranquilla non chiudo sto blog: come potrei? Ci incontro gente come voi tutti.
      Un bacio.

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    2. Ma tu Vincé lo sai chi è mia sorella?
      ahahahah

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    3. Io penso che dovrei saperlo, ma non mi faccio fregare...ahahahahah...dimmelo tu!

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    4. Guarda Vincenzo che il tuo libro più che sul mio comodino è in bella mostra sulla libreria, dove chiunque viene a trovarmi, lo vede e ti conosce.
      Hahahaha, ma dico a che gioco stiamo giocando?
      Indovina chi viene a cena? Oppure, indovina se mi riconosci? Oppure ancora, indovina chi sono io? Hahahaha...basta altrimenti mi sconquasso!!! Ciaoooo...

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    5. Se avessi scommesso una cena a tre l'avrei dovuta pagare. Lo ammetto: non lo avevo capito. Eppure un'affinità c'è. È facile vederla adesso, ma la tua cultura artistica va sottobraccio con la predisposizione artistica di tua sorella.
      Cosa cambia? Poco o niente: mi eri simpatica per naturale empatia prima, lo sei di più adesso, sorella di Maria. Vorrà dire che così da adesso ti chiamerò e non più S.Pia, appunto ciao, sorella di Maria.

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  10. Ciao Vincenzo,
    sono Melinda, un'amica di Xavier che mi ha consigliato il tuo blog.
    Non so cosa sia accaduto, ma posso immaginarlo, ti sarai imbattuto in uno di quegli utenti noiosi che devono sempre polemizzare e insinuare di fake, flame e troll.
    E' successo anche a me e suddetta persona si è presa un vaffa senza biglietto di ritorno.
    Vuoi un consiglio?
    Non chiudere il blog, non dargliela vinta.
    E poi, accipicchia, mi sono appena iscritta e tu chiudi? Eh no!
    Un abbraccio
    Mel

    ps: se vuoi passare a visitarmi, ti lascio il mio indirizzo del blog
    http://melinesante.blogspot.it/

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    1. La cosa è ben diversa. Non si trattava di un utente noioso, purtroppo non mi dava nessuna noia. Si trattava di una grande amicizia, che sembra distrutta per colpa di un'interpretazione di un'espressione usata con leggerezza da me senza malizia alcuna e presa invece come un insulto personale.
      Cose che succedono tra amici e che vengono normalmente risolte con un abbraccio dopo una lite a base di vaffa. I vaffa non ci sono stati, la lite si. Mancano gli abbracci e forse non ci saranno mai, purtroppo.
      Verrò a trovarti, ci puoi contare.
      Ricambio l'abbraccio.

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  11. Non so cosa sia successo nel tuo blog, ma se hai fatto qualcosa per te e il tuo orgoglio approvo tutto. A me l'orgoglio 'mi' ha salvato più volte.

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    1. È successo qualcosa di poco bello e ho dovuto infrangere una mia regola: mai cancellare quanto scritto, ma ero andato troppo oltre e l'orgoglio non c'entra più niente, ma la decenza. Purtroppo nella vita di un uomo, e di una donna, esistono dei picchi molto elevati e dei precipizi dove si può cadere rovinosamente. C'entra poco per gli uomini avere o non avere avuto una madre possessiva e timorosa, di quelle che invadono l'Universo e il Pluriverso per decantare le qualità del figlio maschio. Io per esempio non l'ho avuta una madre così eppure commetto errori che sembra grandinino sopra ula tettoia di lamiera per il casotto che fanno. C'entra per le donne certamente il fatto di avere una certa sensibilità, che può essere innata, ma che certamente le deriva da una maternità. Non ho finora nei sedici lustri di vita che ho passati a occhi sgranati nel guardare il mondo visto mai una donna peggiorare una volta diventata madre. Non esiste soltanto l'istinto viscerale che sorge al primo sentore di maternità, ma l'istinto materno dopo la nascita che accompagna il figlio per tutta la sua vita, senza soffocarlo e senza togliergli nessuna iniziativa. La donna si realizza in cento modi, ma si completa solo con la maternità. Naturalmente questa è solo la mia opinione.
      Scusa il pistolotto, ma quando una cosa mi resta sulla pelle devo dire quel che penso, civilmente si capisce sempre civilmente. I metodi barbari li lascio ad altri.

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