domenica 10 ottobre 2010

DALLE DUE ALLE TRE

Adesso sicuramente qualcuno penserà che ci provo gusto. Non lo so. Le poesie sono come i racconti: se ne scrivi uno ti tira dietro un altro. E poi le poesie sono "come d'autunno/ sugli alberi le foglie".
Ma vi prometto che ci starò più attento la prossima volta.
IL titolo è:

DALLE DUE ALLE TRE

Mi basta
un mozzicone di matita
e un foglio di carta spiegazzato
per mettere parole sfuse
in girotondo
e scrivere una poesia
che muore appena nasce
per la ragazza A.

A. come aspettami.
A. come ascoltami.
A. come andiamo via insieme.

Cerco la matita in un cassetto
dell'armadio in cucina.
Aprire altre porte e altri cassetti
farebbe troppo rumore
dalle due alle tre della notte.
Cerco la matita,
cerco la carta
ma trovo solo piatti
stoviglie e bicchieri.

Poi, quando torno a letto,
dalle due alle tre,
e mi giro su un fianco mi si stira
un muscolo della spalla.
Mentre cerco di tirarmi fuori
dalle lenzuola un dolore,
un gran dolore
al polpaccio destro
perché ho appoggiato male il piede.

Sono diventato
all'improvviso più vecchio
dalle due alle tre.

E qui finisce il girotondo
delle parole sciolte
della poesia per la ragazza A.

A. come arrivederci.
A. come alla fine
vincono sempre gli altri.


10.10.10
Ci avete fatto caso? Tre dieci, come al poker. Qualche volta si vince, qualche volta si paga, ma sono belli tre dieci in mano.
Adesso fra un mese avremo tre undici, poi tra due mesi tre dodici.
Dovremo aspettare 91 anni per riavere un tris: 01.01.01, il primo di gennaio del 2101!
91 anni si fa presto a dire, ma provate a contare: sono 120 mesi, 24.215 giorni più 20 volte il 29 di febbraio fanno 24.235 giornate.
Credo che solo i miei due nipotini Fabio e Alessia siano sicuri di arrivarci, gli altri -solo i giovani- possono sperare nello sviluppo scientifico e nell'allungamento progressivo della vita, ma mio nipote Ivan, che ha 19 anni, ne avrebbe 110, e decisamente mi sembra troppo.
Noi che non ci saremo ce li godiamo adesso, da lontano.
Ad maiora gente e chi se ne frega quanto si campa.

15 commenti:

  1. Ho sempre avuto simpatia per questa prosa poetica, o poesia in prosa, di stampo similbukowskiano... Quanto al resto, rispetto ai "tempi" dell'Universo siamo tutti qui per pochi miliardesimi di secondo. Li spendessimo a voler bene, a godere, a pensare e a stare in armonia col tutto, invece di rompere il cazzo al prossimo...

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  2. Piace anche a me la poesia che non rompe i coglioni coi paroloni e gli sdilinguimenti. La poesia -se c'è- sta dentro, sta oltre le parole, quindi ben venga questa prosa poetica come l'hai chiamata tu.
    Per il resto hai ragione, ma io fin da piccolo mi sono rotto il cazzo a fare conti e conti -mai di soldi, ché in due secondi li avevo contati tutti- ma del tempo che passava, di quello che restava, e conta tu che non conto io alla fine ero rinco e non capivo più una beata minchia di niente.
    M'è rimasto attaccato sotto la pelle sta cosa del contare. Adesso per esempio sto contando le ferite, gli acciacchi e gli strappi muscolari dei nostri migliori pezzi. Quest'anno va storta. Non sarà che nuovo tecnico, nuovo allenatore atletico, nuovo qui nuovo lì e tutti si rompono chi prima chi poi?
    Dubbio amletico, per me è come giocare in casa, papà mio si chiamava Amleto.
    Ciao Nik.

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  3. Quando uno, dalle due alle tre, si mette a cercare parole impossibili per una ragazza, è ovvio che quando torna a letto Qualcuno gli ricordi che non è più un ragazzo! :)

    .. Mi era piaciuta di più l'altra. C'era meno differenza d'età e, l'hai detto tu, quando eri tornato a letto avevi dormito come un bambino.

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  4. Bravo Vincenzo, mi è piaciuta. Merci. :)

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  5. LeNny: merci per la lode. A buon rendere.

    Silvia: ti sento un po' acidina, o sbaglio? Non hai letto attentamente.
    Io non cercavo "parole impossibili", bensì "parole sciolte" confezionate come un "girotondo" per una "poesia che muore appena nasce".
    Non ti sei chiesta nemmeno perché ciò possa avvenire. Pensa allora che io in un primo momento avevo scritto "appena nata", poi ho corretto.
    Hai capito adesso?
    L'altra era una situazione virtuale come questa, ma assolutamente diversa nell'impostazione della causa e dell'effetto.
    In verità ho dormito come un bimbo anche questa volta.
    Ti delude?

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  6. no, non ho capito e tu sei impossibile.
    1. il mio tono non era AFFATTO acido. ieri.
    2. non mi sono NEMMENO chiesta, non ho NEMMENO capito. ma guarda un po' quanto sono di coccio.
    3. perchè mi inviti a un commento per poi trattarmi di merda?

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  7. Silvia: hai ragione, sono veramente cattivo, anzi sono veramente un bastardo. Ho solo una scusante: sto in apprensione per mancanza di notizie su una faccenda che mi sta molto a cuore e mi sfogo con te, ma anche con AM se ti può consolare, per scaricare un po' la tensione che mi si accumula dentro.
    Non potevi capire.
    Appena nata, avrebbe significato che le parole erano state almeno scritte.
    Appena nasce, vuol dire che le parole sono rimaste nella mia testa, dentro la mia bocca, come preferisci, pensate e non dette.
    Non le potevo pronunciare, non avevo nessun diritto di pronunciarle.
    Adesso hai capito, lo so.
    No, non eri acida. Ero io alcalino.

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  8. Mantengo la terza persona singolare e le dico che lei è imbarazzante. Scrive bene, con molta proprietà e scioltezza, spesso l'ispirazione poetica sale oltre il limite della mediocrità... eppure lei mi ha offeso ingiustificatamente qualche mese fa dandomi dell' "omarino". Lei è imbarazzante anche tenendo conto dell'età appena sopra alla mia credo: un'età che in rete non è molto amata sopratutto se non accompagnata da un carattere mite e cedevole. Probabilmente ha voluto far da "principe azzurro" a Silvia ma, mi creda, la fanciulla sa difendersi benissimo da sola. Le mie scuse di allora erano sincere e non perderò altro tempo a ribadirgliele; trovare a distanza di mesi da Silvia SULLO STESSO POST DI ALLORA il suo ultimo commento che dopo avermi dato del "sordido" completa l'opera dandomi anche dell'ipocrita e uomo da poco mi ha veramenta fatto indignare. Gli insulti glieli rimando al mittente uniti alla mia più profonda disistima caro Iacoponi. Lei a mio parere non è ne acido ne alcalino è solo mentalmente confuso. L'anonimato mi spiace ma darle le coordinate significherebbe dare anche la possibilità per tutti di iniziare una querelle infinita tipica di questa blogosfera stupida e inutile.
    Ps: la poesia stavolta non mi è piaciuta
    ( parere squisitamente personale). ENZO

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  9. Poche parole perché non mi va di perdere il mio tempo con lei.
    È stato lei ad usare l'aggettivo "sordido" commentando un post sul blog di Silvia.
    Io, che non sono il "principe azzurro" di nessuna signora, gliel'ho rimandato indietro perché mi dava fastidio quella sua entrata a gamba tesa.
    l'aggettivo "omarino" è pertinente. I veri uomini non insultano gratuitamente gli autori di blog, ma se lo fanno si firmano con nome e cognome.
    È vero, lei ha chiesto scusa a Silvia, ma lo ha fatto unicamente per salvarsi la faccia, ed evitare una figura di merda.
    La sua disistima profondamente mi onora. Temo che non capirà: infatti se io sono mentalmente confuso lei mi dà l'aria di essere un somaro sciocco e presuntuoso.
    A proposito: carina quella che alla mia età si debba avere un carattere mite e cedevole per essere amati in rete.
    Lo abbia lei, se ci tiene tanto ad essere amato in rete. Io non voglio essere amato da gente come lei.
    La poesia era brutta e basta. Voleva però avere un valore per altre persone e non per lei.
    PS: vedo che l'acredine nei miei confronti la porta ad interessarsi di me, andando a cercare addirittura il diminutivo con cui tutti mi chiamano da una vita.
    Siano diversi io e lei, diversissimi, signore.
    Io me ne sbatto di come lei si chiama o di come la chiamano gli altri, però trovo che le si addica di più DIDO.

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  10. "L'anonimato mi spiace ma darle le coordinate significherebbe dare anche la possibilità per tutti di iniziare una querelle infinita tipica di questa blogosfera stupida e inutile"
    DIDO PIERO ENZO o come cazzo ti chiami, sei un portento della natura.
    Il concetto di cui sopra te l'ho già sentito ripetere enne volte negli enne blog che hai enne volte aperto ed enne volte chiuso.
    Peccato che le querelle che tanto aborri le inizi sempre tu, appena qualche commentatore non ti liscia il pelo, vedi quando pimpa ha osato levare una voce di dissenso a un tuo post sulla mafia.
    Non puoi continuare a sputare su una blogosfera che tu stesso usi alla grande, perchè vorrebbe dire che ti piace mangiare merda.

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  11. E sulle note di "Grazie Roma" di Venditti:
    Grazie Silvia
    pure se nun me ne frega niente
    deeee sto stronzo,
    graaazie Silvia...
    eccetera

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  12. "Adesso fra un mese avremo tre undici, poi tra due mesi tre dodici."
    Fra un anno, un mese e un giorno avremo tre undici, fra due anni, due mesi e due giorni tre dodici...
    ;-)

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  13. @MB: Giusto, cazzo!
    Più lo guardavo e più mi sembrava una scemenza, ma non sapevo cosa non funzionava. E pensare che ho contato con le dita, dito TUTTE le dita, comprese quelle dei piedi. Ma mi sono fatto fregare dalla fatica di contare gli anni che mancavano -e i giorni mannaggia- per arrivare a uno uno uno.
    Comunque grazie per la visita e per la correzione.
    Appena posso salto sul tuo.

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  14. Bastava scrivere le date, si leggono da sole: 11 - 11 - 11 -> undici novembre duemilaundici.
    A volte la via più diretta ci sfugge... ;-)

    Ti aspetto sul "Mammifero", tra l'altro ci troverai su un aforisma che mi è stato ispirato da tutte queste discussioni sulla poesia...

    P.s.: prometto che continuerò a leggerti (via feed RSS) ed ogni tanto ripasserò a commentare.

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  15. e menomale che sbaglia anche il professore! ;-)

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