domenica 15 aprile 2012

TALK SHOW DI CASA NOSTRA E TALK SHOW CRUCCO

Stranamente l'altro ieri in prima serata su Mediaset e sulla ZDF in due talk show, diversissimi per temperamento e conduzione, un giornalista italiano e uno tedesco parlavano dello stesso argomento, la situazione economica in Italia, che preoccupa tantissimo anche in Cruccolandia.
Se è vero che i tedeschi, per quanti sforzi facciano, non riusciranno mai a capire la nostra mentalità e il nostro modo di affrontare i problemi "all'italiana", cioè in modo per loro niente affatto serio, è altrettanto vero che nessuno da noi è in grado di capire il modo di vivere dei tedeschi.
Trascuro volutamente di riferire il punto di vista dei crucchi, uscito fuori dalla discussione dell'altra sera -che è lo stesso che sento da 40 anni-, perché non interesserebbe nessuno giù nella Bella Italia e non è quello che mi ha indotto a scrivere questo post. Voglio invece soffermarmi sopra un concetto uscito fuori da Matrix. Un giornalista ha detto: "dobbiamo saper fare quello che fanno i tedeschi per uscire fuori da ogni crisi".
Bravissimo, sette più!
Ma per fare quello "che fanno i tedeschi" bisogna essere mentalmente tedesco e vivere in Germania.
Qui la corruzione è un fatto sporadico ad opera di qualche delinquente, non un sistema, una regola comune accettata da tutti e che non stupisce più nessuno. Basti pensare a quello che è successo in questi ultimi giorni: lo tsunami piombato sulla Lega per il mangia mangia e gli imbrogli amministrativi con cifre a sei zeri, che sembrava il prolungamento dello tsunami abbattutosi sulla Margherita.
Esplosione dello sdegno nazionale di destra, di sinistra e di centro: dagli all'untore!...al rogo!...niente più soldi pubblici ai partiti politici!...subito una legge incastra furbi e mascalzoni!...pulizia e rigore!
Che cosa poteva aspettarsi il povero Pantalone, che è quello che paga per tutti? Che questa volta si facesse sul serio. Invece i partiti si sono subito, subitissimo, messi d'accordo: il sovvenzionamento pubblico continuerà -e te pareva- solo verrà richiesta la massima trasparenza. Si tratta forse di bicchieri da tenere più puliti? O non vuol dire piuttosto che da adesso in poi si esigerà che i ladri siano più accorti e meno imbecilli del Trota?
A Rosi Mauro, attaccata da tutti, non passa nemmeno per la testona capelluta e nera di dimettersi da vice presidente del Senato. Accusata di avere preso un sacco di soldoni lei a "Porta a porta" ha dichiarato che quelli erano soldi che il partito le passava in quanto segretario della SIN.PA, il sindacato della Lega, e si è portata il solito avvocaticchio con carte -che nessuno ha potuto vedere- e documentazioni che Bruno Vespa si è guardato bene dal far vedere. Intanto dimettiti cara la mia Rosi, dico io, poi parli e ti difendi quanto vuoi.
Christian Wulff, presidente della Repubblica Federale, si è dimesso per avere accettato una vacanza per lui e sua moglie pagata da un industriale della Sassonia quando lui era presidente di quel Land.
Ma questi sono comportamenti personali, c'è chi ha dignità chi no. Basta guardarla in faccia la Rosi per capire di che pasta sia. Una meridionale ai vertici della Lega Nord, mamma mia che bella botta!
Ma torniamo al grido di speranza del giornalista italiano a Matrix: "dobbiamo saper fare quello che fanno i tedeschi per uscire fuori da ogni crisi".
Dopo la capitolazione la Germania era un cumulo di macerie, una nazione avvilita e tramortita, spaccata in due, occupata dagli eserciti dei vincitori, senza più onore né dignità.
Un popolo di donne, di ragazzini e di vecchi -gli uomini o morti, o feriti o in prigionia a milioni- cominciò a mani nude ad aprir strade nelle città, liberandole dalle macerie. Col piano Marshall iniziò la ricostruzione: prima le strade e le ferrovie, poi le fabbriche, per ultimo le case; non il contrario, come successe da noi. Nel 1947 un treno da Amburgo a Monaco, mille e più chilometri, impiegava 18 ore ed arrivava; da Milano a Roma, circa seicento chilometri, un treno -se arrivava- impiegava due giorni e mezzo.
La parola d'ordine era "arbeiten", lavorare, lavorare e lavorare. Una canzoncina famosa da queste parti dice:
"Wir haben weiter in die Hände gespukt
für unsere Brutto Sozialproduckt", 
cioè a dire, ci siamo continuamente sputati sul palmo delle mani per elevare il nostro prodotto sociale lordo. E senza recriminare, contentandosi del basso mensile di quegli anni, con sindacati coscienti e intelligenti che avevano sottoscritto un patto sociale con governo e industriali.
I tedeschi hanno lavorato e basta, mentre in Italia si buttavano milioni di ore lavorative al vento, e si inventava la "scala mobile", un orrendo meccanismo che inghiottiva tutte le risorse senza garantire nulla di concreto, se non un automatico aumento quadrimestrale -se non sbaglio- nella busta paga, che produceva una costante inflazione, mentre i tedeschi stringevano la cinghia rendendo il marco la moneta più solida del mondo. Ogni anno veniva contrattato dalle parti sociali un aumento: i sindacati chiedevano il 4 o il 5%; dopo un mese di trattative ottenevano lo 0,2% e non si stracciava le vesti nessuno.
Nel dopoguerra un solo sciopero generale, chiamato dalla IG Metall, forte allora di 15 milioni di iscritti. Lo sciopero finì dopo 22 giorni per il prosciugamento dei fondi della IG Metall, già...perché dimenticavo di dire che qui è il sindacato che paga le ore lavorative saltate, non gli industriali. Fa infatti parte del loro patto sociale, e i datori di lavoro e lo stato non subiscono salassi né collassi.
Ma qui nessuno si sogna di chiamare gli industriali "i padroni", nessuno li odia, perché sono quelli che creano posti di lavoro, quindi benessere.
Certo, nessun tedesco arriva agli estremi tipicamente orientali degli operai e degli impiegati giapponesi, che ogni sera fanno un'ora di straordinario non pagata per aiutare l'azienda a crescere. Qui si pretende il pagamento di ogni minuto, ma l'ora lavorativa è un'ora di lavoro non di chiacchiere.
Alla fine della giornata. come fosse un rituale, tutti vanno al Kiosk oppure nella più prossima birreria a farsi due chiacchiere davanti a un bicchierone di birra, e l'argomento dominante delle loro conversazioni è il lavoro che fanno, di cui vanno tutti orgogliosi.
È un antico modo di dire dei lavoratori italiani in Germania: "gli italiani lavorano per vivere, i tedeschi vivono per lavorare".
I risultati sono però sotto gli occhi di tutti: in Italia la recessione oramai impera quasi incontrastata; qui è stata dimezzata la disoccupazione che era già bassa, la più bassa d'Europa. In questi ultimi anni sono stati aperti decine di centri commerciali dove la gente entra in massa e compra di tutto. Da noi chiudono i negozi grazie a 252 gabelle differenti da pagare che strozzano il sistema paese.
Dati recenti:
in Italia disoccupazione generale in aumento, a doppia cifra da anni, quella giovanile tocca ormai il 30%. Qui si sta al 4,2%, tendenza verso il basso.
In Italia la produzione industriale è in calo vertiginoso: la FIAT accusa una diminuzione di vendite del 21% rispetto all'anno scorso; dico FIAT perché è il termometro della nazione.
In Germania la Mercedes sta a +9%; BMW +8,5%; Volkswagen +12%; Audi +13%; Opel +8% , dati sull'anno scorso dove erano già in forte ascesa, malgrado la crisi globale.
Un operaio italiano non arriva a 1100 euro netti al mese, per lo stesso lavoro un tedesco al secondo anno di attività porta a casa 1800 euro.
E i benefici? E il pacchetto sociale?
Asili e nidi d'infanzia per tutti, non solo per i ricchi, perché ci sono posti a basso e bassissimo costo mensile, gratuiti per madri che vivono sole.
Assegni famigliari: primo figlio 140 euro; secondo 250; dal terzo in poi 340 euro. Naturalmente ogni mese, per 12 mesi all'anno.
Ogni mese il lavoratore trova in busta paga una trattenuta dell'1,8% per la disoccupazione. Se perde il lavoro ha diritto a un minimo di sei mesi di "Arbeitenlosen Geld", soldi della disoccupazione, pari al 68% dell'ultimo stipendio percepito. Minimo sei mesi, massimo tre anni, tempo calcolato in base al periodo lavorativo precedente ininterrotto. 
Finito questo periodo non viene buttato in mezzo a una strada -qui nessuno è abbandonato al suo destino- ma riceve gli "Arbeitenlosen Hilfe", cioè aiuto per la disoccupazione, pari al 58% dell'ultimo stipendio preso. Questi soldi fino alla pensione.
Al di sotto dei 55 anni il lavoratore disoccupato e non, può fare un corso gratuito di almeno un anno per imparare un altro mestiere in un settore che offra più opportunità e migliore retribuzione. Paga L'Arbeitsamt, l'ufficio di collocamento.
Per quanto riguarda la tasse i crucchi hanno un sistema a mio giudizio esemplare: gli scapoli pagano la prima classe, dove la tassa sull'entrata -la Einkommensteuer- è la più alta, il 19%.
Appena sposato passa alla terza classe, con tassa ridotta del 35%; tre punto zero, se è senza figli; tre punto uno, due, tre e così via con una diminuzione dell'importo della tassa a scalare. In teoria un lavoratore con sei figli a carico non paga tasse, uno con cinque solamente il 2%, io che ne avevo quattro ho pagato il 4,5% sulle mie entrate.
Visto che facile?
Che ne pensano Monti e il suo governo di cervelloni?
Ladri ci sono anche qui, si capisce, ma vengono messi in galera e ivi trattenuti fino a scontare un minimo di quattro quinti della pena. Non per nulla le porte di ingresso di ogni casa rassomigliano tutte a porte finestre con vetri smerigliati e cristalli, come la mia, tanto i rumeni e i bastardi vanno a delinquere nella Bella Italia dove non li acchiappa nessuno, e nel caso li mandano ai domiciliari, come quel farabutto pieno di cocaina fino ai capelli che ammazzò col suo furgone quattro minorenni su un ponticello nelle Marche: fu mandato per quattro mesi a soggiornare in un albergo ancora chiuso per la stagione sulla riviera di Fano.

Quel giornalista di Matrix si metta l'anima in pace: gli italiani per colpa della loro mentalità e dei loro vizi congeniti non arriveranno mai al benessere tedesco. Prima dovrebbero imparare cosa significa lavorare e sacrificarsi; poi dovrebbero cambiare l'intera classe politica, da quella nazionale a quella locale; infine liberarsi della Mafia, della Camorra, della Ndrangheda e Sacra Corona.
Pensate che sia mai possibile ottenere tutto ciò?
Io no.

4 commenti:

  1. Resto dell'idea che un provvedimento come quello di non far pagare tasse a chi fa sei figli possa anche rivelarsi (forse) vincente a livello economico-nazionalistico (cioè un livello che sarebbe ora di superare) ma irresponsabile e catastrofico a livello globale. Siamo 7 miliardi, e stiamo soffocando il pianeta.
    Sul fatto che per l'italiA (cioè Mafialand, cioè Lobotom-italy) non vi siano speranze, hai OVVIAMENTE ragione...

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  2. Caro Nik, non far pagare tasse a chi avesse avuto la bella idea di procreare sei figli è un metodo utile e non far aumentare il lordo; in pratica il contratto nazionale di lavoro offre per una certa posizione, diciamo, 2800 euro brutti. Tolte le trattenute sociali -prevenzione pensionistica, sociali e sanitarie, più quell'1,8% per la disoccupazione- il resto va nelle mani del lavoratore e non pesa sul datore di lavoro.
    È un modo di ragionare di chi pensa che più importante del lavoratore sia il datore di lavoro, che investe e produce ricchezza.
    Chiaro che da noi, Mafialand, Politicasporcaland non ci siano speranze.
    Ma dove andremo a finire?
    Buio.

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  3. Ha ragione Nik: come deve pagare l'occupazione di suolo pubblico chi mette i tavolini fuori , così chi fa sei figli dovrebbe essere multato per intasamento indiscriminato di pianeta allo stremo.
    Comunque c'è una buona notizia, in tutto lo schifo che ci sommerge quotidianamente: quell'ex buttafuori grasso e basso (come faceva a fare il buttafuori, con quel fisico?) che vorrebbe spararsi in bocca.
    Evvvaaaiii!! Speriamo nell'effetto werther, un bel suicidio di massa di tutti i delinquenti e l'Italia ha risolto tutti i suoi problemi, altro che governo tecnico.

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  4. Questa non mi era pervenuta: è meraviglioso che qualche delinquente decida di spararsi e porre fine alla sia vita schifosa; un buon metodo per ovviare all'intasamento delle carceri nostrane. Si potrebbe eliminare l'ergastolo, che è la pena che io considero peggiore della morte: per chi ci viene condannato -pensa allo scorrere delle ore, infinite, che non portano altro che ad altre ore infinite di cella- e per chi si deve sobbarcare l'obbligo di mantenerli sti ergastolani, cioè il solito Pantalone.
    Io porrei un limite d'età, che so io a 85 anni fuori dalla balle e vai con Dio.

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