Mi è giunto il fremito del tuo respiro
attraverso i rami dell'acero, fuori
dal nostro balcone. Ho subito capito
che fossi tu, ancora lì dopo
quarantacinque anni, che attendevi
qualcosa da me, o meglio esigevi da me
una risposta alla domanda che mai
mi avevi potuto fare: perché?
Non credere che sia facile oggi dirti
quello che non avevo capito allora,
che non ho capito mai, mentre
tua madre ancora singhiozza
incolpevolmente il tuo abbandono.
Guarda dentro di me, attraverso
le fibre e il sangue, tu che puoi,
e troverai forse adesso l'immagine
sgomenta dell'uomo che fece l'atroce
rifiuto, che si oppose a te.
Perché? Mi chiedi. Non ho il coraggio
di dirtelo, non ho il coraggio
di chiedermelo ormai più. Torna
a nasconderti, lasciami soffrire
in silenzio per l'ultimo tratto
della mia strada in discesa, poi
ne parliamo per tutto il tempo
che vorrai; dopo però, non adesso.
Domande senza risposta
RispondiEliminache rimbalzano sul filo della loro stessa eco
Risposte senza un perchè
che vagano nel passato
come soldati smembrati e dimenticati
nella terra di nessuno
Sofferenze come un insieme infinito di domande e risposte
Conti che non tornano
-passano solo una volta-
Eppure! ... Deve esserci ...
"un posto in cielo o in terra dove non soffriremo e tutto sarà giusto"
(Guccini)
Apprezzo l'accenno a "risposte senza un perché che vagano nel passato come soldati smembrati e dimenticati nella terra di nessuno", perché è un'espressione assai felice, e metterla a commento di una intensa emozione, quale quella che la poesia esprime, rivela il fondo dei tuoi sentimenti.
RispondiEliminaApprezzo la finezza del non aver voluto fare nessun diretto commento, tu che sai. Mi ha dato l'aria del volo del falco, che gira in alto ad ali spiegate osservando al suolo la preda; ma qualche volta, inspiegabilmente il falco, si limita a guardarla e non attacca.
Ci sono poesie che si leggono con un groppo in gola. E immagino che lo stesso accada, moltiplicato per mille, a chi afferra a due mani il coraggio per scriverle.
RispondiEliminaUn abbraccio grande.
A volte il groppo in gola ti toglie il fiato e la parola, a volte ti costringe a scrivere qualcosa, qualunque cosa, per non soffocare.
EliminaNon è coraggio, è disperazione.
Grazie dell'abbraccio, ne ho bisogno, amico mio.
Ciao Vincenzo.
RispondiEliminaMi dispiace. Non mi viene da aggiungere altro.
Ciao, buona notte.
Teresa
Con la tua presenza hai già detto tanto.
EliminaIl tuo pudore è molto bello.
Ciao Teresa, e grazie.