Carissimo Nik, che guaio non averti incontrato qualche anno addietro. Ti avrei fatto leggere il manoscritto e tu avresti potuto suggerirmi quel che mi dici nel tuo commento. Hai perfettamente ragione: il libro così com'è è un po' prolisso -troppo- divagante, sfuggente. Ma io me ne sono reso conto SOLO dopo averlo riletto stampato!
Ho letto che anche ad altri è successo, ma non mi consola tanto.
Oggi so che lo scriverei diversamente, eliminando tanti flashback del finale -Billa, la ragazzotta- ma non del tutto la storia iniziale con Christine e l'educazione del moccioso, stringendola moltissimo, però, e lasciando il finale.
Ti rivelo a questo punto un segreto.
Avevo mandato quel manoscritto a Mondadori. Mi hanno risposto con una lettera dopo circa tre mesi. Mi chiedevano di tagliare tutta la seconda metà e di lasciare lo scavo fino alla riconsegna dei soldi.
Significava via la storia di Marò, che a me piace un sacco, via tutto il dramma intimo del protagonista e di Terenzio, via il MIO romanzo.
Loro mi avrebbero pubblicato il"nero", e sarebbe sicuramente stato un successo.
Ma sarebbe stato il LORO romanzo, non il mio.
Ci ho pensato, sai. Un bell'imbarazzo. Capirai Mondadori ti pubblica il tuo primo libro e ti etichetta: scrittore di libri "neri".
Poi ho cortesemente ringraziato e rifiutato.
Sono immensamente grato a Giulia Fabbri -le voglio bene- che ci ha investito i suoi quattrini ed ha creduto in questo libro. Non mi pento di avere sbattuto, anche se accompagnandola, la porta in faccia al potere.
Forse sono uno stronzo.
Il fatto è che questa era la storia che mi tiravo dentro da almeno quaranta anni, da prima di arrivare in Germania. Poi mi è piaciuto ambientarla in Germania.
Certo che allora, quando l'ho immaginata, inghiottita, digerita era scritta in quel modo, con aggettivi e avverbi. Purtroppo anche quando l'ho ruminata gli aggettivi e gli avverbi c'erano rimasti attaccati. Tu mi puoi capire, a quanto mi scrivi nel commento.
Ho scritto anche qualche poesia, certi peccati si fanno, e recentemente ancora qualcuna.
Per farti capire dove sta la differenza ti propongo due poesie di argomento simile: la prima fu scritta una trentina di anni or sono, quando ero a Milano; l'altra questa notte, dalle due alle tre, proprio come canta Falstaff "dalle due alle tre".
Te le propongo adesso per mostrarti quanto sia cambiato lo stile e l'umore.
Grazie comunque della bellissima critica spassionata. Sei un amico.
DONNA RITROVATA
Ti ho ritrovata, ma eri nuova,
inimmaginata.
Aspettavi clienti e avevi scarpe
verdi di coccodrillo e guanti di camoscio neri.
Per un lungo attimo,
intoccabile,
resta immobile il tuo gesto volgare
e la tua vita di allora zampilla dai tuoi occhi ancora fresca.
Così come stai, appoggiata a quel muro,
sei solo un'ombra senza palpito che si rifiuta e si concede;
forse proprio per questo mi emergi
come una bava di vento sul mare
dai margini della memoria.
Così ti rivedo, bella e pronta per vivere,
così ti seguo mentre chiara e ridente
mi guardi e taci.
Già mia madre dall'alto del grigio balcone
della nostra via grigia
mi chiama per la cena. E tu non parli:
non hai niente da dirmi,
hai solo occhi per me muti che guardano.
Io non chiedevo altro, io non volevo
niente di meglio che mi desse vita:
la luce dei tuoi occhi ed il calore purpureo
delle gote quando ti davi a me.
Indifferente al ricordo
ora ti sciogli
le vesti dalle spalle e dai fianchi ancora caldi.
E non ho un nome da darti.
POESIA DI OTTOBRE
Sta seduta in fondo al bancone
sullo sgabello più alto di tutti, sta sul pizzo,
insomma sta sull'orlo dello sgabello
come di una che aspetta solo di squagliarsela.
Metà sgabello è vuoto, il resto è il suo culo:
come fai a non guardare un culo così,
e gambe così e una donna così.
Attacca bottone prima che schizza via
da quel trespolo, mi dico.
Ci metto niente. Ci metto sempre niente
quando mi piace una donna,
e questa mi piace forte.
"Fatti un bicchiere con me. Che bevi?"
"Aspetto qualcuno", dice lei.
Voce da contralto, esce grattandole la gola:
a me gratta i testicoli e la base del pene.
"Che bevi?", ripeto.
"È una persona importante", dice lei.
"Chi è? Un senatore? Un ministro?
Oppure è il figlio di puttana che ti paga i tuoi conti?"
"Più importante: è mio figlio".
"Cazzo! Potrà aspettare cinque minuti. Che bevi?"
Col vocione, perché mi sto incazzando.
"Vodka". "Sei russa?" "Polacca".
È cominciato così.
Alla terza vodka è arrivato.
Un giovanotto di diciannove anni; un figlio grande e grosso
che mi guarda un po' storto. Ricambio.
Siamo andati in giro tutto il giorno
con la mia macchina, con la mia benzina;
il bel culo di lei sul sedile accanto al mio
lo stronzetto sdraiato
sui sedili di dietro come un pascià.
Tutto per lui 'sto casino. Deve trovarsi una stanza
più vicino che può alla Uni
perché non gli va di camminare tanto alla mattina.
Non mi pare che abbia una gran voglia di studiare questo,
nemmeno di lavorare. Secondo me a questo
qua non gli va di fare un cazzo.
Lo mantiene sua madre e chi se la sbatte.
Così da allora lo mantengo io,
sennò che ci faccio con tutta la grana
che guadagno; e poi sua madre mi piace forte,
m'è entrata sotto la pelle:
lei, la sua voce da contralto, il suo culo
grandioso, le sue cosce lisce come
un lavandino bagnato,
la sua maniera di fare all'amore
come una puttana selvaggia.
Tutto m'è entrato di lei sotto la pelle,
tutto di tutto, non butto niente.
E allora ci sguazza pure suo figlio,
ci guadagna bene con me.
L'altra sera è venuto. Gli servivano soldi,
viene solo per quelli. Gli ho dato due pezzi
da cinquecento; se ne è andato via subito.
Almeno per dieci giorni
non lo mantengo.
So già quale è la tua preferita, Nik.
Ciao, e grazie ancora.
In realtà mi è piaciuta, e moltissimo, anche la prima. Ma la seconda è puro Bukowski!
RispondiEliminaDevo dire che il tuo rifiuto a mondadori è qualcosa di sensazionale, come quelle notizie di uomo che morde cane... Ed è una cosa di cui devi essere fiero. Io, sinceramente, non so se avrei avuto le palle per fare una cosa simile!
Grazie per la risposta pubblica, che non meritavo.
La tua amicizia mi onora e mi riscalda il cuore.
Io le ho avute, Nik; ma devo dirti in tutta confidenza che non ne sono tanto orgoglioso. Se poi penso a quello che avrebbe potuto essere, a quello che sarebbe potuto divenire se avessi accettato di scrivergli il romanzo che volevano, beh...in confidenza mi vorticano i coglioni.
RispondiEliminaL'ho fatto. Amen. Non credo che lo rifarei.
mentre un uomo dalle due alle tre scrive una poesia, una donna dalle due alle tre prepara un minestrone. Quali le analogie? Quali le differenze? Vediamo un pò:
RispondiElimina1. entrambi insonni
2. entrambi mandano afc l'insonnia e decidono di usarla per fare qualcosa di più produttivo che contare pecore
3. entrambi ci mettono una certa passione nel cercare di fare bene quello che stanno facendo
4. entrambi se ne tornano a letto dopo l'atto creativo, abbastanza soddisfatti
5. entrambi ritrovano l'insonnia lasciata un'ora prima nelle lenzuola (la mia, in più, odorava di carote)
6. entrambi, il giorno dopo, assaggiano ciò che hanno prodotto nella notte.
quanti azzeccati su sei?
a te le differenze, se ti va
Il quinto lo hai sbagliato per quel che mi riguarda: appena di nuovo dentro il letto mi sono messo beatamente a ronfare (dicono, io non lo sento, lo dicono le solite malelingue).
RispondiEliminaDifferenze?
Una sola, penso.
L'uomo che dalle due alle tre scrive una poesia si ritrova alla mattina successiva a gustarsela da solo; la donna il giorno dopo si può gustare le espressioni di giubilo di chi assaggia il minestrone che ha preparato dalle due alle tre.
Ti pare poco?
Ciao Vincenzo, scusa l'intrusione. :)
RispondiEliminaHo letto una tua risposta sul Blog del mitico Zione e mi sono detto: questo è un fratello Nerazzurro, capisce di calcio e merita l'amicizia in "Google Friend". :)
Non mi sembra il caso di "sporcare" l'articolo parlando della Beneamata ma avremo tempo di farlo in altre situazioni.
A presto e complimenti per gli articoli che scrivi, con calma me li leggerò tutti.
Ciao.
LeNny.
:)
Ciao LeNny, ben aggregato. Un fratello nerazzurro trovato di questi tempi è più che un tesoro. Così io, te e Nik facciamo un bel trio alla faccia dei mortammazzati che ci vogliono male.
RispondiEliminaSe poi ci aggiungi i miei due figli DOC, che si fanno più di 1000 chilometri (di notte all'andata, di notte al ritorno) per vedersi quello schifo di domenica sera. Stiamo messi bene.
Vieni a trovarmi quando cavolo vuoi, non "sporchi" nessun articolo.
AMALA...altro dirti non vo' che ti sia grave...AMALA E BASTA
Grazie mille Vincenzo, ti seguirò. :)
RispondiEliminaAggregati anche tu da me, così ti tengo sott'occhio. :P
Sul mio Blog si parla di tutto e ovviamente anche della Beneamata. Siamo tutti amici Nerazzurri e ci si diverte. Ti attendo.
A presto e grazie dell'accoglienza. :)
LeNny.
http://sfrenzychannel.blogspot.com/