venerdì 13 giugno 2014

GRIDO



Il grido del rapace
s'innamora dell'attimo tra giorno e notte:

una vita si spezza, l'altra
riprende vigore.

Trova posto nel mio sogno
il delicato dondolarsi sotto il cielo
dell'animale
finalmente libero e felice.


(scritta il 28 aprile 2014)


*



18 commenti:

  1. La poesia è bellissima, ma i primi versi mi hanno fatto emozionare più di tutti, è stato un lampo, un'immagine bellissima... grazie per la poesia, un abbraccio.

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    1. Tutta la poesia nasce da quel verso, brava Melinda. Nobiltà della sensibilità femminile, cosa a me ben nota da tenerissima età. È stato un attimo sul far della sera quando ho udito quel grido di un falco. Tutti gli altri uccelli atterriti sono scomparsi dal cielo: è rimasto lassù solamente lui, immensamente e dolorosamente solo, a planare scrutando il suolo in cerca di una preda da portare al suo nido, dove le sue creature aspettavano affamate. Mors tua vita mea. È la legge della natura. Tu hai visto e sentito un lampo ed hai provato una forte emozione. Io mi emoziono sempre pensando alle emozioni che trasmettono alcune mie parole. Sono io che ti ringrazio, Melinda. Un abbraccio intenso e buon fine settimana.

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  2. L'energia che si sprigiona in quell'attimo è palpabile, vitale... in quell'attimo il rapace e la notte sono tuttuno, essenza e sostanza, forza vitale palpitante... liberi sì ma di quella libertà che nessuno potrà mai imbrigliare.
    Un abbraccio e buon fine settimana :)
    Xavier

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    1. Leggere i tuoi commenti, Xavier, è come leggere una bella poesia. Mamma mamma, quanta generosità alberga in te, piccolo grande uomo e quanta sensibilità, pari forse solamente alla tua abnegazione nel contrare la sofferenza del corpo. Io ho un'enorme ammirazione per te, giovanotto. Che si capisce?
      Un grande abbraccio e l'augurio di un buon fine settimana.

      PS: Io sono invitato in Francia dalla mia nipotina/tona e dal suo convivente, uno che soffre da anni per un incidente motociclistico, ma mai ho visto un uomo di poco meno di 30 anni affrontare le sofferenze con tanta nonchalance. Vi somigliate.
      :-)))

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Ciao Vincenzo, scusa ma ho combinato un pasticcio, il Mario che vedi sopra non è un troll ma un signore che ogni tanto mi aiuta a sistemare i casini che combino con il mio pc, convinto che avesse chiuso il suo account ho risposto al tuo commento e invece l'account non era chiuso, così ha rimosso il commento e ora ti rispondo:

      Per come la vedo io le soluzioni alla sfiga sono solo due: la prima sarebbe quella di scegliere un ponte molto alto e verificare la teoria del volo, la seconda invece prevede di essere più cazzuti della sfiga, mostrarle il dito medio con eleganza e vivere... ho optato per la seconda soluzione anche perchè soffro di vertigini :)
      Un abbraccio
      Xavier

      p.s. ma che palle sta tecnologia!

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    4. Xavier, non parlarmi di tecnologia por favor: scateneresti uno tsunami di parolacce. Adoro leggere e scrivere, soprattutto lettere, sono così appaganti, ti ci arrotoli dentro, ma sta tecnologia del piffero...mi risulta indigesta. Pensa che il mio Mario è una splendida ragazza di 25 anni, bionda, flessuosa, che posso accarezzare sui capelli mentre che mi sistema i casini che ho combinato sul pc, e lei non se ne lamenta come certe fimmene, ma fa le fusa. Ha dormito per anni nel mio letto, non tutte le sere, ma tutti i fine settimana, tra me e mia moglie, che poi era sua nonna. L'ultima volta aveva dodici anni...
      Riguardo la sfiga io avevo anche pensato ad un ponte, quello sul Reno, qui vicino a noi, ma mai per fare il volo, proprio no. Solo aspettare il transito alle cinque e mezza del mattino di un treno espresso Landau-Karlsruhe. Ma poi ho pensato allo schifo che avrebbero provato quei pompieri che avrebbero dovuto ripulire le rotaie di tutti i miei pezzi e le mie budella e non ne ho fatto niente.
      Anche io uso il medio di entrambe le mani per mostrarlo alla sfiga o a chi per lei e vado avanti. Avanti così come fai tu, alla faccia del c****!
      Un abbraccio.
      Enzo

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    5. Il mio Mario non è biondo e neppure flessuoso... Certe fimmene è meglio lasciarle perdere, non meritano tanta considerazione... Per quanto riguarda la sfiga, noi siamo di una categoria superiore, siamo cazzutissimi e non molliamo.
      Un abbraccio :)

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    6. Muscoloso, coi baffi e la barba di una settimana. Speriamo che almeno non puzzi di aglio...Certe fimmene meriterebbero solo calci in culo...la Sfiga (maiuscolo per rispetto e ammirazione) è una leggiadra fanciulla che ti ammalia e che ti fa pensare chissà a quali piaceri, poi, un po' dopo....ti brucia il sedere. Ho sempre pensato che a questo mondo esista una categoria, cui mi pregio di appartenere, dei Padreterni. Benvenuto, ragazzo mio, non siamo in tanti, possiamo cercarci un posto all'ombra e al fresco che con questo caldo non fa male, e parlare dei fatti nostri affabilmente quanto ci pare e piace.
      Un abbraccio
      Enzo

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  3. Perché Enzo, paragono la tua poesia ad una bellissima mostra di cui ho goduto oggi?
    Perché accanto alle tue parole, vedo i rilfessi d'oro di Klimt?

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    1. Hai goduto della vista dei meravigliosi e meraviglianti quadri di Klimt? Potevi andarci con mia moglie, che è klimtiana convinta. Pensa che mi ha costretto a farle un ritratto in puro stile Klimt -cosa che odio, copiare lo stile altrui- e poi se lo è appeso in camera e mi tocca vederlo ogni sera quando vado a letto e ogni mattina quando mi sveglio. Si tratta del famoso "Giuditta" con la testa di Oloferne. Naturalmente Anna Maria stringe una splendida pianta.
      Mi piace il fatto che tu veda accanto alle mie parole i riflessi d'oro di Ernest.
      Non so come tu li veda in questa poesia serale, forse sono i riflessi del sole sulle ali spiegate del rapace finalmente libero e sazio. Ma questo è il bello della poesia, non mi stancherò mai di ripeterlo alla faccia dei tanti detrattori, quello di suscitare emozioni ed immaginazioni, cioè vita, vita diversa dal quotidiano, comunque sempre vita
      Ciao, sorella grande e benvoluta della sorellina di Maria.

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    2. No, ho pensato all'attimo in cui il giorno declina verso la sera.
      E poi quando leggo le tue poesie penso quasi sempre al mare.
      Per cui, io che adoro il tramonto sul mare ho visto quell'oro che volgeva al rosso. Brillare tra le piume del rapace che vola lontano e libero.
      La mostra è bellissima, e oltre al Fregio di Beethoven, ho potuto ammirare alcuni dei miei quadri preferiti, tra cui IL GIRASOLE, ADAMO E EVA, SALOME'.
      Comprendo tua moglie e dille che anche io, in camera da letto ho la riproduzione del famoso BACIO.
      Per mia fortuna, il pittore è molto amato anche da mio marito.
      Ahahahah
      Bacio.

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    3. Non so come mi sia scappato Ernest visto che si chiamava Gustav.
      È stato il maestro creatore dello Jugendstil. Ti piaccionmo i quadri dove ritrae la sua amante, la sua modella preferita, la modista Emilie Flöge a quanto pare.Il Fregio di Beethoven è bellissimo, piace molto anche a me. Ci vuole molta inventiva e creatività.Il ritratto di Emilie Flöge, appunto, un quadro 181 x 84; il ritratto della nobildonna Margaret Stonborough-Wittgenstein, altra tela 180 x 90; e il famosissimo Bacio. Ma ce n'è per tutti i gusti, come il mio Judith I del 1901, un quadro piccolo 84 x 42 pieno di ori, che Anna Maria ha voluto per sé. Io mi sono divertito nel ricostruirlo, non credevo.
      Dunque vedi l'oro nell'attimo stesso in cui io ho scritto che abbia vita la mia breve poesia. Bella fantasia e bella visione la tua. Migliore della mia.
      Grazie per la visione, allora.
      Ciao, sorella maggiore e benvoluta della sorellina di Maria.
      (notato il "benvoluta"?)

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    4. Ernest ti è scappato perché è il nome di suo fratello. Pittore pure lui.
      Mi sono fatta una cultura alla mostra :-)

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    5. Vero, stavolta non ho fatto gaffe -eccheccavolo, da un po' di tempo mi devo scusare a destra e a manca per gaffe che non faccio e nemmeno penso e per insulti che vedono solamente altri, eccheccavolo- aveva un fratello anche lui pittore, che faceva parte anche lui della "Wiener Secession", la secessione viennese e che si chiamava Ernest.

      Non si poteva non notare.
      :-)))

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