domenica 27 ottobre 2013

AMARE È SOFFERENZA



Amare è sofferenza:
forse  per questo
io ho molto sofferto.

Anche adesso
che non oso dirlo a voce alta,
che mi vengono i brividi
sapendoti nelle braccia di un altro,
anche adesso,
soprattutto adesso,
mi piego in due senza
un lamento.



Civitavecchia,  dicembre 1959
Maximiliansau,  ottobre 2013



21 commenti:

  1. Mi hai ricordato come una eco lontana una sofferenza lacerante. Ho sofferto cosi'. Ed e' qualcosa che mi porto addosso. Mi aiuta fortemente ad amare intensamente. Ancora e ancora. Buona giornata amico mio.

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    1. Io le mie cose vecchie, poesie, racconti, note, disegni, abbozzi di racconti o di romanzi, le tengo tutte ben messe e selezionate. Ogni tanto ci metto il naso, quando sono in vena. Stavolta è uscita questa, scritta nel 1959 pochi giorni prima di Natale. Avrebbe potuto essere una grande festa, con me che tornavo con la nomina a sottotenente di artiglieria e la mia fidanzata di allora che già preparava il corredo. Ma lei mi piantò per uno brutto come la fame, 23 anni più vecchio di lei, ma carico di grana. Questa poesia credo esprima la lacerazione che avevo dentro, non tanto per l'abbandono ma per il modo -che ancor mi offende- e per avere dato a lei tutto e soprattutto la mia totale fiducia.
      Dopo ho incontrato Anna Maria, ma questa qui non l'ho mai digerita.

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  2. Arsi. Bramai. M’afflissi. Stetti muto.
    (credo sia di paul auster)

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    1. Non conosco questa poesia, non posso dire di chi sia. Forse Zio Scriba che è un appassionato di Paul Auster potrebbe aiutare.
      Comunque non è il mio stile, il mio modo di esprimermi.
      Accetto il tuo accostamento però come un complimento.
      Buona domenica.

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    2. non è una poesia, è prosa, una frase in un suo libro.

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    3. Non ho letto sto libro e nessuno aiuta.
      Confermo comunque il mio giudizio personale: non mi piace scrivere alla Julius Caesar, anche se di grande effetto. Rimango sul mio stile di espressione, e se qualcuno pensa che sono un superbo incallito, ciccia.
      Ho già dibattuto in casa di Euri con un suo ospite, Jean Claude raffinato e sottile, che sosteneva che leggere fa apprendere modi di scrivere diversi.
      Ottimo, dissi: un conto è leggere e aprirsi orizzonti, un conto diventare uno dei tantissimi epigoni, che io chiamo scopiazzatori.
      Io non ho mai copiato, ho sempre cercato una mia strada. Qualcuno ridacchiando mi ricorda che non l'ho ancora trovata. Ho ancora tempo, rispondo.

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    4. Silvia, tanto era bello il tuo link, quella foto sonnacchiosa tra i rami di un bosco, quanto è brutto, piatto, anonimo, grigio questo senso vietato ai daltonici.
      Torna all'antico, torna alla vivezza del colore, torna ad essere un cuore dove pulsa sangue e non vernice antiriflettente, bitte.

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  3. L'amore non fa male.
    E' la sua assenza che strazia.

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    1. Bel colpo Euri. Come un gol segnato a tempo scaduto. Rimane e fa tanto male.
      Hai immensamente ragione: l'amore che fa male è quello che non c'è più.
      Comunque anche la paura di perderlo fa soffrire e la gelosia, per qualsiasi cosa ti faccia sospettare che la tua donna, o il tuo uomo, si stia allontanando da te.
      Era questo cui alludevo coll'attacco: "amare è sofferenza".
      Buona domenica anche a te.

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  4. Dicembre 1959 / Ottobre 2013 .....Insomma, ora come allora! :-)

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  5. Ciao Vincenzo!
    L'Amore è felicita' tristezza e tormento e se l'amore ferisce cura le tue cicatrici e credici,sei vivo.
    Questo scrisse Alda Merini
    Quando si ama con il cuore e la testa digerire certe batoste è davvero dura,si dice che il tempo cura le ferite....non sempre né
    Buona Domenica! :))

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    1. Col tempo la ferita non sanguina più, ma la cicatrice rimane, rossa e fa male ancora come allora.
      Belle le parole di Alda Merini. Forse l'accostamento con me è un po' blasfemo.
      Ciao.

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  6. Hahahahaha, scusa lo so sembro pazza ma rido. Il fatto è che mi hai ricordato un mio amore passato,
    Mi hai fatto venire in mente di quella volta che dopo pochi giorni in cui ci eravamo lasciati, lui passò con la macchina sotto casa ed io passeggiavo con un gelato in mano, hahahahaha, quel gelato appena lo vidi, lo spiaccicai sul suo parabbrezza, hahahahaha, non ti dico la faccia di lui, hahahahaha.
    Scusa ma non ho resistito, hahahahaha... immaginati la mia soddisfazione...

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    1. Certo che me la immagino. Io glielo avrei infilato nel gozzo, gelato cono e tutto.
      Sono contento di averti fatto fare un paio di risate.

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  7. eh sì..amore è anche sofferenza!!

    Non ho mai vissuto l'esperienza da re raccontata!!

    Non riesco ad immaginare il mio uomo nelle braccia di un'altra...credo sia la peggiore delle punizioni.

    Se deve accadere meglio non sapere...

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    1. Dipende dal tipo che tu sei, e io credo che tu sia molto sensibile...quindi non è necessario che lui cada nelle braccia di un'altra per soffrire, basta la gelosia, che è assolutamente umana e dovuta quando e quanto più si ama. Immaginare che possa un giorno diminuire il suo amore è già sofferenza.
      Ma non sono d'accordo: se dovesse mai accadere meglio, molto meglio sapere, credimi.

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  8. uu che bella vincè st'immaggine! straziante e bellissima allo stesso tempo. Già nel 59 scrivevi delle belle cose e forse immaginavi na vita diversa, piena de riconoscimenti pe l'arte che cortivavi...adesso vincè li riconoscimenti, me lo immaggino, li bruceresti tutti ar foco..che le cose che conteno davero so poche ma inossidabbili. la salute, la famja, l'amichi . e qua Vincenzo mio me pare che de amichi che t'apprezzeno ce ne so na pipinata!!! con affetto.

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  9. A Mariagrà, co la salute, guarda qua chi s'arivede! Ndo t'eri 'nguattata? Me vojo penzà che te sei anniscosta co Gaetano e magara ve sete puro divertiti, te possino.
    E mo venimo ar dunque. Io ò ncominzato prestassai. Poesie me pare d'avelle sempre scritte, come ricconti e come li quadri. Ce penzavo a li riconoscimenti e se capisce, e penzavo puro a li sordi che me sarei trovato in saccoccia, ma dovevino da esse saccocce bucate perché nun ce aritrovavo mai un cazzo.
    Ma adesso come dichi tu le cose inossidabbili -ammazza come scrivi dificortoso- che conteno davero so la salute, la famija, l'amichi e qui me pare che de Mariagrazzia ce n'è una ma gente bbona che me vole bbene l'ho trovata veramente e aringrazzio er Signore. Io m'accontento.
    Un bacione Mariagrà e si Gaetano tuo s'incazza fa fatica doppia.
    C i a o!

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    1. nun me nisconta da nessuna parte, Vincè...è che c'ho da lavorà er doppio pe artri problemi che, li mortacci loro, nun mancheno mai. statte sereno pe Gaetano che si se incazza o no ce lo sa che davanti all'occhi mia ce sta solo lui e nissun'artro...dunque Vincè co la bona salute pe ora e pe l'anni a venì che quanno c'ho du secondi te passo a trova. Un bacione puro a te!

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    2. Nun t'affatica troppo allora e penza a la salute.
      Aspetto sti du seconni, come dichi tu.
      Un antro bacione, tiè, Mariagrà.

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