giovedì 9 luglio 2009

Figure femminili di "Martedì"

Stanno arrivando a me e a Baku Editore mail di lettori e di lettrici, che chiedono chiarimenti su alcune figure femminili del romanzo. Ce ne sono alcuni assai importanti: Ima, la madre del protagonista e Christine, sua moglie. Altri meno importanti: "La signorina bella e carina"; la cugina Adriana; Angela, una sua collega-amante; Billa Zandicò, una slava mezzo zingara e mezzo matta.
Escludendo naturalmente Marò, perché ne ho già parlato.

Parliamo quindi un po' di Ima, abbreviativo di Immacolata. È sicuramente una madre durissima, tutta presa a seguire la sua carriera e i suoi successi nelle aule dei tribunali. Spietata con suo marito, il tanto amato papà del protagonista, cui non lascia passare nessun errore e che tratta a volte come uno straccio sporco; insofferente anche col figlio, che le appare come una mezza seghetta. Non lo ama, quindi? Ma no! Certo che lo ama, a modo suo, soprattutto perché è tutto quello che è stata capace di mettere al mondo. Tra un successo in tribunale e una lite col marito o con la odiata suocera, trova il tempo, di tanto in tanto, di gettare un'occhiata su quel pupazzetto, che piano piano sta venendo su.
Occhiata assai superficiale, perché non si accorge che dopo la morte del padre il ragazzo è profondamente cambiato, e che l'uomo che sta diventando si allontana ogni giorno da lei. Soprattutto non conosce il motivo profondo di questo cambiamento. Il chiarimento arriverà per lei alla fine, e sarà la mazzata che il figlio darà a sua madre ormai vecchia e prossima a morire. Senza pietà, brutalmente.

Qualcuno si è chiesto se si tratti di diretta esperienza dell'autore.
No. Mia madre era tanto tenera quanto Ima è dura, tanto amabile quanto Ima è sprezzante e strafottente. Ho preso spunto da alcune matrone, amiche di mia madre, che ho conosciuto da vicino, ma in fondo me la sono inventata, così implacabile e sicura di sé.
E mi piace così: Ima mi piace.
A me piacciono le donne sicure di sé, impavide, che marciano come carri armati, ma sempre con estrema femminilità e Ima ne ha da vendere. Mi piacciono da matti le donne che si sanno offrire a chi vogliono loro, negandosi a tutti gli altri.

È stata una donna così, che mi ha detto parole che non ho più dimenticato, parole importantissime, che forse le sono sfuggite di bocca: "Voi uomini siete convinti di scegliere, mentre invece è la donna che si lascia scegliere, dopo avere scelto lei per prima".
Era molto intelligente, al punto di sapere che "una donna intelligente non deve mai mostrare per intero la sua intelligenza al suo uomo, altrimenti lo mette in soggezione". Ho costruito Ima così intelligente come piaceva a me: io adoro infatti le donne intelligenti, mi mandano in delirio.
Eppure, amici miei maschietti, anche noi abbiamo chance con donne simili. Io ho mandato KO quella mia amante di cui sopra, quella che sceglieva e si lasciava scegliere, con parole semplicissime, pronunciate nel momento opportuno -sempre scegliere con cura il momento, gente- .
Le dissi: "Credo che invecchiare accanto a te sia la cosa più bella che possa capitarmi".
Andò in delirio lei e per un paio di notti fu un trionfo.
Forse c'è un pochetto anche di questa mia ex dentro Ima. La mia ex era strabella, era stratutto lei. Come Ima.

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