domenica 6 giugno 2010

C'ERA UNA NAVE NEL PORTO

C'era una nave nel porto
di un mare lontano.
Il comandante in coperta sedeva:
acquistava viveri per
un lungo viaggio;
assoldava
uomini giovani e freschi
per equipaggio.
La visiera del berretto teneva
rovesciata all'indietro
a coprire la nuca;
i grigi peli della barba
tagliati male e arruffati
si intrecciavano ai lunghi capelli
che aveva sul collo, arricciati.

Un mezzo sigaro spento nell'angolo destro cacciato
della bocca piegata a metà verso il basso;
la voglia di chiuder bottega
e andare in pensione,
le scarpe sempre bagnate e il cazzo
in perenne erezione.

"Voi mi piacete, signore -mi disse-
e a me serve un Secondo",
mentre io tutto
scetticamente scrutavo
e intorno
lentamente mi guardavo.

"Ma come va questa vostra nave,
ché vele non vedo,
né ciminiere?" -gli chiesi
irritato.
"E dove sono le eliche,
e dove avete il timone,
e dove il ponte di comando?
del vostro comando, signore?"

"Questa nave va col pensiero:
col vostro, col mio,
col pensiero di Dio,
col pensiero di Satana;
questa nave è la vostra nave, Secondo."
Pacatamente rispose.

"Scendete sotto coperta, guardate,
cercate, osservate,
prendete possesso della
vostra nave, Secondo."

Tornai rapido sulla tolda
con cento domande:
"Dove sono stivati i viveri
che vi ho visto acquistare,
signore?
Dove sono gli uomini
che vi ho visto assoldare,
signore?
Dov'è il vostro equipaggio, signore?
Il nostro equipaggio dov'è?"

"Non ci occorrono viveri, Secondo,
non ci occorre equipaggio per il nostro viaggio;
confermate, Secondo?"

" Se voi sarete il comandante e io
il vostro Secondo,
se voi guiderete il vascello
su questo mare infinito,
io confermo, signore."

"Io sarò il vostro comandante se voi sarete
il Secondo
e noi guideremo il vascello
su questo mare infinito.
Confermate, Secondo?"

"Confermo, signore."

"L'ordine allora è:
ritirare l'ancora a bordo e salpare.
Confermate, Secondo?"

"Confermo, signore."

Fu ritirata l'ancora a bordo
e la nave salpò,
nel mare infinito.




1 commento:

  1. Molto bello e molto criptico (o multisignificato?) Io ci ho visto dentro, al tempo stesso, "l'aver fede" (non necessariamente religiosa) oppure una parabola sul fatto che la vita è un ponte da attraversare senza costruirci sopra, perché nel posto (o non-posto) dove ci condurrà il Capitano-Caronte non potremo portarci dietro (e per fortuna) un bel nulla di concreto.
    Magari invece, più semplicemente, non ci ho capito un beato cazzo. Ma è bello lo stesso da leggere, perché dà emozioni.

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