sabato 11 luglio 2009

Qualcuno vuol sapere

Sono diversi ormai quei lettori che mi chiedono quanto conti per me la trama e quanto invece l'approfondimento dei personaggi.
Occorre fare un distinguo: la trama -come mi pare di avere già detto- si sviluppa pian piano percorrendo la traccia che io ho già fissata in anteprima. Può variare, a seconda che incontri ostacoli o meglio sfoci in altre possibilità di narrazione. Per fare un esempio: se io ho previsto nella traccia che due innamorati vadano a fare una gita in barca su un lago, da soli, e invece mi imbatto nel narrare la storia in un gruppo di caciaroni simpatici che vanno in montagna, annullo la gita in barca e mando i due innamorati a far cagnara coi simpaticoni in una baita. Da qui poi potrà nascere una nuova situazione, comica o tragica, che forse cambierà il finale del racconto.
Voglio dire che io non mi lego mai ad una trama ferrea, costi quel che costi, ma che mi deve piacere la storia nel suo svolgimento e nel suo insieme.
È un po' come mi succede quando dipingo un quadro: mi metto lì perché ho immaginato un soggetto e poi alla fine mi trovo come risultato sulla tela qualcosaltro. Uno dei miei quadri che più hanno avuto successo, intitolato "I bevitori", lo avevo immaginato su toni di verde, con due vecchietti in manica di camicia, che si fronteggiavano in una giornata di sole ad un tavolo ricoperto da una tovaglia verde, per l'appunto. L'originale, venduto a Colonia, si trova a casa di una signora della alta borghesia di quella città: Il verde è scomparso, sostituito da toni di rosso bruno scurissimo; i due sono nudi e rossi vermiglio; attraverso una finestra si vede un albero quasi nero stagliarsi nel cielo scurissimo della notte.
Quindi la trama per me conta in modo assai relativo. La storia narrata nel romanzo si sviluppa un po' per volta, come la vita, che si svolge di giorno in giorno: per anni non succede mai niente a modificare una routine da agonia, poi all'improvviso tutto esplode e tutto cambia.

Ben diverso è il discorso sui personaggi. Quelli li ho già chiari e precisi nella mente prima di iniziare a scrivere. Cerco di farli emergere dal nulla della pagina bianca con pochi tocchi, qua e là. Chi ha letto il libro o qualche altro racconto si deve essere accorto che io non faccio descrizioni dettagliate, né di ambiente né degli attori che vi compaiono, cioé i personaggi della storia. Preferisco lasciare al lettore la scelta dei caratteri fisici, del tono della voce, del modo di muoversi di ogni personaggio. Permetto al lettore di scegliere in chi immedesimarsi. Parlo da lettore, non da scrittore adesso: quando leggo un libro non riesco ad entrare nella storia se non nei panni di uno dei personaggi, che non è detto sia quello principale e neanche che sia un uomo. Quando questo avviene mi godo la storia fino in fondo e qualche volta me la rileggo immediatamente.
Ci tengo a lasciare ai miei lettori lo stesso privilegio.

Detto per inciso, e per concludere, ciò che per me sta sul più alto gradino del podio è il ritmo narrativo. Ne parleremo un altro giorno.

Nessun commento:

Posta un commento