lunedì 30 gennaio 2012

SOBRIA PAUSA POETICA

Queste sono le più recenti, che pertanto non entreranno nella raccolta che sarà pubblicata dalla GDS entro questo anno.


COSTANTE  FISICA  NATURALE

S come Esse simbolo per silenzio
costante naturale di testa vuota
quando non c'è niente da dire si deve tacere
requisito di intelligenza il più difficile da manifestare
perché tutte le teste vuote quando sono vuote parlano
commentano giudicano sproloquiano fanno di tutto
per farsi notare e ascoltare pontificano le teste vuote
e cercano altre teste vuote e trovano tutte le teste
vuote del mondo perché S come Esse
è una costante naturale universale cosmica interplanetaria
per questo io adesso ho cercato una variante che non c'è
D come Di simbolo della dedizione amore non
egoistico amore con sacrificio che ho conosciuto quando
ero bambino era l'amore di mia madre che non mi chiedeva
nulla che tutto mi dava e non soltanto a me anche a mio padre
quando si ammalò passando gli ultimi quindici anni della
sua vita entrando e uscendo da un ospedale a un altro
e lei mai lo abbandonò e quello era solo un uomo cui si era
legata pensavo e invece lei molti anni dopo mi disse no mi disse
tuo padre era il mio primo figlio che ho allevato quello che
aveva più bisogno di tutti il più fragile il figlio che ho
amato di più mi disse forse non lo sapevi forse
non te ne sei accorto ma è così che è stato mi disse
e mi diede un brivido di tenerezza e di gioia e anche
di dolore perché io sono anche il primo figlio di mia moglie
me ne sono accorto io da tanto tempo ma ignoro se lei
lo abbia anche capito e se farà per me quello che mia madre
ha fatto per il suo primo figlio
Esse come silenzio vale per me in questo caso tacere
e attendere A come attesa vediamo quello che
succederà quando toccherà a me morire lentamente.


L'UOMO  VOLANTE

L'uomo volante si è innalzato
da dentro di me e si allontana nel cielo
che quasi non lo vedo più, e adesso
rischia che altri si accorgano di lui e se ne
impossessino per farne magari uso nei loro spot
pubblicitari e dichiarare poi con facce
di bronzo di avere scoperto loro per primi
le sue capacità e il suo estro.
L'uomo volante è uno sciocco, come tutte 
le creature semplici: dovrebbe rientrare veloce
alla base, ma si gode il sole e il profumo
delle nuvole, mentre qualcuno già cerca
di catturarlo. E pensare che io lo avevo
lasciato nascere dalla mia pigrizia
perché mi portasse lontano mentre sonnecchiavo
dentro la mia poltrona. Continuerò a dormicchiare
anche senza di lui: sono il campione del mondo
nel non far niente di interessante per ore,
per giorni, per anni interi.


DOMANDE  SENZA  RISPOSTE

Io qui non mi diverto più:
le stesse facce, le stesse ore, le stesse
stanze e sempre le stesse squallide parole
dalla mattina alla sera, parole e silenzi,
un vuoto e un pieno, come dentro
la canna di un fucile
da cui però non escono pallottole
perché qualcuno ha tolto la scatola di scatto.
Ma che bravura c'è a vivere una vita come questa
dove niente ti tira, niente ti intriga,
nemmeno masturbarsi il cervello
per farne uscire uno schizzo di veleno,
una ricetta che aiuti a far sparire
il quadratino di mondo dove sto io adesso?
Che senso ha continuare a metter insieme
queste parole indifferenti l'una all'altra
solo per riempire una pagina di carta bianca?
Che senso ha morire se non c'è nemmeno
la certezza che poi sia tutto finito?
Dicono che a volte basti porsi le domande
anche senza ricevere risposte
per sentirsi un po' meglio.
Dicono: ma non mi pare
proprio che sia vero.


HAPPY  END

Ho cominciato a scrivere cento racconti
e poi mi sono interrotto perché finivano tutti
con un morto ammazzato. Ho tracciato
le trame di dieci romanzi, di venti;
l'ho smessa lì quando mi sono accorto
che si concludevano con un dramma disperato
e che non riuscivo a salvare il protagonista
nemmeno barando. Sto scrivendo poesie
dove si può annusare puzza di squallore
che viene fuori non dai miei vestiti,
dalle mie scarpe o dalle pareti della mia casa,
ma esce dai nascondigli della mia 
anima. Adesso tu mi chiedi se non sono
capace di scrivere raccontini comici;
volevi dire con un finale diverso,
happy end per capirci. Magari potessi, ma se mi
guardo intorno vedo ovunque spezzoni e refrain di una
tragica commedia, che comincia con un vagito innocente 
e finisce con il gorgoglio dello scarico del cesso.
Vite tutte uguali, morti tutte uguali, non se ne salva
nessuna, nemmeno quelle dei santi, delle puttane
e delle puttane sante. Avanti così, allora:
concludiamo le decine di romanzi di merda
che ho in mente. A te basterà non leggerli
per  vivere più tranquilla, dammi retta.



6 commenti:

  1. Ciao Vincenzo Iacoponi.
    Volevo ringraziarti per l'ultimo commento che hai lasciato per il compleanno di Zio Scriba: sei stato molto gentile.
    Un abbraccio

    Ho letto queste tue poesie e volevo dirti che la prima mi ha colpito in modo particolare: a mio parere è molto, molto bella.
    Sembra la sintesi di un grande romanzo.

    Ti auguro una giornata serena
    Teresa

    RispondiElimina
  2. Non merito un ringraziamento io, bensì tu: è così carino questo "anonimato" firmato Teresa. Sei unica in questo.
    Per la prima poesia, che ti è piaciuta e me ne rallegro, hai fatto centro: è un po' la sintesi del romanzo della mia vita, cui mancano gli ultimi capitoli (che non voglio scrivere, e faccio le corna).
    La vita di ciascuno di noi è sempre romanzo, ma non tutti siamo capaci di "farla" diventare un romanzo. Io ho scelto di frammentarla qua e là nei miei romanzi, senza darla troppo a vedere. Non mi piace scrivere di me stesso e della mia famiglia come fosse una autobiografia, ma miscelata in trame diverse non si nota troppo, ma ha per me il pregio di rendere veritiere certe situazioni e certi personaggi.
    Magari ho scoperto l'acqua calda, ma non me ne dolgo.
    Auguro anche a te una buona giornata.
    Enzo

    RispondiElimina
  3. Dovevi chiamarla "PAUSA POETICA AL VETRIOLO", altro che sobrietà!
    Mi verrebbe da votare HAPPY END, per la sincerità che rasenta l'insolenza ,
    ma voto domande senza risposte, aggiungendone alcune che mi vengono su spontanee:
    - hai mai pensato che è più bello e intrigante farsi delle domande piuttosto che cercare improbabili risposte?
    - concordi sul fatto che a volte per una sola domanda ci possono essere cento risposte, nessuna delle quali può arrogarsi il diritto di essere LA RISPOSTA GIUSTA?
    - non ti danno sui nervi le persone che trovano la spiegazione a tutto?
    - perchè ce l'hai con me?

    RispondiElimina
  4. Ci sono sempre cento risposte per ogni domanda, ma una è la più spontanea e quindi la migliore -non "la risposta giusta"-ho detto e ripeto la più spontanea.
    Facciamolo sto gioco. La PIÙ SPONTANEA, quella che mi viene per prima sulla punta della lingua, OK?
    -io le domande le pongo a me stesso non agli altri, per cui conosco già le risposte.
    -ho già risposto prima.
    -Sì, ma anche quelle che cercano il marcio nascosto, soprattutto quando non ce n'è.
    -Come cavolo ti viene in mente? Sei di coccio? Non è con te che ce l'ho, ma con me.
    Mi dà per l'appunto solo fastidio quel tuo voler vedere un continuo paradigma tra te e me in qualsiasi cosa io scriva, come se noi due fossimo in competizione costante e non lo siamo. Gli amici si compendiano e si completano, non cercano di farsi del male; io perlomeno me ne guardo bene.

    RispondiElimina
  5. Più che sobrie direi splendide, soprattutto le prime tre, in cui dimostri di essere un vero maestro del genere. La quarta era sembrata anche a me più che altro un dialogo con Silvia per i commenti dell'altra volta, anche se non ci ho visto particolare cattiveria, anzi, schermaglie fra persone che si vogliono bene... :)

    Sono contento anche della nuova amicizia fra te e Teresa: il mondo dei blog è davvero un posto magico, in questo senso...
    A proposito: da me non l'ho detto perché quel giorno i ringraziamenti dovevano per forza di cose essere collettivi, ma ho trovato anch'io meravigliosi gli auguri di Teresa!

    RispondiElimina
  6. Vedi giusto, amico mio: la quarta mi è proprio scappata dalla penna, e passi, capita a tutti fare cose sbagliate; ma ripetere l'errore pubblicandola è stato imperdonabile. Si chiama narcisismo e tutti ne siamo vittime, chi più chi meno, soprattutto noi scrittori con la Esse grande.
    No, non c'era cattiveria, solo vis polemica, e qui mi battono in pochi.
    Lo so, a volte mi monto la testa con le mie chiacchiere quotidiane, che faccio a me stesso.Mi devo dare una ridimensionata.
    Le prime tre invece piacciono anche a me, malgrado la ridimensionata.

    È stato carino da parte di questa Teresa venirmi a ringraziare per una battuta. Sono i tuoi amici, Nik, che sono di prima schiera
    Meravigliosi gli auguri di Teresa, ma da sbracarsi dalle risate quel "trombino i canguri"; dai, è troppo forte.
    Ciao Nik, buona giornata.

    RispondiElimina