Viaggiavo solo di notte,
a fari spenti,
perché tanto conoscevo la strada:
era sempre la stessa
con cadenza ossessiva.
A fari spenti
per non vedere nulla intorno a me;
con gli occhi chiusi
nel profondo buio,
trascurando tutti gli oggetti vicini,
ignorando tutti gli orizzonti
allineati lontani
con un monotono disinteresse;
e l'infinito
non stava più davanti,
ma lo lasciavo allontanarsi
dietro di me.
C'era qualcosa di divinamente
infernale in quel movimento
ormai senza traguardo,
in quello spostarsi
rimanendo immobile.
Quando non me lo aspettavo più
quando più non ci pensavo
ho sentito un lembo
di spiaggia sconosciuta
sotto i piedi.
Ho aperto gli occhi
e in quel momento ho visto te,
seduta sul mio orizzonte
più lontano,
che mi stavi attendendo.
Anche adesso viaggio solo di notte:
tengo però gli occhi aperti
e i fari accesi
per vedere te che diventi
sempre più vicina.
Scritta di notte -quando altrimenti- dalle due alle tre, a Maximiliansau il 5 dicembre 2010.
Ormai è ufficiale: se ti viene sonno di notte, ti mando io delle pillole per NON dormire...
RispondiEliminaSplendidi versi, in cui si fondono forza e delicatezza, a originare una scarica di luce.
Buona domenica. Anzi buon viaggio. Anzi buon TUTTO!
Nelle ore preposte al sonno, il poeta compone poesie.
RispondiEliminaPerchè gli vengono meglio se scritte di notte, sullo scrittoio, al lume di una candela?
Forse perchè la poesia è essa stessa sogno, e si nutre dei sogni rubati al sonno del poeta.
Scusa il bisticcio di parole, e grazie di condividere i tuoi sogni con noi lettori.
Sai che anche a me capita ogni tanto di viaggiare a fari spenti nella notte ?
RispondiEliminaIl fatto è che mi dimentico di accenderli.
Il mattino di mercoledì, arrivata al lavoro ho lasciato la macchina nel parcheggio sotterraneo, perchè nevicava. Alla sera l'ho ripresa per tornare a casa. Quando sono entrata in superstrada, mi è sembrato tutto più scuro del solito, per questo mi sono accorta che viaggiavo a fari spenti.
E la cosa strana è che solo nel momento in cui ho acceso le luci ho visto che fiocchi leggeri di nevischio mi venivano incontro! A luci spente non mi ero nemmeno accorta che nevicasse.
Volevo farne un post, poi, al solito, l'ha vinta madame pigrizia.
Silvia, in auto sei pericolosa. :P :P :P
RispondiEliminaLeNny
*Nik.
RispondiEliminaFra una trentina di anni -purtroppo per te- capirai perché alla mia età ci si debba alzare tutte le notti più o meno dalle due e mezzo alle tre.
È un'infima questione "prostatica": urge andare al bagno a fare pipì.
La cosa sensazionale è che a me viene fame, e mangio; vengono delle idee e scrivo. Cosa c'è di sensazionale? Niente. sono un artista, uno scrittore, un poeta. Pensa se fossi un terrorista, l'indomani troveresti scritto sui giornali, su Internet, su You Tube e sul cavolo che se li frega questo titolo:
"insonne piscione fa saltare un sottoscala contenente sorci e sarti cinesi".
Mamma, perché non mi hai fatto nascere terrorista?
* Silvia.
RispondiEliminaNon credo che le mie poesie siano i miei sogni; penso piuttosto che siano espressioni intime, sensazioni, positive, di gioia, negative, di sofferenza, che mi vengono su da qualche posto nascosto anche alle mie percezioni naturali.
Mi vengono più facilmente se sono tranquillo, ma non mi metto mai lì dicendo adesso scrivo una poesia, come non mi metto mai davanti a una tela con un pennello in mano a dirmi dai, fai un bel quadro.
L'ispirazione per quel che mi riguarda è fantasia pura, si potrebbe pensare. Invece io penso che tutto quello che percepisco siano tante vette di iceberg, lo so che è così, per questo lascio che la penna scorra sulla carta, perché so che pian piano il corpo voluminoso dell'iceberg comincerà a venir fuori.
Finora è sempre stato così, addirittura con la pittura. Comincio un quadro, vedendo del verde e lo finisco lasciando sulla tela soltanto tracce di rossi e di bruni, niente verde.
Bellissima l'immagine dell'auto che corre al buio e la guidatrice non se ne accorge -LeNny hai ragione, questa nostra guidatrice fa paura al volante, se la macchina è in moto- È come correre verso un ignoto destino senza nemmeno chiedersi perché. Una roulette russa con una Toyota al posto di un revolver.
E poi i fiocchi bianchi, che svolazzavano anche prima, ma che solo ad un tratto si manifestano alla luce dei fari.
Avresti dovuto scrivere questo post l'altra notte invece di fiaccarti gli occhi in anonimi commenti.
Il post sarebbe stato veramente bello, il commento lo era molto meno.
Io invece credo che tua mamma ti abbia fatto UN PO' terrorista. Invece di sparare pallottole, spari scemenze. :)
RispondiEliminalenny, è per questo che mio marito, quando ha comprato l'auto nuova, quella che uso quando non nevica, si è assicurato che avesse l'accensione automatica delle luci. :)
No, fanculo i terroristi... cosa c'è di meglio di artista, scrittore e poeta, amico mio? (Ma che te lo dico a fare, è così ovvio che la tua era una battuta, e che come tutti quelli che hanno la fortuna della scintilla creativa non faresti a cambio con la vita di nessuno che ne fosse privo, nemmeno ventenne e miliardario...)
RispondiEliminaL'altra cosa la sapevo, ricorda che mio padre è tuo coetaneo... :D
Buonanotte, e buona poesia!
* Silvia, ma che cattiva! Nemmeno l'alibi del dubbio?
RispondiEliminaSeguirò alla lettera il consiglio di un vecchio detto romano: se ciai la donna incazzata, tu madre, tu moje, tu fija, n'amica tua, scantona e datte, sinnò so cazzi tui.
* Nik: malgrado l'ipotesi di Silvia, non credo che avrei mai potuto essere un terrorista. Amo terribilmente la vita, la mia e quella degli altri, come -credo- capiti ad ogni artista.
Anche se di notte mi tocca alzarmi e non solo per scrivere poesie.