martedì 10 giugno 2014

IL GABBIANO SPENTO


Mi sono perso e a lungo ho trascurato di cercarmi.

Mi rintraccio incarnato in un involucro
di uccello, scelto da me nel mio sogno del mattino.

Implode la mia struttura, escono fiamme
dal candido piumaggio, la malinconia
ha vinto sulla noia,
la morte gira l'angolo della siepe
dandosi alla fuga;

grandina sulle mie piume
cenere e smalto,

sale freddo per ricovero attende.
Il gabbiano spento sta planando
sull'acqua tiepida:

sul dorso mi soffia il libeccio e increspa
i resti di vita che ho rifiutata,
mescola pollini gravidi e cellule
di larve di insetti squamate;
il tutto in un momento.

Mi rifiuto di attendere
e mi allontano battendo i tacchi al suolo
con gran fracasso.


(5 giugno 2014)

*

12 commenti:

  1. Sarà una coincidenza, ma mi piace pensare di averti suggerito l'idea parlando del gabbiano Jonathan... .D

    Su quella sotto, ricordo il lungo titolo di un libro umoristico che diceva NON ARDO DAL DESIDERIO DI DIVENTARE UOMO QUANDO POSSO ESSERE ANCHE DONNA, BAMBINO, ANIMALE O COSA. Forse la vertigine che ci offre la vita è proprio essere molte altre cose, oltre che un uomo: se tu parli di una certa stanchezza nell'esserlo, io forse ho proprio scelto di non diventarlo mai, di non autolimitarmi. Ma probabilmente sono solo un pazzo bamboccione... :-))

    Un abbraccio.

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    1. Ti devo deludere, Nick. Parlando del gabbiano Jonathan tu mi hai convinto a postarla sta poesia. In effetti quella del gabbiano spento è una mia vecchia idea. Basta che leggi il mio post del 24 maggio scorso "Come si costruisce un personaggio". Lì trovi il nesso.

      Su "vivere come" io esprimo stanchezza di vivere come uomo, vero. Sono stufo di tutti gli orpelli che questo comporta. Tu hai scelto di non diventarlo mai. Io quella scelta non l'ho dovuta o voluta fare, l'ha fatta per me la mia natura che è quella di un bambino che sta per perdere l'innocenza e non la perde mai. Questo mio infantilismo è la causa principale dei litigi con mia moglie, che a suo modo di vedere mi rimprovera di non essere mai cresciuto. Lei lo considera un enorme difetto, un manco colossale, io un pregio infinito. Ma vaglielo a spiegare, io ci ho rinunciato da un pezzo.
      Un abbraccio a te, Nick.

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  2. Che vita triste fa chi ha annullato il fanciullo che dimorava dentro sè, ha perso la capacità di stupirsi, di sorridere, di vedere il mondo sempre con occhi diversi e apprezzarne tutte le sfumature, di gioire anche per il solo fatto di esistere, di ridere solo perchè il sole illumina il cielo... Fortunato è invece chi quel facciullo non ha abbandonato!
    Un abbraccio
    Xavier

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    1. Il fanciullino di cui parlava Giovanni Pascoli. Il guaio è che c'è gente che nasce anziana, non ha mai quel fanciullino dentro di sé, né mai lo avrà. Forse io non sono mai diventato adulto, non per mia scelta, come ha fatto Zio Scriba, ma per dote naturale. Che gli altri pensino quel che vogliono: io sto benissimo così e sono felice che ci sia un Uomo come Xavier a ritenermi fortunato di esserlo.
      Un abbraccio sempre più forte, amico mio.

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  3. "Mi sono perso e a lungo ho trascurato di cercarmi". Avrei potuto scriverlo io quando il buco dentro di me era ormai diventato una voragine. Poi l'amore della mia vita e' riuscito a riportarmi indietro. Da sola, forse. Non ce l'avrei mai fatta. Bacio Enzo.

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    1. Quando una frase fritta e rifritta può diventare un verso, l'incipit di una buona poesia!
      Capita a tutti, Mariella, di trovarsi con un buco dentro come una voragine. In quel momento o precipiti per sempre nella voragine o ritrovi te stesso e ti salvi.
      Io mi sto ergendo dalla fossa, sono già oltre la metà fuori, ne uscirò sicuramente e non importa se porterò a lungo le ammaccature della caduta. Sono lembi di vita che ho lasciato qua e là. Chi li ha raccolti ne può fare l'uso che crede, che può, che vuole. A me resta la vita che ho scelto di vivere. Ciao sorella della sorellina di Maria. Un bacio grosso così.

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  4. La volpe e l'uva. Un velo pietoso sulle sue orripilanti parole, "signor" Iacoponi. Ha dimenticato di scrivere che, in questi due anni, lei ha letteralmente sbavato dietro a questa ragazza abruzzese. Di cui seguo il blog dagli stessi due anni. Per l'ipocrisia delle sue parole neanche Dante saprebbe dove mandarla. All'inferno, di sicuro. Il girone? Lascio a lei immaginare. Sono dispiaciuto, perchè avevo seguito sempre con interesse i suoi commenti. Marcello Machetti

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    1. Caro signor Machetti mi spiace ma debbo correggerla, io non ho mai sbavato dietro questa "ragazza abbruzzese", non nel senso cui allude lei, quindi l'uva della famosa volpe non c'entra. Io ho voluto a questa ragazza molto bene, ma proprio molto bene e gliene voglio ancora malgrado tutto. Quando però da una persona che tanto stimi e apprezzi ti arriva all'improvviso una scarica di legnate e di palate di sterco, seguite da uno stillicidio di cattiverie in post successivi, sempre sottilmente -anche molto meno che sottilmente- allusivi, all'inizio c'è stupore, poi stizza, poi rabbia, poi rabbia feroce, poi perfida cattiveria e si fanno cose e si dicono parole che non si vorrebbe mai fare e non si vorrebbero mai dire, che non si pensano nemmeno. Io l'ho fatto. Atroce. Non cerco alibi, credevo di essere immune da questa malattia invece ne sono stato trafitto, ma era inaspettata da parte della persona che meno credevo capace di fare azioni così vili, altrettanto vili quanto le mie. Forse anche lei si trovava e si trova nelle mie stesse condizioni. Ma siamo entrambi cocciuti ed ostinati e stiamo battendo contro il muro del rifiuto stupido perché ostinato.
      Come potrà constatare lei stesso, signor Machetti, io ho fatto l'unica cosa che potevo fare, ho cancellato il commento del mio amico e la mia risposta.
      E adesso a noi due. Strano che lei si firmi Anonimo con nome e cognome, una provocazione. Lei dice di seguire il blog della "ragazza abbruzzese" da quando praticamente ho iniziato a scriversi io i miei commenti, che lei ha sempre letto con interesse. Mi chiedo come mai, signor Machetti, non sia mai intervenuto prima come Anonimo MM per un commento su quel blog, oppure per un mio post, sopra il mio blog, che a quanto vedo conosce benissimo. Mi sorgono dei dubbi, che lei certamente con la sua intelligenza mi concederà, non è così. La ringrazio del suo contributo, signor Machetti, e spero di rincontrarla presto, qui da me.

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  5. Anche io sono un silente lettore del blog di quella ragazza da prima che lei iniziasse a commentare i vari post. Ho notato che lei ha rimosso quel commento di ieri nel quale ha offeso ed insultato Mia Euridice nel modo più volgare che potesse esistere. Spero che lei si sia reso conto delle enormità che aveva scritto e che prima di commentare o scrivere post lei conti fino a mille e poi rilegga di nuovo prima di passare alla pubblicazione. Anche ad un lettore "terzo" leggere quelle fradi livorose, cattive e -ripeto- volgarissime, suscita un moto di indignazione. E ci si vergogna per chi le ha scritte. Poi è troppo comodo rimuovere...

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    1. Caro silente lettore signor Machetti, non mi costringa a ripetermi. Io ho già abbondantemente illustrato nella risposta al suo precedente intervento che simile commento non avrebbe mai dovuto uscire dalla mia tastiera. Io mi sono reso conto delle enormità che ho scritto ed ho avuto il coraggio, in più di una occasione negli ultimissimi giorni, anche nel blog della "ragazza abbruzzese, di chiedere non scusa ma perdono per essermi lasciato cadere così in basso. Vorrei che anche la sua protetta capisse una buona volta quanto sottile e men sottil veleno ha schizzato contro di me e contro la mia persona ben sapendo che non fossero veritiere certe sue affermazioni, come quella che io sarei uno "stordo" uno sciocco del paese che fa il finto tonto, quando invece lei ben sa che non è assolutamente vero. È troppo comodo poi dare dal cretino e dell'illuso e del vanesio a me, menandomi per l'aia che io abbia capito male soffocato dal mio ego, che mi pone al centro del creato. Ma è sdtata la "ragazza abbruzzese" a mettermi al centro del creato, costruendo dal 9 maggio in poi post sottilmente, molto sottilmente o poco sottilmente riferentesi a me. Io capisco il perché lo abbia fatto e capisco anche il perché adesso lo neghi a spada tratta. Tuttavia è troppo intelligente per non capire che il gioco non può durare all'infinito. Soffre del mio stesso complesso di sofferenza. Quando si è sotto il torchio una volta spremuto il sugo buono, esce il sugo del nocciolo che è molto amaro, decisamente cattivo rispetto al primo. Ma si abbia il coraggio di porre le carte in tavola e non di sbattere la testa al muro costringendo l'altra persona a fare altrettanto.
      Io dichiaro in modo solenne di avere la mia parte di colpa e me ne pento. Faccia anche lei altrettanto e si metta in contatto con me. A me non è dato nessun mezzo per farlo.
      Grazie della sua squisita bontà, signor Marcello Machetti, e della sua infinita pazienza. Venga quando vuole e da me troverà sempre una porta aperta.

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    2. ...volevo solo specificsre che non sono il Sig. Machetti

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    3. Davvero? E quanti siete? E quando ha letto il commento incriminato? A che ora? Come mai si è deciso solo adesso, dopo che il signor Machetti era intervenuto a dire il suo autorevole pensiero? Le scene vanno montate prima della rappresentazione e non dopo, signor anonimo vche specifica di non essere il signor Machetti.

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