mercoledì 25 aprile 2012

NON C ' ERANO PIÙ SASSI

È il titolo dell'ultima nata, ieri notte, alle tre.
Sempre di notte? Sì, perché nel silenzio assoluto sento solo il rincorrersi delle parole dentro la mia mente e le posso carpire al volo mentre passano e metterle insieme.


Non c'erano più sassi sulla sponda
del Reno stamattina, risucchiati
sul fondo; il gruppo dei Germani reali
tutti intorno al vecchio tronco
incagliato da decenni, la femmina
di cigno a navigar contro corrente, che 
tuffa il collo ogni minuto in acqua
scandagliando il fondale, perché cerca
muta il compagno distrutto dalle
eliche di un battello olandese
tre giorni or sono.
Tu e io nel vento a risalire la riva
fino all'ingresso del porto,
in silenzio come ogni mattina:
a meditare, pensi tu; ad ascoltare 
il mormorio di queste vite assorte,
sostengo io, ritmate dai tonfi delle onde
sul pilone del ponte nuovo della ferrovia.
E poi sostare seduti sull'erba
cogli occhi chiusi e i nostri visi protesi
verso il sole appena rapido attraversa
due banchi di nuvole.
Mangeremo il nostro pranzo più tardi, 
tanto abbiamo già saltato il Frühstück per
nasconderci in questa immobile
eternità delle cose.

Buona giornata festiva, bella gente.

4 commenti:

  1. Anch'io stamattina ero sul mio fiume, ad "ascoltare il mormorio delle vite" , a fare l'appello di inizio stagione, per vedere se c'erano tutti, a lasciar scorrere al mio fianco "l'immobile eternità delle cose". Complice la neve sulla Grigna, pensavo come il paesaggio fosse uguale all'anno scorso di questi tempi, ma poi un attimo dopo mi ricredevo, sospettando che dietro all'apparente ripetersi dello stesso copione ci potessero essere dei cambiamenti, dei drammi come quello del tuo cigno e del mio cormorano.
    La natura, pensavo, è come noi: anche se cambia, si mette l'abito vecchio: per nasconderci, come dici tu nel finale.

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  2. Ho letto il tuo post e l'ho trovato ispirato, come tutti i tuoi pezzi migliori, che sono -vedi il caso- quasi tutti di estrema contemplazione ed interpretazione della natura.
    Siamo noi che vogliamo illuderci di esserne autonomi; siamo noi a pensare che, in fondo, ne abbiamo bisogno solamente per andare a prendere un boccone d'aria, andarci a sgranchire le gambe; insomma la usiamo come un suppellettile della nostra monotonia quotidiana, o meglio, un piacevole diversivo.
    E invece sbagliamo profondissimamente: la natura è il mondo, la terra esausta di esperimenti che ci accoglie, che non si è ancora stancata di noi, che forse mai ci abbandonerà, lo voglia Dio.
    Andiamo spesso io e Anna Maria lungo il Reno. Non so se riesci ad immaginartelo un fiume così possente: da noi tra una sponda e l'altra sono circa 500 metri, di acqua che scivola perennemente dalla Svizzera al Mar del Nord, per meglio dire all'Olanda. Ma non ha colore diverso dal mare tanto è copiosa. Manca solamente la salsedine e il moto ondoso; per il resto riesce a dare la stessa sensazione di pace, in più l'idea dello scorrere eterno del tempo.
    Hai colto bene il senso della poesia.

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  3. Splendida, davvero splendida questa Poesia.
    Da un lato trasmette l'idea degli umani come odiosi e distruttivi intrusi, dall'altro lascia la speranza che non tutti lo siano: c'è anche chi la natura la sa contemplare, amare, sentire, rispettare, sublimare in versi. Anime affini io e te, io e voi. Tu, Anna Maria e Silvia più fluviali, io più lacustre (ma col mare nel cuore...)
    Ciao!!

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  4. Anch'io ho il mare nel cuore, nell'anima e, ahimé, negli occhi. Mi consola un fiume grande, immenso, maestoso che incute lo stesso rispetto del mare. "Vater Rhein", lo chiamano i tedeschi, Padre Reno; ed è un grande padre, anche quando esonda, perché lo fa con calma, mai con rabbia distruttrice, lasciando poi a lungo tracce di sé. I tronchi trascinati qui non li distruggono, li tirano a riva e li lasciano lì a macerarsi. Non avevo mai visto questa usanza, o metodo, e mi piace.
    Sì, Nik, la natura va contemplata tentando di comprenderla, va amata e rispettata, proprio come dici tu.
    A sublimarla in versi ci provo di tanto in tanto, anche solo con piccoli squarci qua e là in quel che scrivo.
    Non è per ricompensarla per quello che mi dà, ma per rispetto e ammirazione.
    Ciao!

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